tag:blogger.com,1999:blog-84896259672848938082024-01-27T03:01:13.246+01:00Il marxismo libertariosito di cultura e di analisi politica curato da Stefano SantarelliUnknownnoreply@blogger.comBlogger1215125tag:blogger.com,1999:blog-8489625967284893808.post-31479002416372549932021-04-06T16:58:00.004+02:002021-04-06T16:58:55.553+02:00PSICHIATRIA: UNA LINEA SOTTILE TRA CURA E VIOLENZA<p> </p><p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: medium;"><b> </b></span></span></span>
</p>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg0VZGaOHfed7z3YUUxdmkmX_yQRX8uy-htvGv7v66fbsZH_cYI0ab08lD426K-xXbWSBvSr0Kjc5MxOPPBBOilD0iKMK4PdsI5drHrnaXDWel-4tshxYuXRdzLBcDhNBL7943FZpl4Ruw/s587/autonomia.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="587" data-original-width="587" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg0VZGaOHfed7z3YUUxdmkmX_yQRX8uy-htvGv7v66fbsZH_cYI0ab08lD426K-xXbWSBvSr0Kjc5MxOPPBBOilD0iKMK4PdsI5drHrnaXDWel-4tshxYuXRdzLBcDhNBL7943FZpl4Ruw/s320/autonomia.png" /></a></div><br /><p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><br />
</p><p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><br /></p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm; text-align: center;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="color: red; font-size: large;"><b>PSICHIATRIA: </b></span></span></p><p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm; text-align: center;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="color: red; font-size: large;"><b>UNA LINEA SOTTILE TRA CURA E VIOLENZA</b></span></span></p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><br />
</p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm; text-align: center;"><span style="font-family: Times New Roman, serif; font-size: large;"><b>L'esperienza
di due Amici</b></span></p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><br />
</p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Sono
X. Soffro di disturbo bipolare da quando si è suicidata mia madre
(1999). Già da prima ero affetto da un disturbo ossessivo
compulsivo. Il mio primo psichiatra è stato il prof. D, noto perché
visita raramente e somministra psicofarmaci per telefono, facendo
parlare il paziente con i suoi assistenti. Una visita costa un botto
di soldi. Una sua assistente ha fatto la diagnosi di bipolare. Il
prof. si è limitato a confermarla.</span></span></p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Dopo
un miglioramento iniziale ho cominciato a soffrire di tremori e
stitichezza acuta, probabilmente per l'eccessiva dose di medicine. A
causa di un abuso di farmaci, consigliati al telefono da uno dei suoi
dipendenti, ho avuto un incidente dove sono rimasto traumatizzato a
livello psichico. Successivamente sono stato preda di attacchi di
panico notturni con svenimenti.</span></span></p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Sono
stato ricoverato in medicina generale (2015). I medici erano confusi
sulla diagnosi e orientati verso una forma di epilessia.</span></span></p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Dopodiché
ho cambiato psichiatra, suggerito dal mio psicoanalista.</span></span></p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Questo
psichiatra lo chiamiamo B. E' anziano e plurititolato. Passava per un
luminare. Lui, all'inizio, ha escluso ogni forma di epilessia,
confermando il disturbo di ansia e il bipolare.</span></span></p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Come
il primo era privato. Entrambi si sono rivelati come due baroni
assetati di soldi e di potere, nonché incompetenti. Il Dott.B, dopo
avermi preso in carico, mi ha scalato le medicine, prima
gradualmente, ( lasciandomi per tanto tempo sotto la soglia di una
cura efficace), e poi all'improvviso. Io mi fidavo e soffrivo in modo
continuativo. Stavo sempre più male e lo chiamavo con più
frequenza. Questo psichiatra mi cacciò. Io sono “strisciato”
davanti a lui chiedendogli scusa, su consiglio del mio ex analista.
Lui, sbuffando, mi ha ripreso. Tra le varie frasi che gli sono uscite
dalla bocca quella che mi ha ferito di più è: “non è colpa mia
se hai fatto una vita di merda!”Intanto io stavo notti e notti
senza dormire in uno stato di ansia ed eccitamento non controllabili.
Altri giorni avevo accessi irrefrenabili di pianto.</span></span></p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Dopo
qualche anno che mi teneva in cura, il Dott.B ha anche affermato,
all'improvviso, che io non ho mai avuto il disturbo bipolare. Per
questo mi ha levato di colpo il litio e mi ha dato, al suo posto, uno
psicofarmaco molto potente, ma non usato per la cura della mia
patologia. Con tutti i farmaci essenziali ridotti, senza litio e con
una medicina sbagliata, la mia sofferenza è precipitata, mi sono
sentito male sul posto di lavoro e sono finito ricoverato, tramite
pronto soccorso, nel Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura del
primo ospedale disponibile (2017).</span></span></p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Nonostante
i tentativi di comunicare di mia sorella (medico) e di un' amica
(psicologa), il personale si è dimostrato scontroso e menefreghista
e non mi ha ripristinato il litio, come volevano le due
professioniste che conoscono bene la mia storia.</span></span></p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;">I
sintomi maniacali andavano peggiorando ogni giorno di più: deliri di
morte, soprattutto riferiti alle mie persone più care,
ipereccitamento, ansia severa, notti insonni. Avevo anche difficoltà
a camminare ( spesso perdevo l'equilibrio e cadevo); problemi gravi
di organizzazione visuo-spaziale e gnosico-prassica:</span></span></p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><a name="Bookmark"></a>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Non ero autonomo in
niente, tranne nel mangiare lentamente con aiuto; non regolavo il
getto dell'urina nel buco del water. A questo proposito un operatore
mi ha indotto, con fare minaccioso, a pulire tutta la tazza del
cesso. Io purtroppo avevo anche una forte diminuzione della volontà,
per cui non riuscivo a ribellarmi ed ho scambiato questa ingiunzione
con una terapia che poteva essere utile.</span></span></p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Siccome
avevo grosse difficoltà di organizzazione psicomotoria non sapevo da
che parte cominciare. Quindi, esasperato, ho cominciato a toccare la
merda e a cercare di spingerla verso il buco. Per fare questo ci ho
messo più di un'ora.</span></span></p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Finalmente
si è liberato un posto di SPDC nell'ospedale territoriale di
competenza.</span></span></p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Quando
sono arrivato in questo reparto è stato il momento di maggiore crisi
e sofferenza perché totalmente scoperto dal litio.</span></span></p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;">I
momenti più brutti, in cui venivo a contatto con la “morte”,
erano quando mi agitavo ed entravo in fase maniacale acutissima,
perdendo il controllo della coscienza: il mio corpo si muoveva
freneticamente come un burattino impazzito. Tutto ciò mi è stato
raccontato a posteriori. Sono rimasto senza riconoscere nessuno anche
per più di un giorno.</span></span></p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Tuttavia
ho avuto un'esperienza terribile dove sono rimasto cosciente. Qui mi
sono trovato faccia a faccia con la “morte”, in quanto la perdita
dei sensi era vissuta come decesso.</span></span></p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;">L'episodio
è andato così: era sera e stavo nel corridoio; l'ansia ha
cominciato a montare insieme all'agitazione maniacale.</span></span></p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Sentivo
che non riuscivo più a controllare il corpo, come fosse invasato da
una forza interna che mi trascinava verso il basso. Intanto la
coscienza sembrava svanire, risucchiata via. Ho fatto uno sforzo
tremendo, terribile, per mantenere un minimo di consapevolezza.</span></span></p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;">All'inizio
ho cominciato a fissare intensamente la luce di una lampada, ma non è
bastato. Non ce l'ho fatta più, non riuscivo a stare più in piedi,
mentre aumentava la paura. Mi sono inginocchiato ed ho provato a
immaginare degli occhi umani stilizzati, forse quelli di una mia
amica che si occupava di me. Infine mi sono sdraiato in mezzo al
corridoio, a pancia in su ed ho indurito tutti i muscoli del corpo.
Nel frattempo la lotta tra la “vita” e la “morte” diventava
sempre più cruenta...mi sentivo svanire, avevo tanta paura, stavo
impazzendo, ero immerso in una profonda solitudine. Le risorse
stavano finendo...avevo un bisogno disperato di percepire il mio
corpo per “sentire” la mia mente. L'unica chance rimasta era
strillare: un urlo lancinante e prolungato squarciava il reparto.
Sentivo che quando avrei perso la voce sarei “morto”.</span></span></p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Ad
un certo punto una mano calda e forte, ha stretto la mia, mi ha
tirato verso l'alto ed una voce maschile, da infermiere, mi ha detto:
“che fai tu qua?”Io, percependo l'Altro che si interessava a me,
che mi toccava e mi si rivolgeva con fare sicuro, mi sono calmato.
Non ricordo dopo in che stato fossi, ma quell'inferno era
temporaneamente finito.</span></span></p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Quando
ero troppo agitato mi legavano al letto con delle fasce e mi
portavano fuori dalla camera in cui dormivo con gli altri degenti. Mi
lasciavano da solo per tutta la notte. Talora essere legato al letto
mi riportava bruscamente alla realtà, anche se dolorosamente, dopo
tanto sfarfallare privo di coscienza.</span></span></p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;">La
prima volta mi hanno sbattuto nella sala da pranzo, da solo, per ore
e ore. Quando la psichiatra ha dato gli ordini agli infermieri mi ha
ingiunto che dovevo dormire, ripetendolo più volte, come un ordine.
Questa persona era rinomata per legare spesso i pazienti ai letti.</span></span></p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Io
strillavo forte, chiamando le varie figure sanitarie, ma nessuno/a
arrivava per tutta la notte. “E' una vergogna lasciare una persona
legata, in preda all'angoscia, da sola, per tantissimo tempo, mentre
voi specialisti del turno notturno vi fate i cazzi vostri!”</span></span></p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Avevo
la paura che se mi fossi addormentato sarei morto. Inoltre non
riuscivo a pisciare a pancia in su dentro il sacchetto che mi
applicavano. Anche questo era motivo di ansia.</span></span></p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Man
mano che il litio veniva reintrodotto nel mio corpo, la mia
funzionalità psico-fisica si riorganizzava: sono andati via i deliri
e sono migliorato nelle attività di vita quotidiana.</span></span></p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Ho
provato a farmi la doccia con l'aiuto di due giovani degenti, che
alla fine sarebbero diventati miei amici.</span></span></p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Dopo
essere uscito dall'ospedale sono stato accolto dal Centro di Salute
Mentale di zona.</span></span></p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;">La
terapia farmacologica è molto simile a quella impostata alle
dimissioni ed è ad vitam.</span></span></p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Lo
psichiatra che per primo mi ha avuto in cura al CIM ha detto che
avevo avuto un grave scompenso fisico-chimico a livello cerebrale. Da
un anno vengo seguito da un nuovo psichiatra con il quale mi trovo
molto a mio agio, sia dal punto di vista umano che professionale.
Faccio anche psicoterapia con uno psicologo che ho conosciuto da
poco. Quello di prima era piuttosto autoritario, gretto e inoltre non
vedeva l'ora di buttarmi fuori dalla stanza, diminuendo a suo
piacimento la durata delle sedute. Per fortuna è andato in pensione.</span></span></p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Il
recupero all'inizio è stato abbastanza veloce, ma il riassestamento
globale è molto più lungo: continua ancora oggi, a distanza di più
di tre anni dal ricovero. Soffro ancora di attacchi d'ansia,
collegati ad un penoso senso di vuoto che sento dentro il petto.
Comunque adesso sto molto meglio. Al CSM vengo costantemente
monitorato e seguito, non solo per i farmaci, ma anche per gli
aspetti psicologici. Questa è la Psichiatria che auspico per chi ne
ha bisogno, sempre che gli operatori siano persone umane e preparate.</span></span></p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Ad
aprile 2018, quattro mesi dopo la dimissione dal “manicomio”, ho
avuto un incidente: ancora tendevo a camminare assorto nei miei
pensieri e fantasticherie, senza guardare il terreno. Sono inciampato
sulla radice di un albero, coperta dall'asfalto. Ho avuto una brutta
caduta e mi sono spappolato un gomito. Sono stato ricoverato
d'urgenza in ortopedia dove sono stato operato. Ne è seguito un
lungo periodo di riabilitazione.</span></span></p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Dopo
un anno dal ricovero psichiatrico sono tornato al lavoro, dove sono
stato dichiarato idoneo, nonostante la mia invalidità. Faccio un
part time. Ritornare in servizio per me è stata una grossa iniezione
di autostima.</span></span></p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Gradualmente
sto ricostruendo la mia identità professionale.</span></span></p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;">La
lunga ripresa è dovuta grazie al personale sanitario che mi ha
seguito e mi segue tutt'ora: quello delle strutture pubbliche.</span></span></p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Devo
ringraziare tutti gli amici e amiche del cuore che mi hanno assistito
dentro il “manicomio” e che hanno avuto la forza di starmi vicino
durante e dopo il ricovero e anche adesso.</span></span></p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Grazie
anche alle colleghe e colleghi di lavoro.</span></span></p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Sono
ritornato a fare un lavoro simile a quello di prima, con le mie
mansioni professionali. Per evitare la mancanza di fiducia e lo
stigma iniziali ho dovuto lottare molto e dare prova di sanità
mentale.</span></span></p><p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Adesso
mi posso ritenere abbastanza soddisfatto.</span></p><p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></p><p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><span></span></p><a name='more'></a><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span><p></p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Sono
Y un amico di X.</span></p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Soffro
di disturbo ossessivo compulsivo e attacchi di ansia da diversi anni,
a partire dal 2016.</span></span></p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;">All'inizio
ho cominciato ad avere ideazioni, paure e impulsi suicidi.</span></span></p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Nel
marzo dello stesso anno ho avuto una fase acuta vicino ad un ponte
sul Tevere. Ho sentito l'impulso a gettarmi, ma nel frattempo ero
bloccato dalla paura che questo gesto potesse essere messo in atto
realmente. Sono andato al pronto soccorso dove mi hanno
tranquillizzato. Lo psichiatra di turno ha diagnosticato la presenza
di un disturbo ossessivo compulsivo, mi ha prescritto delle gocce di
EN e mi ha consigliato di recarmi al DSM di competenza territoriale.</span></span></p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Seguo
il consiglio prescritto e inizio a prendere la mia dose giornaliera
di EN gocce, e contatto il CSM. Lo psichiatra che mi ha visitato mi
ha suggerito di rivolgermi ad un centro di psicoterapia privato, in
quanto il mio problema poteva essere guaribile anche con delle sedute
di psicoterapia.</span></span></p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Ho
contattato la struttura suggerita e ho cominciato un percorso
psicoterapeutico. E' iniziato così un miglioramento graduale.</span></span></p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Nella
primavera del 2017 ho avuto di nuovo brutti pensieri (ideazioni
suicide, paura di aggredire la gente, paura di salire oltre il
primo piano di un edificio, paura di gettarmi da uno sportello di una
macchina in transito).</span></span></p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Ho
iniziato ad andare a chiedere aiuto ai pronto soccorso, ma ogni volta
che andavo mi somministravano i farmaci dovuti e mi dimettevano nel
giro di poche ore.</span></span></p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Verso
l'estate del 2017, su consiglio del mio amico, mi sono rivolto al
Dott. B, da cui X era in cura.</span></span></p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Avevo
una certa fiducia in lui e mi sentivo molto a mio agio, al punto che
pensavo di guarire brevemente.</span></span></p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Mi
ha somministrato una terapia non idonea. A seguito di questa cura mi
sono ridotto a vivere in uno stato quasi vegetativo.</span></span></p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Non
uscivo più di casa, passavo le giornate e le notti intere a letto,
interagendo solamente con lo smartphone e il televisore, faticavo a
camminare, non riuscivo a vedere la luce del sole.</span></span></p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Ad
aprile 2017 ho cambiato residenza. A luglio dello stesso anno mi sono
rivolto al CSM di appartenenza e mi hanno assegnato la Dott.ssa M.</span></span></p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Ho
effettuato una prima visita con lei e mi ha detto di continuare con
la stessa terapia del dottor B. Mi ha parlato di un possibile
ricovero se volevo sentirmi più tranquillo, ma non è stata
approfondita la questione.</span></span></p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Mi
ha rinviato la visita dopo circa 4 mesi.</span></span></p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Durante
l'incontro, a novembre, mi sono presentato da lei con uno stato
dell'umore ancora alterato: ho avuto anche un attacco di ridarella.
La Dott.ssa mi ha prescritto un elettroencefalogramma, con fare
autoritario ed arrogante. Questa inaspettata prescrizione l' ho
vissuta come una punizione. In quella visita era presente anche il
mio futuro coniuge, che non ha dato opinioni in merito, ma ha
assecondato questa persona.</span></span></p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Siamo
arrivati alla visita fissata a gennaio 2018. Era presente anche il
mio partner. La depressione era peggiorata, il doc era in acuzie.
Dopo aver valutato la situazione, la psichiatra raccomanda vivamente
un ricovero in una struttura adeguata, al fine di trovare una terapia
adatta.</span></span></p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Io
ho accettato; la dottoressa ha inviato il nullaosta e il mattino
seguente vengo ricoverato, al fine di valutare e curare la patologia.</span></span></p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Sono
rimasto in ospedale un mese, facendo notevoli progressi. L'équipe
medica, che mi ha preso in cura, è riuscita a trovare una terapia
mirata. Dopo le dimissioni sono stato molto meglio.</span></span></p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Nella
struttura mi sono trovato a contatto con persone completamente
diverse da me. La maggior parte dei degenti erano soggetti con
problemi di tossicodipendenza, alcolismo, ludopatia, ex detenuti...</span></span></p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Dimesso
dalla struttura sono tornato a casa dove ho trascorso la mia
convalescenza, facendo passeggiate e incontrando amici. Nel frattempo
effettuavo visite di controllo periodiche presso il CSM.</span></span></p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Negli
incontri successivi la dottoressa M ha iniziato ad utilizzare un
approccio poco consono nei miei confronti, trattandomi come un
“deficiente”, facendomi sentire come un “Sintomo” e non come
una Persona. Mi mancava continuamente di rispetto, solo perché osavo
esprimere il mio pensiero e la contrastavo quando non ero d'accordo.</span></span></p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Più
volte le ho fatto notare che dopo la visita stavo sempre male; ma lei
non ha mai preso in considerazione questo malessere, anzi mi
minacciava che se non le avessi obbedito mi avrebbe fatto ritornare
di nuovo in ospedale psichiatrico.</span></span></p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Ha
utilizzato frasi del tipo “scordati le uscite serali con gli
amici”, “scordati le vacanze che sono tentazioni ad andare a
dormire tardi”, “dimentica i divertimenti serali”, in quanto
insisteva che io avevo il mio Problema e la sera dovevo
tassativamente andare a dormire il più presto possibile.</span></span></p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;">E'
arrivata al punto di dirmi che il giorno del mio matrimonio dovevo
andare a dormire ugualmente presto, lasciando tutta la festa e gli
invitati oppure modificando l'organizzazione dello stesso.</span></span></p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Mi
minacciava che, se non avessi fatto ciò, sarei stato nuovamente male
e quindi ricoverato ancora.</span></span></p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Spesso
alle sue affermazioni non mi ha concesso il diritto di replica.</span></span></p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;">In
alcune occasioni, convinta che io fossi sotto tutela del mio futuro
coniuge, lo ha contattato personalmente, chiedendo a lui di
rieducarmi e tenermi il più possibile sotto controllo, facendomi
sentire un “nulla”.</span></span></p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Mi
sono sentito trattato da lei come un sintomo e quindi come un essere
inferiore, uno scarto della vita. Alcuni operatori del csm hanno
avuto anche il barbaro “coraggio” di dirmi che io non dovevo
lamentarmi in quanto sostenevano che la Dott.ssa M mi aveva salvato la
vita.</span></span></p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Per
me ha semplicemente fatto il suo dovere, ma in seguito si è
comportata in maniera disumana e non professionale.</span></span></p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Riconosco
il fatto che mi ha aiutato farmacologicamente, ma non al livello
psicologico e morale, in quanto “mi ha buttato molto giù”.</span></span></p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;">A
seguito di tutto ho rallentato molto gli incontri con lei. Ho chiesto
di cambiare medico, ma non sono stato ascoltato dal personale della
struttura. Quindi ho deciso di andare da un altro psichiatra che
svolge attività pubblica in un ospedale.</span></span></p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;">A
breve cambierò residenza e dovrò rivolgermi ad un nuovo csm.</span></span></p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Mi
auspico di non trovarmi più in situazioni analoghe perché altrimenti ,visto il mio stato emotivo, la mia autostima diminuirebbe
molto.</span></span></p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Non
ho mai avuto problemi per quanto riguarda la psicoterapia. Sono stato
seguito da una psicoterapeuta cognitivo-comportamentale con cui mi
sono trovato molto bene, per quattro anni circa. In prossimità del
suo pensionamento mi ha suggerito un suo collega che a oggi è il mio
nuovo psicoterapeuta. Lui mi fa sentire abbastanza a mio agio, anche
se a volte ho l' impressione che utilizzi tecniche un po' troppo
seduttive.</span></span></p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><br />
</p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><br />
</p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><br />
</p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><br />
</p>
<p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: large;"><b>2021
X e Y</b></span></span></span></p><p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: large;"><b><br /></b></span></span></span></p><p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: large;"><b><br /></b></span></span></span></p><p style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: large;"><b><br /></b></span></span></span></p><p style="line-height: 16px; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm; text-align: center;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-large;"><b>Gruppo Autonomo LiberidiAmare</b></span></span></p><p style="line-height: 16px; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm; text-align: center;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-large;"><b>Autonomia Contropotere<span></span><span></span></b></span></span></p><p style="line-height: 16px; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm; text-align: center;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: x-large;"><b><br /></b></span></span></p><p style="line-height: 16px; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm; text-align: left;"><br /></p><p style="line-height: 16px; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm; text-align: left;"><span style="color: red; font-size: large;"><b>https://www.facebook.com/Gruppo-Autonomo-LiberidiAmare-Autonomia-Contropotere-101684755002489</b></span></p><p style="line-height: 16px; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.18cm; text-align: left;"><br /></p>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8489625967284893808.post-67361964912341182102020-12-08T09:03:00.003+01:002020-12-08T09:16:46.080+01:00"SERIAL FILLER" E LA RINASCITA DELLA NARRATIVA DISTOPICA di Stefano Macera<p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><span style="font-family: verdana; text-align: justify; white-space: pre-wrap;"><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="font-size: x-large; margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjzSyI9Ixuv-t1pA7wDqmgI7NyR9Bpizy5iPn8M_QL9QOGxKA1IZAbGom2WM1JrhOPLpzC5aLkuzdMNnRa2uiQeiwx8uKCNqXYLgPh_UPmXK5cgiWHckbqI46nwAWNKkFTRUTrvASvQoUU/s2048/DANIELA.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="2048" data-original-width="1463" height="504" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjzSyI9Ixuv-t1pA7wDqmgI7NyR9Bpizy5iPn8M_QL9QOGxKA1IZAbGom2WM1JrhOPLpzC5aLkuzdMNnRa2uiQeiwx8uKCNqXYLgPh_UPmXK5cgiWHckbqI46nwAWNKkFTRUTrvASvQoUU/w361-h504/DANIELA.jpg" width="361" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"></td></tr></tbody></table><span style="font-size: large;"><br /></span><div style="font-size: x-large; text-align: center;"><br /></div><div style="font-size: x-large; text-align: center;"><br /></div><div style="font-size: x-large; text-align: center;"><br /></div><div style="text-align: center;"><span style="font-size: large;">"SERIAL FILLER" </span></div></span><p style="text-align: center;"><span style="font-size: large;"><span style="text-align: justify; white-space: pre-wrap;"><span style="font-family: verdana;">E LA R</span></span><span style="font-family: verdana; text-align: justify; white-space: pre-wrap;">INASCITA DELLA NARRATIVA DISTOPICA</span></span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana; text-align: justify; white-space: pre-wrap;"><span style="font-size: large;">di Stefano Macera</span></span></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: x-large; text-align: justify; white-space: pre-wrap;"><br /></span></p><span id="docs-internal-guid-45ba3b9f-7fff-19a5-de4a-2921b1596ccd"><p dir="ltr" style="line-height: 1.8; margin-bottom: 8pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: large;"><span style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">La drammatica fase che stiamo vivendo ha inciso anche sulla produzione letteraria, portando con sé il ritorno alla narrativa distopica. Lo testimonia </span><span style="font-style: italic; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; font-weight: 700; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Serial Filler. Cronaca di un pandemonio </span><span style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">(Scatole parlanti, 2020), primo romanzo di Daniela Maurizi, da tempo impegnata in varie pratiche della scrittura, dal racconto breve alla filastrocca sino alla canzone cantautorale. <span></span></span></span></p><a name='more'></a><p></p><p dir="ltr" style="line-height: 1.8; margin-bottom: 8pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: large;"><span style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Si tratta di un’opera che ha preso forma nei mesi in cui, per contrastare la pandemia in atto, in Italia è stato imposto un confinamento sociale collettivo. Questa esperienza senza precedenti, tale da generare un autentico cortocircuito spazio-temporale, ha creato anche le condizioni per una meditazione a tutto campo sul presente. Il romanzo in questione ne è totalmente impregnato, tanto da non poter essere ridotto a semplice libro sulla pandemia. Certo, vi ritroviamo temi discussi in questi mesi, come il sentimento di paura generalizzato e le nuove tipologie di controllo sociale, instaurate approfittando della grave emergenza sanitaria. Ma vi è anche dell’altro, a cominciare da una seria interrogazione sul nostro rapporto con la natura e sui vari, inquietanti mutamenti che segnano la contemporaneità. Per esempio quelli che riguardano il corpo, che non sono mai neutri, neanche quando si presentano sotto la semplice forma di filler, sostanze iniettate sottopelle per riempire le rughe del viso. La pandemia e il conseguente lockdown sono dunque intesi come momenti di precipitazione di molte delle contraddizioni del nostro mondo e il romanzo, conseguentemente, si muove su almeno due piani. Il primo è una sorta di trasfigurazione di quello che abbiamo vissuto e stiamo vivendo, restituito attraverso una cronaca stravolta e placidamente allucinata, peraltro spostata nel lontano 2048. Il secondo livello si risolve nel tentativo di mettere a fuoco la direzione che stiamo intraprendendo, perlopiù macchinalmente, come agiti da un meccanismo che ci sovrasta. </span></span></p><p dir="ltr" style="line-height: 1.8; margin-bottom: 8pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: large;"><span style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Di fatto, le pagine di </span><span style="font-style: italic; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; font-weight: 700; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Serial filler</span><span style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"> si sottraggono sempre al laccio della mera attualità, riuscendo così a collegarsi compiutamente a una nobile tradizione letteraria, richiamata nella prefazione dalla scrittrice, commediografa e attrice Enza Li Gioi. Quella delle tante narrazioni distopiche che, in passato, </span><span style="font-style: italic; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">“hanno preannunciato modificazioni sociali poi realizzatesi”.</span><span style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"> Un traguardo raggiunto da autori che al proprio sguardo non ponevano limiti, sottoponendo ai lettori non l’esito di un’indagine giornalistica, ma le conseguenze dell’urto personale con una realtà che gli altri non potevano o non volevano vedere. Il grande paradosso di questo tipo di narrativa – che non si racchiude in un genere e può assumere mille forme – è quello di svolgere una missione pubblica senza pretendere di essere “oggettiva”. Immergendoci nella lettura della creazione di Daniela Maurizi, registriamo una salutare conferma di questo approccio. Evidenziata nella stessa caratterizzazione delle due coppie di protagonisti del libro. La prima è costituita dai coniugi v</span><span style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">on Eyck, Bérénice e Mikael, che proprio in virtù di una vita consumata ai margini del consesso sociale, non partecipano del clima di paura instauratosi in seguito alla diffusione del virus qui detto Bill48. Bérénice, voce narrante di alcuni capitoli, è in realtà l’alter ego dell’autrice, che somatizzerà in modo paranormale e del tutto personale l'insicurezza che sta travolgendo tutti.</span><span style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"> Mikael è invece lo scienziato che ha deliberatamente rinunciato alla carriera: il suo spirito di ricerca, perciò, non si traduce nel dispensare verità assolute, pratica in cui i suoi colleghi hanno da tempo soppiantato i preti, bensì nell’usare metodi scientifici per mettere in discussione le comunicazioni ufficiali. La seconda coppia è costituita dai due biologi a cui è stato ufficialmente affidato il compito di liberare il mondo dalla minaccia del virus: Willy e Marika. Il primo in un ruolo simile si è pensato sin dall’infanzia, quando sognava di fare il pompiere. Marika, invece, essendo passata per una vita piena di ferite e di psicoterapie, trova nello studio dei microrganismi una sorta di rifugio, un modo per non pensare all’umana natura, che talvolta annoia. In modo trasparente, questi personaggi rappresentano principi opposti ed è attorno a loro che si dispone la narrazione, che riserva diverse sorprese. Ad esempio di natura stilistica: senza mai abbracciare un registro letterario troppo elevato, l’autrice gioca felicemente con i linguaggi più diversi, inclusi quelli specialistici. Persino i termini anatomici, richiamati nella descrizione dei mutamenti che si producono in Bérénice, partecipano di un vero e proprio gusto ludico, probabilmente legato alla passione per la filastrocca, veicolo d’ogni possibile funambolismo verbale. Ma in molti momenti, dal divertissement si passa ad altro, persino a un’ironia che lambisce la dissacrazione. Si pensi alla descrizione degli espedienti usati per uscire di casa durante il confinamento: </span><span style="font-style: italic; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">“non avendo né soldi né voglia di acquistare o affittare un cane, usavo mio padre, che in quanto ultra ottantenne poteva ragionevolmente aver bisogno di un accompagnatore per fare la spesa, e che io in quanto figlia avevo ancora il diritto di accompagnare fuori, ma solo dopo che avesse fatto la pipì a casa, perché in strada non era consentito”.</span><span style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"> In sostanza, con modalità proprie si esplora quel vasto territorio dell’umorismo che, nel corso del XX secolo, ha fornito agli scrittori più di un’arma per difendersi dall’aggressiva banalità del senso comune. In linea con tendenze più attuali potrebbe risultare lo sfrenato citazionismo, ma se i richiami artistici, letterari e cinematografici sono tanti, noi riscontriamo una specificità. Oggi, lo scrittore in cerca di successo riempie i suoi testi di citazioni per strizzare l’occhio a un pubblico preciso, ponendo in essere una pratica che, spesso, si collega al tentativo d’individuare nicchie di mercato. Daniela Maurizi, invece, attraverso le citazioni vivifica il pantheon culturale di riferimento senza preoccuparsi ch’esso sia o meno condiviso da chi legge. Diverso dal consueto è anche l’uso, non abbondante ma significativo, delle parolacce. Esse non rimandano né al velleitario tentativo di rompere con i codici accademici né alla ricognizione di realtà degradate propria della letteratura impegnata: più che altro, sono una parte importante del linguaggio quotidiano. D’altronde, i modi di esprimersi ordinari, se ben usati, sono i più adatti a render conto delle esperienze fuori dal comune. Quelle, cioè, che ci mettono continuamente alla prova, spingendoci a superare i nostri limiti. Per i coniugi von Eyck, individualisti per vocazione, ciò coincide con il prendersi cura degli altri, come mai avevano fatto prima. Ad esempio, dopo averlo medicato, adottano un cane gravemente ferito, che oltre a introdurre una variabile in un ménage molto esclusivo, svolgerà anche un ruolo di messaggero profetico. </span></span><span style="font-size: large;"><span style="font-family: verdana; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">L’apertura al prossimo è confermata pure dal rapporto che si crea tra Bérénice e </span><span style="font-family: verdana; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">un bambino del vicinato, Elia. </span></span></p><p dir="ltr" style="line-height: 1.8; margin-bottom: 8pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;"><span style="font-size: large;"><span style="font-family: verdana; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">La relazione </span><span style="font-family: verdana; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"> con gli altri è costantemente analizzata nel corso della narrazione, come in una velata critica del proprio individualismo, che se permette di sottrarsi al conformismo di massa nello stesso tempo fa perdere preziose dimensioni della vita. Ma la riflessione si dispiega a tutto campo, concernendo anche il rapporto con la natura prima. La quale, a causa di una quarantena che nel libro si svolge per ben due anni, si riprende la scena anche in forme minacciose, assumendo le sembianze di agguerrite cornacchie. Tuttavia, se la natura non è un Eden nemmeno la si può pensare come un inferno e occorre anzi </span><span style="font-family: verdana; font-style: italic; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">“fare giustizia di un’antica tradizione ottocentesca che contrapponeva la natura violenta e cattiva all’uomo”. </span><span style="font-family: verdana; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Tali calibrate parole non possono far dimenticare che il romanzo offre forse il suo meglio nella minuziosa descrizione del funzionamento di una società distopica, in cui le nostre sorti sono completamente affidate </span><span style="font-family: verdana; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">a un Dipartimento Mondiale del Benessere, che ci libera da ogni preoccupazione e addirittura da qualsiasi pensiero. Sono di una certa suggestione i droni che dall’alto distribuiscono il cibo ai reclusi della quarantena, ma un’invenzione ancor più centrata è quella del solo</span><span style="font-family: verdana; font-style: italic; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"> “ente di trasmissione dei dati ufficiali a scala mondiale (…) la University Of Research (UOR)”. </span><span style="font-family: verdana; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Un luogo da cui </span><span style="font-family: verdana; font-style: italic; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">“usciva la classe dirigente del futuro: soldatini da piazzare nei punti strategici di una scacchiera che avvolgeva come una tovaglia a quadretti l’intero pianeta”. </span><span style="font-family: verdana; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Questo brano rimanda all’aspetto probabilmente più amato dai consumatori di narrativa distopica, che non cercano solo uno sguardo critico sulla realtà, perché concepiscono come un’arte quasi fine a sé stessa la ricostruzione meticolosa di terrificanti società del futuro. </span><span style="font-family: verdana; font-style: italic; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; font-weight: 700; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Serial Filler</span><span style="font-family: verdana; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"> può soddisfare questa esigenza, rivelando invece minore incisività nella parte, per così dire, complottistica, che si presta a riserve ancor più di ordine letterario che di natura contenutistica. E’ vero, dal nostro punto di vista andrebbe rigettato ogni cospirazionismo, perché in ultima analisi il sistema economico dominante, il capitalismo, le sue maggiori malefatte le compie alla luce del giorno, semplicemente distraendo l’opinione pubblica attraverso i mezzi di comunicazione di massa. Il rischio di chi va a caccia di retroscena è proprio quello di perdere di vista i “normali” processi di sfruttamento degli esseri umani e di devastazione della natura. Però, il romanzo non è la mera traduzione letteraria delle teorie della cospirazione che sono emerse nel corso della pandemia, quindi il punto è un altro. Nel riferire di poteri forti che non agiscono alla luce del sole vi è forse un eccesso di spiegazioni. </span></span></p><p dir="ltr" style="line-height: 1.8; margin-bottom: 8pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;"><span style="font-size: large;"><span style="font-family: verdana; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Per dire, nei libri di genere</span><span style="font-family: verdana; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"> spionistico talvolta le losche trame di chi comanda sono risolte in cenni sparpagliati che, a leggerli bene, nemmeno seguono una logica coerente. Molti critici se ne lamentano, ma gli scrittori del ramo, da vecchie volpi quali sono, sanno che dettagliare troppo spezza l’atmosfera e rallenta l’azione. Insomma, il complotto nitidamente restituito non ha lo stesso, perverso fascino del suo esito: la città del futuro, dove gli esseri umani sono annichiliti e asserviti. In ogni caso, se sul versante complottistico sembrano emergere delle ingenuità, su altri fronti colpiscono l’abilità e la scaltrezza. Pensiamo in particolare a come viene dominata la pratica del “romanzo nel romanzo”, che spesso porta con sé stridori e una certa macchinosità. Per evitare questi limiti, si ricorre a un brillante escamotage narrativo che </span><span style="font-family: verdana; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">non anticipiamo ma che abbiamo trovato brillante, perché permette di non intaccare la fluidità del racconto e conferisce al tutto una maggiore unitarietà. Accorgimenti a parte, va peraltro detto che, nel corso della lettura, mai reca fastidio il continuo passaggio dai capitoli narrati in prima persona (incentrati sui von Eyck) a quelli affidati a un secondo narratore misterioso, che si rivela solo nel finale. </span></span></p><p dir="ltr" style="line-height: 1.8; margin-bottom: 8pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: large; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Anche questo è un merito della forza comunicativa d’una lingua che, più che quotidiana, si potrebbe definire domestica e che l’autrice sa piegare alle più varie esigenze espressive.</span></p><p dir="ltr" style="line-height: 1.8; margin-bottom: 8pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: large; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><br /></span></p><p dir="ltr" style="line-height: 1.8; margin-bottom: 8pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: large; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><br /></span></p><p dir="ltr" style="line-height: 1.8; margin-bottom: 8pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjq6sTRU7YSAr6PE6O4TEy8P3YpB9u9O5Sc7QkEskNRABYgfQmciwYIJVB6YmIxr0a4gxrQAVTww7lsxDzjBD0yzyiISJzZeKQOxE1LgGixoG0_jUFwiyGeto503MshW3jfapZyh73If-4/s2238/DANIELA+2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="953" data-original-width="2238" height="183" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjq6sTRU7YSAr6PE6O4TEy8P3YpB9u9O5Sc7QkEskNRABYgfQmciwYIJVB6YmIxr0a4gxrQAVTww7lsxDzjBD0yzyiISJzZeKQOxE1LgGixoG0_jUFwiyGeto503MshW3jfapZyh73If-4/w432-h183/DANIELA+2.jpg" width="432" /></a></div><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><p dir="ltr" style="line-height: 1.8; margin-bottom: 8pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;"><b><span style="color: red; font-size: large;"> <a href="http://www.scatoleparlanti.it/prodotto/serial-filler/?fbclid=IwAR3J9H0QZxQSKXq8CgGnKijBUTZJB6csFXQvy9ZJxp7cxKoFaZe_wDkZwdg"><span style="color: red;">Serial Filler - Scatole Parlanti</span></a></span></b><br /></p><p dir="ltr" style="line-height: 1.8; margin-bottom: 8pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;"> </p><p dir="ltr" style="line-height: 1.8; margin-bottom: 8pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;"><br /></p><p dir="ltr" style="line-height: 1.8; margin-bottom: 8pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;"><br /></p><p dir="ltr" style="line-height: 1.8; margin-bottom: 8pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;"><br /></p><p dir="ltr" style="line-height: 1.8; margin-bottom: 8pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;"><br /><span style="color: #ff00fe; font-family: verdana; font-size: medium; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><br /></span></p><p dir="ltr" style="line-height: 1.8; margin-bottom: 8pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;"><span style="font-family: verdana; font-size: large; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><br /></span></p><span style="font-family: verdana; font-size: large;"><br /></span><p dir="ltr" style="line-height: 1.8; margin-bottom: 8pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;"><span style="font-size: large;"><br /></span></p><div><span face="Calibri, sans-serif" style="font-size: 12pt; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><br /></span></div></span>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8489625967284893808.post-62891540134042313432020-02-29T08:19:00.000+01:002020-02-29T08:19:40.247+01:00LA WUHAN "DE NOANTRI" di Piero Bernocchi<br />
<div style="text-align: center;">
<span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhbb1GERG0zECdLHFbYJ4hBL6ZUKvG2EgMVmLBZekxApPe2AsUgtl_rZDMCfcs-3JoS7C9mh42xB_FOLKS0gyqqqVu82lMukRjeR4G2zUB_20T5AE4q5FTUMOFEWB9vCH_-dNoZ0ZVWTmk/s1600/biani1.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="763" data-original-width="650" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhbb1GERG0zECdLHFbYJ4hBL6ZUKvG2EgMVmLBZekxApPe2AsUgtl_rZDMCfcs-3JoS7C9mh42xB_FOLKS0gyqqqVu82lMukRjeR4G2zUB_20T5AE4q5FTUMOFEWB9vCH_-dNoZ0ZVWTmk/s400/biani1.png" width="340" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
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<span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
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<span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
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<span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b>LA WUHAN "DE NOANTRI"</b></span></div>
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<span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b>Ovvero: fa più disastri il coronavirus o il virus del panico indotto?</b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b>di Piero Bernocchi</b></span></div>
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br />
</span> <span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Per un paio di giorni sono stato incerto se scrivere quanto qui leggerete. Ne ero vieppiù convinto, via via che studiavo la stampa nazionale e internazionale, le dichiarazioni degli scienziati e degli esperti e tutto il materiale disponibile in materia. Al punto che se fossi stato un qualsiasi cittadino/a senza ruoli specifici o quello che in politica si chiama “un cane sciolto” non avrei avuto dubbi. Ma farlo in qualità di portavoce Cobas, in un clima isterico e paranoico - ove gli <i>opinion makers</i>, come succede quasi sempre in Italia, sono esperti di camaleontismo, trasformismo e dunque assecondano la corrente dominante - rende l’andare controcorrente, pur sempre faticoso in Italia, particolarmente improbo quando si rischia di passare per “untori” o per “complici” dell’espansione dell’epidemia. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Però ieri mi ha convinto definitivamente Attilio Fontana, governatore della Lombardia e leghista doc (quello della difesa della "razza bianca", che dopo la dichiarazione ha dovuto mettersi in autoisolamento poichè una sua collaboratrice è risultata positiva al tampone) che così ha parlato al Consiglio regionale lombardo: <i>“Cerchiamo di sdrammatizzare: questa è una situazione senza dubbio difficile ma non così pericolosa. Il virus è aggressivo e rapido nella diffusione ma molto meno nelle conseguenze: è poco più di una normale influenza, e questo lo dicono i tecnici”</i>. Diavolo, ma se Fontana, che rischia ben di più di me per dichiarazioni del genere, ha deciso di parlare in tal modo, perché mai io dovrei autocensurarmi?</span><br />
<a name='more'></a><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Dunque, entro nel merito. E parto da alcuni titoloni di <b>Repubblica</b> degli ultimi giorni, che monitora minuto per minuto l’andamento dell’epidemia:</span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><i>"</i></span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><i>Sesta vittima, paziente oncologico di Crema"</i> (n.d.s. di 80 anni); <i>"Tre morti in Lombardia, malato terminale di cancro e due ultraottantenni affetti da gravi patologie"; "Virus letale per chi ha gravi patologie"</i>. Come avrebbe dovuto apparire chiaro per questi e altri titoli squillanti, strombazzati da giornali e TV con cadenza ossessiva, cose simili si sarebbero potute scrivere in qualsiasi mese e in qualsiasi anno del Ventunesimo secolo italiano. Come infatti ha spiegato un paio di giorni fa Nicola Acone, specialista in malattie infettive e primario al Moscati di Avellino <i>“Il coronavirus provoca gli stessi sintomi di un'influenza ed ha lo stesso decorso nell'85% dei casi, mentre nel 15% provoca problemi respiratori come una polmonite; tra questi un 2%, che ha tumori avanzati, malattie cardiache o polmonari ed è in età avanzata ha più probabilità di morire rispetto all'influenza tradizionale"</i>. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Una descrizione analoga l’ha fatta ieri Walter Ricciardi dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS): <i>“Dobbiamo ridimensionare questo grande allarme, la malattia va posta nei giusti termini…Su 100 persone malate 80 guariscono spontaneamente, 15 hanno problemi seri ma gestibili in ambiente sanitario e solo il 5% è davvero grave…ma tutte le persone decedute avevano già gravi problemi di salute”</i>. Ora, pur essendo questi numeri orientativi perché in materia non si può essere precisi al 100%, il dato di fondo è limpido: praticamente muoiono solo quelli che hanno gravi patologie, esattamente come è sempre successo tutti gli anni durante le ondate di “normale” influenza nel nostro Paese. Anzi: secondo le stime del Ministero della Salute e dell’Istituto superiore della Sanità, in Italia dall'inizio del Ventunesimo secolo ogni anno in media il 9 % della popolazione è colpito da sindrome influenzale (circa 5 milioni e mezzo di persone) con un numero di decessi tra i 4 mila e i 10 mila (nel 2019 circa 8 mila) tra chi, già vittima di serie patologie pre-esistenti, muore per le complicanze gravi del virus influenzale (e tra questi l’anno scorso il nostro caro Bonaventura De Carolis). Mentre, qui ed ora, dopo una circolazione probabile del virus in Italia di circa una cinquantina di giorni, i morti sono 12 e tutti con patologie gravi e/o decisamente anziani, mentre gli infettati arrivano ad oggi a 485, di contro, ad esempio, al milione e mezzo (più o meno) di italiani “allettati” con l’influenza tradizionale tra l’inizio di novembre 2019 e l’inizio di gennaio 2020. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Un ulteriore elemento, per valutare la letalità del coronavirus, lo possiamo ricavare da un confronto, per quel che riguarda i malati a rischio, con precedenti epidemie: la SARS, ad esempio, aveva una mortalità intorno al 10%, mentre la Ebola addirittura dell'80-90%. Anche se, per quel che riguarda la diffusione del virus, c’è una differenza notevole, a favore del mimetismo del coronavirus rispetto ai suoi predecessori: sia il virus SARS e tanto più Ebola non si nascondevano, aggredivano rapidamente (e assai violentemente nel caso di Ebola) i pazienti, che, oltre a morire incomparabilmente di più, erano riconoscibili e isolabili: e il virus "sciocco", evidenziandosi clamorosamente, si faceva individuare senza equivoci, veniva circoscritto e moriva con il malato.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Il Corona, invece, è un virus "furbo", che si mimetizza, dà conseguenze all'inizio inavvertibili e poi comunque molto più blande e quindi si può diffondere di più e più rapidamente, e facendo assai meno morti può continuare il suo percorso nella popolazione più ampia. Ma, appunto, con una pericolosità assai inferiore perché anche il dato fornito qualche settimana fa dal governo cinese - sulla cui base l’OMS ha fatto i suoi calcoli -secondo i quali in Cina il tasso di mortalità al momento dell’esplosione dell’epidemia sarebbe stato del 2,5%, è inattendibile perché le persone contagiate sono molto probabilmente ben di più di quante dichiarate dal governo e tante altre decine di migliaia saranno guarite senza manco sapere di aver contratto quel virus. (Peraltro, i ricercatori dell’OMS hanno affermato un paio di giorni fa: “<i>I contagi in Cina hanno cominciato a diminuire in maniera consistente..e nonostante le speculazioni sul fatto che questa stia diventando una pandemia, al momento non si vede una diffusione tale da non poter essere contenuta”</i>). </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">E infine, è di oggi una cristallina testimonianza di Edmondo Vetrugno, medico salentino contagiato quasi sicuramente a Codogno e rapidamente guarito, che addirittura toglie anche quel <i>"è poco più"</i> che precede, nelle dichiarazioni attuali di esperti e di politici come Fontana, il <i>"di una normale influenza"</i>. Sentiamolo: <i>"Sto bene, ho superato la malattia con pochissimi sintomi. Quindi niente panico, e sottoponetevi ai tamponi solo se ci sono sintomi</i>...<i> La malattia si comporta esattamente come la banale influenza e nella stragrande maggioranza dei casi si risolve in 3-4 giorni senza esiti..Ho avuto sintomi da raffreddore con rinite, ma non febbre e nemmeno tosse, sono andato regolarmente al lavoro visitando pazienti, incontando gente nella mia normale vita sociale (palestra, ristoranti ecc.)</i>... <i>Stimo di aver incontrato decine di persone, oltre a moglie e figlio,ho starnutito più volte nello studio in cui lavoro a stretto contatto con i miei colleghi, eppure a distanza di una settimana nessuno ha manifestato sintomi e tutti i tamponi che hanno fatto sono risultati negativi... e per giunta avevo il sistema immunitario indebolito perché stavo prendendo antibiotici per un problema al dente del giudizio"</i>. Capito?</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br />
</span> <span style="color: red; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>Le responsabilità della politica politicante</b></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br />
</span> <span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Tutti questi dati, che avrebbero dovuto, e dovrebbero, consigliare la massima cautela alle forze politiche e istituzionali e ai mass-media, sono stati sottaciuti nelle ultime settimane e solo ora emergono con chiarezza nelle dichiarazioni dei politici, di rappresentanti delle istituzioni, esperti e opinionisti. Qualche giorno fa, avevano invece fatto scandalo le parole di quella che pure è al momento il n.1 italiano per esperienza sul tema, visto che è nella prima trincea di difesa, cioè la responsabile del laboratorio dell'ospedale Sacco di Milano (il centro nevralgico, e con il maggior numero di dati sperimentali quotidiani sull'epidemia a disposizione) Maria Rita Gismondo, che, coraggiosamente, anche di fronte al rischio di un linciaggio mediatico, era andata controcorrente contro il panico indotto dalle autorità e dai mass media, affermando con la massima nettezza: <i>"Si è scambiata un'infezione appena più seria di una influenza per una pandemia letale. Non è così. Guardate i numeri. Questa follia farà molto male"</i>. E il primo segno del possibile linciaggio le era venuta da quell'arrogante e megalomane personaggio che è il borioso Burioni, reso protagonista mediatico dalla sua battaglia contro i no-vax (che peraltro, quella sì, aveva un certo fondamento) ma soprattutto dalla “benedizione” ricevuta dalla coppia politica più disastrosa del dopoguerra, Grillo e Renzi, magicamente d’accordo a firmare un suo documento contro i no-vax. In diretta TV lo sciagurato aveva apostrofato volgarmente Maria Rita Gismondo, da lui definita sprezzantemente <i>“la signora del Sacco”</i>, affermando: <i>“Temo che abbia lavorato troppo nelle ultime ore, dovrebbe riposare”</i>; e alle obiezioni sulla definizione di <i>“signora”</i>, aveva aggiunto: <i>“Signora sostituisce un altro epiteto che mi stava frullando nella testa”</i>, concludendo la sciocca e offensiva intemerata equiparando il corona-virus con quello della influenza “spagnola” che tra il 1918 e il 1920 fece 50 milioni (qualcuno dice addirittura il doppio) di vittime nel mondo. Oggi, in un’intervista che Brunella Giovara le dedica su <b>Repubblica</b>, Maria Rita Gismondo si può prendere una bella rivincita, che forse testimonia anche di una resipiscenza, pur tardiva, dei responsabili politici, scientifici e massmediatici dell’intera vicenda. Ne riporto alcuni brani: </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">“Professoressa, il governatore Fontana ha detto che ‘questa è poco più di una normale influenza’”. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><i>“Bene, significa che mi stanno ascoltando”</i>. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">“Quando lei chiedeva di abbassare i toni, tre giorni fa, è stata attaccata da Burioni”. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><i>“Lasciamolo alla sua gloria”</i>. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">“Cosa dobbiamo fare allora?”. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><i>“No allarmismo, molta attenzione e molto lavoro, dire le cose vere con molta obiettività. C’è un bombardamento di notizie che fomentano la paura, c’è stato un lavaggio del cervello collettivo. Sembra che siamo in guerra ma non siamo in guerra… Se invadi gli italiani con video di città deserte, ambulanze a sirene spiegate, crei il panico… Poi spesso la salute viene strumentalizzata a livello politico. E qui mi fermo. Ma è inaccettabile”.</i></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Appunto,<i>"la salute viene strumentalizzata a livello politico"</i></span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">: e mediatico, ci avrei aggiunto. Ma perché è successo e come è potuta accadere questa assoluta anomalia europea (e mondiale se si esclude ovviamente la Cina) del far credere di <i>“essere in guerra”</i> e dell’imporre misure da coprifuoco bellico? </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br />
</span> <span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Chiudere le scuole, i musei, il Duomo di Milano, gli stadi, vietare le manifestazioni e le riunioni pubbliche anche di decine di persone, imprigionare 50 mila abitanti dei comuni lombardi più colpiti, come fossero Cernobyl, chiudere i voli da e per la Cina, peraltro mentre da Nord e Sud viaggiano ogni giorno centinaia di treni che trasportano centinaia di migliaia di persone, stipati a mille a mille: sono provvedimenti da guerra guerreggiata che nessun altro paese ha preso, Cina esclusa. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">In Corea del Sud, secondo paese per contagio, oramai quasi mille, nessuna di queste misure è in vigore, anche se il rientro a scuola dalle vacanze di febbraio è stato posticipato di una settimana nella regione particolarmente colpita; mentre tutto è aperto in Giappone, al quarto posto con 200 contagi circa, ove è stata chiusa una sola scuola dove un docente aveva il virus ma è stata riaperta due giorni dopo; senza citare l’Iran, dove peraltro tutto lascia credere che i malati siano infinitamente di più dei 60 dichiarati. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">E soprattutto alcuna misura simile è stata presa negli altri paesi europei, dove pure la circolazione di cinesi o di occidentali residenti periodicamente in Cina per lavoro o vacanze è persino maggiore che in Italia e dove i dati sono palesemente sottostimati perché i controlli e i tamponi di analisi sono stati nettamente minori che in Italia e così pure i ricoveri ospedalieri precauzionali (vedi ad esempio il caso della Francia con una media di tamponi intorno ai 400, di contro ai circa 5000 italiani). </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">E, per rendersi ancora più consapevoli dell’impatto paranoico e terrorizzante di tanti di questi provvedimenti (Basilicata e Marche che vogliono chiudere le scuole malgrado non ci sia un solo caso di malattia, Ischia che chiude l’isola a lombardi e veneti, tanti comuni del Sud che ricevono le “spiate” di arrivi di studenti dal Nord e li vanno ad individuare casa per casa ecc.) basterebbe fare anche solo un passo indietro alla fine degli anni ’50 in Italia, quando esplose anche da noi quell'epidemia/pandemia influenzale che prese il nome di “asiatica”: insomma, non la citatissima “spagnola” troppo lontana nel tempo e nelle condizioni generali del mondo e delle comunicazioni/informazioni, ma qualcosa di molto più recente e confrontabile e che ho personalmente vissuto, appunto l'influenza "asiatica" del 1958-1959. Avevo undici-dodici anni e mi ricordo bene le preoccupazioni e i timori dell'epoca, che però non raggiunsero minimamente l'attuale panico, nè provocarono provvedimenti paragonabili a quelli attuali. Eppure in due anni (il vaccino venne reso disponibile dopo un anno e mezzo se non ricordo male) l'"asiatica" (chiamata così perchè partita da Hong Kong) provocò due milioni di morti in tutto il mondo ed alcune decine di migliaia in Italia. Ricordo che <b>Il Messaggero</b> dette la notizia del primo morto a Roma con una certa evidenza e segnalò che al terzo giorno i morti erano già 15. Eppure non ci fu alcun “effetto Wuhan", né alcun clima di guerra guerreggiata.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Dunque, quali le responsabilità della politica partitica e istituzionale, del governo ma anche delle opposizioni e dei singoli partiti di entrambi gli schieramenti nella creazione di tale clima bellico? Eviterei di accentuare alcune responsabilità ed errori specifici accusando in particolare il governo, ma anche alcune Regioni, di non aver fatto il possibile per bloccare in tempo il virus, ad esempio impedendo i controlli dei cinesi in arrivo per vie “indirette” una volta annullati i voli con la Cina, decisione forse sbagliata ma a mio avviso non decisiva. In realtà la realizzazione di un muro ai confini, invalicabile per il virus, non è riuscita né poteva riuscire a nessuno. E' falso che lo abbiamo fatto negli altri paesi europei, i quali stanno semplicemente imbrogliando: è probabile che abbiano un numero analogo di infettati ma, facendo neanche un decimo dei controlli italiani, possono fingere ancora per un po’di non averne di infettati, per non mettere in crisi, finché possono, la propria economia. E' materialmente impossibile che non ne abbiano, perché i turisti o uomini di affari cinesi sono comunque transitati da quei paesi, ove i controlli negli aeroporti non sono stati fatti a chi era in transito, e che, se infettato, ha potuto trasmettere il virus in aeroporto. E poi i controlli sono stati fatti solo su chi aveva febbre, che al 99% dei casi era causata da altri motivi. In aggiunta, è assai probabile che a trasmettere il virus in Italia sia stato proprio un italiano (o più di uno) tra le decine di migliaia di uomini di affari o di turisti italici che si spostano tra Italia e Cina ogni mese. Tant'è che tra gli infettati in Lombardia nessuno/a aveva avuto contatti con turisti cinesi. A questo proposito, peraltro, Ilaria Capua, altra illustre virologa italiana, direttrice dell’One Health Center of Excellence dell’Università della Florida – sostenitrice anch'essa della limitata pericolosità di quella che chiama <i>“sindrome simil-influenzale da coronavirus </i>... <i>che farà il giro del mondo in tempi abbastanza rapidi, ma non ci saranno forme gravi, anzi probabilmente sarà sempre più debole”</i> – ha affermato un paio di giorni fa che <i>“il virus assai probabilmente era già in Italia, stava girando da metà gennaio prima che si chiudessero i voli </i>…<i> assurdo cercare ora il ‘paziente zero’, tante persone si possono essere infettate senza sintomi, oppure l’hanno trattata come un’influenza e anche il loro medico l’ha considerata tale</i>...<i> In vari casi c’è poca o nulla febbre”.</i></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><i><br />
</i></span> <span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">A mio parere, le vere e gravi responsabilità della politica politicante sono la diretta conseguenza del conflitto feroce e cannibalesco tra schieramenti e partiti, nel quadro di una estenuante e permanente campagna elettorale in cui ogni colpo basso – in mancanza di seri programmi, contenuti e prospettive da parte degli attori in campo – contro l’avversario (opposizione contro governo e viceversa, ma anche spietata competizione all'interno dei due fronti) è non solo lecito ma ricercabile giorno dopo giorno. Insomma, ritengo che a provocare l’estrema drammatizzazione dell’epidemia sia stata la guerra brutale che è subito esplosa tra partiti di governo e di opposizione. Ancora una volta lo <i>start</i> lo ha dato quel vero e proprio delinquente politico, fascistoide e avvelenatore di popolo, che è il Truce Salvini, il quale ha prima sparato a zero contro il governo che non annullava i voli con la Cina (salvo oggi dire il contrario: ma d’altra parte quale coerenza ti puoi aspettare da uno che costruisce le sue fortune sul <i>“prima gli italiani” </i>e poi alla prima occasione seria afferma che fanno bene i francesi a non fare entrare gli italiani?) e poi attaccando i governatori delle Regioni non "sue" perché non avrebbero fatto le barricate anti-cinesi a tempo (e in primo luogo aggredendo Enrico Rossi, il governatore della Toscana dove si andrà ad un altro scontro “epocale” alle prossime Regionali, dopo che sul tema il borioso Burioni gli aveva aperto la strada con analoga accusa). </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br />
</span> <span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Non c’è da meravigliarsi, dunque, se, temendo di passare per complici degli "untori" e venire distrutti politicamente, oltre a rischiare pesanti conseguenze giudiziarie (visto il prevalere del clima manettaro e lo strapotere dei giudici), chiunque avesse responsabilità di governo ad ogni livello abbia bloccato tutto ben oltre il necessario e l'utile, pur di evitare il possibile linciaggio. E nell'ingigantimento del clima bellico e del panico un ruolo assolutamente decisivo, nel contempo, ed una enorme responsabilità va attribuita ai mass-media che hanno trovato l'argomento su cui vivere e prosperare almeno nei prossimi sei mesi e che quindi da settimane danno ora per ora il bollettino-virus come un bollettino di guerra.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br />
</span> <span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Solo questo cannibalismo inter-politico/partitico e questa fortissima pressione mediatica possono spiegare la masochistica catena di decisioni che ha reso gli italiani/e i “cinesi d’Europa”, al punto anzi di far più allarme dei cinesi stessi. A mente fredda, i responsabili di tale masochismo ultra-tafazziano dovrebbero ammettere che sia stata, e sia, una sciocca illusione sperare di creare una specie di "muraglia cinese" (mo' ce vo') al confine con la Padania; che era ed è impossibile impedire ogni circolazione, quando centinaia di migliaia di persone ogni giorno attraversano con l’Alta velocità Trenitalia o Italo, stipati a mille a mille, la penisola da Nord a Sud e viceversa; quando decine di migliaia di persone si spostano settimanalmente anche di molte centinaia di chilometri per assistere ad eventi sportivi, spettacoli, manifestazioni; quando decine di migliaia di studenti del Nord, dove chiudono Università e scuole, se ne stanno tornando a Sud; quando centinaia di migliaia di cittadini/e del Nord hanno passato anche l’ultimo week end in giro per l'Italia; e quando i cinesi turisti girano a Sud come a Nord. Probabilmente anche nel Centro Sud ci sono già un bel po' di infettati ed è solo questione di tempo perchè si rivelino: anche se magari nel frattempo avranno sintomi lievi e in pochi giorni guariranno senza essere manco conteggiati.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br />
</span> <span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b><span style="color: red;">Il governo e la politica in mezzo al guado</span></b></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br />
</span> <span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Nelle ultime ore stiamo assistendo ad un diffuso ripensamento, se non ad una vera e propria virata: i responsabili del disastro sembrano risvegliarsi da un letargo intellettuale impressionante. Un leghista di peso e considerevoli responsabilità come il governatore della Lombardia, peraltro nell'occhio del ciclone, come Fontana afferma senza timore quella che le virologhe Gismondo e Capua dicono da giorni inascoltate e sbeffeggiate (trattarsi in realtà di <i>“poco più di una normale influenza”</i>), mentre il premier Conte si accorge di botto che <i>“il vero incubo è la recessione”</i>, che <i>“bisogna fermare il panico”</i>, che <i>“la Rai deve usare toni più bassi”</i> e che <i>“è inaccettabile che vengano posti limiti agli italiani che vanno all’estero”</i>. Bene: ma a che si deve il “risveglio”?</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br />
</span> <span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Il motivo mi pare lampante. Gli sciagurati, obnubilitati dal cannibalesco, cialtrone, irresponsabile e strapaesano scontro politico permanente per far cadere o tenere a galla il governo (mentre peraltro, all'interno dei due schieramenti, Meloni cerca di fare le scarpe a Salvini dimostrandosi ben altrimenti “responsabile “ e “collaborativa”, mentre Renzi, il PD e i 5 Stelle sono in lotta permanente e demenziale per una quota sondaggistica in più) avevano pensato – credo - che <i>“il principio di estrema precauzione adottato dall’Italia per contenere la diffusione del coronavirus sarebbe apparso a breve una lungimirante strategia difensiva presto esportata in altri paesi europei”</i>. Ma hanno poi scoperto dolorosamente che si è trattato invece di <i>“una preoccupante strategia masochistica”</i>, visto che gli altri paesi europei, invece di seguire la <i>“lungimirante strategia difensiva”</i>, stanno approfittando - nel quadro di un conflitto economico inter-statale sempre più lacerante, essendo all'orizzonte una possibilissima, nuova ondata recessiva - delle pesantissime difficoltà autoindotte nell'economia italiana, e in alcuni settori in maniera davvero drammatica, per spolpare ciò che è ancora vitale di essa. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Dunque, davanti ad un settore turistico, che è la principale fonte di reddito “esterno” per l’Italia (produce il 14% del PIL nazionale e con l’indotto porta reddito a milioni di persone), in improvvisa crisi verticale (annullate il 50% di prenotazioni dall'estero per i prossimi mesi, estate compresa), con sempre più paesi che invitano i propri cittadini a non andare in Italia e gli italiani all'estero visti come i nuovi “lebbrosi”, con la grossa parte delle attività commerciali, di ristorazione, accoglienza, artigiano, intrattenimento e spettacolo sull'orlo del baratro, il governo e le forze politiche meno delinquenziali vorrebbero tornare indietro. Solo che è troppo tardi e soprattutto si trovano, per così dire, in mezzo al guado e devono decidere su quale sponda recarsi, quella da cui sono partiti, in una sorta di “peste” modernizzata, ma con la conseguenza di andare anche oltre le chiusure già realizzate; oppure provare a raggiungere, con i rischi politici che ciò comporta, la sponda opposta e cioè accettare pienamente la versione “è poco più di una normale influenza” e trarne però tutte le logiche conseguenze. Stante che la via di mezzo, cioè restare “a mollo” come ora, ingigantisce la confusione e non attenua il panico, e potrebbe a breve mettere a nudo una gigantesca “magagna” di cui questo governo non è certo unico, e manco prevalente, responsabile ma che ha ereditato, senza però far niente per porvi almeno parziale rimedio, dalle amministrazioni precedenti (centrodestra e centrosinistra alla pari) di almeno l’ultimo ventennio. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Infatti, se come è assolutamente realistico e prevedibile, il virus, pur avendo effetti letali non superiori (o di poco, e comunque su soggetti già pesantemente “segnati”) a quelli di una normale influenza, non può essere arrestato nella sua diffusione, se si dovesse insistere sull'ospedalizzazione e sull'isolamento generalizzati dei malati, assorbibili finchè i numeri sono nell'ordine delle centinaia e forse di qualche migliaio, la fragilità indotta e provocata da un paio di decenni di scellerate politiche di tagli alla Sanità esploderebbe in tutta la sua evidenza. Al proposito, così scrivono i nostri lavoratori/trici COBAS del Pubblico Impiego-Sanità: <i>“Con qualunque governo sono stati ridotti investimenti, risorse ed assunzioni verso la sanità pubblica, privilegiando e incrementando privatizzazioni sempre maggiori e esternalizzazioni di servizi e personale verso strutture private. In Lombardia dove c’è il maggior focolaio di coronavirus la Sanità si è basata soprattutto sul taglio dei fondi della prevenzione e sui profitti dei privati… Questa grave emergenza ha avuto ed ha una colossale ricaduta per i lavoratori che operano negli ospedali e ambulatori in termini di sovraccarichi di lavoro, turni infiniti, mancate rotazioni e inefficaci interventi in termini di prevenzione e sicurezza”</i>, oltre a mettere in evidenza <i>“la difficoltà a pervenire ad un’omogeneità di adozione di provvedimenti emersi in situazione di emergenza”</i> e a richiedere <i>“di rivedere la regionalizzazione della Sanità, mettendo in soffitta i progetti sciagurati di autonomia differenziata e riportando una serie di competenze in capo allo Stato”</i>.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br />
</span> <span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">In tale drammatica fragilità del sistema sanitario, mi sembra che il governo abbia due sole vie: la prima è percorrere fino in fondo la strada del <i>“è poco più di un’influenza normale”</i> e dunque intervenire con l’ospedalizzazione – esattamente come accade nelle influenze tradizionali – solo nei casi di soggetti debilitati e con serie patologie pregresse, lasciando che quelli in buone condizioni generali ed efficace sistema immunitario si curino a casa, conservando una parte delle limitazioni esistenti ma attenuandone altre e comunque di certo non “incrudendole”. La seconda è quella di perseverare nell'impostazione iniziale di quarantena generalizzata, isolamento e addirittura confinamento in aree modello-Cernobyl. Ma in tal caso il governo dovrebbe più o meno condividere e applicare le indicazioni che vengono appunto dai nostri COBAS Sanità e cioè <i>“assumere personale per scongiurare episodi di quarantena di operatori sanitari che metterebbero in crisi l'intero sistema operativo; rivedere l'appalto sulle pulizie e sanificare tutti gli ospedali e strutture ambulatoriali; dotare i vari presìdi di zone di pre-filtraggio per l'accesso ai DEA, ai Pronto Soccorso e ai reparti di Malattie Infettive, nonché stanze di isolamento; fornire per il personale tutti gli strumenti previsti dalle normative in vigore, col coinvolgimento degli RLS, delle RSU e delle OO.SS. nelle misure da adottare per garantire salute e sicurezza ai lavoratori”</i>. Tutte cose per le quali, però, il governo e il Ministero della Salute appaiono al momento del tutto impreparati, oltre che affetti dalla stessa sordità verso tali richieste che ha afflitto tutti i governi degli ultimi anni.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br />
</span> <span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Che fare? Di sicuro, non farsi sottrarre la piena attività politica, sindacale, sociale e culturale</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">In genere, di fronte ai grandi e meno grandi eventi politico-sociali non cedo alla logica complottistica (a meno di fondatissime e documentate prove fattuali). E qui ed ora, non penso che qualcuno abbia diffuso un nuovo virus per inguaiare la Cina e tarparle le ali nella brutale competizione economica mondiale; né penso che il governo italiano abbia deciso di approfittare della situazione per ridurre ai minimi termini ogni attività politica, sindacale, sociale e culturale alternative nel nostro Paese, per garantirsi l'assenza di opposizioni di massa, o comunque significative, nei confronti dei governo e dei poteri dominanti tramite lo stato di emergenza. Ma bisognerebbe essere ciechi per non vedere – esattamente come accade a livello internazionale con le più potenti “iene” pronte a cibarsi per quanto possibile dei corpi pesantemente feriti della struttura economica cinese - quanto faccia comodo ai vari potentati lo stato da coprifuoco che si sta creando. Non solo si annullano le manifestazioni pubbliche di ogni tipo, non solo si invita a non scioperare (che peraltro non c'entra un fico secco, visto che non andando a lavorare i rischi di diffusione del virus diminuiscono: ma intanto si dà un segnale, se c’è l’epidemia a che pro’ scioperare?) ma addirittura si scoraggia ogni attività anche di incontro e di discussione. E l’effetto si vede già, con una sorta preoccupante di auto-limitazione, di autoriduzione delle proprie attività che anche strutture o reti combattive e con le idee chiare si stanno, giorno dopo giorno, imponendo anche quando non c’è una direttiva in tal senso da parte delle autorità, per un eccesso, a mio parere, di senso di responsabilità che però può tradursi (visto che di certo il virus non sparirà in un paio di mesi) in un vistoso autogol a breve. E d’altra parte anche noi dei COBAS della scuola pur con tutta la buona volontà del mondo e per non ritrovarci a ranghi ridotti, non siamo costretti a discutere di auto-riduzioni o rinvii per convegni o corsi di formazione o preparazione ai concorsi?. Insomma, anche senza bisogno di dover ricorrere a teorie complottiste, non stiamo assistendo all'instaurarsi di una sorta di gestione della società in un quadro pre-bellico e di controllo totale e reclusorio permanente da parte del sistema politico-istituzionale, senza manco che abbiano bisogno di atti apertamente repressivi, utilizzando la vera pandemia che è e sarà il panico indotto e imposto, anche se ora ci raccontano che vorrebbero limitarlo dopo averlo scatenato?</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br />
</span> <span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Ed è un panico e una logica da quarantena concentrazionaria che sta facendo malissimo a milioni di persone. Gli italiani stanno diventando i nuovi “lebbrosi” d'Europa, da tutti i paesi europei arriva l'invito ai propri cittadini a non venire in Italia; a Mauritius, dove gli italiani fanno parte da decenni di una delle comunità più stimate, hanno rifiutato l'ingresso, tout court, ad un aereo di italiani; l'industria del turismo tracolla e a seguire decine di migliaia di piccole attività autonome rischiano serissimamente di venir distrutte a breve e un paio di milioni di persone potrebbero ritrovarsi in mezzo alla strada quando panico e paranoie svaniranno. Insomma, almeno noi – e intendo tutti coloro, organizzazioni e singoli, che in questo spesso esasperante Paese tengono in piedi una qualche prospettiva di un mondo e di una società migliore, più giusta e più egualitaria - non dovremmo mollare: andiamo avanti con le nostre attività. Poi, chi vuole venire venga, se si hanno patologie serie pregresse si stia a casa e lo stesso facciano ipocondriaci e persone influenzabili assai dalla fobia per le malattie. Ma quelli/e con normali difese immunitarie facciano, se lo vogliono, quello che hanno fatto tutti gli anni con l'influenza che girava e sovente teneva a letto milioni di persone. Non sono cultore dell’Eugenetica, anzi mi inorridisce, non voglio distinguere tra forti e deboli, né tantomeno tra giovani sani e anziani malati (tanto più che ho una certa età) e neanche ritengo che misure precauzionali non vadano prese. Ma sono certo che sarebbe un suicidio collettivo, ben più disastroso dell’epidemia, se il panico facesse assai più danni del virus; e ritengo inaccettabile ridurre l'Italia ad una Wuhan de noantri, chiudere locali, ristoranti, supermercati, negozi, impedire ogni circolazione, bloccare treni, aerei e insomma paralizzare un'intera nazione; e, oltre a massacrare economicamente qualche milionata di persone, rendere un lazzaretto le città e un inferno da guerra guerreggiata la vita quotidiana. Ognuno/a possa decidere se andare o no al ristorante o al supermercato o ad una assemblea o riunione pubblica; si metta la mascherina se lo tranquillizza (una seria, però), si disinfetti, si lavi le mani a profusione, non tossisca o starnutisca in faccia agli altri; si evitino magari i grandi assembramenti di decine di migliaia di persone ma non si impediscano riunioni o iniziative di dimensioni ragionevoli di persone in grado di decidere se rischiare un cincinino oppure no, anche in base allo stato del proprio sistema immunitario; non si cancelli la vita associata, politica, sindacale, culturale, lo stare insieme, la solidarietà e lo scambio tra uomini e donne associati/e, il sostegno reciproco; si eviti così di vedere l’altro/a addirittura come un nemico, un untore che mette a repentaglio la nostra integrità fisica e psichica.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br />
</span> <span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br />
</span> <span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>26 febbraio 2020</b></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>La vignetta è del Maestro Mauro Biani<br />
</b></span> <span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b><br />
</b></span> <span style="color: magenta; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>Dal sito <a href="http://utopiarossa.blogspot.com/">Utopia Rossa</a></b></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b><br />
</b></span> <span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b><br />
</b></span> <span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b><br />
</b></span> <span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b><br />
</b></span> <span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b><br />
</b></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b><br />
</b></span>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8489625967284893808.post-3854837457400372322020-02-06T04:43:00.006+01:002020-11-03T13:09:52.866+01:00RICORDANDO KIRK DOUGLAS di Stefano Santarelli<div style="text-align: center;">
<b><span face=""verdana" , sans-serif" style="color: red; font-size: large;"><br /></span></b>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghxxjF3-hRoCGiI-XDUJSna-O2Nl0qHlxENyJUXzCPPr13ynFktayT9l9mtGfDu7lEO4E07tlcCDY-2oXeGHe4rpxPzKLZe5JKw3BDXrnqJLG_svZY8bh4HLS08zjPyM_N2LMMAzW1M2Q/s1600/douglas-people-obituary.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="420" data-original-width="750" height="221" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghxxjF3-hRoCGiI-XDUJSna-O2Nl0qHlxENyJUXzCPPr13ynFktayT9l9mtGfDu7lEO4E07tlcCDY-2oXeGHe4rpxPzKLZe5JKw3BDXrnqJLG_svZY8bh4HLS08zjPyM_N2LMMAzW1M2Q/s400/douglas-people-obituary.jpg" width="400" /></a></div>
<b><span face=""verdana" , sans-serif" style="color: red; font-size: large;"><br /></span></b>
<b><span face=""verdana" , sans-serif" style="color: red; font-size: large;"><br /></span></b>
<b><span face=""verdana" , sans-serif" style="color: red; font-size: large;"><br /></span></b>
<b><span face=""verdana" , sans-serif" style="color: red; font-size: large;">RICORDANDO KIRK DOUGLAS</span></b></div>
<div style="text-align: center;">
<b><span face=""verdana" , sans-serif" style="color: red; font-size: large;">di Stefano Santarelli</span></b></div>
<span face=""verdana" , sans-serif"><br /></span><span face=""verdana" , sans-serif"><br /></span><span face=""verdana" , sans-serif"><br /></span><span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;">E' morto ieri </span><span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;">a 103 anni</span><span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"> Kirk Douglas, il decano del cinema mondiale. </span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;">Mi permetto quindi di dedicare un brevissimo omaggio a questo grande attore, oltre che produttore, scrittore, cantante e regista, che ha offerto indiscutibilmente un grandissimo contributo alla settima arte.</span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><span face=""verdana" , sans-serif"><br /></span><span face=""verdana" , sans-serif">Attore dotato di una profonda vitalità e di una duttilità difficilmente eguagliabile oltre ad essere dotato di un eccezionale magnetismo dispone di una straordinaria capacità nell'impersonare personaggi forti, spavaldi e spesso negativi che si caratterizzano nel corteggiare la morte e a cui si abbina una grande capacità fisica essendo stato un ottimo atleta tra l'altro campione di lotta libera. Mentre non ha mai fatto parte delle sue corde il recitare nelle commedie, una caratteristica in fondo simile ad un altro grande attore come Humphrey Bogart, l'indimenticabile interprete del <b>Il grande sonno</b> e <b>Casablanca</b>, che nel celebre film <b>Sabrina</b> non si trova a suo agio in una parte scritta per Cary Grant il quale aveva rifiutato all'ultimo momento di girare questa pellicola.</span></span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><span face=""verdana" , sans-serif"><br /></span><span face=""verdana" , sans-serif">Figlio di un ebreo russo analfabeta fuggito dalla Russia perché era stato arruolato nel 1908 per la guerra russo-giapponese è nato in una classica città WSAP (White Anglo-Saxon Protestant) come Amsterdam nello Stato di New York. Unico figlio maschio tra sei sorelle, Issur Danielovitch Demsky (questo era il suo vero nome) ha avuto una infanzia veramente infelice.</span></span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;">Nonostante un padre alcolizzato e violento che per vivere faceva lo stracciavendolo il giovane Douglas diventa uno studente modello mantenendosi agli studi lavorando come bidello e cameriere riuscendo infine a laurearsi in Lettere alla vigilia della Seconda guerra mondiale.</span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;">Dopo la laurea cambia definitivamente il suo nome con quello di Kirk Douglas molto più adatto per la carriera artistica che voleva intraprendere ed inizia a frequentare l'<b>American Academy of Dramatic Arts</b> di New York diplomandosi nel giugno del 1941 ed inizia a lavorare in varie commedie a Broadway. L'entrata in guerra degli Stati Uniti costringe il giovane Douglas ad abbandonare le scene teatrali per frequentare l'Accademia navale dove esce con il grado di Guardiamarina. La sua esperienza militare è molto limitata al contrario di altri suoi colleghi come James Stewart, generale di brigata decorato due volte con la Croce di guerra, ma non tale da non comprendere che <i>“ La guerra è una cosa così insulsa; dei giovani abbandonati su una nave che vanno in cerca di altri giovani e tentano di farli saltare in aria”<b>.</b></i> E questa denuncia della follia e dei crimini che portano le guerre Douglas la espliciterà nettamente, come vedremo in seguito, in uno dei suoi capolavori: <b>Orizzonti di gloria</b>.</span><br />
<a name='more'></a><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg8kLOVxcSBMVppnyC2d_DYBcj-h41S4QkEITjOPqKAEZDMj1oz6z08VDfO_AIp3jtWlOcLgoM-OFRxCFwExtE-o2M68Fmi_68HiqTOwl_ZHnLlbzufr7FgXtWwEj7tp8QoB_yU-LPAR5E/s1600/kirk-douglas-theredlist.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><img border="0" height="305" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg8kLOVxcSBMVppnyC2d_DYBcj-h41S4QkEITjOPqKAEZDMj1oz6z08VDfO_AIp3jtWlOcLgoM-OFRxCFwExtE-o2M68Fmi_68HiqTOwl_ZHnLlbzufr7FgXtWwEj7tp8QoB_yU-LPAR5E/s1600/kirk-douglas-theredlist.jpg" width="400" /></span></a></div>
<div style="text-align: center;">
<b><span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;">Lo strano amore di Marta Ivers</span></b></div>
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><span face=""verdana" , sans-serif"><br /></span><span face=""verdana" , sans-serif">Interpreta il suo primo film nel 1946 (<b>Lo strano amore di Marta Ivers</b>) dove buca letteralmente lo schermo impersonando un personaggio vigliacco e debole ma nello stesso tempo tragico.</span></span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;">Due anni dopo recita ne <b>Le vie della città</b> con un altro giovane attore, Burt Lancaster, con il quale instaura una duratura amicizia e collaborazione professionale girando insieme ben sette film.</span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;">La vera svolta nella carriera di Douglas avviene con <b>Il grande campione</b> (1949) un piccolo film indipendente realizzato da giovani sconosciuti: il regista Mark Robson ed il produttore Stanley Kramer. Douglas per fare questo film rifiuta di partecipare ad una grande produzione della Metro Goldwyn Mayer <b>Il grande peccatore </b>dove recitavano attori del calibro di Walter Huston, Ava Gardner e Gregory Peck, una scelta duramente contestata dal suo agente. Ma tale scelta si rivela vincente: questo film tra i più importanti mai girati sul mondo del pugilato permette a Douglas di offrire una delle sue interpretazioni migliori: quella di un pugile che per giungere al successo tradisce cinicamente tutti i suoi amici e la sua stessa moglie, un vero anti-eroe. Questa interpretazione gli permette di ottenere la sua prima nomination al Premio Oscar quale migliore attore protagonista, un premio che non gli sarà mai concesso nonostante le sue molte eccezionali interpretazioni e nel 1996 gli verrà offerto solo quello dedicato alla carriera.</span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiaL2euLp4cGV6x6dodEBs4xXv-flgwXhQR8l2199SbXf06baA6Abqz-IIDieC9fS18b5Ut4_aqoOz3DBLwp192vqkj1lYoqQeRogeuR80VTA5qR7Z57KHr5cPcFfjlkOVBWu8IujbYEJQ/s1600/detective-story-william-bendix-kirk-douglas-1951.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><img border="0" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiaL2euLp4cGV6x6dodEBs4xXv-flgwXhQR8l2199SbXf06baA6Abqz-IIDieC9fS18b5Ut4_aqoOz3DBLwp192vqkj1lYoqQeRogeuR80VTA5qR7Z57KHr5cPcFfjlkOVBWu8IujbYEJQ/s1600/detective-story-william-bendix-kirk-douglas-1951.jpg" width="400" /></span></a></div>
<div style="text-align: center;">
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"> <b>Pietà per i giusti</b></span></div>
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><span face=""verdana" , sans-serif"><br /></span><span face=""verdana" , sans-serif">La consacrazione definitiva di Kirk Douglas avviene con due film girati nel 1951: <b>L'asso nella manica</b> di Billy Wilder e <b>Pietà per i giusti</b> di William Wyler.</span></span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><b>L'asso nella manica</b> è sicuramente uno dei migliori film di Wilder ed anticipa tragedie come quella di Vermicino dove un giornalista senza scrupoli strumentalizza per uno scoop la vicenda di un uomo rimasto intrappolato in una caverna trasformandolo in un caso di dimensioni nazionali ritardando cinicamente le operazioni di soccorso provocando così la morte dell'uomo. Rimane emblematica una frase di questo cinico giornalista: <i>“Una tragedia non sono un migliaio di cinesi morti per un'inondazione, ma una sola persona intrappolata in un buco sottoterra.”</i></span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;">Il proverbiale fiuto di Douglas fece questa volta “cilecca” nel rifiutare la proposta di Billy Wilder di interpretare il suo successivo film <b>Staleg 17</b>, nel ruolo che permise a William Holden di vincere l'Oscar.</span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><b>Pietà per i giusti</b>, pessimo titolo rispetto all'originale <b>Detective's Story</b>, venne girato in sole cinque settimane e consentì a Douglas di dare prova di tutte le sue eccezionali qualità di attore nella parte di un detective che non riesce a perdonare la moglie di avere abortito in un lontano passato e che poi, cercando disperatamente la morte, la troverà per mano di un delinquente.</span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;">Questa storia che si svolge nell'arco di 24 ore in un distretto di polizia diede poi ad Ed Mc Bain (Evan Hunter) l'idea della sua celebre serie di romanzi polizieschi dell'87° Distretto.</span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><span face=""verdana" , sans-serif"><br /></span><span face=""verdana" , sans-serif"><br /></span></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEijBgYkzT2kiy9BWXOaGw6mTdnANEpyl8tehvlwylKqxSCJXTwlVUmy-t50D-PaffKWBcV2UjLin5PMNkVwmOHCDNwX_zvMlriNWT3IDFwVnAyg4S5sVOySq0yUX-zxxa0hSBt3J44PkaU/s1600/douglas.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><img border="0" height="275" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEijBgYkzT2kiy9BWXOaGw6mTdnANEpyl8tehvlwylKqxSCJXTwlVUmy-t50D-PaffKWBcV2UjLin5PMNkVwmOHCDNwX_zvMlriNWT3IDFwVnAyg4S5sVOySq0yUX-zxxa0hSBt3J44PkaU/s400/douglas.jpg" width="400" /></span></a></div>
<div style="text-align: center;">
<b><span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;">I perseguitati</span></b></div>
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><span face=""verdana" , sans-serif"><br /></span><span face=""verdana" , sans-serif"><br /></span><span face=""verdana" , sans-serif">Kirk Douglas è ormai una delle maggiori star di Hollywood e di questo periodo vanno citati film western come<b> Il grande cielo</b> (1952) di Howard Hawks e i drammatici <b>Il bruto e la bella</b> (con cui ottenne la sua seconda nomination all'Oscar) di Vincente Minelli e<b> I Perseguitati</b> (1953).</span></span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;">Quest'ultimo film merita un cenno particolare. Diretto da Edward Dmytrik, un regista che era stato uno dei "dieci di Hollywood" e che andò in prigione per la sua adesione al Partito comunista dopo la sua scarcerazione venne aiutato materialmente da Douglas che gli offrì uno stipendio settimanale. Dmytrik rientrò a lavorare grazie alla sua opera di delazione nei confronti dei suoi colleghi, fu l'unico dei "dieci di Hollywood" a ritrattare la sua fede e il suo passato politico.</span><br />
<div class="western">
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><span face=""verdana" , sans-serif">Quando Stanley Kramer gli propose questo film Douglas accettò con entusiasmo. Infatti questo grande attore ha sempre rivendicato con orgoglio le sue radici ebraiche ed è questo anche il motivo della scelta di interpretare la figura del generale americano David Marcus fondatore dell'esercito israeliano ne <b>I combattenti della notte</b> (1966).</span></span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><b>I
perseguitati</b>, come anche<b> I</b> <b>combattenti della notte</b>,
offrono una immagine di Israele, specialmente con gli occhi di oggi</span><span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;">, molto apologetica ma permette a Douglas di offrirci una grande interpretazione nella parte di un clown che dopo l'inferno del campo di concentramento fatica a rientrare nella vita civile.</span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;">Questa interpretazione ci permette tra l'altro la possibilità di vedere le inaspettate qualità di giocoliere di Douglas.</span></div>
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><span face=""verdana" , sans-serif"><br /></span><span face=""verdana" , sans-serif">Prendendo ad esempio l'amico e collega Burt Lancaster che nel 1948 aveva fondato la sua compagnia di produzione (la <b>Norma prodiction</b> più tardi <b>Hecht Hill Lancaster prodiction</b>) Douglas decide di produrre anche lui i suoi film con lo scopo di partecipare più attivamente alla creazione di un film e fonda una propria compagnia con il nome della propria madre: la <b>Bryna Company</b>.</span></span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;">Il primo film prodotto dalla nuova compagnia è <b>Il cacciatore di indiani </b>dove recita accanto a Walter Matthau che aveva appena esordito sullo schermo nel film interpretato e diretto da Burt Lancaster <b>Il Kentuckiano</b> e dove esordisce la giovanissima Elsa Martinelli. Un western tradizionale che non fa presagire i capolavori che verranno prodotti dalla compagnia di Douglas.</span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrXG-W6OPJ-zNFKdAfiEirpGhgxbuTZXQ9S-LAH0JQ_xAZCKL66uBfl-XsD4fzpulhIsEpW2eQGxUHbhjmDim60M_tMZksC_Tti6ztJkdLy5j5p-EfyLwXqCzQGigqaGb09MH4D_DTI2A/s1600/gogh1-500x332.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><img border="0" height="265" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrXG-W6OPJ-zNFKdAfiEirpGhgxbuTZXQ9S-LAH0JQ_xAZCKL66uBfl-XsD4fzpulhIsEpW2eQGxUHbhjmDim60M_tMZksC_Tti6ztJkdLy5j5p-EfyLwXqCzQGigqaGb09MH4D_DTI2A/s1600/gogh1-500x332.jpg" width="400" /></span></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<b style="text-align: start;"><span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;">Brama di vivere</span></b></div>
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><span face=""verdana" , sans-serif"><br /></span><span face=""verdana" , sans-serif">Il successivo film rivela totalmente il suo genio cinematografico. Partendo dalla sua straordinaria somiglianza con il pittore Vincent Van Gogh notata dal regista rumeno Jean Negulescu, Douglas si decide a trarre un film dalla biografia romanzata di Irving Stone <b>Brama di vivere</b>. La Metro Gold Mayer aveva già i diritti cinematografici di questo romanzo e aveva pensato a suo tempo di trarne un film con Spencer Tracy. Douglas ne fa riscrivere la sceneggiatura e lo fa dirigere da Vincent Minelli che già lo aveva diretto ne <b>Il bruto e la bella</b>. Questo film viene girato nei luoghi stessi in cui aveva vissuto il grande pittore olandese e Douglas offre una delle sue più profonde e sofferte interpretazioni rendendo tangibile l'intima angoscia e debolezza che porterà al suicidio il grande pittore.</span></span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;">Come confessa lui stesso si immedesima totalmente nella figura di Van Gogh leggendo tutte le lettere che aveva scritto al fratello Theo dove sono messi in luce tutti i suoi sentimenti compresa la gelosia e l'odio provato di fronte al matrimonio del fratello.</span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;">Una grande prova di recitazione ammirata anche da un altro grande pittore, Marc Chagall, che gli consentirà di ottenere la sua terza ed ultima nomination all'Oscar. Purtroppo non otterrà questo premio più che meritato che andrà invece a Yul Brynner per il film <b>Il re ed io</b>, una mediocre commedia musicale che non ha lasciato traccia nella storia del cinema. <b>Brama di vivere</b> permette comunque al bravo Anthony Quinn di ottenere, nella parte di Gauguin, il Premio Oscar come migliore attore non protagonista.</span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;">Kirk Douglas era diventato ormai l'uomo “più odiato di Hollywood”, ma si sa Hollywood non ha mai amato gli uomini che pensano con la propria testa.</span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;">Da notare che per girare<b> Brama di vivere</b> la MGM obbliga Douglas a firmare un documento in cui dichiarava di non essere comunista, siamo nel 1956 in piena guerra fredda e come osserva il grande attore <i>"D'accordo, io non sono mai stato comunista, però mi diede molto fastidio firmare quel documento. Ma nonostante tutto lo firmai."</i></span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><span face=""verdana" , sans-serif"><br /></span><span face=""verdana" , sans-serif">Ritorna al western con uno dei capolavori di questo genere: <b>Sfida all'O.K. Corral</b> che lo vede ritornare a lavorare in coppia con Burt Lancaster.</span></span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;">Un film diretto da John Sturges, in cui la chiave del successo è legata alla grande amicizia virile di due pistoleri. Nella parte dell'alcolizzato e tubercolotico Doc Holliday, Douglas ci offre un'altra delle sue più grandi interpretazioni degna anch'essa dell'Oscar.</span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhq0gZop-o1v5uZ90_o3E3wHV90tCHCu34-XOs5SonWHV2bGolcpebtQtjlJ_Ow18EHj868hlVcTotwJUGN3lZhHCgBS96nansulXCFghbmyHWk3LmDv21egCH9OdSs3CZaTo6G5cQCSpM/s1600/dou.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><img border="0" height="203" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhq0gZop-o1v5uZ90_o3E3wHV90tCHCu34-XOs5SonWHV2bGolcpebtQtjlJ_Ow18EHj868hlVcTotwJUGN3lZhHCgBS96nansulXCFghbmyHWk3LmDv21egCH9OdSs3CZaTo6G5cQCSpM/s1600/dou.jpg" width="400" /></span></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<b><span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;">Orizzonti di gloria</span></b></div>
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><span face=""verdana" , sans-serif"><br /></span><span face=""verdana" , sans-serif">Stanley Kubrik, allora un giovane regista, propone a Douglas una sceneggiatura intitolata <b>Orizzonti di gloria</b>, tratta da un romanzo di Humphrey Cobb, il quale se ne innamora subito.</span></span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;">E' la storia di tre soldati francesi durante la Prima guerra mondiale che vengono scelti a caso per essere fucilati per un discutibile atto di vigliaccheria della loro compagnia che doveva attaccare una postazione tedesca, il “formicaio”, difficilmente espugnabile.</span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;">Nella stesura del copione però Kubrik ne cambia il finale non facendo più fucilare questi soldati a causa di un “ravvedimento” del Comandante in capo. Questo lieto fine scritto da Kubrik per rendere più commerciale il film fa letteralmente infuriare Douglas che impone al giovane regista di girarlo basandosi sul copione originale.</span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;">Ed effettivamente <b>Orizzonti di gloria</b> mostra tutta la follia e la brutalità della guerra e resta ancora oggi uno dei più grandi capolavori antimilitaristici che sia mai stato girato nella la storia del cinema. Accusato di essere un film anti-francese venne escluso dal Festival di Berlino del 1958 e nella “democratica” Francia e nella Svizzera questo film è stato censurato fino al 1975.</span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;">Dopo questo film che non fece guadagnare un soldo a Douglas anche perché come dice lui stesso: <i>“Un film non può fare soldi se la gente non paga per vederlo, e la gente non può vederlo se nel suo paese è censurato”</i> quindi il grande attore decide di realizzare <b>I vichinghi</b>. Un vero e proprio western medievale girato in Norvegia, in fondo un film modesto, anche se con un cast eccezionale che vedeva Ernest Borgnine nella parte del padre di Douglas, il quale aveva due anni meno di lui, con la presenza di Tony Curtis e la moglie Janet Leigh. Questo film fece degli ottimi incassi che pareggiarono in parte il flop di <b>Orizzonti di gloria</b>.</span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEixNx7FTE-ehMgnTaZqc1j2K5odqA5YSBN-H_vzrsPvVjrh7R5qOy3OHd-V-DeNPrPf3V6Jyxl6320_jZB-YCSjnbIXoC049bqcNf6NioOzMu_Ne4XXoFb8i_hUqORw4dh9fedwezZduTI/s1600/sp.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><img border="0" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEixNx7FTE-ehMgnTaZqc1j2K5odqA5YSBN-H_vzrsPvVjrh7R5qOy3OHd-V-DeNPrPf3V6Jyxl6320_jZB-YCSjnbIXoC049bqcNf6NioOzMu_Ne4XXoFb8i_hUqORw4dh9fedwezZduTI/s1600/sp.jpg" width="400" /></span></a></div>
<div style="text-align: center;">
<b><span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;">Spartacus</span></b></div>
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><span face=""verdana" , sans-serif"><br /></span><span face=""verdana" , sans-serif">Dopo <b>I vichinghi</b> Douglas non voleva più recitare in un film epico. Ma in quegli anni questi Kolossal facevano guadagnare un mucchio di soldi e quando iniziò il progetto per realizzare <b>Ben-Hur</b>, un remarke di due film muti del 1907 e 1925 tratto dal celebre romanzo del generale Lew Wallace, il regista William Wyler con cui aveva lavorato in <b>Pietà per i giusti</b> pensò a lui per la parte di Messala, il nemico del protagonista. Douglas che era stanco di recitare sempre nella parte del cattivo voleva invece la parte di Ben-Hur che venne però offerta a Charlton Heston.</span></span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;">Leggendo <b>Spartacus</b> un romanzo scritto da Howard Fast, uno scrittore che aveva passato alcuni mesi in carcere per avere aderito al Partito comunista, decise di fare un film su questa schiavo che sognava la fine della schiavitù e che per poco non era riuscito a sconfiggere Roma.</span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;">Forte del successo de<b> I vichinghi</b> Douglas gode di un certo prestigio verso l'United Artistes e sfrutta questo prestigio per chiedere il finanziamento per fare questo film. Gli occorre però una sceneggiatura e pensa di affidarla a <a href="http://stefano-santarelli.blogspot.it/2013/03/dalton-trumbo-un-comunista-ad-hollywood.html"><b><span style="color: red;">Dalton Trumbo</span></b></a>, uno scrittore che ottenne due premi Oscar per la migliore sceneggiatura, tra cui quella del celebre film <b>Vacanze roman</b>e, oltre che essere l'autore del celebre romanzo<b> E Johnny prese il fucile</b> che costituisce insieme al testo di Erich Marie Remarque<b> Niente di nuovo sul fronte occidentale</b> uno dei più formidabili apologhi contro la guerra.</span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><span face=""verdana" , sans-serif"><br /></span><span face=""verdana" , sans-serif">Tale decisione nasce dal fatto che la sceneggiatura scritta da Howard Fast è francamente mediocre.</span></span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;">Dalton Trumbo ha però un grosso handicap: é stato anche lui un iscritto al Partito comunista e di fronte alla crociata del senatore McCarthy egli fece appello al Primo emendamento della Costituzione statunitense: vale a dire il diritto di ogni cittadino alla libertà di parola. Per questo subì una condanna nel 1950 ad un anno di carcere insieme ad altri sceneggiatori e registi che passarono alla storia come i <b>“Dieci di Hollywood”</b>.</span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;">Dopo dieci anni il suo nome era ancora inserito in una lista nera ed era costretto a scrivere sotto falso nome quando scriveva delle sceneggiature (due delle quali come abbiamo ricordato vinsero l'Oscar) o utilizzare il nome di sua moglie quando scriveva racconti per riviste femminili. Douglas nonostante ciò gli affida la sceneggiatura di <b>Spartacus</b>. Nel momento di dovere mettere una firma per quanto riguardava l'autore della sceneggiatura Douglas si oppone violentemente alla proposta di mettere il nome di Stanley Kubrick il quale aveva sostituito nel frattempo Anthony Mann licenziato dallo stesso Douglas come regista.</span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;">La proposta di Kubrick viene respinta e Douglas decide di mettere il nome di Trumbo come sceneggiatore. Per la prima volta dopo dieci anni il grande scrittore rimette piede dentro uno studio cinematografico.</span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;">La lista di proscrizione era stata finalmente annullata da questa coraggiosa decisione di Douglas.</span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;">Nel cast degli attori riesce ad ottenere la partecipazione di attori del calibro di Laurence Olivier, Charles Laughton, Peter Ustinov (che otterrà con questo film l'Oscar quale migliore attore non protagonista) e Jean Simmons. Tony Curtis che aveva recitato con Douglas ne <b>I vichinghi </b>si “autorecluta” e gli viene costruito per lui il personaggio di Antonino che quando verrà catturato con Spartaco dai romani sarà costretto a battersi in un duello a morte con lui soccombendo. Come scherzosamente dice Douglas:<i><b> </b>“ Ci sembrava che questa fosse semplice giustizia, visto che lui mi aveva ucciso in I vichinghi”</i>.</span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;">Bisogna ricordare che in questo film un dialogo della durata di un minuto esplicitamente omosessuale tra Olivier (Crasso) e Curtis (Antonino) venne tagliato dalla censura. Questa scena oggi è stata ripristinata nell'edizione in DVD.</span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><b>Spartacus</b> rispetto agli altri film epici del periodo sia per l'argomento trattato (la rivolta degli schiavi) e sia per l'indiscutibile sforzo produttivo pari a <b>Ben-Hur</b> o <b>Cleopatra</b> si pone ad un livello notevolmente superiore e per questo all'inizio venne bollato come “socialmente pericoloso”, ma il giudizio positivo del Presidente Kennedy aiutò la fortuna di questo film come confermò lo stesso fratello Robert a Douglas ed ebbe ottimi incassi.</span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><b>Spartacus</b> come confessò Douglas lo impegnò per<i><b> </b>“tre anni della mia vita: più di quanti ne avesse passato l'autentico Spartaco a far la guerra contro l'Impero Romano”</i><i>.</i></span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><span face=""verdana" , sans-serif"><br /></span><span face=""verdana" , sans-serif"><br /></span><span face=""verdana" , sans-serif"><br /></span></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJ1XEJlnFx4PgVsSL4Au2grFcd5ds16D_r0pECp9h5TPKzAH1dhDPuY2zlUyOkQEr7EREWSfBEsvlozO9JZYau4nx0Bl7MJnPL4cevz6KnWRij7cZNgGAU5PDULe92V84GzVLYpA-9JC4/s1600/trumbo.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJ1XEJlnFx4PgVsSL4Au2grFcd5ds16D_r0pECp9h5TPKzAH1dhDPuY2zlUyOkQEr7EREWSfBEsvlozO9JZYau4nx0Bl7MJnPL4cevz6KnWRij7cZNgGAU5PDULe92V84GzVLYpA-9JC4/s400/trumbo.jpg" width="285" /></span></a></div>
<div style="text-align: center;">
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><b>L'ultima parola - </b></span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><b>La vera storia di Dalton Trumbo</b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><br /></span></div>
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><br /></span>
<br />
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: left;">
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;">Recentemente grazie all'uscita del film <b>"L'ultima parola - La vera storia di Dalton Trumbo" </b>tratta dal libro di Bruce Cook il grande attore è ritornato sulla vicenda di questo sceneggiatore:</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><i>"Come attore è facile fare l'eroe; lottiamo contro i cattivi e ci battiamo per la giustizia. Nella vita reale le scelte non sono sempre così semplici. Le liste nere di Hollywood, che sono state ricreate in maniera potente nel film "L'ultima parola - La vera storia di Dalton Trumbo", fanno parte di un'epoca che ricordo molto bene. Le scelte erano difficili, le conseguenze dolorose e molto reali. Nel periodo delle liste nere ho avuto amici che sono stati costretti all'esilio, perchè nessuno li faceva lavorare; attori che si sono suicidati per la disperazione. Lee Grant, mia giovane co-protagonista nel film </i><b>"Detective Story"</b><i><b> (1951), </b>non ha potuto lavorare per quasi dodici anni, dopo essersi rifiutata di testimoniare contro il marito di fronte al Comitato per le Attività Antiamericane.</i></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><i>Fui minacciato di essere addittato come comunista e rovinare così la mia carriera, se avessi fatto lavorare in "Spartacus", il mio amico Dalton Trumbo, sceneggiatore proscritto nelle liste nere.</i></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><i>Ci sono momenti in cui bisogna lottare per i propri principi: Sono davvero orgoglioso dei miei colleghi attori che usano la loro influenza pubblica per lottare contro le ingiustizie. A 98 anni ho imparato una lezione dalla storia: spesso si ripete. Spero che <b>"</b></i><b>L'ultima parola - La vera storia di Dalton Trumbo"</b><i>, importante pellicola, ricordi a tutti noi che le liste nere sono state un periodo terribile per la nostra nazione, ma che possiamo trarne insegnamento in modo che fatti del genere non si ripetano mai più".</i></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><br /></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><br /></span></div>
<div style="text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgTZbUbS038kUgoHpiakytbjbwwxf-41JNFRV-RfPzHHWW-GcRmVgMcuinAmG1nJqlByxdvreVlxhnjqQOqaiBnosSIOjhTX5gjuqsWZRpiaWKO3on62J8FBETQBj_8u-nIT-fu5F65ZQI/s1600/oo.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><img border="0" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgTZbUbS038kUgoHpiakytbjbwwxf-41JNFRV-RfPzHHWW-GcRmVgMcuinAmG1nJqlByxdvreVlxhnjqQOqaiBnosSIOjhTX5gjuqsWZRpiaWKO3on62J8FBETQBj_8u-nIT-fu5F65ZQI/s1600/oo.jpg" width="400" /></span></a></div>
<div style="text-align: center;">
<b><span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;">L'occhio caldo del cielo</span></b></div>
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><b></b></span><br />
<div style="text-align: left;">
</div>
<div style="text-align: left;">
</div>
<div style="text-align: left;">
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><span face=""verdana" , sans-serif"><br /></span><span face=""verdana" , sans-serif"><br /></span><span face=""verdana" , sans-serif">La collaborazione e la profonda stima che si instaura tra Douglas e Trumbo continua con due film western di grandissimo livello che nei fatti costituiscono un vero e proprio dittico: <b>L’occhio caldo del cielo</b> </span></span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><span face=""verdana" , sans-serif">(The last sunset -1961) e <b>Solo sotto le stelle</b> (Lonely are the brave -1962).</span></span></div>
</div>
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;">Sono due film costruiti per un attore del calibro di Kirk Douglas con personaggi solitari e disadattati nella società in cui sono costretti a vivere e come ricorda la protagonista di<b> L'occhio caldo del cielo</b>:</span><br />
<i><span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;">“Tu non vuoi navigare tranquillo, porti dietro la tempesta ovunque vai.”</span></i><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><span face=""verdana" , sans-serif"><br /></span><span face=""verdana" , sans-serif">Nell'<b>Occhio caldo del cielo</b> un western diretto dal celebre regista Robert Aldrich, un democratico molto vicino agli ideali socialisti, vi sono toni da vera tragedia greca e che tocca il delicato tema dell'incesto.</span></span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;">Douglas interpreta la parte di un pistolero, O'Malley, che si rifugia in Messico inseguito dallo sceriffo Stribling (Rock Hudson) a cui ha ucciso il cognato e che ha quindi una responsabilità morale nel successivo suicidio della sorella. O'Malley si rifugia in una fattoria dove vi è una sua ex amante Belle, interpretata da una eccezionale Dorothy Malone, che vive con la figlia sedicenne Missy. Quando ritorna il marito (Joseph Cotten) li assolda entrambi per trasportare una mandria nel Texas. Giunti nel Texas O'Malley apprende da Belle che Missy, di cui è profondamente innamorato, in realtà è sua figlia. Per O'Malley non resta che pagare la sua colpa e decide di affrontare l'ultimo suo duello con lo sceriffo Stribling, il quale nel frattempo si è innamorato di Belle, con la pistola scarica, un finale tra l'altro che verrà ripreso in <b>Un giorno di ordinaria follia</b> interpretato dal figlio Michael. Un suicidio quello di O'Malley veramente diabolico che trasforma il suo rivale in un assassino.</span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;">In questo film, sicuramente in più di ogni altro, Douglas fa sfoggio di tutte le sue eccezionali capacità di attore. Si mostra accattivante, apertamente simpatico fino a trasformarsi in un uomo tormentato che può diventare un violento assassino. Senza nessun dubbio una grande prova di recitazione.</span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><span face=""verdana" , sans-serif"><br /></span><span face=""verdana" , sans-serif"><br /></span></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhxkLqNZBjatm-ELfF5j3aWhG21cByUkB83dM-iuVJwqsUtTiBKWZr3Ekhlgs0UXzv2NTriGBbhgST6RlP63Sjs4ijoRSUV-AZX1yOvf8Jo-cZJEkH5UQknbfcwpPhaODH1kB-378i3ba0/s1600/doug+LonelyAreTheBrave.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><img border="0" height="166" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhxkLqNZBjatm-ELfF5j3aWhG21cByUkB83dM-iuVJwqsUtTiBKWZr3Ekhlgs0UXzv2NTriGBbhgST6RlP63Sjs4ijoRSUV-AZX1yOvf8Jo-cZJEkH5UQknbfcwpPhaODH1kB-378i3ba0/s1600/doug+LonelyAreTheBrave.jpg" width="400" /></span></a></div>
<div style="text-align: center;">
<b><span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;">Solo sotto le stelle</span></b></div>
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><span face=""verdana" , sans-serif"><br /></span><span face=""verdana" , sans-serif"><br /></span><span face=""verdana" , sans-serif">Con <b>Solo sotto le stelle</b> si chiude la feconda collaborazione tra Douglas e Trumbo, e si arriva a toccare indiscutibilmente la vetta del capolavoro cinematografico. L’unica pecca di questo film è nel titolo: infatti contrariamente alla proposta di Douglas di intitolarlo <b>“L’ultimo cowboy”</b>, la Universal propose questo titolo che francamente non significa nulla.</span></span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;">Nonostante ciò lo stesso Kirk Douglas ammette che questo film è il suo preferito. E’ la storia di un cowboy dei nostri giorni, ancora legato alle regole del vecchio West, che tenta di fare evadere dal carcere un suo amico e che poi scappa da solo a cavallo inseguito dalla polizia e dagli elicotteri dell’esercito.</span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;">Costituisce il primo western moderno che racconta la fine del mondo dei cowboys e dei grandi spazi aperti della prateria americana destinati a chiudersi con la definitiva affermazione della civiltà moderna. Non a caso questo film si apre con Kirk Douglas che sdraiato sulla nuda terra osserva tre jet supersonici che volano alti nel cielo e quando monta a cavallo di fronte ad una barriera di filo spinato che reca la scritta “Divieto di accesso” rompe immediatamente questo filo spinato.</span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;">Il personaggio interpretato da Douglas è un anarcoide libertario che rifiuta le regole di un mondo che nega lo spazio all'individualità e che si batterà con tutte le sue forze contro la moderna società tecnologica che sfrutta contro di lui tutti i mezzi allora disponibili: dagli elicotteri fino alle ricetrasmittenti. Ma come sostiene giustamente Douglas se uno cerca di essere un individualista la società prima o poi lo distruggerà.</span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;">Questo cowboy perseguitato ingiustamente dagli uomini nutre ricambiato un vero amore per la sua bellissima puledra di nome Whisky che in questa fuga costituisce un intralcio, poiché potrebbe facilmente scappare scalando da solo la montagna.</span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;">Infatti il rapporto con la natura di questo cowboy è semplicemente affascinante: non si può dimenticare la divertente scena in cui Douglas, nonostante che sia braccato dalla polizia, offre da mangiare ad uno scoiattolo.</span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;">La sceneggiatura di Dalton Trumbo, tratta da un discreto romanzo di Edward Abbey, è semplicemente perfetta. Il film girato in un bellissimo cinemascope in bianco e nero ha un cast anch'esso perfetto. Walter Matthau interpreta lo sceriffo che deve dare la caccia a questo cowboy anarcoide e che col passare del tempo ne prova una profonda ammirazione e rispetto.</span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;">Contemporaneamente alla caccia implacabile che la polizia e l’esercito danno nei confronti di questo cowboy, il quale certamente non costituisce un pericolo per la società, assistiamo al viaggio di un camion di dimensioni veramente mastodontiche che trasporta, ironicamente, un carico di cessi.</span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;">Il viaggio di questo camion si intreccia con le vicende legate alla caccia di questo cowboy e in un certo senso anticipa nella sua inumanità il <b>"Duel"</b> di Steven Spielberg, tratto da un racconto di Richard Matheson il quale ne curò anche la sceneggiatura. E sarà proprio questo camion durante una tempesta notturna ad investire mortalmente la puledra ed il suo cavaliere.</span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;">Il rispetto dello sceriffo nei confronti di questo anarcoide cowboy si evidenza definitivamente nel finale del film quando di fronte ad un Douglas ferito gravemente lo soccorre dando anche l’ordine di sparare al suo cavallo anch'esso gravemente ferito.</span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;">Il film termina con lo sguardo stranulato ed impaurito di Douglas e mentre l’ambulanza lo trasporta in ospedale, il cappello di questo cowboy naviga mestamente nell'asfalto pieno di pioggia.</span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><span face=""verdana" , sans-serif"><br /></span><span face=""verdana" , sans-serif">Questi due film che sono indiscutibilmente dei capolavori, specialmente il secondo, ebbero scarso successo commerciale grazie a tutta una serie di errori della Universal che lanciò malissimo questi film. La critica giudicò <b>Solo sotto le stelle</b> come probabile vincitore dell'Oscar insieme a <b>Il buio oltre la siepe</b> interpretato da Gregory Peck, ma se a Londra sbancava tutti i record di incassi e riceveva ottime recensioni sul “Times” negli Stati Uniti fu tolto dalla circolazione perché andava malissimo.</span></span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><span face=""verdana" , sans-serif"><br /></span><span face=""verdana" , sans-serif"><br /></span></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJaxZJgDcWCWtWEtac-WKS-r0w94LbO4wn9t7ZKC-L60nxDJCYM8XD5TE2QrY0UgyFpKXLz3Et0FyEx9qb8nLePP6Zin_-I2EcDPVx3Uq8DhBuNbDcmPGRJOSAPF-U0v88Tykwo-ynjIk/s1600/Seven-Days-In-May-9.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"></span></a></div>
<div style="text-align: center;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjaDA4a4NkB4rLZ0RyyvpCmITbc9RgyIk1eHOfPeAZ3Yu5SXARZRCXvLAO84HxfQRfLD1RfKyi1CbJYAXCgVMhI-QMUFTlbIuozZS9xf9FVRBdzTAcqs_7TjMaU0NLkQZiYH_cwCv4sb0w/s1600/cover-kesey-1.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="346" data-original-width="214" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjaDA4a4NkB4rLZ0RyyvpCmITbc9RgyIk1eHOfPeAZ3Yu5SXARZRCXvLAO84HxfQRfLD1RfKyi1CbJYAXCgVMhI-QMUFTlbIuozZS9xf9FVRBdzTAcqs_7TjMaU0NLkQZiYH_cwCv4sb0w/s400/cover-kesey-1.jpg" width="245" /></a></div>
<br /></div>
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><span face=""verdana" , sans-serif"><br /></span><span face=""verdana" , sans-serif">Dopo questi fallimenti Douglas recita in altri film tra cui vanno ricordati<b> Due settimane in un'altra città</b> diretto da Vincente Minelli, quasi interamente girato a Roma, e il divertente poliziesco di John Huston <b>I cinque volti dell'assassino</b> (1963).</span></span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;">Nel frattempo compra i diritti su due romanzi che lo avevano colpito:<b> Sette giorni a maggio </b>e <b>Qualcuno volò sul nido del cuculo</b>.</span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;">Di quest'ultimo romanzo Douglas ne trae subito una versione teatrale che lo vede come protagonista nella parte di McMurphy ma che dura soltanto cinque mesi a Broadway e che segna l'esordio scenico dei figli Michael e Joel.</span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;">Douglas tenterà disperatamente per ben ventidue anni di portare ed interpretare il personaggio di McMurphy anche sullo schermo ma non riuscirà mai a trovare i finanziamenti per questo progetto.</span><br />
<br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"></span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<b><span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;">Sette giorni a maggio</span></b></div>
<div style="text-align: center;">
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><br /></span></div>
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;">Invece per <b>Sette giorni a maggio</b> non vi sono problemi per la sua trasposizione cinematografica nonostante il soggetto che tratta di un argomento molto rischioso specialmente in quegli anni: il tentativo di un colpo di stato militare contro il governo degli Stati Uniti. L'idea trattata, come narra lo stesso Douglas, piacque al Presidente Kennedy. Nel cast ritroviamo Burt Lancaster nel ruolo del generale golpista, Ava Gardner, Edmund O'Brien e nel ruolo del Presidente il grande Frederic March. La sceneggiatura fu affidata al bravissimo Rod Serling, il creatore della serie televisiva <b>“Ai confini della realtà”</b>, mentre la regia venne affidata a John Frankenheimer.</span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;">E' interessante citare una riflessione di Douglas sul film d'autore anche perché molti ritengono ancora oggi che <b>Orizzonti di gloria</b> e <b>Spartacus</b> siano film di Stanley Kubrick:</span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><i>“Il suo agente</i> (di Frankenheimer) <i>insisteva perché fosse definito 'Un film di John Frankenheimer'. Questo mi faceva divertire. Sono sempre stato incuriosito dalla teoria del 'film d'autore' che ha attraversato l'oceano dall'Europa e ha inquinato il nostro sistema. Secondo questa teoria il regista è il creatore del film. Un film è il risultato degli sforzi di più persone; capita molto raramente che sia l'opera di una sola persona. Probabilmente gente tipo Charlie Chaplin, Orson Welles, Woody Allen, Barbra Streisand, che scrive, dirige e recita un proprio film, si meritano questo titolo. Eppure anche loro hanno bisogno di aiuto: produttori, direttori del casting, addetti al montaggio, tecnici, organizzatori degli esterni, altri attori. Ma quando viene messo nelle mani di un regista un film come Sette giorni a maggio con la sceneggiatura già scritta, i finanziamenti e la successiva distribuzione pronti e con che cast! -insomma con tutto già organizzato, mi sembra ingiusto reclamizzarlo come suo film. Nonostante ciò mi arresi e sui manifesti pubblicitari c'era scritto: 'Un film di John Frankenheimer' “.</i></span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;">Una nota curiosa e divertente su questo film fu il divieto del Pentagono di fare girare qualsiasi tipo di ripresa. Per questo nascondendo una telecamera in un furgone parcheggiato di fronte all'entrata del Pentagono sull'altro lato della strada Kirk Douglas in divisa da colonnello entra nell'edificio, viene salutato militarmente dalla guardia che egli ricambia prontamente e dopo pochi secondi esce sotto il suo sguardo perplesso . Questa scena è inserita nel film.</span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><span face=""verdana" , sans-serif"><br /></span><span face=""verdana" , sans-serif">Douglas dopo aver rifiutato di recitare ne <b>La caduta dell'Impero Romano</b> (1964) nonostante gli avessero offerto l'incredibile cifra di un milione e mezzo di dollari si dedica ad una incessante attività di attore (ricordiamo che girava una media di tre film all'anno), di questi film ricordiamo tra gli altri: <b>Prima vittoria</b> regia di Otto Preminger con cui per la prima volta recita al fianco di John Wayne (1965),<b> Gli eroi di Telemark</b> (1965) regia di Antony Mann <b>Combattenti della notte </b>(1966) regia di Melville Shavelson (1966).<b> </b></span></span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><span face=""verdana" , sans-serif"><b><br /></b></span></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjWlEXTluwtAng6ISBmaNB2hfig3gzVtcrYadFyf-mn3XnCGdoN5tbyJINf54hyphenhyphenus_fOolKVdIB2quv3OJZ67Gub5fafPt1oM3qtPW2hPIFVBl_yl_e1pU8sokYg3c7Fm4P7ZLx1U8bAXw/s1600/douglas1.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="401" data-original-width="500" height="318" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjWlEXTluwtAng6ISBmaNB2hfig3gzVtcrYadFyf-mn3XnCGdoN5tbyJINf54hyphenhyphenus_fOolKVdIB2quv3OJZ67Gub5fafPt1oM3qtPW2hPIFVBl_yl_e1pU8sokYg3c7Fm4P7ZLx1U8bAXw/s400/douglas1.jpg" width="400" /></a></div>
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><span face=""verdana" , sans-serif"><b><br /></b></span></span>
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><span face=""verdana" , sans-serif"><b><br /></b></span></span>
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;">Nel 1968 Douglas produce ed interpreta un film sulla mafia italo-americana e questo quattro anni prima del celebre <b>Il Padrino</b> di Francis Ford Coppola. </span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;">E' una felice intuizione anche se questa pellicola non ebbe purtroppo il meritato successo. Girato per la maggior parte a Palermo come nota il grande attore: <i>"Sarebbe stato più commerciale se avesse avuto più violenza e uccisioni. Ma mi affascinava poter mostrare </i></span><span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><i>la dicotomia tra la vita familiare che i componenti della mafia conducevano, e i brutali affari in cui erano invischiati"</i>.</span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<div style="text-align: center;">
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><b>Uomini e cobra</b></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><br /></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;">Nel 1970 recita in <b>Uomini e cobra</b></span><span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"> </span><span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;">un interessante ed ironico western che si svolge in un penitenziario e con un finale a sorpresa veramente cinico con la regia di Joseph Mankiewicz, e che lo vede recitare per la prima volta con un'altra icona del cinema hollywoodiano: Henry Fonda.</span><span style="font-size: x-large;"> </span></div>
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><span face=""verdana" , sans-serif">Ma se con John Wayne nonostante le profonde differenze politiche e lavorative esisteva un profondo rispetto professionale ed umano non si può dire lo stesso con Fonda. Douglas, come si evince dalla sua biografia, non ha mai perdonato un grave sgarbo che Fonda e James Stewart gli fecero nel lontano 1945 quando era ancora un oscuro attore teatrale appena scritturato per recitare nel suo primo film, </span></span><span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;">il già citato<b> Lo strano amore di Marta Ivers. </b></span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;">Tuttavia in questa pellicola bisogna riconoscere che supera con la sua interpretazione a tratti gigionesca l'altrettanto leggendario Henry Fonda. </span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><br /></span>
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiUvzfNgrY5xm_Kv8WQ69Ig0Cpt01HDacs1KUCOlP3kQXmZ9jcQfWXYmXSQK_y2E_GWrAV-rGdq5Wt71yMClX59STyJNUQRlNBDxWgP4ZYpjYNugTN2koDcfcE1kz9fgbueLYDmS4MVHOM/s1600/quq.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="588" data-original-width="424" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiUvzfNgrY5xm_Kv8WQ69Ig0Cpt01HDacs1KUCOlP3kQXmZ9jcQfWXYmXSQK_y2E_GWrAV-rGdq5Wt71yMClX59STyJNUQRlNBDxWgP4ZYpjYNugTN2koDcfcE1kz9fgbueLYDmS4MVHOM/s400/quq.jpg" width="288" /></a></div>
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><br /></span>
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><br /></span>
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;">In questo breve saggio dedicato a Kirk Douglas non si può non citare il suo successivo film che non aveva particolari ambizioni <b>Quattro tocchi di campana</b>, ma che si rivela invece un western "filosofico" certamente non banale.</span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;">Questo film finanziato dalla tribù degli Apache Jicarilla non tratta di indiani, ma soltanto della sfida tra due maturi pistoleri che si rincontrano per caso e decidono di sfidarsi fra di loro in un duello all'ultimo sangue e dove tutta la popolazioni scommette su chi sarà il vincitore.</span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;">Ad interpretare l'altro pistolero Douglas sceglie un famoso cantante <i>Country</i>: Johnny Cash.</span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;">Da notare che in questo film recita il figlio più giovane di Douglas, l'allora tredicenne Eric, il quale morirà a 46 anni per una overdose.</span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;">Il film anche se interessante non fu un successo commerciale e il grande attore lavorò praticamente gratis mentre gli Apache Jicarilla rientrarono delle spese di produzione. </span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><span face=""verdana" , sans-serif"><br /></span></span>
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><span face=""verdana" , sans-serif"><br /></span></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiT8SjMPdDroMBr7F_XbTgsimcmUsk7WhArM6fUltCfCegmOCb_-e9Ynyb8sQMUhu7k3fRzRghVUPLBc80gErHUCV7P1jrhjCtdGjcf9URIHYoHV-kJ4m152kwn8FRyPSxsWr6xR1IQmYQ/s1600/vlcsnap-2276067.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><img border="0" height="172" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiT8SjMPdDroMBr7F_XbTgsimcmUsk7WhArM6fUltCfCegmOCb_-e9Ynyb8sQMUhu7k3fRzRghVUPLBc80gErHUCV7P1jrhjCtdGjcf9URIHYoHV-kJ4m152kwn8FRyPSxsWr6xR1IQmYQ/s1600/vlcsnap-2276067.png" width="400" /></span></a></div>
<div style="text-align: center;">
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><b>I giustizieri del West</b> </span></div>
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><span face=""verdana" , sans-serif"><br /></span><span face=""verdana" , sans-serif"><br /></span><span face=""verdana" , sans-serif">Nel 1973 per la prima volta il grande Kirk si mette dietro la macchina da presa per girare <b>Un magnifico ceffo da galera</b>, una rivisitazione della celebre <b>L'isola del tesoro</b>. Un vero e proprio flop, nonostante la sua recitazione, un flop meritato tra l'altro, ma in fondo non tutte le ciambelle riescono con il buco.</span></span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;">La sua seconda (e ultima) prova da regista/attore è sicuramente più che buona. Infatti <b>I giustizieri del West</b> (1974) è un western ben fatto e ben recitato oltre che essere molto originale.</span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><span face=""verdana" , sans-serif"><br /></span><span face=""verdana" , sans-serif">Finalmente però grazie al figlio Michael a cui il padre aveva ceduto i diritti si riesce a girare <b>Qualcuno volò sul nido del cuculo</b> con la regia di Milos Forman, ma il figlio ritiene il genitore troppo anziano per recitare quella parte che diede invece a Jack Nicholson vincitore di un meritato Oscar. Una grossa delusione professionale per Douglas e come ama ripetere anche se con quel film fece più soldi che con qualunque altro avesse mai recitato avrebbe restituito tutto fino all'ultimo centesimo pur di recitare la parte di McMurphy.</span></span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><span face=""verdana" , sans-serif"><br /></span></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEht5OweTa017n5fnq1J0iHv6rNj-ZJMfxRUbzKdQDqOWIMsVzFdIDIPQSX-04vB3sgKLlkrnLCB1rDIr8Jr7MIUAUCKf0t9qdr5IfUTwLHqLFriN-QqKOoUxWaZGkqFZyDpsRnPjOzFdHA/s1600/img-cop-countdown81.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="450" data-original-width="300" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEht5OweTa017n5fnq1J0iHv6rNj-ZJMfxRUbzKdQDqOWIMsVzFdIDIPQSX-04vB3sgKLlkrnLCB1rDIr8Jr7MIUAUCKf0t9qdr5IfUTwLHqLFriN-QqKOoUxWaZGkqFZyDpsRnPjOzFdHA/s400/img-cop-countdown81.jpg" width="266" /></a></div>
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><span face=""verdana" , sans-serif"><br /></span></span>
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><span face=""verdana" , sans-serif"><br /></span></span>
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><span face=""verdana" , sans-serif">Nel 1979 un'altro dei figli di Douglas, Peter, porta al padre una sceneggiatura di fantascienza che narra di una moderna portaerei a testata nucleare intrappolata in una alterazione del tempo che la trasporta alla vigilia dell'attacco giapponese a Pearl Harbor.</span></span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><span face=""verdana" , sans-serif">Prodotta da Peter, il grande attore recita in questo interessante film molto sottovalutato ma tra i migliori mai girati sui paradossi temporali con un cast di attori di tutto rispetto come Charles Durning, Katharine Ross, James Farentino e Martin Sheen.</span></span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><span face=""verdana" , sans-serif"><br /></span><span face=""verdana" , sans-serif"><br /></span></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjzX5IrdF6Le577crLcQhKlgjQWTuTnDEEzGzFiKzgjrdgdvIeM_F6zzXaoz8WGPrZzfpsQUpfoDOA8oifnZuc5-WLu_xm_t1WE6IfncsWgyQgs2SVgpU2zxOKbm2HTJj10hDobb33nVHQ/s1600/vizio.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjzX5IrdF6Le577crLcQhKlgjQWTuTnDEEzGzFiKzgjrdgdvIeM_F6zzXaoz8WGPrZzfpsQUpfoDOA8oifnZuc5-WLu_xm_t1WE6IfncsWgyQgs2SVgpU2zxOKbm2HTJj10hDobb33nVHQ/s400/vizio.jpg" width="282" /></span></a></div>
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><span face=""verdana" , sans-serif"><br /></span><span face=""verdana" , sans-serif"><br /></span><span face=""verdana" , sans-serif"><br /></span><span face=""verdana" , sans-serif">Nella fine della sua carriera artistica bisogna ancora citare altri due film: il divertente <b>Due tipi incorreggibili </b>(1986) che lo vede recitare per l'ultima volta con il suo amico di sempre Burt Lancaster e <b>Vizio di famiglia</b> (2003) dove recita insieme al figlio Michael, al nipote Cameron e alla sua ex moglie (madre di Michael) Diana Dill. Un film questo dove si raccontano i rapporti tesi fra un avvocato (Michael) e il suo vecchio padre colpito da un infarto (lo stesso Douglas ha avuto un infarto nell'agosto del 1986) e le incomprensioni con un figlio ventenne (Cameron) che invece di studiare vende marijuana, tra l'altro per quanto riguarda Cameron una pellicola purtroppo profetica vista la sua condanna per traffico di stupefacenti.</span></span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><span face=""verdana" , sans-serif"><br /></span><span face=""verdana" , sans-serif">Douglas si è anche cimentato come scrittore con libri di discreto successo. Estremamente interessanti sono le sue due biografie: <b>Il figlio del venditore di stracci</b> (1988) e <b>Io sono Spartaco</b> (2012) quest'ultimo scritto alla veneranda età di 96 anni e due discreti romanzi: <b>Danza con il diavolo</b> (1990) e <b>Un destino nella polvere </b>(1992).</span></span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><span face=""verdana" , sans-serif"><br /></span><span face=""verdana" , sans-serif">Kirk Douglas è entrato con pieno diritto tra i grandi della storia del cinema mondiale. </span></span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><span face=""verdana" , sans-serif">Una eccezionale e straordinaria carriera per il figlio di uno stracciavendolo ubriaco e violento da cui non ha mai ricevuto una pacca sulle spalle.</span></span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><span face=""verdana" , sans-serif"><br /></span><span face=""verdana" , sans-serif"><br /></span><span face=""verdana" , sans-serif"><b><br /></b></span></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEht49YnZfAmacwCRwwaPSqIOfJb0VPORwPxUxTl_ZYrDVqaLszZA4miHB-vULNSLBi1VJAsdhfMLMVJfyMH5p32rvERFN5_JEYSacCjUDDz812dKOW9LqBNEYt06HNR4sNdMUgfQ5pr3yk/s1600/douglas+kirk.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><img border="0" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEht49YnZfAmacwCRwwaPSqIOfJb0VPORwPxUxTl_ZYrDVqaLszZA4miHB-vULNSLBi1VJAsdhfMLMVJfyMH5p32rvERFN5_JEYSacCjUDDz812dKOW9LqBNEYt06HNR4sNdMUgfQ5pr3yk/s1600/douglas+kirk.JPG" width="400" /></span></a></div>
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><span face=""verdana" , sans-serif"><br /></span><span face=""verdana" , sans-serif"><br /></span><span face=""verdana" , sans-serif"><b><span face=""verdana" , sans-serif">Copyright©Il marxismo libertario. Riproduzione riservata</span></b></span></span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><span face=""verdana" , sans-serif"><b><span face=""verdana" , sans-serif"><br /></span></b></span><b><br /></b></span><br />
<div style="text-align: center;">
<span style="color: red;"><span face=""verdana" , sans-serif" style="color: red; font-size: large;"><b><a href="http://video.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/kirk-douglas-l-ultimo-leone-di-hollywood-la-mia-vita-in-queste-poesie/193304/192279">Intervista all'ultimo leone di Hollywood: Kirk Douglas (26/2/2015)</a></b></span></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><br /></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><br /></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><br /></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: large;"><span face=""verdana" , sans-serif" style="color: red;"><b><a href="http://video.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/hollywood-papa-kirk-spegne-100-candeline-michael-douglas-lo-festeggia/253983/254187?ref=HRESS-26">Happy Birthday -3 ottobre 2016</a></b></span></span><br />
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><br /></span>
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><br /></span>
<span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><br /></span>
<b><span face=""verdana" , sans-serif" style="color: blue; font-size: large;"><a href="https://www.youtube.com/watch?v=iObCR239ZiM">Michael Douglas gets a Hollywood Walk of Fame star -</a></span></b><br />
<b><span face=""verdana" , sans-serif" style="color: blue; font-size: large;"><a href="https://www.youtube.com/watch?v=iObCR239ZiM">6 Novembre 2018</a></span></b><br />
<b><span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><br /></span></b>
<b><span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><br /></span></b>
<b><span face=""verdana" , sans-serif" style="font-size: large;"><br /></span></b>
<b><br /></b></div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8489625967284893808.post-29580185608785102022020-01-06T11:07:00.000+01:002020-01-06T11:10:43.303+01:00LOTTA OPERAIA E LOTTA ARMATA. UN TEMA DIFFICILE DA TRATTARE di Giorgio Amico<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<br />
<div style="text-align: center;">
<span style="color: red; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiwqrwvWiByqjj6coBgChWrI4F_swzOMkVGD_MxM1Q07yMZ49YlWoo5_mvB_r-tUEcy-c2K6g8irwj9n3qFq8dQ8uAD98Z3dcz5VsCxX_Ad7e0IJESMbFPvwCBDhEietYJFF-N4VZrrvuU/s1600/amico.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="960" data-original-width="664" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiwqrwvWiByqjj6coBgChWrI4F_swzOMkVGD_MxM1Q07yMZ49YlWoo5_mvB_r-tUEcy-c2K6g8irwj9n3qFq8dQ8uAD98Z3dcz5VsCxX_Ad7e0IJESMbFPvwCBDhEietYJFF-N4VZrrvuU/s400/amico.jpg" width="276" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: red; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: red; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: red; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: red; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>LOTTA OPERAIA E LOTTA ARMATA.</b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: red; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>UN TEMA DIFFICILE DA TRATTARE</b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<b><span style="color: red;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">di </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Giorgio Amico (*)</span></span></b></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">È da poco in libreria <b>"Il professore dei misteri"</b> di Marcello Altamura.<b> "Storia segreta del doppio livello"</b> recita il sottotitolo facendo intendere chissà quale rivelazioni. In realtà una ricerca giornalistica, condotta con il taglio di certe trasmissioni d'inchiesta televisive dove i temi trattati si ingarbugliano al punto da diventare labirinti senza uscita, che ancora una volta, semmai ce ne fosse bisogno, dimostra come il fenomeno della lotta armata nell'Italia degli anni '70 resti incomprensibile per gran parte di chi se ne è vario titolo occupato, a partire proprio dalla stampa.</span><br />
<a name='more'></a><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Un lavoro costruito quasi esclusivamente sugli atti giudiziari e i mattinali delle questure, che non rende l'atmosfera di quegli anni e a cui sfugge di conseguenza la complessità del fenomeno, sottovalutandone, vedi la parte dedicata a Potere Operaio, le radici politiche, e ignorando del tutto come la scelta delle armi fosse del tutto interna alla realtà profonda del conflitto di classe nell'Italia degli anni Settanta e ad alle scelte operate da una parte delle avanguardie di fabbrica.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Ancora una volta risulta evidente come per i "benpensanti", cioè per chi si pone nell'ottica che l'attuale società democratica e interclassista resti pur con tutti i suoi difetti il migliore dei mondi possibili, sia impensabile che parte non marginale della classe operaia abbia espresso un potenziale di lotta tale da investire direttamente lo Stato. Da qui lo scetticismo verso l'autenticità di ciò che accadde allora, il complottismo, le teorie su di un presunto "doppio livello".</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Una operazione rassicurante. Perché, se si è trattato di utili idioti manovrati da oscure potenze, allora il sistema è innocente. La tesi del complotto evita di fare i conti con le contraddizioni profonde dell'Italia di allora, con le colpe e i crimini (vedi Piazza Fontana) del potere politico e padronale e degli apparati dello Stato, con le potenzialità di un ciclo di lotte durato vent'anni e culminato in una vera e propria insorgenza proletaria.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Ma come potevano dei semplici operai, si chiede l'autore, progettare e attuare azioni così complesse come il sequestro Moro? Ci doveva per forze essere un secondo livello, più alto, formato di intellettuali a gestire ciò che accadde. Il pregiudizio classista è evidente. Anche nello sparare ci vuol cultura e gli operai, lo si sa, proprio in quanto proletari, ne sono privi.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Era il teorema dei magistrati padovani che ridussero a complotto di un pugno di intellettuali riconducibili all'entourage di Toni Negri, l'intero fenomeno dell'insorgenza proletaria degli anni '70. E' la tesi che sostanzia il libro del giornalista (di basket, musica e cinema) Marcello Altamura e che lo porta ad individuare nella figura di Senzani, "il professore dei misteri", il regista occulto dell'azione delle BR. Regista a sua volta manovrato, anche se poi non si capisce bene se dalla CIA, il KGB o il Mossad. Ma poco importa, ciò che conta è dimostrare che si trattò di un fenomeno eterodiretto e che i brigatisti erano dei fantocci manovrati. Che poi, in oltre 400 pagine non si porti un dato certo, ma ci si limiti ad accostare episodi anche fra loro molto diversi e ad avanzare congetture spesso tirate per i capelli, poco importa. Per essere davvero convincente, il mistero deve nutrirsi di se stesso e restare tale. È proprio questo a rendere affascinante per la massa la teoria del complotto.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Eppure materiali per capire cosa realmente accadde allora, chi erano e cosa pensavano quei compagni e quelle compagne che fecero quel tipo di scelta (che, detto per inciso, onde evitare facili fraintendimenti, consideravamo allora e ancora consideriamo strategicamente sbagliata) in circolazione se ne trovano, a partire da <b>"Figli dell'officina",</b> il bel libro-testimonianza di Chicco Galmozzi (allora appunto giovanissimo operaio) sulla nascita di di Prima Linea. Ma accettare l'idea che la lotta armata (cosa ben diversa dal terrorismo stragista e che con esso non può in alcun modo essere confusa e neppure affiancata) sia stata una delle forme che tra la fine degli anni Sessanta e la metà degli anni Settanta ha assunto la lotta di classe in Italia, coinvolgendo strati non piccoli delle avanguardie di fabbrica, resta ancora oggi un tabù invalicabile.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>Marcello Altamura</b></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>Il professore dei misteri</b></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>Ponte alle Grazie, 2019 (*)</b></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span>
<span style="font-family: verdana, sans-serif; font-size: large;">22 Dicembre 2019</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span>
<span style="color: magenta; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>dal sito <a href="https://cedocsv.blogspot.com/">Vento Largo</a></b></span><br />
<span style="color: magenta; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>(*) L'autore ha pubblicato recentemente tramite la Massari Editore: "Azione comunista - da Seniga a Cervetto (1954-1966)".</b></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>La prima storia dettagliata del "Movimento della sinistra comunista".</b></span><br />
<b><span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Il libro è già disponibile nelle librerie di tutta </span></b><br />
<b><span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Italia, ma può essere richiesto direttamente all'<a href="http://www.massarieditore.it/"><span style="color: red;">editore Massari</span></a> (erre.emme@enjoy.it)</span></b><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhNq30TKwA-V7HXXo5iF6nT37vJ6STyq_vvtufwGFhD65c-mlqxZdzKnijqsfDvJPMblXG-s8godmWR_Vl5ILlb5YkEHox5JpYmEtemVZHxDJnebt9kaIbyDyDV_v6yaYP-bPnhqCo5tY0/s1600/Cop.+Azione+comunista+-+.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="431" data-original-width="302" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhNq30TKwA-V7HXXo5iF6nT37vJ6STyq_vvtufwGFhD65c-mlqxZdzKnijqsfDvJPMblXG-s8godmWR_Vl5ILlb5YkEHox5JpYmEtemVZHxDJnebt9kaIbyDyDV_v6yaYP-bPnhqCo5tY0/s400/Cop.+Azione+comunista+-+.jpeg" width="280" /></a></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span>
<br />
<br />
<b style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-large;"><br /></b>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8489625967284893808.post-84287353720494314582020-01-05T09:09:00.000+01:002020-01-05T09:09:49.467+01:00BRACCIO DI FERRO NEL GOLFO di Franco Iacch<div style="text-align: center;">
<span style="color: red; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhA8EGOPf1pRonCG37EMgYltbcuiOZn_H7NW1wBJ8-TnPYqehyRAAWF9ikqWe7R02qImRQLpdQtRuIqGgWS2LrzbJO7o9MYrFl8JpfNQshGu6Nw4XFfidJaxWpYT7qtYh2xSErRG9ooroo/s1600/IRAN..jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="842" data-original-width="1417" height="237" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhA8EGOPf1pRonCG37EMgYltbcuiOZn_H7NW1wBJ8-TnPYqehyRAAWF9ikqWe7R02qImRQLpdQtRuIqGgWS2LrzbJO7o9MYrFl8JpfNQshGu6Nw4XFfidJaxWpYT7qtYh2xSErRG9ooroo/s400/IRAN..jpg" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: red; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: red; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: red; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: red; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>BRACCIO DI FERRO NEL GOLFO</b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: red; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>di Franco Iacch (*)</b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>Una guerra tra Stati Uniti ed Iran non ci sarà.</b> L’amministrazione Trump vuole passare alla storia per aver messo fine alle guerre americane nel Medio Oriente, non per iniziarne di nuove. Anche <b>l’Ayatollah Ali Khamenei, suprema guida dell’Iran, ha pubblicamente affermato che una guerra con gli Stati Uniti non ci sarà</b>. Ciò non significa che qualche azione aggressiva isolata e non autorizzata, date le tensioni create, potrebbe verificarsi, ma una guerra totale tra i due paesi è da escludere. <b>Il concetto stesso di guerra convenzionale tra stati, pena conseguenze inimmaginabili ed evoluzioni imprevedibili, è storia</b>. L’Iran non è certamente l’Iraq o la Corea del Nord, ma non rappresenta una minaccia militare convenzionale per gli Stati Uniti. Per intenderci: nessun paese al mondo potrebbe sconfiggere gli Stati Uniti. Un attacco preventivo convenzionale contro l’Iran ridurrebbe certamente le capacità militare del paese, ma non escluderebbe la ritorsione contro le basi statunitensi in Medio Oriente ed Israele. <b>Qualora scoppiasse una guerra totale e senza limiti tra Stati Uniti ed Iran, sarebbe proprio la disparità atomica a rendere irrilevanti tutte le altre voci convenzionali dell’equazione</b>.</span><br />
<a name='more'></a><span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Tuttavia il ricorso al nucleare, che andrebbe autorizzato solo in specifici casi, avrebbe conseguenze inimmaginabili ed imprevedibili. Nessun paese al mondo avrebbe una sola possibilità di sconfiggere militarmente gli Stati Uniti. Tuttavia una guerra contro la Repubblica Islamica, storia insegna, sarebbe una prospettiva devastante per tutti i soggetti coinvolti.</span><br />
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b><span style="color: red;">La presunta forza di invasione</span></b></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Si tratterebbe dell’attacco militare più pubblicizzato della storia. I social, campo di battaglia virtuale, <b>ospiterebbero contesti IW che plasmerebbero l’opinione pubblica internazionale</b>. Tali attacchi sono sempre in corso. Servirebbero poi settimane se non mesi, in base all'opzione militare scelta dalla Casa Bianca, per assemblare una forza d’attacco. La forza aerea, terrestre e navale di superficie degli Stati Uniti sarebbe monitorata on line lasciando ben poco spazio all’effetto sorpresa. Ciò darebbe all’Iran il tempo necessario per prepararsi alla guerra, alla comunità internazionale di prendere posizione ed agli alleati di Teheran di decidere il da farsi. <b><u>Ovviamente non consideriamo la posizione della Russia</u></b>. E mentre Trump ordinerebbe alle truppe di mettersi in posizione, l’Occidente potrebbe essere teatro di attacchi asimmetrici.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>Nessun analista sano di mente suggerirebbe un’invasione terrestre dell’Iran</b>. La Repubblica Islamica è il 17 ° paese più grande del mondo. Misura 1.684.000 chilometri quadrati. Ciò significa che è più grande dei territori di Francia, Germania, Paesi Bassi, Belgio, Spagna e Portogallo messi assieme. L’Iran è una fortezza. Circondato su tre lati da montagne e sul quarto dall'oceano con una terra desolata al centro: <b>è estremamente difficile da conquistare</b>. Quasi tutte le principali città si trovano nel nord del paese. Una forza d’attacco proveniente dall’Afghanistan occidentale richiederebbe mesi per essere assemblata, considerando che sarebbero necessari non meno di 300 mila soldati sul terreno. <b>L’Iran non è certamente l’Iraq del 2003</b>. Passare dal confine afghano alla maggior parte delle principali città iraniane richiederebbe la traversata di due grandi regioni desertiche: Dasht-e Lut e Dasht-e Kavir. Dasht-e Kavir è particolarmente temibile per la conformazione del suo terreno simile alle sabbie mobili. Il Dasht-e Kavir consiste in uno strato di sale che copre del fango denso. Ciò limiterebbe enormemente la fanteria meccanizzata e motorizzata statunitense. I potentissimi carri armati M1A2 SEP Abrams non temono certamente i sistemi pesanti Karrar o Tiam, ma l’attraversata delle due grandi regioni desertiche dell’Iran. L’Iraq è un paese molto più piccolo dell’Iran: il suo terreno si è rivelato essere molto più adatto per le forze corazzate statunitensi.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="color: red; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>L’invasione terrestre dalla Turchia</b></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">L’alleato della Nato ha già vietato agli Stati Uniti di utilizzare il suo territorio come base di proiezione per un’invasione terrestre dell’Iraq. E l’alleato della Nato non lo concederebbe certamente oggi per invadere l’Iran. Ed in ogni caso non sarebbe un regalo: <b>le montagne Zagros che definiscono i confini dell’Iran con la Turchia e la maggior parte dell’Iraq sono un incubo per qualsiasi forza di invasione</b>.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Come rilevato nello studio <i>The Revenge of Geography</i> di Robert Kaplan “i confini occidentali si trovano nell’estremo sud, dove il Tigri e l’Eufrate si incontrano per formare il fiume Shatt al-Arab. Questa era la via di invasione utilizzata da Saddam Hussein negli anni ’80. Sfortunatamente, come ha scoperto Saddam, questo è un territorio paludoso e facile da difendere. Inoltre, non molto tempo dopo aver attraversato il territorio iraniano, qualsiasi forza di invasione si sarebbe imbattuta nei Monti Zagros”. <b>Teheran ha investito miliardi di dollari per trasformare i Monti Zagros in un’ecatombe per qualsiasi forza di invasione</b>.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="color: red; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>Conquistare un paese è la parte facile</b></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>Conquistare un paese è la parte facile. E’ l’occupazione la parte difficile e costosa così come hanno appreso gli Stati Uniti in Iraq e Afghanistan</b>. Saddam fu cacciato in poche settimane, ma in Iraq si continua a combattere ancora oggi. Un’invasione dell’Iran sarebbe molto più impegnativa e sanguinaria della guerra in Iraq.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>La distruzione delle principali infrastrutture dell’Iran non sarà sufficiente per annullare la ritorsione</b>. Pertanto, anche se gli Stati Uniti possono essere ragionevolmente certi di arrestare un duro colpo alle capacità militari del Paese nella prima ondata, sarebbe necessario un grado di cognizione assoluta per annullare ogni tipo di ritorsione.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="color: red; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>La postura frenemies</b></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Escludendo l’opzione nucleare ed una inimmaginabile invasione terrestre, ogni tipo di azione militare fisica o virtuale innescherebbe una violenta rappresaglia contro le basi statunitensi in Medio Oriente ed Israele. Anche un attacco convenzionale limitato e non in grado di decapitare la linea di comando dell’Iran, scatenerebbe la ritorsione. <b>Teheran non è <u>Damasco</u>. Con una certezza quasi assoluta ogni forma di conflitto convenzionale tra Iran e Stati Uniti si tramuterebbe in termonucleare in brevissimo tempo</b>. La migliore soluzione possibile sarebbe che entrambe le parti adottassero un approccio pragmatico per allineare i loro interessi in aree con obiettivi condivisi, accettando di non essere d’accordo: la postura frenemies.<b><u> I due paesi continueranno a farsi la guerra per procura.</u></b></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">19 Maggio 2019 </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="color: magenta; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>dal sito <a href="http://osservatorioglobalizzazione.it/category/osservatorio/">Osservatorio Globalizzazione</a></b></span><br />
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<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>(*)</b> L'autore è un'analista accreditato con il Ministero della Difesa e con la Nato</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><span style="background-color: white;"><br /></span></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><span style="background-color: white;"><br /></span></span>
<span style="color: magenta; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="color: magenta; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="color: magenta; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8489625967284893808.post-7433883450203063172020-01-04T06:09:00.001+01:002020-01-04T06:11:51.149+01:00NICOLETTA DOSIO: GRAZIA NO GRAZIE. MEGLIO UN'AMNISTIA SOCIALE di Checchino Antonini <br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi564lkFC6_l9Ynket1EdO-33sQUiQcHukbvCptgynPdCRTyU5SAMn1MrY6FvHwdpGjRbamzKttYsURG5s7uS2sEjpiXi6uNtjzSRTtdjXd_cKq4YghwefHmda3hnm7BOYOhxl73dGoiy4/s1600/dosio.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="842" data-original-width="595" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi564lkFC6_l9Ynket1EdO-33sQUiQcHukbvCptgynPdCRTyU5SAMn1MrY6FvHwdpGjRbamzKttYsURG5s7uS2sEjpiXi6uNtjzSRTtdjXd_cKq4YghwefHmda3hnm7BOYOhxl73dGoiy4/s400/dosio.jpg" width="281" /></a></div>
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<div style="text-align: center;">
<span style="color: red; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>NICOLETTA DOSIO:</b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: red; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>GRAZIA NO GRAZIE.</b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: red; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>MEGLIO UN'AMNISTIA SOCIALE</b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b><span style="color: red;">di Checchino Antonini</span></b> </span></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
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<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>Nicoletta Dosio: <i>«No a provvedimenti di clemenza che riguardino soltanto la mia persona»</i>. </b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>L’11 gennaio corteo nazionale a Torino</b></span></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Dove erano tutti i campioni di coerenza, a iniziare da Di Maio, quando un governo 5 stelle ha dato il via libera a Tap, Tav e Terzo Valico? </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">E’ questa domanda che dovrebbe campeggiare nelle cronache politiche compiaciute, o disperate, per lo sgretolamento del gruppo parlamentare appartenente al partito proprietario di Casaleggio e Grillo. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">E’ questa domanda che dovrebbe aleggiare in tutti quei settori della sinistra sociale, politica e sindacale, raggrumata o sparpagliata, dura o morbida, ma attirati a vario titolo dalle sirene del nuovo che avanza e/o del voto utile, al punto da riversarsi in massa nel voto a cinque stelle, o rifugiarsi nel sogno di un Pd capace di discontinuità. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Zingaretti, a poche ore dalla conquista del Nazareno, era il 4 marzo scorso, fece il debutto in società fianco a fianco delle madamin Yes Tav, Cgil compresa. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">La premessa è utile perché l’arresto di Nicoletta Dosio mette movimenti sociali, troppo spesso disarticolati e autoreferenziali, di fronte all'ennesimo salto di qualità delle strategie della repressione. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">E, mentre le “sardine” – versione fine decennio del nuovo che avanza – sono mute come i pesci, appunto, e si preparano a tirare la volata a un Pd emiliano mai sazio di asfalto e cemento, da Torino arriva la convocazione di un corteo per l’11 gennaio per la libertà della 73enne incarcerata che, intanto, dalle Vallette fa arrivare il suo <i>«No a richieste di grazia o a provvedimenti di clemenza che riguardino soltanto la mia persona»</i>. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Piuttosto si parli di «amnistia sociale», fa sapere la militante comunista e No Tav, che riguardi i reati connessi ai comportamenti (come le occupazioni abusive di alloggi) dettati dall'aggravamento della povertà prodotto dalla crisi economica negli ultimi anni. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Tra chi aveva parlato dell’ipotesi di una grazia per la Dosio ci sono stati, nei giorni scorsi, i Giuristi Democratici e Paolo Cento (Sinistra Democratica-Leu). Una petizione era stata lanciata anche sulla piattaforma <a href="http://change.org/"><b><span style="color: red;">change.org</span></b></a>. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">«Chi invoca la “grazia” per Nicoletta sappiamo che lo fa spinto dalle migliori ragioni – aveva detto da subito il movimento No Tav – dalla speranza che il potere possa finalmente riconoscere un errore, grande come queste montagne, e da qui partire per chiudere una vicenda che pare senza tempo. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Chi scrive pensa che però non sia questa la strada giusta, la grazia non la vuole Nicoletta, e non la chiederà per se stessa, perché non il punto non è risolvere la sua situazione attuale, ma quella di riconoscere come in tutti questi anni procura, questura e tribunali abbiano giocato una partita politica, delegati dallo stato. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Noi vogliamo che si dica che il Tav è un’opera inutile, devastante e che tutti vengano liberati e la valle venga smilitarizzata. Non è pretendere troppo, ma il giusto. Libertà per tutti e tutte, siamo solo all'inizio di questa lotta».</span><br />
<a name='more'></a><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Nicoletta Dosio è in carcere per una condanna a un anno, passata in giudicato, per violenza privata e interruzione di pubblico servizio in concorso con altri perché aveva retto uno striscione, al bordo dell’autostrada, nel corso di una manifestazione No Tav</span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">. La Procura aveva chiesto tre anni. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Dosio ha ritenuto di non doversi trasformare in carceriere di se stessa, di non avere nulla di cui pentirsi e, per questo, di non doversi rialbilitare. Dunque non ha chiesto misure alternative alla galera per trasformare il suo «corpo detenuto», parole di uno dei suoi legali, Gianluca Vitale, in un’« un’arma non violenta» che denuncia a sua volta l’abuso di repressione di quella Procura – decine di processi, centinaia di indagati e condannati, misure di prevenzione, fogli di via – contro il più duraturo conflitto ambientale e sociale di questo paese.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">La risposta è stata immediata, fin dalle fasi dell’arresto di Nicoletta, e ancora con migliaia di persone che hanno preso parte a una fiaccolata in Valle la sera del primo gennaio, «bambini, giovani, anziani tutti insieme, uniti più che mai», si legge sul sito del movimento NoTav – è questo che fa la differenza e l’ha sempre fatta da queste parti, una comunità consapevole che, di fronte alle infamità e alla violenza dello stato, ha deciso di non abbassare la testa. Nicoletta, Giorgio, Luca e Mattia sono espressione del coraggio di questo popolo.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Avremmo voluto iniziare il 2020 in maniera diversa, dopo un’analisi costi benefici arrivata dopo decenni di lotta e ragioni (noi l‘avevamo fatta da molto tempo e presentata in tutti tavoli possibili ed immaginabili) e la serie infinita di inchieste che dimostra come questa grande opera (come molte altre) sia conveniente ed interessante solo per il malaffare e i soliti noti, sarebbe stato giusto ricevere le scuse da chi di dovere e lavorare per il ripristino del territorio che finora hanno distrutto. Le nostre meravigliose montagne chiedono già da tempo cura e giustizia. Eppure così non è andata, i governi si alternano ma il Tav resta sempre un feticcio insormontabile e il nostro, un popolo testardo da sconfiggere. Ecco che allora arriva la vendetta di uno stato che non ammette voci contrarie, che perpetua meccanismi di sfruttamento dell’uomo sull'uomo e dell'uomo sulla natura.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Nicoletta ha scelto di denunciare tutto questo, mettendo in gioco la cosa più importante, la sua libertà, consapevole che il suo gesto ci avrebbe dato la possibilità, ancora una volta, di raccontare le nostre ragioni. La nostra Resistenza, irriducibile, parla un linguaggio semplice e non prevede passi indietro, ora più che mai, poiché sappiamo che solo continuando a lottare potremo liberare un giorno tutti e tutte. Non è uno slogan, è l’unica strada da noi percorribile».</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">E’ questo passaggio una delle cartine di tornasole per quei settori che s’erano compiaciuti del governo giallorosa al punto da impegnarsi in prima persona nell'esecutivo in carica in nome di una discontinuità tanto enfatizzata quanto impossibile. E’ la prova del nove che la mobilitazione cosiddetta delle sardine è in gran parte estranea alle mobilitazioni sociali e ai conflitti ambientali e indifferente alla questione della criminalizzazione del conflitto. Infine è il primo banco di prova per quella sinistra di opposizione che, con una nutrita assemblea nazionale il 7 dicembre scorso, ha iniziato a cercare strade che le rendano efficacia e visibilità. Sarà capace di mettersi a disposizione dei movimenti sociali?</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>3 Gennaio 2020</b></span><br />
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<b><span style="color: magenta; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Dal sito <a href="https://www.popoffquotidiano.it/">Popoff Quotidiano</a></span></b><br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjCsdvDPh-m6Hdz7RGFrvJJKSIgk8OUdoaK38UkB-aWTCkiYMhC_YJz0vezrDq02KVjW_kkkrRulPIG2PxEmIFz9yz-4Dj0qfVXQAxhDVnFBxdewWy2K6QO0xbChtfAmcQFoE-38Cn2PjQ/s1600/dosio1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="640" data-original-width="958" height="267" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjCsdvDPh-m6Hdz7RGFrvJJKSIgk8OUdoaK38UkB-aWTCkiYMhC_YJz0vezrDq02KVjW_kkkrRulPIG2PxEmIFz9yz-4Dj0qfVXQAxhDVnFBxdewWy2K6QO0xbChtfAmcQFoE-38Cn2PjQ/s400/dosio1.jpg" width="400" /></a></div>
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Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8489625967284893808.post-23792834424155088762019-12-15T20:12:00.000+01:002019-12-15T20:12:16.391+01:00LA POLITICA DELLA SPERANZA PREVARRA' di Jeremy Corbyn<br />
<div style="text-align: center;">
<span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEitsRuH_j1fFmm_EErGzrqKMcCmhlRmbsnCIg56MLNS0Zc92bgQo6IK0Z-CZQkQfjTBcW0VW-LZl4EA-OvkplEeQ620l5uxHQZGFNKG6MYJh-c8ZqVfbfW7cgGInIlWCD0lrlcJRrQQHgs/s1600/CORBYN.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="900" data-original-width="1600" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEitsRuH_j1fFmm_EErGzrqKMcCmhlRmbsnCIg56MLNS0Zc92bgQo6IK0Z-CZQkQfjTBcW0VW-LZl4EA-OvkplEeQ620l5uxHQZGFNKG6MYJh-c8ZqVfbfW7cgGInIlWCD0lrlcJRrQQHgs/s400/CORBYN.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b>LA POLITICA DELLA SPERANZA PREVARRA'</b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b>di Jeremy Corbyn</b></span></div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<i style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: large;">Pubblichiamo un articolo scritto dall’ormai ex leader del Partito Laburista, Jeremy Corbyn, che analizza le ragioni della sconfitta alle recenti elezioni politiche in Gran Bretagna. Lo fa con estrema sincerità, senza occultare i problemi e anche gli errori che hanno favorito la vittoria dell’ultra-conservatore Johnson. Lo fa assumendosene pienamente la responsabilità, pur non essendo certo l’unico responsabile della sconfitta del Labour.</span></i><br />
<i style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: large;"><br /></span></i>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><i>Proviamo forte rispetto per la dignità di un uomo che non si è mai nascosto dietro un dito, o dietro a scuse improbabili; di un uomo che è fortemente legato alla classe lavoratrice e che ha provato, contro i capitalisti e i media nazionali e internazionali e la destra laburista a far tornare il Labour Party alle radici di una storia operaia.</i></span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><i>Corbyn è un riformista, certo. Il Labour Party nell’idea del suo ex leader è un partito riformista, certo.</i></span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><i>Tuttavia, la differenza con il Partito Democratico italiano e i suoi leader non potrebbe essere più stridente. Il legame con la classe lavoratrice, le sue lotte, la sua vita da un lato; il legame con il grande capitale, le sue esigenze, i suoi salotti dall’altro. Onestà intellettuale da un lato, sotterfugio e menzogna dall’altro.</i></span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><i>Noi siamo e restiamo rivoluzionari e rivoluzionarie. Per noi il capitalismo non può essere abbattuto che da una sollevazione democratica e sociale di milioni di donne e uomini contro il Capitale e le sue istituzioni.</i></span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><i>Ma – ce lo consentirete – ad avercene leader e partiti riformisti così in questo paese!</i></span><br />
<a name='more'></a><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b>LA POLITICA DELLA SPERANZA PREVARRA'</b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b>di Jeremy Corbyn</b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Viviamo in tempi molto volatili. Due anni e mezzo fa, nella prima elezione generale a cui ho preso parte come leader laburista, il nostro partito ha aumentato la sua quota del voto popolare di 10 punti percentuali. Giovedì, in una notte disperatamente deludente, abbiamo perso otto punti.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Ho chiesto un periodo di riflessione in seno al partito, e non mancano le cose da considerare. Non credo che questi due risultati elettorali contrastanti possano essere compresi isolatamente.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Gli ultimi anni hanno visto una serie di sconvolgimenti politici: la campagna per l’indipendenza scozzese, la trasformazione del lavoro, Brexit, l’ondata elettorale laburista, e ora la vittoria di Johnson “Get Brexit Done”. Niente di tutto questo è una coincidenza.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Il sistema politico è volatile perché non riesce a generare un sostegno stabile allo status quo dopo il crollo finanziario del 2008. In qualità di leader laburista ho voluto viaggiare in tutte le parti del nostro paese e ascoltare la gente, e sono stato continuamente colpito da quanto la fiducia nella politica si sia spezzata.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Il divario tra i più ricchi e gli altri si è ampliato. Tutti possono vedere che il sistema economico e politico non è giusto, non rende giustizia e si scontra con la maggioranza. Questo ha fornito un’apertura per una politica più radicale e fiduciosa nell’insistere che non dev’essere così, e che un altro mondo è possibile. Ma ha anche alimentato il cinismo tra molte persone che sanno che le cose non funzionano per loro, ma non credono che questo possa cambiare.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">L’ho visto chiaramente nelle ex aree industriali dell’Inghilterra e del Galles, dove la distruzione intenzionale di posti di lavoro e comunità in 40 anni ha avuto un pesante tributo. Non c’è da stupirsi se queste zone hanno avuto il colpo di grazia nel referendum del 2016 e, purtroppo per i laburisti, nelle elezioni generali di giovedì.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Nelle città dove le acciaierie hanno chiuso, la politica nel suo complesso non era attendibile, ma la promessa di Boris Johnson di “Get Brexit Done” – venduta come un colpo al sistema – lo è stata. Purtroppo questo slogan sarà presto scoperto per la falsità che è, distruggendo ulteriormente la fiducia.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Nonostante i nostri migliori sforzi, e i nostri tentativi di chiarire che questo sarebbe stato un punto di svolta per l’intera direzione del nostro paese, le elezioni si sono svolte principalmente sulla Brexit.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Un partito conservatore pronto a sfruttare le divisioni capitalizzate sulla frustrazione creata dalla sua stessa incapacità di mantenere il risultato del referendum – a spese di un partito laburista che cerca di riunire il nostro paese per affrontare il futuro.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">La polarizzazione del paese rispetto alla Brexit ha reso tutto più difficile per un partito con un forte sostegno elettorale da entrambe le parti. Credo che abbiamo pagato un prezzo per essere visti da alcuni come un tentativo di superare le divisioni o di ripetere il referendum.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Ora dobbiamo ascoltare le voci di coloro che a Stoke e Scunthorpe, Blyth e Bridgend, Grimsby e Glasgow, non hanno sostenuto i laburisti. Il nostro paese è cambiato radicalmente dopo il crollo finanziario e qualsiasi progetto politico che finge altrimenti è autoindulgente.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Il progresso non si realizza in una semplice linea retta. Anche se giovedì abbiamo perso molti seggi, credo che il manifesto del 2019 e il movimento che lo sostiene sarà considerato storicamente importante – un vero e proprio tentativo di costruire una forza abbastanza potente da trasformare la società per molti, non per pochi. Per la prima volta da decenni, molte persone hanno avuto la speranza di un futuro migliore.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Questa esperienza, condivisa da centinaia di migliaia di persone, non può essere cancellata. Il nostro compito di movimento, e di partito più che raddoppiato nelle dimensioni, non è finito: ora ha il compito urgente di difendere le comunità che subiranno l’assalto sostenuto dal governo di Boris Johnson e l’accordo tossico che vuole con Donald Trump.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">E deve cominciare ad assicurare che il senso di speranza si diffonda e si approfondisca. Come socialisti, cerchiamo di aumentare le speranze delle persone. Le persone nel nostro paese meritano molto di più – e possono averlo, se lavoriamo insieme per ottenerlo.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Sono orgoglioso che sull'austerità, sul potere delle imprese, sulla disuguaglianza e sull'emergenza clima abbiamo vinto le discussioni e riscritto i termini del dibattito politico. Ma mi rammarico che non siamo riusciti a convertirlo in una maggioranza parlamentare per il cambiamento.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Non c’è dubbio che le nostre politiche sono popolari, dalla proprietà pubblica delle ferrovie e dei principali servizi di pubblica utilità a un massiccio programma di edilizia abitativa e a un aumento delle retribuzioni per milioni di persone. La domanda è: come possiamo riuscire in futuro dove non siamo riusciti questa volta?</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Non c’è una soluzione rapida per superare la sfiducia di molti elettori. Essere paternalisti e accondiscendenti non li conquisterà. I lavoratori devono conquistare fiducia in sé stessi. Ciò significa un paziente lavoro di ascolto e di collaborazione con le comunità, soprattutto quando il governo intensifica il suo assalto. Significa garantire che la classe lavoratrice, in tutta la sua diversità, sia la forza trainante all’interno del nostro partito.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Gli attacchi dei media contro il partito laburista negli ultimi quattro anni e mezzo sono stati più feroci che mai – e naturalmente questo ha un impatto sull’esito delle elezioni. Chiunque si batta per un vero cambiamento sarà accolto dalla forza di questa opposizione.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Il partito ha bisogno di una strategia più solida per far fronte all’ ostilità dei media posseduti e influenzati dai milionari ,e, ove possibile, volgerla a nostro vantaggio.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Abbiamo subito una pesante sconfitta e me ne assumo la responsabilità. I laburisti avranno presto un nuovo leader . Ma, chiunque sia, il nostro movimento continuerà a lavorare per una società più giusta ed equa e per un mondo sostenibile e pacifico.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Ho speso la mia vita a lottare per questi obiettivi e continuerò a farlo. La politica della speranza dovrà prevalere.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b>tradotto dal Guardian</b></span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span>
<span style="color: magenta; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b>Dal sito <a href="https://anticapitalista.org/">Sinistra anticapitalista</a></b></span><br />
<span style="color: magenta; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="color: magenta; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8489625967284893808.post-67848286987049451592019-11-14T15:57:00.000+01:002019-11-14T17:41:14.477+01:00SERVIVA MANUTENZIONE NON LO STUPIDO MOSE di Ferruccio Sansa<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiefM7_w9gxUjjMF45hAs7TI0m4hFGrTgQTsnMGY9No3-of8zx2rb5etjwHISQmqhTn14SERxeOUOfyHyopBRZgQW1sdLW8TJO6wtGee73XKiPpZKb9U3od-g3qxGGxF944v78j_x9QBds/s1600/Massimo-Cacciari.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="450" data-original-width="600" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiefM7_w9gxUjjMF45hAs7TI0m4hFGrTgQTsnMGY9No3-of8zx2rb5etjwHISQmqhTn14SERxeOUOfyHyopBRZgQW1sdLW8TJO6wtGee73XKiPpZKb9U3od-g3qxGGxF944v78j_x9QBds/s400/Massimo-Cacciari.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<div style="text-align: center;">
<span style="color: red; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>SERVIVA MANUTENZIONE NON LO STUPIDO MOSE</b></span></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<br />
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>Tre volte sindaco. Il filosofo:"Io me li ricordo bene, destra e sinistra, Prodi e Berlusconi. Tutti ad applaudire."</b></span></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<br />
<div style="text-align: center;">
<span style="color: red; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>di Ferruccio Sansa</b></span></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">“No, basta, ne ho le scatole piene di parlare di Venezia. È inutile. In questo Paese non ha senso predicare, non c’è nessuno che ti ascolta. Volevano tutti il loro Mose… io me li ricordo, destra e sinistra, Prodi e Berlusconi… tutti ad applaudire alle cerimonie… e poi i giornali e le tv a osannare. E adesso siamo ancora lì con questa rogna dell’acqua alta”.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="color: red; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>Massimo Cacciari, lei è stato tre volte sindaco di Venezia. L’ultima fino al 2010. Ma il Mose non le è mai andato giù…</b></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Basta, non si possono fare battaglie da solo. Io cerco di dimenticare… nella vita bisogna saper dimenticare.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b><span style="color: red;">Ma a volte bisogna anche ricordare.</span></b></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Macché, non gliene frega niente a nessuno. Ma io me lo ricordo quando nel 2006 c’è stata la commissione e io sono stato l’unico a votare contro. L’unico. E ho preteso che fosse messo tutto a verbale, anche i dubbi dei pochi tecnici che non erano a libro paga del Consorzio Mose. E poi gli ho detto: auguri, spero che finiate nel 2013-2014 come avete promesso.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="color: red; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>Battaglia finita?</b></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Sì. Io non sono come i Cinque Stelline che se cambia amministrazione si cambia decisione. Ero contro il Mose, ho perso, ne ho preso atto. Almeno, mi sono detto, se proprio vogliono farselo speriamo che non caccino al vento miliardi di euro. Invece…</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="color: red; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>Miliardi sperperati e siamo sempre in alto mare.</b></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Ora i nodi sono venuti al pettine. Pensi… hanno appena rinviato la prova al 2020 o al 2021, chi lo sa. E già ci sono problemi di manutenzione e guai alle giunture.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="color: red; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>Sarà mai pronto questo benedetto Mose?</b></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Nel frattempo le strutture sono rimaste in acqua decenni. E se non funziona il cerino resta in mano ai commissari.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="color: red; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>Ma lei come lo avrebbe risolto il problema?</b></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Serve fare manutenzione alla città, come era stato fatto dal 1966 al 1994. Come avevamo fatto noi negli anni ’90. Avevamo rialzato le fondamenta, si era lavorato sulle fogne. C’era una legge speciale, i fondi arrivavano presto e venivano spesi per Venezia. C’era anche un progetto per rialzare la basilica. La città era stata davvero risanata. Invece… da venticinque anni il Mose ha assorbito tutto, ogni euro è finito lì. Addio alla manutenzione, addio al restauro dei ponti. E tutti ad applaudire.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="color: red; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>E adesso il disastro dell’acqua alta…</b></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Parliamoci chiaro: è acqua alta, non è il Vesuvio che erutta. Non è un terremoto. Funziona così: l’onda prima arriva e poi se ne va. Certo, se dura cinque giorni allora mangia le strutture e incentiva l’esodo dei vecchi, perché vivere a Venezia è sempre più duro.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="color: red; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>Venezia è morta?</b></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Macché morta, è una città stupenda. Durerà secoli, molto più di me e di lei. È una grande grana e soprattutto si poteva evitare. Ma ormai io ho rinunciato, non ascolta nessuno.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="color: red; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>E il sindaco Luigi Brugnaro come si è comportato? Ci ha parlato? </b></span><br />
<b style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-large;"><br /></b>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Chi se ne frega di Brugnaro. Ma si figuri se ci parlo. La colpa stavolta non è sua, ma anche lui vuole il Mose… sempre questo Mose.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="color: red; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>Cacciari, lei si è arreso?</b></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">In questa Italia i competenti non contano un cazzo, nessuno li ascolta. Anche al Governo ci voleva gente competente, ma uno come Carlo Cottarelli non lo vuole nessuno. Va bene, ascoltate i Cinque Stelle e la Lega, dai. Sono anni che diciamo che prima o poi una nave da crociera sfonderà piazza San Marco. E intanto quelle continuano ad andare. Un giorno ce le troveremo in basilica, vedrà.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="color: magenta; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>da "il Fatto Quotidiano"</b></span><br />
<span style="color: magenta; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span>
<span style="color: magenta; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8489625967284893808.post-59935962484262999162019-11-01T08:35:00.000+01:002019-11-01T12:16:55.175+01:00IL VELO E' SESSISTA E OSCURANTISTA: L'APPELLO DI 100 MUSULMANI E MUSULMANE DI FRANCIA<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiq-S6QscJ7TiOD67rIYceas9LlJ00upxAPPWwMyX0cqkQemTHMq7SkbbmQ2JmEMZyE0F7B6Og_nxzkw85TQK9eCN79weX65V4it-b1e0X4TQAxO8lOVh6JQWfwdtFvO8YfOpVz4TEKd4Y/s1600/VELO2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="352" data-original-width="500" height="281" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiq-S6QscJ7TiOD67rIYceas9LlJ00upxAPPWwMyX0cqkQemTHMq7SkbbmQ2JmEMZyE0F7B6Og_nxzkw85TQK9eCN79weX65V4it-b1e0X4TQAxO8lOVh6JQWfwdtFvO8YfOpVz4TEKd4Y/s400/VELO2.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<br />
<br />
<div style="text-align: center;">
<span style="color: red; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>IL VELO E' SESSISTA E OSCURANTISTA:</b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: red; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>L'APPELLO DI 100 MUSULMANI E MUSULMANE DI FRANCIA</b></span></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br />
</span> <span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br />
</span> <span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>“Francesi di cultura o di religione musulmana, umanisti, progressisti e femministi” rispondono qui all'articolo pubblicato su</b> <i>Le Monde</i> <b>e intitolato </b><a href="https://www.lemonde.fr/idees/article/2019/10/15/jusqu-ou-laisserons-nous-passer-la-haine-des-musulmans_6015557_3232.html"><span style="color: red;"><b><i>“Fino a che punto lasceremo correre l'odio verso i musulmani?</i>”</b></span></a> <b>sottoscritto da 90 personalità. E affermano: il velo è lungi dall'essere un pilastro dell'islam.</b></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br />
</span> <br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br />
</span> <span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Il nostro paese è lacerato da trent'anni dalla questione del velo indossato da alcune francesi di religione musulmana. Queste donne sono sempre più numerose, tanto l'influenza dei predicatori estremisti è forte. La questione è dunque seria. Molte cose sono state dette. Ma molte di queste cose sono false.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br />
</span> <span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">A noi francesi di cultura o di religione musulmana, umanisti, progressisti e femministi è sembrato urgente prendere parola pubblicamente a riguardo.</span><br />
<a name='more'></a><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">È tempo che i nostri compatrioti sappiano che la questione non è unanime tra “i” musulmani. Il velo non fa parte del culto, a differenza del digiuno del Ramadan e delle cinque preghiere quotidiane. Non è un “segno religioso”, poiché l'islam rifiuta ogni feticismo materiale. L'Islam si vive nel cuore, non sulla testa. Inoltre “i” musulmani non esistono. Ci sono DEI musulmani, DELLE pratiche, DELLE interpretazioni, DELLE convinzioni. Divisioni e opposizioni che esistono dal VII secolo.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br />
</span> <span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Noi, firmatari di questo testo, diciamo forte e chiaro che il velo è il segno ostentato di una concezione retrograda, oscurantista e sessista del Corano. Velare le donne significa stigmatizzare la loro presenza nello spazio pubblico. Fare di esse cittadine assegnate alla scandalosa identità di “subordinate al supposto desiderio degli uomini”. Il nostro paese lotta per raggiungere una sempre maggiore uguaglianza tra i sessi. Il sessismo e la demonizzazione del corpo delle donne sono contrari ai nostri ideali.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br />
</span> <span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Gli autori dell’articolo apparso su <i>Le Monde</i> sono stati mossi dalla volontà di combattere la stigmatizzazione e il fare di tutta l'erba un fascio. Vale a dire da una buona intenzione. Tuttavia noi qui affermiamo che è il velo a stigmatizzare le donne.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br />
</span> <span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Ci rattrista vedere questi 90 francesi fare di tutta l’erba un fascio tra “alcuni” musulmani ortodossi ossessionati dal corpo delle donne e “i” musulmani tout court.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br />
</span> <span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">LE musulmane non portano il velo, sappiatelo. Sono ALCUNE musulmane a portarlo. ALCUNE musulmane che fanno una lettura patriarcale ed erroneamente letterale del testo coranico. ALCUNE musulmane e ALCUNI musulmani che rifiutano l’intelligenza della fede, che rifiutano di unire fede ed esercizio della ragione critica.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br />
</span> <span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">ALCUNI musulmani vogliono cristallizzare l’Islam a quello che era il paradigma del VII secolo, quello del deserto arabico, innestandovi il velo, inesistente nel Corano. Questi musulmani danno una tale importanza a questo accessorio sessista creato nell’Antichità che ne hanno quasi fatto il sesto pilatro dell’islam.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br />
</span> <span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Questo musulmani non sono e non saranno mai I musulmani. Non sono che DEI musulmani, più visibili degli altri data la loro ostentazione.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br />
</span> <span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Abbiamo deciso di far sentire la nostra voce perché questi avvenimenti ci obbligano ad assumerci le nostre responsabilità. Non possiamo restare a guardare da lontano e disillusi un dibattito che ha tanta importanza. Noi pensiamo che sia nostro dovere far sapere a tutti i nostri compatrioti che quella del velo è una questione controversa, anche all’interno delle stesse scuole giuridiche sunnite ufficiali.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br />
</span> <span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Allora sostenete le francesi e i francesi di confessione o cultura musulmana che si battono contro questa terribile ondata neoconservatrice venuta dai paesi del Golfo persico, trent'anni fa. Non confondiamo QUESTI musulmani ortodossi, che predicano il sessismo attraverso l’uso del velo – riflesso identitario più che religioso – con tutti I musulmani.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br />
</span> <span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br />
</span> <span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>(traduzione di Ingrid Colanicchia)</b></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br />
</span> <span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br />
</span> <br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Un nome è stato tolto dall'appello, uno dei firmatari iniziali ci ha informato che non aveva dato il suo permesso formale ai promotori del testo che lo avevano incluso nella loro lista. Il testo diviene dunque "L'appello dei 100 musulmani/e di Francia"</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br />
</span> <span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br />
</span> <span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Leîla AJDIR, Aïda AKARI-CHERIF. Bahia ALAOUI,Kaoukab ALAOUI, Nader ALLOUCHE Elise AMAIRI, Fatty AMINE, El Mahdi AOUS, Karim AZAIZ, Khadija AZZAOUI-IHDA, Habib BARKIA</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Nadia BARO-IHIOUI, Naïma BELALOUZE, Rachida BELHAJ, Nadia BENABDALLAH, Aïcha BENABDELJALIL, Kamel BENCHEIKH, Messaouda BENIA LATRECHE, Nadia BENMISSI, Zaïnab BENSOUILAH, Nadia BENYOUCEF, Yassine BERRADA, Najiba BERRADA, Afafe Elyssa BESSA, Naëm BESTANDJI, Zohra BITAN, Samy Mahmoud BOUACHOUR, Nathalie BOUDHABAY.Fadela BOUHOUCHI, Catherine BOUNOUAR, Noura BOUNOURI, Leïla BOURAS, Kaci BOURICHE, Massi BOURIF, Nesrine BRIKI, Hassen CHALGHOUMI, Malika CHELALI, Mohamed Salah DJAROUD</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Nassira DJENASSE-GUERID, Nadia DOGHMI, Hocine DROUICH, Lalia DUCOS, Redouan ELAB, Sylvette FERRARA, Jean-Marc Abderahmane FERRY, Myriam FILALI MAIN, Yasmina FLAIOU-KOUCHNIR, Rabia FRANOUX MOKHLESSE, Jiji GAYANEH, Nora GHEMMOURI, Smain GOUDANE, Ziad GOUDJIL, Omar GOUSMI, Mohamed GUERROUMI, Asmaa HACENE, Rachida HAMDAN, Hassan HAMITOUCHE, Keltoum HARMOUZ, Hinda HASNI, Sälin HELAR, Zahra HOUARI, Marie-Myriam IBN ARABI, Craima IKHLEF-GONZALEZ, Mehemet KAZ, Françoise KENNICHE, Nadia KONDREK-BAOUZ, Abla KOURZI, Julie KOURZI, Ibtissame Bentty LACHGAR, Faiza LAHLOU, Abdallah LAKROUF, Aziz LAMRANI, Eve LIVET, Mohamed LOUIZI, </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Nadia LOUIZI, Fouziya </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">MEDOUKALI, </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Abdelghani MERAH, Samira MICHMICH, Fadila MIMOUNI, Chadia MLAHFI, Nadia NAIB, Nora NAIB, Saida NAIB, Kaoukab OMANI, Mohamed OMRI, Daouda OUATTARA, Dounia OUCHALLAL, </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Maria OUDGHIRI, Najoua RACHED, Malika Taous RAHMANI, Michel RENARD, Fouad SAADY, Yassine SADJI, Hubert Youssef SAGE, Najet SAIDI, Djamila SANGAN, Wacyl SAOULI, </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Abdelaouhed SEDJARI, Mia SLAOUI, Mouna SLAOUI, Khaled SLOUGHI, Assia SMAIL, Zineb TIJANI, Mounia ZAIMI, Nadia ZIRI</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br />
</span> <span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br />
</span> <span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>22 Ottobre 2019</b></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br />
</span> <span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br />
</span> <span style="color: magenta; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>dal sito <a href="http://marianne.net/">marianne.net</a></b></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br />
</span> <span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br />
</span> <br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhyclpT_dnpa0xkFpxYPAIXo_zwieMJIrmbKe9L8rTENJ5aAJcQ83EiPubPJtJRAOo57x_d0PqOXsvd_x6Kt2CZTjgs5hyphenhyphen1e9g3VDtfVs38O5MY1e-Vugd0kc-VHEOhTXYhbxnpoFqq3K4/s1600/velo.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="315" data-original-width="630" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhyclpT_dnpa0xkFpxYPAIXo_zwieMJIrmbKe9L8rTENJ5aAJcQ83EiPubPJtJRAOo57x_d0PqOXsvd_x6Kt2CZTjgs5hyphenhyphen1e9g3VDtfVs38O5MY1e-Vugd0kc-VHEOhTXYhbxnpoFqq3K4/s400/velo.jpeg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br />
</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br />
</span>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8489625967284893808.post-64329107483626226422019-10-26T10:49:00.000+02:002019-10-26T10:49:42.316+02:00IL CUORE DIVELTO: PER UN'ARTE DIVERSA, PER UNA POESIA RIVOLUZIONARIA<br />
<div style="text-align: center;">
<span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbTUoc6svyd5xsWPHqAO7CuANvfl_n8wFELjvl6_5rvtwC0NDusDtofVwNaUU0wOkwqlPHrmZiyl2L_L2xo-Uj8cyt5dL-uVzvTtprFR0rJNipoSHew5JiqJwKqsb0sfP4d1b16eK7PUI/s1600/Schermata-2019-04-16-alle-12.23.40.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="450" data-original-width="309" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbTUoc6svyd5xsWPHqAO7CuANvfl_n8wFELjvl6_5rvtwC0NDusDtofVwNaUU0wOkwqlPHrmZiyl2L_L2xo-Uj8cyt5dL-uVzvTtprFR0rJNipoSHew5JiqJwKqsb0sfP4d1b16eK7PUI/s400/Schermata-2019-04-16-alle-12.23.40.png" width="271" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b>IL CUORE DIVELTO:</b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b>PER UN'ARTE DIVERSA, PER UNA POESIA RIVOLUZIONARIA</b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><i>Si può dare, oggi, una poesia rivoluzionaria? Una poesia, cioè, che si agganci a un serio sforzo di trasformazione della realtà senza perdere in forza espressiva né ridursi a mero veicolo per slogan? In questa intervista, Monica Rage à part </i></span><b style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-large;">(*)</b><span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><i> afferma con decisione tale possibilità. Lo fa anzitutto sulla base di un'esperienza concreta, che ci è parsa sorprendente: la pubblicazione di un breve volume di poesie, </i><b>Il cuore divelto</b><i> (Edizioni Monte Bove, 2019), in cui, a nostro avviso, si superano positivamente alcune delle tradizionali dicotomie che segnano l'operato dei poeti engagés. Che spesso alternano liriche nate dal totale ripiegamento sul proprio mondo interiore a componimenti nei quali, svolgendo una funzione "militante", ci si dimentica addirittura del proprio vissuto. </i></span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><i>In alcune delle più dirompenti poesie di Monica, invece, pare non esservi nessuna separazione tra esperienza personale e partecipazione a un percorso collettivo. Di più, come si evince da alcune passaggi della conversazione, siffatta peculiarità deriva anche da una precisa riflessione sul fare artistico e sulla possibilità di emanciparlo dalle catene della società capitalistica.</i></span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<br />
<span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b>Prima di tutto vorremmo sapere se questo è il tuo primo libro di poesie...</b></span><br />
<a name='more'></a><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Sì, <b>Il cuore divelto</b> </span><span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">è il mio primo libro di scrittura in versi. Tuttavia, essendo sempre stata attratta dalla scrittura, ho avuto modo di sperimentarne altre forme, dalla narrativa al giornalismo.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b>Questo volume rientra in un preciso progetto editoriale, legato al lancio di testi dal prezzo contenutissimo: ce ne puoi parlare?</b></span><br />
<span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Il libro è uscito per Edizioni Monte Bove, casa editrice che ha da poco festeggiato il suo primo anno di attività. Con i compagni della Monte Bove mi sono trovata subito in grande sintonia e ritengo che il loro lavoro rappresenti un bell'esempio di editoria vivace e coraggiosa: sicuramente il proposito di pubblicare libri a basso costo lo dimostra ed è uno degli aspetti più interessanti del loro percorso editoriale. In particolare <b>Il cuore divelto</b> si colloca nella collana <b>Nero caffè</b>, che accoglie brevi testi letterari, di saggistica o narrativa al prezzo di quello che dovrebbe costare ogni caffè: 1 euro! </span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">La proposta di accogliere le mie poesie all'interno di questa collana mi è piaciuta moltissimo sin dall'inizio, per diverse ragioni; in primo luogo perché ho ritrovato subito una naturale affinità fra la visione critica della società, presente in queste poesie, e un modo così alternativo di fare editoria.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b>Nella quarta di copertina, il tuo libro viene inserito nel rifiuto della poesia come mera introspezione esistenziale: è una collocazione in cui ti riconosci?</b></span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Diciamo che mi sento a mio agio in questa collocazione, se così vogliamo chiamarla, e che mi sembra calzi con la mia personale esperienza di scrittura in versi. Tuttavia, ritengo indispensabile contestualizzare quest’affermazione, poiché, attraverso la mia poesia non intendo promuovere una crociata intellettuale contro l’introspezione esistenziale o contro l’io lirico del poeta: sono ben altre le lotte da intraprendere, così come sono diversi i piani sulle quali esse vanno combattute. La mia può, però, considerarsi una provocazione alla figura del poeta ed una riflessione sulla sua funzione nell’odierna struttura sociale ed economica. Come tutte le altre arti, la poesia è infatti espressione e riflesso del ceto dominante, del suo gusto e dei suoi bisogni. Di conseguenza, la figura del poeta o dell’artista è inevitabilmente parte dell'ingranaggio socio-economico del suo tempo storico. A dimostrazione di quanto detto è sufficiente constatare quanto i principali eventi politici che hanno segnato gli ultimi decenni (quali le trionfanti dichiarazioni da parte dei potenti circa la “morte delle ideologie”, l’avanzamento delle posizioni dei padroni ai danni dei lavoratori e della classe lavoratrice tutta sui piani dei diritti e delle tutele, nonché l’inasprimento della feroce repressione contro i gruppi politici conflittuali al sistema capitalistico) si siano sistematicamente riflessi anche nel riassetto del mercato editoriale, attento a rendersi sempre più aderente ai canoni richiesti dalla classe sociale dominante. Da qui il trionfo – in una misura tale forse mai vista prima - di un’arte bella, talvolta bellissima, intima e sublime, che si avvolge su sé stessa e sull’artista, fluttuando sospesa nel tempo; in un tempo, il nostro, in cui il mercato questo richiede: di rinchiudersi nel proprio io, nella propria individualità artistica, in un’implosione introspettiva divenuta canone, che rende tabù determinate tematiche, prime fra tutte quelle avverse al pensiero unico dominante. E la poesia non rappresenta certo un’eccezione.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b>Nel libro, però, a parte i casi ti riferisci a un noi (per es. Minacce di primavera al lavoro salariato), prevalgono le poesie in cui, pur svolgendo un discorso di carattere generale, sembri partire da te (Fuoco in città, Cimitero di sale)...</b></span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">È una giusta osservazione. Il fatto che in alcune poesie de <b>Il cuore divelto</b> il discorso sia introdotto dalla prima persona può sembrare in contrasto con quanto detto precedentemente, ma la contraddizione è solo apparente. Io sono innanzi tutto un soggetto con propri sentimenti ed esperienze personali dai quali trarre ispirazione, naturalmente. </span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Tuttavia, il mio esistere non si esaurisce nella mia stessa individualità: io sono parte del mio ceto sociale, sono elemento uguale e differente all'interno dell'identità di classe e, per questo motivo, in dialogo con essa e in conflitto con le altre classi sociali.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b>In una presentazione romana del tuo libro s'è fatto riferimento a Majakovskij come a una fonte d'ispirazione. E' un richiamo fondato? </b></span><br />
<span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b>E quali sono gli eventuali altri influssi sul tuo lavoro poetico?</b></span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Finora in tutte le presentazioni è stato nominato Majakovskij in relazione ai miei testi, a volte come termine di paragone, altre di ispirazione. In entrambi i casi, la cosa mi lusinga molto. Amo l'opera di Majakovskij, in particolare le prime raccolte, <b>La nuvola in calzoni</b> e <b>A piena voce</b>. Sicuramente è un modello per me, perciò il richiamo è fondato eccome. Inoltre, nella poesia <b>Fuoco in città</b> ho inserito un piccolo omaggio ai suoi versi, che i lettori più attenti del poeta russo non potranno non cogliere (lascio a voi il piacere di scoprire a quali versi mi riferisco!).</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Gli altri influssi sui miei testi provengono, invece, dalla scena punk hardcore. Il rumore, la ruvidità espressiva, l'attitudine, l'energia, la mentalità del do it yourself, i valori di solidarietà e supporto sono tutte cose che ritrovo nel mio bagaglio umano, che mi arricchiscono e ispirano. Di questo devo ringraziare la crew di cui faccio parte, il Tuscia Clan.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b>In ultimo, ci piacerebbe sapere quale funzione attribuisci, oggi, a una poesia di carattere dichiaratamente militante...</b></span><br />
<span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Più che una poesia "militante", ritengo che sia la poesia rivoluzionaria ad avere una qualche funzione al giorno d'oggi, in cui il capitale maggiormente opera affinché l'arte sia un'attività ludica, di sterile godimento. Io penso che sia interessante fare questo tipo di operazione, sul piano culturale: prendere le forme artistiche che la cultura borghese ci fornisce e decidere consapevolmente di sovvertirne i modelli, il lessico ed i contenuti; per arrivare a degli esiti che il capitale stesso non si aspetta di trovare, creando perciò una poesia rivoluzionaria. Prendere le forme della poesia, soppiantarne le tematiche, svuotarla del disimpegno e infine plasmarla per parlare di lotta di classe, rivoluzione, di militanza, delle contraddizioni della società capitalistica, della smisurata violenza dell'assetto democratico, della libertà del rifiuto di un destino di miseria imposta, della vita vissuta nella lotta. Questa può essere una funzione della poesia rivoluzionaria. Ossia, raccontare una storia differente, la nostra, dalla favoletta della società pacificata e felice della democrazia borghese. Majakovskij scriveva <i>"Al diavolo se non hanno / gli Omeri gli Ovidii, / gente come noi, / butterata di fuliggine. / Io so / che il sole si oscurerebbe vedendo / le sabbie aurifere delle nostre anime!"</i>: ecco, scrivere di noi, della gente "butterata di fuliggine", odiata dallo Stato, dai padroni e dai loro servi in divisa e non, mi pare già una funzione non di poco conto. </span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Tuttavia, vorrei sottolineare una cosa che mi preme molto ribadire sempre, anche durante le presentazioni di questo libro. Ovvero, che la creazione di una poesia o di un'arte rivoluzionaria può anche avere la sua funzione, ma non è mai di per sé sufficiente a fare di noi dei militanti né dei rivoluzionari, tanto meno essa può essere lo scopo della nostra vita. Come dicevo prima, sono altri gli obiettivi che ci interessano e diversi i piani sui quali sono da perseguire. </span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Non sono i libri a fare cambiare vita alle persone. È la lotta. È l'incontro fra le lotte individuali e la coscienza di classe, fra l'autorganizzazione e la lotta rivoluzionaria degli sfruttati e degli emarginati della società a produrre trasformazioni nel mondo. </span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">È questa lotta, è l'abolizione dello stato di cose presenti unita all'azione atta ad abbattere il capitale e le sue forme politiche a fare di noi dei militanti, veri agenti di trasformazione della società, di distruzione del vecchio mondo e creatori del nuovo. </span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Gli artisti, compresi quelli rivoluzionari nel senso in cui abbiamo parlato finora, sono innocui se non vanno fino in fondo, se non intraprendono la lotta più grande di tutte. Al contrario io vorrei rappresentare, nel mio piccolo, una minaccia.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b>(*) </b>Classe 1989, Monica vive nella Tuscia. Lavora come bibliotecaria ed è ricercatrice freelance di scritture antiche e libri manoscritti, scrive versi e racconti brevi sin dall'adolescenza. </span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Inizia giovanissima a militare nei gruppi extraparlamentari della sinistra, dirige una piccola testata giornalistica militante, collabora con altre e scrive su blog culturali online. Negli anni però matura una visione profondamente critica nei confronti delle istituzioni democratiche e delle stesse organizzazioni partitiche, che sfocia infine in un taglio netto con le forme politiche borghesi e nel parallelo disinteresse per la scrittura giornalistica. </span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Si avvicina successivamente ai collettivi universitari e partecipa attivamente alle proteste contro le riforme scolastiche Gelmini degli anni 2008 - 2011. </span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">In questi anni inizia a far circolare poesie e racconti in maniera informale nell'ambiente universitario, riscuotendo consensi. Di lì a qualche anno inizia un percorso di militanza nel collettivo politico autonomo attivo nel suo territorio, il Comitato di lotta Viterbo, con un entusiasmo sempre maggiore che prosegue tuttora. </span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b>Il cuore divelto</b> è la sua prima raccolta di poesie pubblicate in forma di libro. I testi stanno suscitando un vivo interesse negli ambienti militanti e sono stati accolti con favore anche negli ambiti della sottocultura punk. Le presentazioni si stanno svolgendo in tutta Italia, in circoli politici, associazioni culturali, festival e concerti musicali.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b>Il Pane e le rose - Collettivo redazionale di Roma</b></span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b>9 Settembre 2019</b></span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span>
<span style="color: magenta; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b>Dal sito <a href="https://www.pane-rose.it/files/index.php?c1:o57:e1">Il Pane e le Rose</a></b></span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<br />Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8489625967284893808.post-45811950477711254272019-10-22T13:20:00.000+02:002019-10-22T13:21:24.641+02:00COMO,7 DICEMBRE 2019: SECONDA ASSEMBLEA DI RIFUGIATI E MIGRANTI IN EUROPA<br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh0OnOmKv10aApOh8oFdyYXD4jDvQbDiDzW7hcw6qozn37t_lVGnC-t65YKhUXg8pzhrWukhtbQ3s4IFlGPp71OqSFGNlm1icu5TUCI_XYdOzUf2wHkTNHHwkcQj7XOhiUVoxp4Tb9JTyo/s1600/CORPO.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="255" data-original-width="264" height="384" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh0OnOmKv10aApOh8oFdyYXD4jDvQbDiDzW7hcw6qozn37t_lVGnC-t65YKhUXg8pzhrWukhtbQ3s4IFlGPp71OqSFGNlm1icu5TUCI_XYdOzUf2wHkTNHHwkcQj7XOhiUVoxp4Tb9JTyo/s400/CORPO.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<br />
<br />
<div style="text-align: center;">
<b><span style="color: red; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">COMO,7 DICEMBRE 2019:</span></b></div>
<div style="text-align: center;">
<b><span style="color: red; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">SECONDA ASSEMBLEA DI RIFUGIATI E MIGRANTI IN EUROPA</span></b></div>
<br />
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Organizzato dal <b>Corpo di Coordinazione Internazionale dell'Alleanza Internazionale dei Migranti (International Migrants Alliance)</b>, il 7 dicembre prossimo, a Como, si svolgerà un evento di notevole rilievo. Parliamo della seconda "Assemblea a livello europeo di immigrati e rifugiati", ospitata presso la Chiesa di San Martino, in via Alfonso Lisi. In sostanza, si dà finalmente seguito alla significativa assemblea tenutasi a Roma il 22 aprile del 2012: un momento assai partecipato - con<i> "più di un centinaio di rappresentanti di quasi tutte le nazionalità"</i> - che aveva anzitutto cercato di sviscerare le cause all'origine dell'attuale processo migratorio su scala globale. Individuandole in quelle <i>"politiche neoliberali imposte dagli imperialismi nei paesi di origine degli immigrati"</i>, che implicano un continuo saccheggio di risorse. Per non dire di un altro portato del sistema capitalistico: <i>"la distruzione dell'intero ecosistema che mette in pericolo l'habitat naturale dell'uomo e delle diverse specie che lo abitano"</i>. Un fenomeno, quest'ultimo, ancor più visibile nei paesi dominati, dove le imprese transnazionali non indossano la <i>"maschera ecologista"</i> e danno vita a una incessante azione devastatrice, ostacolata solo dalle coraggiose lotte delle popolazioni locali. Le quali si muovono in un senso opposto a quello seguito dai governi, spesso asserviti a quelle potenze imperialiste che <i>"nella loro voracità non fa non altro che continuare a finanziare guerre e conflitti per il controllo economico, politico e culturale dei territori"</i>. Costringendo <i>"intere popolazioni ad abbandonare"</i> il proprio paese d'origine. In un contesto siffatto, risulta quanto mai necessario unire i lavoratori immigrati a livello internazionale: l'effettivo coordinamento tra donne e uomini presenti in varie parti del pianeta, può infatti dar vita ad un autentico contrappeso alle politiche dominanti su scala planetaria. </span><br />
<a name='more'></a><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Dunque, l'incontro di Como, pur fondato su una solida base culturale, non si colloca certo su un piano meramente seminariale: come specifica la lettera d'invito che ci è pervenuta giorni fa, tra i suoi obiettivi vi è quello di <i>"dare una maggiore forza e visibilità all'organizzazione"</i> e alle <i>"lotte per i diritti"</i>. Uno scopo perfettamente in linea con l'azione che, da anni, portano avanti alcune delle realtà aderenti, che non a caso abbiamo conosciuto nelle piazze della capitale: <b>Umangat Migrante</b> (associazione della comunità filippina), <b>JVP (Fronte di Liberazione del Popolo dello Sri Lanka)</b> e <b>Comitato Immigrati di Roma</b>. Condividendo l'impianto politico della suddetta assemblea, ne auspichiamo il pieno successo, augurandoci anche che i suoi contenuti arrivino a contaminare le mobilitazioni contro le derive xenofobe in atto in questo paese. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Sin qui, queste pur generose iniziative hanno peccato, a nostro avviso, di un sentimentalismo che ne ha ridotto l'impatto. E che, certo, si rivela insufficiente di fronte all'apparato propagandistico messo in piedi dalla borghesia. Si pensi a un quotidiano come <b>Il Messaggero</b>, tra i più importanti dell'Italia centrale. Non solo ha sostenuto le politiche ferocemente discriminatorie del governo giallo-verde, ma ora chiede energicamente al nuovo esecutivo di non abbandonarle. Lo fa attraverso gli editoriali di un ex magistrato, <b>Carlo Nordio</b>, che è indubbiamente capace di conferire una parvenza di oggettività alle sue riflessioni, anche quando muovono dai peggiori luoghi comuni, come quello relativo alla presunta invasione del bel paese. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Dinanzi a questa e a consimili, spregiudicate operazioni mediatiche, a poco servono gli appelli alla bontà e all'umanità che si sono susseguiti negli ultimi tempi. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Assai più incisivo può essere, secondo noi, sviluppare gli stimoli forniti dagli organizzatori dell'assemblea del <b>7 dicembre</b>, descrivendo con esattezza le cause dell'attuale processo migratorio e ricordano che l'Italia, più che nella lista dei paesi invasi, andrebbe inserita in quella dei paesi invasori.</span><br />
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>Il Pane e le Rose collettivo redazionale di Roma</b></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>19 Ottobre 2019</b></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span>
<span style="color: magenta; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>dal sito <a href="https://www.pane-rose.it/files/index.php?c3%3Ao53168&fbclid=IwAR2cm-WiawbEExQ-BJCR6mHBcdevv9GrvpjJr62Zl8Xwv2TKJW_jqSbXTA0">Il Pane e le Rose</a></b></span><br />
<span style="color: magenta; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="color: magenta; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="color: magenta; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8489625967284893808.post-57223402936734850892019-10-15T07:59:00.000+02:002019-10-16T08:02:44.410+02:00QUALCHE RIFLESSIONE SU 10 ANNI DI M5S di Aldo Giannuli<br />
<div style="text-align: center;">
<span style="color: red; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiywXXGWYgWWE6LXAcfWUj0ZE1yt-YBuibvY7aIv4eODH0RDRCW1RYGfRkBmAnBMCy6WfkT9tCIMT606s-4oBwVJJzCR9QfnSSc8vhe_fwFhLp3AwcDxp7ecYQIuYz-MEUgyPzEYV9FRcU/s1600/vauro-casaleggio-twitter-1028x615.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="615" data-original-width="1028" height="238" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiywXXGWYgWWE6LXAcfWUj0ZE1yt-YBuibvY7aIv4eODH0RDRCW1RYGfRkBmAnBMCy6WfkT9tCIMT606s-4oBwVJJzCR9QfnSSc8vhe_fwFhLp3AwcDxp7ecYQIuYz-MEUgyPzEYV9FRcU/s400/vauro-casaleggio-twitter-1028x615.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: red; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: red; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: red; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: red; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>QUALCHE RIFLESSIONE SU 10 ANNI DI M5S</b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: red; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>di Aldo Giannuli</b></span></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Il decennale del M5s mi suggerisce qualche riflessione distaccata. A volte per capire un quadro è meglio allontanarsi per farsi un giudizio di insieme e dieci anni sono abbastanza per valutare una forza politica sul medio periodo.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>In primo luogo una forza politica che dura 10 anni non è un puro incidente</b>: se si considera che il Psiup ne durò 8, l’Uomo Qualunque 2, il Partito d’azione 4, la Rete 7, la Margherita 8 e che alcuni di questi partiti ebbero momenti significativi, lasciando tracce a volte consistenti nella storia del paese, si ricava che una durata decennale non è poco e riferisce di un certo peso.</span><br />
<a name='more'></a><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Tanto più ove si consideri che da quando il M5s si è presentato ad elezioni nazionali (considerando solo politiche ed europee) ha oscillato fra il 17 ed il 32% che davvero non è poco anche sul livello più basso.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Cioè ha avuto sempre il seguito di un partito di massa senza mai esserlo, non avendo alcuna organizzazione seria sul territorio e contando solo sul seguito di opinione. Anche questa è un’anomalia che andrebbe esaminata.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>Io distinguerei nettamente la storia del M5s in due fasi precise: dal 2009 al 2016 e dal 2016 ad oggi.</b></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Lo spartiacque lo fisso al 2016 per due avvenimenti periodizzanti: <a href="http://www.aldogiannuli.it/gianroberto-casaleggio/"><b><span style="color: red;">la morte di Roberto Casaleggio</span></b></a> ed il referendum costituzionale.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>Roberto è stato di fatto il vero capo politico del M5s in questa fase, che ha risentito di tutte le sue caratteristiche personali</b>: l’improvvisazione e la fantasia, l’inventiva e la scarsa coerenza, l’autoritarismo e la sensibilità alle domande politiche nell'aria. Ed è il periodo dell’ascesa del Movimento che coglie il suo maggiore risultato storico: <b>aver liberato il paese dall'ammorbante bipolarismo centro-sinistra/ centro-destra.</b></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Questo è un merito storico che va riconosciuto al M5s della prima fase. Determinante, in questo senso, fu <a href="http://www.aldogiannuli.it/referendum-tsunami-pd/"><b><span style="color: red;">la sconfitta del Pd nel referendum costituzionale</span></b></a>. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Già nel 2013 il 25% ottenuto dal M5s impedì la vittoria del Pd che dovette adattarsi all'alleanza con Forza Italia prima e con le sue scissioni dopo.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>Ma sin lì, il falso bipolarismo era in crisi ma non “morto”.</b> Infatti, nel 2014, alle europee il Pd ebbe un fortissimo recupero sfondando la barriera del 40%, mentre il M5s registrava la sua prima sconfitta. Il colpo di grazia venne con il referendum del 2016, preannunciato dalle vittorie di Roma e Torino. Furono quei risultati a spalancare la strada verso la vittoria del 2018.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>Nel frattempo, però, era avvenuto il passaggio dalla leadership di Roberto Casaleggio a quella di Luigi Di Maio che trasformerà il M5s in qualcosa di molto diverso dal precedente.</b></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Il M5s di Di Maio, pezzo dopo pezzo demolirà molti principi del precedente movimento, a cominciare dal divieto di concludere accorti di coalizione con altre forze politiche e poi via via, le consultazioni on line sempre più rade, l’assoluta abolizione delle dirette streaming, uno statuto che indica un capo politico pressoché inamovibile, che decide da solo e senza dibattiti o consultazioni, che nomina i capigruppo parlamentari (quel che non esiste in nessun altro gruppo in Parlamento), capigruppo non più a rotazione, le deroghe al superamento dei due mandati, deroghe sulla candidabilità di chi abbia pendenze giudiziarie, capo politico che controlla i probiviri eccetera… A questo si sono accompagnati frequenti rovesciamenti di posizione in materia di Tap, di Tav, di F35, centro siderurgico tarantino eccetera.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">La svolta sulle coalizioni era forse necessaria ed il precedente principio era troppo rigido ed impolitico, così come le deroghe che proibivano di candidarsi a chi magari avesse un avviso di garanzia per aver criticato il Presidente della Repubblica o avesse spezzato i sigilli di un cantiere durante una manifestazione; superare queste rigidezze astratte era auspicabile, ma con un approfondimento che precisasse a quali condizioni, con quali limiti, con quali contrappesi, si potesse realizzare una cosa e l’altra.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">In realtà la scelta dei governi di coalizione, senza alcun criterio preliminare, con una decisione condivisa sui punti programmatici irrinunciabili, senza alcuna verifica periodica ha significato solo <b>un esasperato governismo utile solo a soddisfare le ambizioni personali</b> di aspiranti Presidenti del Consiglio, ministri, sottosegretari eccetera. Il tutto mescolato al più sfrenato opportunismo reso manifesto soprattutto in materia di riforme elettorali e costituzionali (ci torneremo su).</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>E qui hanno preso pieno sviluppo i due peccati originali del Movimento: l’incapacità di darsi una qualsivoglia cultura politica</b> (“Né di destra, né di sinistra” che però non produceva nulla che superasse l’una e l’altra) <b>e la conseguente incapacità di avviare un qualsiasi percorso formativo</b> (<a href="http://www.beppegrillo.it/legge-elettorale-m5s-proporzionale-o-maggioritario-aldo-giannuli/"><b><span style="color: red;">la consultazione informata sul sistema elettorale</span></b></a> alla quale detti la mia collaborazione restò unico esperimento).</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>Risultato: un movimento politico pronto ad ogni giravolta e con un gruppo dirigente (parlamentare) raccogliticcio, disomogeneo, impreparato, buono a nulla ma capace di tutto.</b></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>Conseguenza: se il M5s del primo periodo ebbe il merito storico di aver abbattuto il falso bipolarismo Pd-Fi, quello del secondo periodo ha fallito completamente nel tentativo di risanare la politica</b>, di esprimere un diverso modo di fare politica e rendere i cittadini più partecipi dei processi decisionali. Non solo la Casta non è stata sconfitta, ma, salvo alcune sparate demagogiche (di cui parleremo), si è semplicemente aggiunto un nuovo partecipante al sistema di potere.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Il M5 avrebbe potuto rappresentare un grande cambiamento nel nostro paese, ma i peccati d’origine, la morte di Roberto Casaleggio e l’ambiziosa incapacità di Luigi Di Maio lo hanno impedito. Un’occasione persa. Peccato.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>13 Ottobre 2019 </b></span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span>
<span style="color: magenta;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>dal sito </b></span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b><a href="http://www.aldogiannuli.it/">http://www.aldogiannuli.it/</a></b></span></span><br />
<span style="color: magenta;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span></span>
<span style="color: magenta;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span></span>
<span style="color: magenta;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span></span>
<b style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: large;">La vignetta è del maestro Vauro Senesi</span></b><br />
<span style="color: magenta;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span></span>
<br />
<b style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-large;"><br /></b>
<b style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-large;"><br /></b>
<b style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-large;"><br /></b>
<span style="color: magenta;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span></span>
<span style="color: magenta;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span></span>
<span style="color: magenta;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8489625967284893808.post-91028314454376298142019-10-14T09:20:00.000+02:002019-10-14T10:05:52.735+02:00POST-FASCISMO E NEO FASCISMO: UN'UTILE DISCUSSIONE di Lidia Cirillo<br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiktj3QW4KUTe7cgNfvtBn204_iEySDn9do_PApuwtSh6OgE1GWUT9OgBP6k8ACkkFDHrShKfGt2rUYlbMeT6DIPbe5ULnbMbPcwA3WxT5giXA0kzawTWzNTdBzSmPK1L4bB1yi_Qq2Oio/s1600/post-fascismo_lidia.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="604" data-original-width="990" height="243" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiktj3QW4KUTe7cgNfvtBn204_iEySDn9do_PApuwtSh6OgE1GWUT9OgBP6k8ACkkFDHrShKfGt2rUYlbMeT6DIPbe5ULnbMbPcwA3WxT5giXA0kzawTWzNTdBzSmPK1L4bB1yi_Qq2Oio/s400/post-fascismo_lidia.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<br />
<br />
<div style="text-align: center;">
<b><span style="color: red; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">POST-FASCISMO E NEO FASCISMO:</span></b></div>
<div style="text-align: center;">
<b><span style="color: red; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">UN'UTILE DISCUSSIONE</span></b></div>
<div style="text-align: center;">
<b><span style="color: red; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">di Lidia Cirillo</span></b></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Per avvicinarsi alla comprensione del nuovo ciclo politico globale si potrebbe recuperare un concetto noto ma spesso dimenticato,<b> la fine dell’illusione liberale</b>. Non la fine del liberalismo, che in Europa è in difficoltà ma resta ancora egemone, ma<b> la fine della possibilità di illudersi sulla convivenza virtuosa tra liberismo e liberalismo</b>. Il liberismo è nello stesso tempo una teoria e una politica economica fondate sul presupposto che il mercato, se non alterato dalla politica e dall'errore umano, abbia in se stesso i meccanismi del proprio equilibrio. Il liberalismo è un sistema politico, una democrazia che Marx chiamò “formale” e che ha alla base l’astratto <i>citoyen</i> della rivoluzione borghese, teorizza la divisione dei poteri ed è aperta alle libertà individuali. Ma il liberalismo è anche un’ideologia che, come tutte le ideologie, ha il compito di universalizzare gli interessi di una parte e di idealizzarne il ruolo. I fatti hanno dimostrato l’impossibile convivenza e la sua semplicissima ragione. <b>Non si può nello stesso tempo sfruttare senza limiti lavoro produttivo e riproduttivo e poi lasciare libertà di organizzazione e di protesta, diritti civili e politici capaci di saldare le fratture nell'umano prodotte dai rapporti di potere.</b> Per gran parte del XX secolo il liberalismo è stato considerato un residuo del secolo precedente per la sua incapacità di garantire il consenso e il dominio. <b>Il capitale li ha infatti esercitati in Europa o con regimi illiberali di estrema destra oppure accettando che al liberismo fossero imposti limiti e regole. Il capitalismo ha spesso gestito i propri affari con una combinazione dell’una e dell’altra cosa.</b> Non per caso ai tempi della guerra in Indocina si parlò a proposito degli Stati Uniti di “fascismo esterno” per spiegare l’apparente paradosso di una democrazia che non esporta democrazia ma il dominio imposto con la violenza. In Francia i governi liberisti di destra e di sinistra giustificano oggi l'islamofobia con la presunta superiorità culturale della patria dei <i>“droits de l’homme”</i>, mentre (come osserva Palheta) proprio la presenza di immigrati musulmani testimonia una storia di torture e massacri. Ma anche all'interno la combinazione è evidente. Negli Stati Uniti una costituzione di diritti universali ha convissuto negli Stati del Sud con leggi che ostacolavano l’accesso al voto degli afroamericani. L’Europa ha lasciato vivere fino agli anni Settanta due regimi fascisti al potere e dei rapporti in Italia tra fascisti e apparati di Stato sono state piene per decenni le cronache.</span><br />
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b>Come mai l’illusione liberale si è riproposta in Europa, quando una vicenda politica così lunga sembrava averla privata di ogni efficacia?</b> Si è riproposta perché la distruzione dei rapporti di forza che avevano indotto il capitalismo a superare il liberalismo, gli ha consentito di tornare alla forma politica che gli è più congeniale. La morte del vecchio nemico, cioè la scomparsa-decomposizione-metamorfosi del movimento operaio del Novecento, non ha potuto però scongiurare la crisi di consenso prodotta dal liberismo, cioè da un contesto di impoverimento, crescita delle disuguaglianze e dello sfruttamento, smantellamento progressivo del welfare e degrado del tessuto urbano. Le sinistre europee, in gran parte convertite al liberismo liberale, sono ovviamente coinvolte nella sua crisi e l’ascesa delle destre estreme ne rappresenta oggi la più inquietante delle conseguenze. <b>Anche per il presente vale tuttavia ciò che valeva per il passato e cioè che l’impossibile convivenza non si manifesta solo attraverso la comparsa di movimenti di destra radicale ma è già evidente nei discorsi e nei comportamenti del liberismo liberale.</b> Nel caso della Francia (per fare solo l’esempio più efficace) Sarkozy, Hollande e Macron non hanno solo regalato alle classi popolari l’austerità ma hanno anche continuamente contraddetto l’ideologia della sia pure astratta<i> égalité</i>. La ragione non è stata solo l’opportunistica accettazione dell’agenda politica del Fronte Nazionale nell'insensata speranza di indebolire la destra oppure di sottrargli parte dell’elettorato. C’è stata anche la logica inevitabile per cui chi consente al libero mercato di dominare incontrollato deve poi in qualche modo fare propri gli argomenti che lo giustifichino. Questi racconti possono essere assai diversi tra loro ma, nel caso del liberismo liberale, hanno sempre i medesimi obiettivi: <b>dividere coloro che avrebbero tutte le ragioni per rivoltarsi; dotarsi preventivamente di leggi e di misure capaci di fronteggiare le prevedibili rivolte; creare diversivi rispetto alle responsabilità reali della miseria e del disagio.</b></span></span><br />
<a name='more'></a><span style="font-size: large;"><br /></span>
<b><span style="color: red; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Un postfascismo fluttuante e instabile</span></b><br />
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Più difficile mi sembra orientarsi sulle destre estreme, anche perché spesso si tratta di fenomeni abbastanza diversi tra loro per origine e per contesti in cui agiscono. Prima di tutto sembra che sia difficile dar loro un nome. <b>Alla maggioranza dei commentatori evocare il fascismo sembra anacronistico ma le alternative non soddisfano. Populisti?</b> L’aggettivo si riferisce a gruppi e partiti politici troppo diversi per avere un senso. Podemos e il Front National sono definiti populisti e non si può negare che ci sia tra loro una bella differenza. L’appellativo regala poi all'estrema destra una definizione che può anche rivendicare (certo noi siamo dalla parte del popolo). <i>“L’uso ricorrente di questo termine per indicare gli avversari politici rivela soprattutto il disprezzo per il popolo da parte di coloro che la utilizzano”</i>, scrive Enzo Traverso. E aggiunge che la parola populismo è diventata <i>“un guscio vuoto che può essere riempito dei contenuti più disparati”</i>. <b>Sovranisti?</b> Chiamarli così avalla il millantato credito che caratterizza coloro che si definiscono tali. La mondializzazione dell’economia rende una pura e semplice mistificazione l’appello alla sovranità nazionale. </span></span><br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2z9Z9qExlrc5LQd7q67C7YrDWOqCVh_EeecSOer1UgJhFdg7cgeyQr_kM88p3HRlCI3a8yEJcZ5MfdZKOnmd_4SQ38sn7UkeIYQkvNZL3SKxrXueEZPjr4b5PZ_wIbxBNId5ZZYxSX24/s1600/traverso.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-size: large;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="968" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2z9Z9qExlrc5LQd7q67C7YrDWOqCVh_EeecSOer1UgJhFdg7cgeyQr_kM88p3HRlCI3a8yEJcZ5MfdZKOnmd_4SQ38sn7UkeIYQkvNZL3SKxrXueEZPjr4b5PZ_wIbxBNId5ZZYxSX24/s400/traverso.jpg" width="241" /></span></a></div>
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<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Due testi, per discutere dell’estrema destra, provano in maniera diversa a recuperare il riferimento al fascismo. Uno è l’intervista di<b> Régis Meyran </b>a <b>Enzo Traverso </b><a href="http://www.ombrecorte.it/more.asp?id=522&tipo=cartografie"><b><span style="color: red;">“I nuovi volti del fascismo”</span></b></a> edito da Ombre Corte. L’intervistato ha insegnato Scienze politiche all’università di Picardia ed è oggi professore alla Cornwell University. L’altro, <a href="https://editionsladecouverte.fr/catalogue/index-La_possibilit___du_fascisme-9782348037474.html"><b><span style="color: red;">“La possibilité du fascisme”</span></b></a> è di<b> Ugo Palheta</b>, <i>maitre de conférences</i> all'Università di Lille e direttore della rivista Contretemps. I due testi partono da preoccupazioni diverse. Traverso teme che un eventuale allarme fascismo alimenti il ricatto dei partiti liberisti-liberali che si presentano come alternativa alle destre radicali, della cui ascesa sono invece responsabili. Palheta teme invece che sia sottovalutato il potenziale di barbarie del nuovo ciclo politico globale. Mi sembra che entrambe le preoccupazioni siano legittime e non incompatibili, anche se poi l’approccio diverso non è privo di significati.</span></span><br />
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<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b>Il riferimento al fascismo – scrive Traverso – è indispensabile perché consente di individuare analogie con un fenomeno a noi noto, ma è anche deviante.</b> La parola fascismo insomma <i>“si rivela più come un ostacolo che un elemento chiarificatore della discussione”</i>. Meglio parlare di <b>postfascismo</b> e distinguerlo dal neofascismo, cioè da quei gruppi e partiti che rivendicano apertamente una continuità ideologica con il fascismo storico. Così <b>per Traverso queste destre nella maggioranza dei casi hanno origine dal fascismo storico ma se ne sono emancipate e si muovono in una direzione di cui non si conoscono ancora gli esiti</b>. Quando si saranno fissate in qualcosa di nuovo, con caratteristiche politiche e ideologiche precise, si dovrà coniare una nuova definizione. <b>Ciò che caratterizza il postfascismo è un particolare regime di storicità che spiega il suo contenuto ideologico fluttuante, instabile come la società su cui poggia.</b> Esso emerge infatti in un contesto del tutto diverso da quello in cui è nato e vissuto il fascismo storico e nello sforzo di adeguarsi ai tempi ha innescato un processo di trasformazione che lo rende a sua volta diverso.</span></span><br />
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<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Per esempio non vuole più distruggere la democrazia parlamentare e, se di questa ha una concezione restrittiva e formale, si trova da questo punto di vista nella buona compagnia del liberismo-liberale di destra e di sinistra. Si tratta – spiega Traverso in un<a href="https://jacobinitalia.it/autore/traverso-enzo/"><b><span style="color: red;">’intervista pubblicata da Jacobin Italia</span></b></a> – di una tendenza propria dell’era neo-liberista: <b>poiché la democrazia ha bisogno di giustizia sociale, il capitalismo tende adesso a distruggere la democrazia.</b></span></span><br />
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<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Il fascismo è nato poi in un’Europa destabilizzata dalla Grande Guerra. La sua violenza contribuì a produrre una brutalizzazione della politica che si faceva più che in passato con le armi e si prefiggeva lo scopo di annientare il nemico. Oggi un fenomeno simile si trova in Iraq o Afghanistan e non certo, come nel periodo tra le due guerre, in Italia o in Germania.</span></span><br />
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<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">E’ vero, <b>il postfascismo ha una matrice nazionalista, antifemminista e omofoba e continua a federare questi umori dal momento che lo votano i più oscurantisti</b>. Bisogna però riflettere su alcuni particolari, per esempio che in un mondo globalizzato il discorso nazionalista appare sempre meno credibile, tanto che <b>l’asse del dibattito politico sul tema si è spostato dalla nazione all'identità nazionale e non è esattamente la stessa cosa.</b> E per altro il fatto stesso che a guidare, per esempio, il Fronte nazionale ci sia una donna contraddice tutta la tradizione fascista. <b>Marine Le Pen poi ha preso talvolta posizione per i diritti delle donne e degli omosessuali, contro l’Islam è vero, ma anche da questo punto di vista tradendo una tradizione.</b></span></span><br />
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<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b>L'islamofobia ha inoltre sostituito l’antisemitismo.</b> “Il nemico non ha più l’aspetto dell’ebreo, incarnazione ubiqua della finanza e del bolscevismo ma dell’immigrato bacillo islamico nell'Europa.” E tuttavia<b> l'islamofobia non è un surrogato o una riformulazione dell’antisemitismo perché ha una sua specifica storia indissociabile dal colonialismo e rispetto a questa storia ha un atteggiamento molto diverso dal fascismo classico. Non più l’aggressione in nome della missione civilizzatrice dell’Europa ma un atteggiamento difensivo di fronte all'invasione presunta.</b></span></span><br />
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<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b>Inoltre l’estrema destra non si presenta più come rivoluzionaria, non esibisce la volontà di costruire una nuova società e di plasmare un uomo nuovo.</b> La fine delle utopie, la perdita degli “orizzonti d’attesa” e il presentismo hanno imposto anche al post fascismo un<b> atteggiamento postideologico</b> e le sue narrazioni non sono affidate più a intellettuali ma a esperti della comunicazione.</span></span><br />
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<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b>Infine storicamente il fascismo trovava la sua ragion d’essere nell’anticomunismo, nell’attuale contesto evidentemente privo di senso.</b> Negli anni Venti e Trenta la paura del bolscevismo aveva spinto le <i>élites</i> europee ad accettare Mussolini e Hitler. Oggi i loro interessi non sono rappresentati dalle nuove destre ma dalla Troika e dagli organismi dirigenti dell’Unione Europea. Non solo, c’è anche un’altra conseguenza della morte del vecchio nemico. L’estrema destra può sviluppare la sua critica dell’Europa neo-liberista senza timore di appannare le frontiere ideologiche e dotandosi così di un discorso sociale.</span></span><br />
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<b><span style="color: red; font-family: "verdana" , sans-serif;">Una dinamica inversa alla defascistizzazione</span></b></span><br />
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<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Traverso, di cui ho sempre apprezzato l’intelligente lavoro, mi perdonerà se ho ridotto ai minimi termini i suoi articoli e le sue interviste sul tema, in cui dice o scrive molte cose assolutamente condivisibili. Spero tuttavia di aver colto la sostanza di ciò che intende dire e su cui mantengo, anche a una seconda e terza lettura, l’impressione ricevuta alla prima di un atteggiamento (come dire?) un po’ troppo rilassato. Prima di tutto<b> dire che potremo coniare per le destre estreme una definizione quando si saranno fissate in qualcosa di nuovo con caratteristiche ideologiche precise, è corretto dal punto di vista della filosofia politica ma pericoloso da quello della politica militante.</b> Potrebbe accadere, come in una storia di Pulcinella nel teatro dei burattini, che l’ospite sconosciuta alla fine del ballo si levi la maschera e mostri così il volto della morte, quando ormai per gli altri ospiti è troppo tardi. <b>E se alla fine scoprissimo che il vetero-fascismo, divenuto post-fascismo si è poi trasformato in neo-fascismo?</b> Traverso stesso accenna a questa possibilità: <i>“le estreme destre potrebbero radicalizzarsi: il post fascismo potrebbe assumere i tratti di un neo fascismo”</i>. E accenna anche alla possibilità che un partito di estrema destra possa diventare interlocutore privilegiato delle <i>élites</i> economiche in caso di una crisi dell’euro e di una disgregazione dell’Unione Europea che precipiterebbero il continente in una situazione caotica e turbolenta. La domanda a questo punto è: <b>quale rapporto potrebbe crearsi tra i due fenomeni, un post-fascismo che diventa neo fascismo e delle élites economiche che scelgono come interlocutrici delle destre estreme?</b></span></span><br />
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<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">La risposta è fondamentale perché rimanda a questioni di vitale importanza. Non si tratta di mettersi d’accordo su una definizione, ma prima di tutto di prendere atto che l’Europa, che così efficacemente Traverso descrive, non è oggi esattamente la stessa. <b>Con le elezioni europee il liberismo liberale ha dovuto cominciare a prendere atto della forza di un nemico di cui ha covato lungamente le uova.</b> E a constatare che le crisi di consenso non si affrontano senza ideologia. Prendiamo per esempio il tema della perdita degli orizzonti di attesa e del “presentismo”, tanto suggestivo quanto rispondente al vero ma non valido da qui all'eternità.<b> Quando si vive faticosamente per tutto ciò che il neo-liberismo proietta sulle nostre vite, vivere solo nel presente e del presente non è più possibile. E quando sono perduti gli orizzonti di attesa e non si riesce più a guardare in avanti, la reazione più ovvia è quella di volgersi indietro. Nella destra del nuovo ciclo politico globale c’è una forte componente di desiderio di un ritorno al passato</b>: la nazione contro la globalizzazione, la miracolosa scomparsa degli stranieri e la ricomparsa del mitico tempo in cui si poteva non chiudere a chiave le porte, la famiglia tradizionale e le donne che si prendono cura, la religione come fattore di identità e di ordine…<b> E tutto questo è comunque utopia, un’ utopia che risponde alla crisi dell’illusione dell’autosufficienza dell’homo oeconomicus.</b></span></span><br />
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<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b>L’angolo di visuale femminista consente di vedere meglio di altri questa attitudine che forse chiamare conservatrice non è del tutto proprio e per la quale il termine reazionaria è più adeguato</b>. Alla fine del mese di marzo ha avuto luogo a<b> Verona</b> il<b> Congresso delle famiglie</b>, un’assemblea periodica che riunisce gli avversari dei diritti delle donne e delle sessualità non conformi, compresi i protagonisti della <i>Manif pour Tous</i> nelle sue diverse versioni nazionali. Le presenze la dicono lunga sulla natura dell’assemblea: c’è chi dice che per il bene supremo della famiglia le donne dovrebbero essere sottomesse (Mario Adinolfi); chi chiede per gli omosessuali la pena di morte (Lucy Aiello); chi definisce le donne che abortiscono “assassine e cannibali” (Dimitri Smirnov). Ebbene, al Congresso, contestato da un’affollatissima manifestazione femminista, ha partecipato in pompa magna l’allora governo italiano nelle vesti dei ministri dell’Interno, dell’Istruzione e della Famiglia. Tutti della Lega o vicini alla Lega.</span></span><br />
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<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b>L’esempio di quel partito mostra come l’adeguarsi al presente può significare una dinamica in senso inverso all'emancipazione dal fascismo</b>. La Lega non ha una matrice fascista. Al suo esordio molti la scambiarono per un movimento indipendentista alla catalana, si disse poi che in fondo l’autonomia regionale era stata tradizionalmente un obiettivo democratico e D’Alema la definì addirittura “costola della sinistra”. Il suo leader di allora si caratterizzò con dichiarazioni antifasciste numerose e perentorie e usò una volta l’espressione “porcilaia fascista”<b>. L’attuale partito è il prodotto di un processo di fascistizzazione senza che questo consenta di poterlo definire fascista né post, perché non deriva (come il Fronte) da un primo nucleo di nostalgici del regime, né neo perché non rivendica un’appartenenza che sembra ancora considerare un insulto.</b> Tuttavia, quando Salvini dice con sdegno apparente “mi hanno chiamato fascista”, invia un duplice e opposto messaggio: uno rassicurante a un pubblico più ampio, l’altra ai gruppuscoli alla sua destra con cui è in stretti e camerateschi rapporti. <b>Non si può dire nemmeno, come sembra pensare Traverso, che Salvini sia l’erede di Berlusconi</b>, da cui certo eredita lo stile populista e plebiscitario, ma con una carica eversiva e razzista ben maggiore di quella del maestro. La differenza non è di personalità. L’acquisizione di più evidenti tratti di estrema destra è stata determinata da una serie di fattori diversi. Prima di tutto e al di là delle illusioni della sinistra, l’autonomia regionale rivendicata dalla Lega è ancorata a destra da un nucleo di discorsi basati sulla differenziazione etnica di impronta antiuniversalistica. </span></span><br />
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<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Basterebbe leggere <b>“Svastica verde. Il lato oscuro del pensiero leghista”</b> di <b>Walter Peruzzi</b> e <b>Gianluca Paciucci</b> per rendersi conto, attraverso la lettura di documenti ufficiali, della profondità del razzismo della prima Lega “costola della sinistra” e sedicente antifascista. Sono poi importanti la formazione politica del nuovo leader, le sue frequentazioni, i contatti con personalità e gruppi esplicitamente fascisti.<b> Ma quel che più ha contato nel determinare sia la fascistizzazione sia l’ascesa elettorale è lo stato delle cose in un paese come l’Italia, in crisi economica e politica, preda delle mafie e in cui il centro della capitale ha gli stessi problemi di un’estrema periferia. E soprattutto orfana di una sinistra quale che sia. </b>La questione della possibilità del fascismo non si identifica in Italia con le fortune o sfortune della Lega. Il partito di Salvini potrebbe conoscere un crollo di consensi, cosa improbabile ma che non può essere esclusa. Altre forze in questo caso occuperebbero quello spazio perché di queste forze, quale che fosse il nome che si darebbero, esistono già le narrazioni e una base disposta ad attivizzarsi.</span></span><br />
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<span style="font-size: large;"><b><span style="color: red; font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></b>
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<b><span style="color: red; font-family: "verdana" , sans-serif;">Il neofascismo e i suoi equivalenti funzionali</span></b></span><br />
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<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Il libro di Ugo Palheta parte da altre preoccupazioni e propone quindi un altro approccio al problema. Principale oggetto dell’osservazione è, come per Traverso, il <b>Fronte Nazionale, il partito di estrema destra che raccolto nelle ultime elezioni presidenziali francesi il 34 per cento al secondo turno.</b> Palheta non esclude che il FN possa in futuro evolvere verso un partito di destra tradizionale. Il peso crescente degli eletti potrebbe mettere in moto un processo di notabilizzazione, che poco a poco porterebbe la sua direzione a subordinare il suo programma storico alla salvaguardia dei posti nelle istituzioni. <b>Quello che invece Palheta respinge, con molti argomenti e un’ampia documentazione, è l’idea che le trasformazioni dell’estrema destra debbano coincidere con un processo di defascistizzazione.</b> Allo stato attuale delle cose ma senza ipotecare il futuro, si tratta al contrario di un <b>neofascismo in gestazione</b>, di un vecchio fascismo che evolve verso un fascismo dal volto nuovo. Solo un brevissimo accenno è dedicato alla polemica con Traverso, che troppo presto avrebbe chiuso il doppio dibattito sulla caratterizzazione dei movimenti di estrema destra e della nostra situazione storica. E’ infatti sbagliato concentrare l’attenzione soprattutto sul FN perché così ci si condanna a non capire le forze sotterranee che sono il vettore della sua ascesa e che rinviano alla crisi del capitale neoliberista<b>. Defascistizzazione o rifascistizzazione hanno ovviamente a che fare con l’attualità del pericolo fascista, che per Palheta deve essere misurata su tre dimensioni. Va misurata cioè sulla politica dei liberisti liberali di destra e di sinistra che hanno spianato il terreno all'estrema destra; sulla crisi di egemonia delle classi dominanti e sui suoi possibili esiti; sulla natura del FN e delle sue trasformazioni.</b> I liberisti liberali non hanno solo messo in atto una politica di lacrime e sangue sul piano delle condizioni di esistenza delle classi popolari ma sono state anche costrette ad accentuare i caratteri autoritari dello Stato e a spostare l’agenda politica sul piano del nazionalismo, della xenofobia e del razzismo. <b>Lo Stato francese che già dal 1958 è uno Stato forte – spiega Palheta – negli ultimi 15 anni ha radicalizzato i suoi tratti autoritari.</b> Hollande ha prolungato l’eredità securitaria di Sarkozy, imponendo dopo il novembre 2015 uno stato di emergenza che si è concretizzato tra l’altro in brutali perquisizioni, di cui solo l’1 per cento ha prodotto capi d’accusa. Gli attentati sono stati utilizzati dallo stesso governo di sinistra per rafforzare le capacità reattive e preventive degli apparati repressivi dello Stato e Macron continua l’opera con la nuova legge che iscrive lo stato d’urgenza nel diritto comune. Anche da un altro punto di vista i liberisti-liberali hanno contribuito a creare il clima in cui il Fronte Nazionale ha potuto svilupparsi e prosperare. <b>Le tensioni e i conflitti prodotti dall'offensiva neoliberista sono stati spostati sui piani che all'estrema destra sono più congeniali</b>. Si comincia con Chirac, che giustifica la disoccupazione con l’immigrazione, si continua con Giscard che parla di “invasione” e si arriva a Sarkozy che tra il 2002 e il 2012 sistematizza la narrazione antimmigrati e antimusulmana.</span></span><br />
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<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b>Questa non è solo un diversivo, in cui il razzismo si mescola con il disprezzo di classe nei confronti delle <i>racailles</i> dei quartieri popolari, è anche il tentativo di creare una coalizione di interessi con un nemico comune su base nazionale/razziale.</b> Non si tratta di un problema che riguardi la sola Francia, la tendenza a sbarazzarsi della democrazia è della borghesia su scala mondiale. Del resto, una delle caratteristiche della finanza deregolamentata è quella di sfuggire al controllo politico per la sua capacità di astrarsi da ogni ancoraggio territoriale. In quali circostanze questa tendenza può giungere alle conseguenze estreme di un regime fascista?<b> La “traiettoria del disastro”, come nel sottotitolo del libro di Palheta, non è quella di un’evoluzione lineare dallo Stato autoritario al fascismo. Stato autoritario ed egemonia di un discorso nazionalista e razzista creano le condizioni, ma servono poi scelte e decisioni dei cosiddetti poteri forti perché il salto si realizzi.</b> La <i>“possibilité du fascisme”</i> può realizzarsi nel contesto non improbabile di un aggravarsi della crisi economica e politica.</span></span><br />
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Non si dovrebbe mai postulare – scrive Palheta – l’inesistenza di un pericolo fascista con l’argomento che la borghesia non ne avrebbe alcun bisogno e potrebbe considerarsi soddisfatta dei suoi rappresentanti politici organici, la destra tradizionale e il liberalismo autoritario. Questa idea deriva dal pregiudizio che il fascismo sia un puro e semplice strumento della borghesia, costruito e messo in sella dalle sue esigenze di sfruttamento e dominio. Negli ultimi decenni invece l’estrema destra è cresciuta e ha conquistato consenso elettorale spesso contro la volontà dei circoli dominanti, che hanno tutte le ragioni per temerne l’irrazionalità e gli effetti di radicalizzazione dei rapporti politici. Tuttavia se una formazione politica nazionalista e razzista, intenzionata a distruggere ciò che resta della democrazia, dimostrasse di essere l’unica capace di garantire la stabilità, è possibile che una parte decisiva dei poteri dominanti decida di affidarle per un certo periodo la gestione dei propri affari o la difesa della propria posizione.</span></span><br />
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b>Ma che cosa è il fascismo oggi?</b> Se lo pensiamo con le caratteristiche del fascismo classico, allora certo i conti non tornano. <b>Bisogna prima di tutto distinguere tra regime e movimento.</b> Un regime può essere definito fascista, quando sopprime le libertà politiche e civili, fa ricorso alla repressione violenta contro ogni opposizione e ogni contropotere. In questo senso è un <b>fenomeno transtorico</b>, secondo Palheta ma anche secondo Traverso che giustamente chiama fascista il regime di Pinochet. Diverso è il discorso per un movimento o un partito che vive in una democrazia liberale o comunque in un ambiente che gli è ostile e in cui la definizione di fascista è stigmatizzante e utilizzata addirittura come insulto.</span></span><br />
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b>Se, come il Fronte Nazionale a un certo punto, sceglie come mezzo principale della propria ascesa le urne, allora l’esigenza di conquistare una rispettabilità è prioritaria e genera quello che in Italia si è chiamato “fascismo in doppiopetto”, cioè un fascismo che non sembra fascismo</b>. Per la repulsione che provoca, soprattutto nella sua versione nazista, i dirigenti dell’estrema destra sono stati costretti a diventare maestri dell’arte oratoria, degli eufemismi, delle strizzatine d’occhio e di altri diversivi. Un primo effetto della tendenza ad assecondare l’acquisizione di un nuovo stile da parte del Fronte, è evidente. La tensione e la mobilitazione antifasciste, che avevano caratterizzato la prima fase della sua ascesa elettorale, sono progressivamente venute meno. Bisogna invece non abbassare la guardia di fronte alla possibilità di un ritorno del fascismo che è attuale, cioè possibile e non nel senso astratto per cui a questo mondo tutto è possibile, ma nel senso della possibilità concreta. <b>Attuale non vuol dire imminente, così come chiamare in causa il liberismo-liberale non significa stabilire un’equivalenza, significa rispondere a un fondato timore di Traverso per cui in nome di un pericolo fascista, non imminente e non certo, si rischia di cedere al ricatto di Macron o del PD che si presentano come alternativa all'estrema destra.</b> Segue a questi argomenti e a molti altri (il libro di Palheta ha 260 pagine) un attento esame del Fronte Nazionale con la premessa che il ritorno del fascismo non sarebbe comunque la ripetizione dell’identico.<b> La storia non serve sempre gli stessi piatti, conditi alla stessa maniera, nello stesso ordine e con gli stessi nomi nel menu.</b> Per introdurre l’argomento Palheta ricorre al concetto di <i><b>“equivalente funzionale”</b></i>, coniato dallo storico <b>Robert Paxton</b> e che sembra un’implicita risposta a Traverso. E’ vero dell'islamofobia non si può dire che sia un surrogato o una riformulazione dell’antisemitismo, si può dire invece che sia un equivalente funzionale, cioè che abbia la stessa funzione di creazione di un nemico interno proprio nel senso dell’ideologia fascista. L’abbandono dell’antisemitismo (ma il 40 per cento dei simpatizzanti del Fronte ha i pregiudizi tradizionali verso gli ebrei) è servito a giustificare l'islamofobia come “razzismo rispettabile” con l’avallo dei liberisti-liberali di destra e di sinistra. <b>La funzione che il Fronte attribuisce al nazionalismo xenofobo e razzista, e l’uso politico che ne viene fatto, sono del tutto all'interno dell’ideologia fascista, la cui sostanza non è poi così diversa dal fascismo classico.</b></span></span><br />
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b>L’ideologia fascista promette in genere la rigenerazione di una comunità immaginaria considerata come organica (nazione, razza, civiltà) attraverso la purificazione etnorazziale e l’annientamento di ogni forma di conflitto sociale e di ogni contestazione (politica, religiosa, artistica) e l’eliminazione di tutto ciò che mette in pericolo la sua unità immaginaria. </b>La comunità mitificata non è necessariamente biologica, può essere politica, etnolinguistica o religiosa. A dire il vero questa descrizione dell’ideologia fascista si adatta a realtà molto diverse tra loro, ma Palheta spiega poi il rapporto tra la comunità immaginaria e la crisi delle forme tradizionali di egemonia del capitalismo, quelle appunto che gli sono più congeniali. L’idea che la violenza fascista abbia la sua origine nella brutalizzazione dei conflitti politici iniziata con la Grande Guerra risponde a verità, così come la constatazione che nulla di simile esiste oggi in Europa. Ma, se si scava un po’ più a fondo, si individuano gli “equivalenti funzionali”, cioè le forme nuove o latenti di violenza. Per esempio le logiche della disumanizzazione del nemico e del e del trattamento d’eccezione che coniugano la violenza con il razzismo. E per esempio la delega della violenza ai gruppuscoli ai margini del Fronte, che si è talvolta felicitato delle loro imprese. <b>Ma esiste soprattutto un altro modo in cui il partito di Marine Le Pen può esercitare la violenza: il Fronte ha una notevole presenza negli apparati repressivi dello Stato, in modo particolare nei più violenti. Questo fatto può anche rendere superflua la creazione di milizie incaricate della repressione degli oppositori. </b>Palheta riserva poi uno spazio adeguato a smontare alcuni luoghi comuni sull'impianto sociale del Fronte con ragionamenti che non è possibile qui riportare, ma che restituiscono l’immagine di un <b>partito con ancoraggio nelle classi medie. Tra gli operai primo partito è l’astensionismo, mentre solo 1 operaio su 7 ha votato per l’estrema destra. Anche se, e la cosa non è priva di significati, tra gli operai che votano il Fronte è in maggioranza ( i dati sono delle elezioni regionali del 2015)</b>. Tra parentesi: l’aspetto sociale del fascismo non è una novità. Lo squadrismo contro le lotte operaie e popolari si è accompagnato talvolta all'agitazione di temi sociali, coerentemente con l’ideologia di uno Stato-Nazione capace di armonizzare interessi operai e padronali.</span></span><br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEixoLDnagvknhDB4EDe4Bw5ZEDEWnGE93rcBbURmj7d3aatRpSZ81P755uWfu3YRL6CtK622ExaxLIp0fWNtXEmN-HQc1LyLnMQEGNddYxmWxA56BaHyuGunHoOS71OSrPGyuD_Jpmo8CM/s1600/RS_Municipales-2020-Je-m-engage_W2.gif" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-size: large;"><img border="0" data-original-height="525" data-original-width="600" height="350" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEixoLDnagvknhDB4EDe4Bw5ZEDEWnGE93rcBbURmj7d3aatRpSZ81P755uWfu3YRL6CtK622ExaxLIp0fWNtXEmN-HQc1LyLnMQEGNddYxmWxA56BaHyuGunHoOS71OSrPGyuD_Jpmo8CM/s400/RS_Municipales-2020-Je-m-engage_W2.gif" width="400" /></span></a></div>
<span style="font-size: large;"><b><span style="color: red; font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></b>
<b><span style="color: red; font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></b>
<b><span style="color: red; font-family: "verdana" , sans-serif;">Il fascismo diffuso</span></b></span><br />
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Malgrado la molta carne messa al fuoco, la tesi di Palheta è lineare. Esiste in Francia un pericolo fascista che può essere evitato, prima di tutto se lo si riconosce come tale e gli si dà il suo nome. Il rischio è che la tuta mimetica indossata dal<i> Front National</i>, divenuto di recente<i> Ressemblement National</i>, lo renda a troppi non riconoscibile. Non è saggio invece ridurre il perimetro del fascismo ai gruppuscoli più radicali: della flotta fascista il Fronte è la nave ammiraglia, la cui potenza dà fiducia alle piccole imbarcazioni che le gravitano intorno. La presenza di <b>un’estrema destra agguerrita e con un forte consenso elettorale assume il suo significato di disastro possibile, se lo si accosta alla profondità della crisi economica e politica, nel cui contesto una pacifica alternanza tra partiti tradizionali al governo appare tra le varie ipotesi la meno probabile.</b></span></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">L’ampiezza della documentazione e la solidità degli argomenti del libro non risolvono del tutto i problemi, soprattutto se si considerano altre destre radicali e altri contesti. Palheta rappresenta dinamiche altrettanto instabili e incerte di quelle descritte da Traverso e che spiegano perché fissarsi su una definizione è difficile. Traverso ipotizza un postfascismo destinato a diventare qualcosa il cui nome non è ancora scritto, ma non esclude che possa diventare neo. Palheta sottolinea gli aspetti che lo rendono neo, ma non esclude che possa trasformarsi in post.</span><br />
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Inoltre <b>alcune caratteristiche che Palheta considera testimonianza di una natura fascista possono caratterizzare anche forze politiche che sarebbe un grave abuso chiamare fasciste</b>. Il <b>Movimento 5 Stelle</b> per esempio definisce se stesso “né di destra né di sinistra” ed è evidentemente sia di destra sia di sinistra e la parte di destra non è certo moderata. Anna Maria Rivera in una discussione sul “nuovo ciclo politico globale” al Giardino dei Ciliegi di Firenze ha ricordato il lungo passo del <i>Mein Kampf</i> contro i “giullari del parlamentarismo” pubblicato nel blog di Grillo, l’11 febbraio del 2006, le invettive contro i Rom romeni, la mano tesa a Casa Pound. L’antifascismo non è un problema che mi compete, rassicura Grillo. Anche l’efficace descrizione della comunità mistificata non si adatta solo al fascismo ma anche ad alcune forme di integralismo e di totalitarismo.</span></span><br />
<b><span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Esiste poi in Italia nella sinistra radicale un problema opposto a quello di non riconoscere e nominare il fascismo, cioè quello di farne un uso estensivo ed eccessivo, con l’effetto di banalizzarlo e di dargli un’immagine meno minacciosa che nella realtà.</span></b><br />
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b>In Italia perfino la “nave ammiraglia”, la Lega, pone qualche problema.</b> Il doppio gioco non è senza conseguenze sulle convinzioni dei militanti e dei simpatizzanti, spesso confuse. Un piccolo episodio significa forse qualcosa. Nel mese di settembre il giornalista Gad Lerner, esperto di vicende leghiste, si è recato a un raduno della Lega in cui è stato accolto con fischi e invettive. Un militante gli si è avvicinato, rimproverandolo per aver definito il suo partito (e quindi lui stesso) fascista e pretendendo le scuse. Nello stesso momento, pronunciata con un tono d’insulto, si è sentita la parola “ebreo” e Lerner appartiene davvero a una famiglia di religione ebraica.</span></span><br />
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">C’è poi un<b> problema di credibilità</b>. Pochi considerano appropriato per la Lega la definizione di fascista, non più comunque di quelli disposti a credere a Berlusconi, quando chiama il PD comunista. La tendenza a considerare “fascista” più l’insulto di avversari politici che la realtà si estende perfino al partito erede del Movimento Sociale, fondato dall’uomo che firmò le leggi fasciste contro gli ebrei. La sua leader a chi l’accusa di aver reso omaggio ai convenuti di Verona, che aspirano a rimandare le donne a casa, risponde portando se stessa e il proprio ruolo come testimonianza di una calunnia. Incita un’assemblea di partito ad applaudire un avversario politico e chiama gli uomini del nuovo governo “ladri di democrazia”. E non senza un certo fondamento.</span></span><br />
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Infine<b> il potere stigmatizzante dell’appellativo “fascista” da tempo ha perso forza in Italia</b>. Per altro per una ventina d’anni (o poco meno) dopo la seconda guerra mondiale l’antifascismo è stato assai debole per il timore del partito di maggioranza, la Democrazia Cristiana, di riconoscere meriti al Partito Comunista, protagonista della Resistenza. L’Italia è diventata antifascista dalla metà degli anni Sessanta, anche in seguito alle stragi fasciste, che oggi la maggioranza degli Italiani attribuisce alle Brigate Rosse. Il berlusconismo ha operato una vera e propria devastazione della memoria, anche quando la destra non è stata al governo, grazie al controllo diretto e indiretto di gran parte dei mezzi di comunicazione.</span></span><br />
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Queste considerazioni non tolgono nulla alla validità degli argomenti di chi teme in prospettiva la minaccia fascista. Servono solo a far presente una prima esigenza. Certo si tratta di mobilitarsi contro partiti e governi ma soprattutto contro un fenomeno che potremmo chiamare di <b>“fascismo diffuso”</b>, cioè contro le narrazioni e le pratiche che ne costituiscono le basi e le premesse e che vivono nella società italiana a prescindere dalla condensazione in partiti e movimenti.</span></span><br />
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<b><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></b>
<b><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">11 Ottobre 2019</span></b></span><br />
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<b><span style="color: magenta; font-family: "verdana" , sans-serif;">dal sito <a href="http://www.communianet.org/">"Communia network"</a></span></b></span><br />
<span style="font-size: large;"><b><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></b>
<b><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></b>
<b><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></b></span>
<b><br /></b>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8489625967284893808.post-80575646966833209022019-08-10T17:03:00.000+02:002019-08-10T17:08:57.992+02:00L’ALTRO UNIVERSO TOTALITARIO: ODISSEA ITALIANA NEL GULAG di Antonio Carioti<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b><br /></b></span></div>
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<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b><br /></b></span></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjm7dseoMi1rDc6Ua_pQHzdtwPaVT578lIt4zMYf8LHZjXPYBEjpkh2bTA1cRIhdrTHoeUJ4EnC6x__qWunQDgeEGb0_BUjBwrGIOx53Y-rA8LYI64sUnNVBeMKmfrn04sV54lF-RNkWWY/s1600/CORNELI1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="499" data-original-width="356" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjm7dseoMi1rDc6Ua_pQHzdtwPaVT578lIt4zMYf8LHZjXPYBEjpkh2bTA1cRIhdrTHoeUJ4EnC6x__qWunQDgeEGb0_BUjBwrGIOx53Y-rA8LYI64sUnNVBeMKmfrn04sV54lF-RNkWWY/s400/CORNELI1.jpg" width="285" /></a></div>
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<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b><br /></b></span></div>
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<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b><br /></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><b>Il comunista Dante Corneli si rifugiò in Urss in epoca fascista ma venne internato. Ora escono tutti i suoi scritti, testimonianza della repressione staliniana (e della connivenza di Togliatti)</b></span></div>
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<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
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<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
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<b><span style="color: red; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">L’ALTRO UNIVERSO TOTALITARIO:</span></b></div>
<div style="text-align: center;">
<b><span style="color: red; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">ODISSEA ITALIANA NEL GULAG </span></b></div>
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<span style="color: red; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>di Antonio Carioti</b></span></div>
<br />
<br />
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Tutti sanno che l’Italia vanta uno dei più importanti testimoni di Auschwitz, quel Primo Levi di cui abbiamo appena celebrato il centenario della nascita. Assai meno noto è il nostro connazionale che raccontò la sua esperienza diretta nell'altro universo concentrazionario del Novecento, il Gulag.</span><br />
<a name='more'></a><span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Quanti hanno sentito parlare di Dante Corneli, rinchiuso per dieci anni nei campi staliniani del complesso di Vorkuta, oltre il Circolo polare artico?</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Certo, tra i due corrono enormi differenze. Levi era uno scrittore colto e di talento, le sue opere occupano un posto d’eccellenza nella letteratura mondiale. Corneli, nato a Tivoli (Roma) nel 1900 e morto nella stessa cittadina a novant'anni, era un operaio autodidatta: le sue pagine non hanno grandi pregi narrativi, ma il semplice vigore dell’autenticità. Li accomuna tuttavia la freddezza con cui vennero accolti inizialmente i loro resoconti dai lager. Com'è noto, <i><b>Se questo è un uomo</b></i> di Levi nel 1947 fu rifiutato dall'editore Einaudi e uscì presso la piccola casa De Silva. Corneli, tornato dall'Urss in Italia nel 1970, offrì inutilmente le sue memorie a Rizzoli, Mondadori e Rusconi, poi cominciò a pubblicarle in opuscoletti stampati a sue spese, che chiamava ironicamente <i>samizdat </i>come i materiali del dissenso sovietico.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Poi Levi si affermò: la riedizione Einaudi del suo primo libro, nel 1958, gli aprì meritatamente le porte delle notorietà. Anche Corneli, grazie all'aiuto del dirigente </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">del Pci Umberto Terracini, critico da sempre verso l’ortodossia stalinista, ebbe la soddisfazione di vedere pubblicata nel 1977 una sintesi piuttosto purgata dei suoi ricordi, dal titolo Il redivivo tiburtino, presso una piccola editrice comunista eretica, La Pietra. Ma solo adesso le sue opere sull'esperienza sovietica sono state raccolte in tre volumi dall'editore Massari.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Il primo libro, intitolato <b>Ritorno dal Gulag</b>, è curato da Andrea Furlan, che ha assemblato tutti gli opuscoli di memorie editi in proprio da Corneli: sindacalista e militante comunista fuggito in Urss dopo aver ucciso nel 1922 il segretario fascista di Tivoli Guglielmo Veroli, l’autore aveva aderito all'opposizione antistaliniana guidata </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">da Lev Trotsky ed era stato espulso dal partito sovietico, poi aveva fatto autocritica nel 1929, quindi era stato travolto dalle grandi purghe nel 1936. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Dopo dieci anni di </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Gulag, era stato liberato e inviato al confino fino al 1948, quando aveva potuto ricongiungersi con la moglie e il figlio per essere poi spedito l’anno dopo con la famiglia al soggiorno obbligato in zona artica, a Igarka, da dove se ne era potuto andare solo nel 1960.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Rispetto al <i>Redivivo tiburtino</i>, che era stato rivisto in sede editoriale, lo stile degli scritti curati da Furlan è meno sorvegliato, ma ci sono molti dettagli in più sulla </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">vita grama dei lavoratori sovietici e la natura oppressiva del regime. Parti che <i>La Pietra</i> aveva preferito omettere in quanto raffiguravano in concreto il fallimento di un </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">intero sistema. Terrificante il resoconto dei campi, nei quali però Corneli, mutilato a una mano, era sfuggito al lavoro più massacrante (e certo anche per questo si era</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">salvato): oltre alle frequentissime morti di stenti, non mancavano le esecuzioni di massa dei prigionieri.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiwm6rkMu1KBk7vmuk6a_wKGs8VqYaW73vZ-3CWGLIsAKzu7aXoiq6KXxHIs6hf5OsHbNJO78XfEoPNmqtHZ2DJv4PZ_AmU81rQPx-H1L6Mx_SYEm3_hEWSrSrk-hnKfdboEMmG55RW6Xs/s1600/CORNELI2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1139" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiwm6rkMu1KBk7vmuk6a_wKGs8VqYaW73vZ-3CWGLIsAKzu7aXoiq6KXxHIs6hf5OsHbNJO78XfEoPNmqtHZ2DJv4PZ_AmU81rQPx-H1L6Mx_SYEm3_hEWSrSrk-hnKfdboEMmG55RW6Xs/s400/CORNELI2.jpg" width="283" /></a></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Il secondo volume, curato da Antonella Marazzi, richiama già nel titolo, <b>Italiani vittime di Togliatti e dello stalinismo</b>, un’altra differenza tra Corneli e Levi. Se infatti lo sterminio gli ebrei, grazie anche allo scrittore piemontese, è da tempo parte integrante della nostra memoria collettiva, non altrettanto può dirsi della re</span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">pressione che colpì gli esuli antifascisti italiani sotto Stalin. Si tratta di centinaia di persone arrestate, fucilate, mandate ai lavori forzati per ragioni politiche, con accuse spesso farneticanti, dal regime del Paese nel quale si erano rifugiate. Corneli, già anziano, aveva dedicato le sue energie a ricostruirne le vicende, contattando i pochi superstiti e le famiglie dei morti, passando lunghe giornate all’Archivio di Stato per studiare i loro fascicoli raccolti dalla polizia fascista.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgLbYgW2322CVKh2cY1t7mY7S3kcNlhGHn9oiqaJqrLrNFpr0ccCoDGA2tbyTfK4Zn5pSuubMkiJyYGaQS_b0pMaZZ2ViQqlvYw7qeCcJAUr12isAXz7q9V9jvGk1uIAUmY-2v2O9_tsgs/s1600/CORNELI+3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="499" data-original-width="358" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgLbYgW2322CVKh2cY1t7mY7S3kcNlhGHn9oiqaJqrLrNFpr0ccCoDGA2tbyTfK4Zn5pSuubMkiJyYGaQS_b0pMaZZ2ViQqlvYw7qeCcJAUr12isAXz7q9V9jvGk1uIAUmY-2v2O9_tsgs/s400/CORNELI+3.jpg" width="286" /></a></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
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<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">L’inserimento del nome di Togliatti nel titolo della raccolta corrisponde all'idea che Corneli si era fatto sul leader storico del Pci, sottolinea l’editore Roberto Massari, che a sua volta ha curato il terzo volume <b>Dal leninismo allo stalinismo</b>, dedicato alla parabola della rivoluzione d’Ottobre. <i>«Corneli, in apparenza un vecchietto semplice e bonario, era dotato di una profondissima saggezza interiore. Nonostante le sofferenze subite, non nutriva rancore verso chi gliele aveva inflitte o aveva comunque approvato il terrore. Ma mi sento di dire che nel rimarcare le colpe di Togliatti abbiamo esaudito un suo desiderio»</i>, dichiara alla <i>«Lettura»</i> Massari, che ha co</span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">nosciuto personalmente il reduce dal Gulag.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">In effetti nel secondo volume Corneli afferma che Togliatti non solo fece del Pci <i>«un partito staliniano dei più settari e dei più ortodossi»</i>, ma fu pienamente corresponsabile della <i>«politica di repressione» </i>perseguita dal Cremlino. Una certa storiografia si limita ad ammettere che il leader comunista non protesse i compagni </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">perseguitati, ma molti sono gli elementi per affermare che avallò l’attività di delazione verso i reprobi, nella quale si distinsero dirigenti come suo cognato Paolo Robotti (poi arrestato e torturato, ma infine liberato dagli aguzzini sovietici).</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">L’editore <i>La Pietra</i> nel 1977 aveva presentato Corneli, nella quarta di copertina del Redivivo tiburtino, come un comunista irriducibile, ma si tratta di una forzatura.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><i>«Purtroppo Stalin</i> — osserva Massari — <i>ha squalificato per sempre il termine comunista. Corneli rimaneva certamente legato ai suoi ideali giovanili di giustizia sociale, ma difendeva la democrazia e rigettava ogni ricorso alla violenza politica»</i>. Forse per questo non trovò molto ascolto nella sinistra extraparlamentare: <i>«Figuriamoci, quell’ambiente dopo il Sessantotto s’infatuò di Mao, che era un dittatore spietato quanto Stalin. Solo noi trotskisti davamo ascolto a Corneli».</i></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><i><br /></i></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><i><br /></i></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhZeCZz5tGeb7JV94Pd7nseADN4WTwo0oh-carb1KE1537fjZqP2hLx7k28Oo_jsgV54lF50bZOYdn_Tq4W69L5SEhyn0n8ZMT_9CXphvfZv4Valur42jUxZEq1MfP5R05mmGmQBXZgraM/s1600/CORNELI.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="188" data-original-width="268" height="280" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhZeCZz5tGeb7JV94Pd7nseADN4WTwo0oh-carb1KE1537fjZqP2hLx7k28Oo_jsgV54lF50bZOYdn_Tq4W69L5SEhyn0n8ZMT_9CXphvfZv4Valur42jUxZEq1MfP5R05mmGmQBXZgraM/s400/CORNELI.jpg" width="400" /></a></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<b><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Dante Corneli durante un incontro</span></b></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<b><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">a
Torino nel 1983 (foto di</span></b></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<b><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Michele
D’Ottavio, archivio </span></b><b><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">di
Marcello Braccini)</span></b></div>
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><i><br /></i></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><i><br /></i></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>4 Agosto 2019</b></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><i><br /></i></span>
<span style="color: magenta; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>Dal "Corriere della Sera"</b></span><br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiH-NO6maQOPAXqQ8Qu8lYypU6P4YMojArsatY1aMhFJzP3HRFd1WA-tter15v8x89zSwvCDjm9QcIbie4rx5MrGcDYCySlPpscDpeSI1nZL7dhKJ5dbXQ6bs7-3yYwQ1IglgBXgQF9XN8/s1600/CORNELI1.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="499" data-original-width="356" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiH-NO6maQOPAXqQ8Qu8lYypU6P4YMojArsatY1aMhFJzP3HRFd1WA-tter15v8x89zSwvCDjm9QcIbie4rx5MrGcDYCySlPpscDpeSI1nZL7dhKJ5dbXQ6bs7-3yYwQ1IglgBXgQF9XN8/s200/CORNELI1.jpg" width="142" /></a></div>
<br />
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>DANTE CORNELI</b></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><i><b>Ritorno dal Gulag.</b></i></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><i><b>Memorie del Redivivo tiburtino </b></i></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">A cura di Andrea Furlan</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">MASSARI Editore</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Pagine 256,€ 20</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><i><br /></i></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjIQMK3wzcMznweTa_xv_uuEkkqXyegTZ6DbuyDB102IbZ_v2Vf8-Bjwsfozy5ics11N0fE3W9-Ypj4AKiAeA0dPVFrrwszQgCjWcQLkH0MPAhiGElU_XIEHy4Njpnu8zdHfs8pq4ezz_M/s1600/CORNELI2.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1139" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjIQMK3wzcMznweTa_xv_uuEkkqXyegTZ6DbuyDB102IbZ_v2Vf8-Bjwsfozy5ics11N0fE3W9-Ypj4AKiAeA0dPVFrrwszQgCjWcQLkH0MPAhiGElU_XIEHy4Njpnu8zdHfs8pq4ezz_M/s200/CORNELI2.jpg" width="141" /></a></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>DANTE CORNELI</b></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><i><b>Italiani vittime di Togliatti</b></i></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><i><b>e dello stalinismo</b></i></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">A cura di Antonella Marazzi</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">MASSARI Editore</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Pagine 336,€ 23</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhcucHpZj48ulNqzgYQo20rdRmiPNVti7892XqRx7gksR9tF1hZmanx0oqRdqauVyPf4NSGvLgVihtuQt0V3cOdnfWxx-ZQ5AR0D7IFvSM7s21L2aDF1bUm8yBJBy_GFIs5eOzb8R7_-fE/s1600/CORNELI+3.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="499" data-original-width="358" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhcucHpZj48ulNqzgYQo20rdRmiPNVti7892XqRx7gksR9tF1hZmanx0oqRdqauVyPf4NSGvLgVihtuQt0V3cOdnfWxx-ZQ5AR0D7IFvSM7s21L2aDF1bUm8yBJBy_GFIs5eOzb8R7_-fE/s200/CORNELI+3.jpg" width="143" /></a></div>
<b style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-large;"><br /></b>
<b style="font-family: verdana, sans-serif;"><span style="font-size: large;">DANTE CORNELI</span></b><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><i><b>Dal leninismo</b></i></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><i><b>allo stalinismo</b></i></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">A cura di Roberto Massari</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">MASSARI Editore</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Pagine 336,€ 23</span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8489625967284893808.post-15721632244011163662019-08-07T07:49:00.000+02:002019-08-07T07:49:40.802+02:00ISRAELE: UNO STATO A PARTITO UNICO di Gideon Levy<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjpzj9OGowb2Cl8OZThvV0VGiP1L14VOp8_BVccBeSdXsLlMaNXtEoraX8AQ9j0o0T_Os8yH2AAfuOd2WT88m6fR3xNVrkXo45MsRlD7f1Ecj4gSWsIzCyXzA1grDbl_MtmCNxTYdIwEiA/s1600/netanyahu-trump-buco-nero.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="804" data-original-width="650" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjpzj9OGowb2Cl8OZThvV0VGiP1L14VOp8_BVccBeSdXsLlMaNXtEoraX8AQ9j0o0T_Os8yH2AAfuOd2WT88m6fR3xNVrkXo45MsRlD7f1Ecj4gSWsIzCyXzA1grDbl_MtmCNxTYdIwEiA/s400/netanyahu-trump-buco-nero.png" width="322" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: red; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: red; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: red; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>ISRAELE: </b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: red; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>UNO STATO A PARTITO UNICO</b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: red; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>di Gideon Levy</b></span></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Questo giovedì 1° agosto verranno registrate [in vista delle elezioni in Israele il prossimo 17 settembre] decine di liste elettorali, in una dimostrazione fasulla di pluralismo. La popolazione è polarizzata? Non politicamente. Gli elettori hanno spirito critico? Altra illusione. Le elezioni prospettano alternative? Altro inganno.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Israele sta trasformandosi in un Paese che ha una sola idea, e pertanto di fatto in uno Stato a partito unico. Certo, vi sono innumerevoli liste elettorali, e due blocchi, uno di sinistra e l’altro di destra. Molto rumore per nulla. Le differenze fra loro sono trascurabili, a eccezione di una questione che eclissa tutte le altre: sì o no a Benyamin Netanyahu.</span><br />
<a name='more'></a><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Chiunque invidi gli Stati Uniti perché non vi sono che due partiti dovrebbe sapere che in Israele ve ne sono ancora di meno. Le differenze fra Bernie Sanders, Elizabeth Warren e Donald Trump sono molto più marcate di quelle fra Netanyahu, Benny Gantz ed Ehud Barak. Quando l’obiettivo principale si riduce alla fusione fra i partiti (prima delle elezioni) e all’unità (governativa, dopo le elezioni), l’abisso [che sembra esservi fra loro] non è affatto un abisso, il fossato non è un fossato. Solo il vuoto è veramente un vuoto.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Non che non vi siano differenze. Vi sono, ma di tipo retorico. Uno manifesta apertamente il suo razzismo, e ne va fiero, mentre l’altro lo sottace. Uno si ammanta di belle parole a favore dei diritti universali, come la giustizia l’eguaglianza la pace e il diritto internazionale, l’altro se ne fa beffe. Ma al di sotto degli slogan non vi sono differenze, solo scontri personalistici. Guardate come di questi tempi i partiti si fondano fra loro senza difficoltà [in vista delle elezioni]. L’unico problema si riduce a quello di sapere chi sarà in lista per la Knesset [il Parlamento israeliano]. Nessuno si preoccupa d’altro. Partiti senza programmi e liste elettorali senza direzione sono facili da fondere: è sufficiente mettersi d’accordo su chi avrà un posto sicuro nelle liste elettorali.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">L’unità è l’obiettivo di tutti, ma per che farne? Alla fine di tutte queste discussioni sull'unità e sui sindacati [Amir Peretz, già dirigente del sindacato Histadrut e già ministro della Difesa, è a capo del Partito laburista], quel che ci attende è l’uniformità. Così come secondo Tzav Piyus [“Il dovere di riconciliarsi”, partito fondato nel 1996] gli Ebrei laici devono rispettare i sentimenti degli Ebrei religiosi, allo stesso modo l’unità viene fatta a rimorchio della destra. Di questo si tratta quando la destra, e anche l’estrema destra, viene giudicata normale mentre la sinistra, anche quella moderata, è vista come una maledizione.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">La prossima Knesset avrà di nuovo una maggioranza assoluta e totalitaria su un preciso orientamento, con esclusione di tutti gli altri. Oltre 100 dei suoi 120 deputati saranno infatti sionisti, e un numero di deputati sorprendentemente simile a questo sarà a favore dell’occupazione [dei territori palestinesi]. In nessuna democrazia esistono maggioranze simili.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Il sionismo è un’ideologia come tante. Potete esserne a favore o contro, o pensare che ha fatto il suo tempo. Ma non in Israele. Un israeliano ebreo non può non essere sionista. Il sionismo è una religione imposta. Si tratta del primo caso di coercizione religiosa da queste parti.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Nessuno si dà la pena di chiarire cosa significhi oggi il sionismo. È come una vacca sacra. Nessun partito osa contestarlo, modernizzarlo od opporvisi, a eccezione degli Haredim [“Timorati di Dio”, gli ultraortodossi] – che però in maggioranza nella pratica sono leali sionisti – e degli Arabi, che in qualche modo ne sono autorizzati. Ma ciò che è ancora più stupefacente è il totale sostegno al proseguimento dell’occupazione. Con l’eccezione della Lista unita [fra Hadash, collegata al Partito comunista israeliano, e tre formazioni arabe], nessun partito inalbera la bandiera dell’opposizione all’occupazione. Il Meretz guidato da Ehud Barak non ha più questa caratterizzazione, mentre il Partito laburista non l’ha mai avuta.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Se tutti sono sionisti e tutti appoggiano l’occupazione, e non si propongono nemmeno di porvi fine, non si può parlare di reali divergenze d’opinione. Tutti sono anche d’accordo sulle guerre che qui si fanno, quanto meno quando cominciano. E la bandiera che il centrosinistra si sforza di sventolare, quella della battaglia per la democrazia e per la difesa del sistema giudiziario, è la bandiera degli ipocriti. Coloro che sono a favore dell’occupazione non hanno diritto di parlare di democrazia, né di indipendenza dei tribunali: sono gli stessi che hanno accettato in modo vergognoso la richiesta dell’establishment della Difesa di poter distruggere 70 appartamenti a Gerusalemme Est [a Wadi Hummus, col pretesto che erano troppo vicini alla barriera di separazione; decisione approvata dalla Corte suprema]: nessuno di questi sacri guardiani dell’indipendenza dei tribunali ha aperto bocca.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Le elezioni israeliane sono uno spettacolo, come tutto ciò che passa la televisione. I media provocano una specie di suspense artificiale su chi vincerà e chi perderà, come avviene in ogni reality show. I loro risultati saranno inevitabili quanto lo sono le risposte agli assurdi quiz dei reality. C’è bisogno di politici che abbiano qualcosa da dire, giusto per poter cambiare un po’.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><i>Il testo originale di questo articolo è stato pubblicato sul quotidiano israeliano </i><b>«Haaretz»</b><i> il 1° agosto 2019, e tradotto in francese dalla redazione del sito svizzero </i><b>«Alencontre»</b><i>, cui si devono anche gli interventi fra parentesi quadre:</i></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><a href="http://alencontre.org/moyenorient/israel/israel-est-un-etat-a-parti-unique.html"><b><span style="color: red;">http://alencontre.org/moyenorient/israel/israel-est-un-etat-a-parti-unique.htm</span></b>l</a></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>Traduzione di Cristiano Dan</b></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span>
<b style="color: magenta; font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: large;">DAL SITO <a href="http://antoniomoscato.altervista.org/index.php">Movimento Operaio</a></span></b><br />
<span style="color: magenta; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<br />
<b style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: large;">La vignetta è del Maestro Mauro Biani</span></b><br />
<b style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-large;"><br /></b>
<b style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-large;"><br /></b>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8489625967284893808.post-83114470345160083772019-08-05T20:08:00.000+02:002019-08-05T20:08:17.372+02:00HIROSHIMA E NAGASAKI: STORIA DI UNA MISTIFICAZIONE INTERESSATA di Aldo Bronzo<div style="text-align: center;">
<b><span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span></b></div>
<div style="text-align: center;">
<b><span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span></b></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiKNcN86D7IoFkbz8tGTJaaflgc4ZZPqQ9BOkAgvoQMIO5X0vvRTG7xIUjzrrhWMqx2UwEosFVelAWuH5i2FP7OJxoTV64DuB9_PZpTxQWfmcwMat6YQkyeYqMhcou-pyyYxOrG-agRyng/s1600/hiro.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="427" data-original-width="600" height="283" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiKNcN86D7IoFkbz8tGTJaaflgc4ZZPqQ9BOkAgvoQMIO5X0vvRTG7xIUjzrrhWMqx2UwEosFVelAWuH5i2FP7OJxoTV64DuB9_PZpTxQWfmcwMat6YQkyeYqMhcou-pyyYxOrG-agRyng/s400/hiro.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<b><span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span></b></div>
<div style="text-align: center;">
<b><span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span></b></div>
<div style="text-align: center;">
<b><span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span></b></div>
<div style="text-align: center;">
<b><span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">HIROSHIMA E NAGASAKI:</span></b></div>
<div style="text-align: center;">
<b><span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">STORIA DI UNA MISTIFICAZIONE INTERESSATA </span></b></div>
<div style="text-align: center;">
<b><span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">di Aldo Bronzo</span></b></div>
<div style="text-align: center;">
<b><span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span></b></div>
<div style="text-align: center;">
<b><span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span></b></div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<i><b><span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">In occasione del 74° anniversario del bombardamento atomico della città giapponese di Hiroshima il 6 agosto 1945 (seguito poi tre giorni dopo da quello di Nagasaki), pubblichiamo volentieri un breve testo del compagno Aldo Bronzo, che opera un’efficace demistificazione della narrazione ufficiale deresponsabilizzante di tutti i governi statunitensi succedutisi fino ai giorni nostri, dimostrando che il bombardamento atomico delle due città giapponesi fu un deliberato crimine contro l’umanità.</span></b></i><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQAQkOLOyq-4RuB1dMESL5G5ysYdyX7TAmp7qqhE9YbNN67tmZ2gMVyYByX2tQtSLouZ47K_yORkMBtGUuhY1Qx7DTSyJhyphenhyphen9hupbdkX8FFo1VC8Zvx0xiYW5L6CRs9w57IlZNfML8CgHw/s1600/hiroshima.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="909" data-original-width="1200" height="302" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQAQkOLOyq-4RuB1dMESL5G5ysYdyX7TAmp7qqhE9YbNN67tmZ2gMVyYByX2tQtSLouZ47K_yORkMBtGUuhY1Qx7DTSyJhyphenhyphen9hupbdkX8FFo1VC8Zvx0xiYW5L6CRs9w57IlZNfML8CgHw/s400/hiroshima.jpeg" width="400" /></a></div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b>LA RIMOZIONE “STORICA” DI HIROSHIMA E NAGASAKI. </b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b>UNA CELEBRAZIONE DI BASSO PROFILO TRA GIUSTIFICAZIONI POCO CONVINCENTI E RICOSTRUZIONI DI COMODO</b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">La ragion di Stato, ancora una volta, ha svolto a suo modo il ruolo imposto dalle circostanze. L’esigenza largamente prioritaria avvertita dai circoli dirigenti statunitensi di stringere ulteriormente le relazioni diplomatico-militari con le autorità giapponesi in posizione antitetica all'accentuata presenza commerciale e politica della Cina nell'area ha assunto una funzione cruciale. Anche a costo di sdoganare militarmente il Giappone, avallando la decisione del governo di Tokyo perché all'occorrenza impegni i propri contingenti militari anche fuori dei confini nazionali, in aperta violazione a quanto sancito dalla stessa costituzione approvata al termine del 2° conflitto mondiale. Insomma, sotto l’incalzare degli eventi, si sono consolidate alleanze e si sono delineati ruoli da cui hanno preso corpo le relative iniziative di ordine attuativo; e se le intese nippo-americane andavano consolidandosi, era giocoforza chiudere in qualche modo “l’incidente” di 74 anni fa, magari ricorrendo ad un “rincrescimento” abbastanza sfumato e non molto convinto da parte delle massime autorità statunitensi per quanto accadde allora a Hiroshima e Nagasaki, quasi come se il lancio delle due bombe atomiche americane nell'agosto del 1945 fosse da ascrivere ad evenienze accidentali – o meglio ancora ad un’oscura incarnazione del maligno – e non a precise scelte politiche e strategiche di cui qualcuno si decise a porre in essere e ad assumersene conseguentemente le responsabilità.</span><br />
<a name='more'></a><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Un contesto specifico in cui è maturata la discutibile sortita di Obama di qualche anno fa quando, mentre il suo mandato alla Casa Bianca volgeva al termine, si recò personalmente a Hiroshima dove, senza disdegnare il ricorso a qualche sermone moraleggiante, non si fece pregare più di tanto per prendere concettualmente le distanze dagli “orrori” derivanti dal ricorso alle nucleari e atomiche. Quelle degli altri, s’intende, dal momento che dal termine del 2° conflitto mondiale gli Stati Uniti hanno continuamente sviluppato e incrementato – con tutte le direzioni politiche che si sono succedute alla Casa Bianca – i propri arsenali di armi termonucleari sempre più devastanti, mentre ribadivano a chiare lettere che non intendevano affatto escludere di ricorrere al <i>first strike</i></span><i style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-large;"> </i><span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">contro chiunque si fosse configurato come un’effettiva alternativa alla loro egemonia. E questo anche dopo il crollo dell’Unione sovietica, quando la prevalenza statunitense non subiva più la “minaccia” di potenze che potevano effettivamente configurarsi come antitetiche al loro strapotere. Insomma per i dirigenti statunitensi – democratici o repubblicani che siano – la loro egemonia politica ed economica è un dato prioritario che non intendono mettere in discussione, ragion per cui non esitano a prospettare di ricorrere alluso anche del terrificante armamento nucleare di cui dispongono contro chiunque si delinei come un’alternativa magari solo potenziale alla loro consolidata prevalenza a livello planetario; un comportamento che si è consolidato nel tempo e che ha portato gli U.S.A. ad accumulare uno spaventoso stoccaggio di armi termonucleari che al momento, secondo valutazioni autorevoli degli stessi studiosi statunitensi, ammontano a circa 6.800 testate. Né si tratta di vecchi arnesi in disuso, se è vero che gli U.S.A. – senza renderne conto a nessuno – continuano costantemente a perfezionare questo micidiale arsenale di distruzione di massa, giusto per renderlo tremendamente più “efficace” delle bombe un po’ artigianali adoperate oltre 70 anni fa contro un Giappone ormai sconfitto. Il tutto magari associato a discutibili lezioni sulla “democrazia” o a sermoni chiarificatori sulla gestione del “mondo libero” di cui gli americani medesimi sarebbero, a loro insindacabile giudizio, i depositari quasi sacerdotali e i custodi insindacabili delle verità più recondite.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Resta comunque inteso che degli eventi che portarono al primo uso delle armi atomiche e del tremendo sterminio di vite umane che ne derivò, i dirigenti statunitensi che si sono succeduti nel tempo si sono ben guardati dal proporre interpretazioni critiche o valutazioni censorie; vanga per tutte il commento di Bill Clinton che mentre era in carica come presidente U.S.A. non esitò a dichiarare “La mia posizione, anche a distanza di 50 anni, è semplicemente che per doloroso che sia stato il Presidente Truman fece quello che doveva fare”. Dal suo canto Obama, nel corso della sua poco convincente sortita “pacificatrice” associata allo sdoganamento dell’esercito nipponico per eventuali impegni fuori dal territorio nazionale, si è guardato bene dal chiedere “scusa” per i terrificanti macelli messi a punto nella circostanza; in buona sostanza, tra condanne vagamente “etiche” degli effetti delle armi nucleari e proposte rappacificatrici dalla valenza perlomeno dubbia, si è continuato ad avallare la consueta tesi giustificativa statunitense, secondo cui il lancio delle due bombe atomiche contro Hiroshima e Nagasaki si sarebbe reso necessario per risparmiare la vita dei soldati americani che altrimenti avrebbero dovuto portare a fondo l’attacco conclusivo al territorio giapponese ricorrendo alla pratiche consuete. Non mancarono a suo tempo valutazione arbitrarie e cifre iperboliche in merito a questo “risparmio” di vite umane; nel 1946 Truman parlò di 250.000 caduti “evitati” e un anno dopo, con disinvoltura degna di miglior causa, li portò a 500.000. Winston Churchill, senza approfondire più di tanto l’astrusa vicenda, si spinse anche oltre e valutò in quel periodo in circa 1.200.000 i soldati americani a cui si sarebbe evitato la morte sicura. Insomma per inglesi e americani il lancio delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki fu un atto di sagace realismo politico; anzi quasi un’iniziativa di natura filantropica.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">La realtà, in effetti, fu profondamente diversa.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Infatti nel momento dato ai vertici dell’amministrazione civile e militare statunitense si era pienamente a conoscenza di come il Giappone stesse effettuando sondaggi diplomatici a diversi livelli per addivenire ad una “pace onorevole”, consistente in nulla di più che nella preservazione dell’istituzione imperiale, in relazione alla quale del resto già si delineavano convergenze preliminari grazie alle duttili intermediazioni del generale MacArthur. Per di più un telegramma del 5 maggio 1945 inviato a Berlino dall'ambasciatore tedesco a Tokyo, intercettato e immediatamente decodificato a Washington, elencava questi tentativi di resa e riferiva di un Giappone ormai stremato e sull'orlo del collasso. In buona sostanza ormai era chiaro che i giapponesi erano disponibili ad una “resa” con procedure che servivano solo a salvare la faccia ai responsabili del regime. Nulla di più. Tuttavia niente da fare; alla conferenza di Potsdam del luglio del 1945 Truman non volle sentire ragioni, anche se Stalin aveva provveduto personalmente ad informare la delegazione statunitense del fatto che il Giappone, tramite collaudati canali diplomatici, aveva sostanzialmente accettato di arrendersi e chiedeva la pace. Nondimeno da parte statunitense si replicò con il diniego più totale. Anzi Truman assunse via via toni più risoluti e atteggiamenti maggiormente sbrigativi, soprattutto dopo che il suo segretario personale provvide a recapitargli il seguente messaggio cifrato proveniente dagli scienziati che lavoravano a tempo pieno nel Nuovo Messico: <i>“Il bimbo è nato in modo soddisfacente”</i>. Cioè la bomba atomica era stata messa a punto e poteva essere adoperata.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Fu in questo contesto che Truman adottò la decisione di sganciare le bombe atomiche sul Giappone, inventandosi di sana pianta la giustificazione preventiva di una volontà nipponica di resistere ad oltranza. Eppure l'intelligence statunitense era pienamente a conoscenza delle devastazioni inflitte ai giapponesi dai bombardamenti americani diretti dal generale Curtis LeMay, prima tra tutte la “Tokyo Raids” quando 100.000 giapponesi vennero letteralmente bruciati vivi dal napalm statunitense. Nel marzo del 1945 ormai i giapponesi non avevano più scampo: era stato interrotto il rifornimento di petrolio e benzina, nessuna unità navale al di sopra di 1.000 tonnellate era operativa o galleggiante, l’operazione kamikaze non disponeva più di velivoli, tutte le fabbriche erano state rase al suolo. Quindi sganciare la bomba atomica era oggettivamente superfluo, come ebbe a confermare lo stesso Eisenhower che nelle sue memorie non esitò ad affermare:<i> “Il Giappone era stato sconfitto, per cui sganciare quella bomba era inutile. Lo dissi al Segretario alla guerra Stimson; il nostro Paese doveva evitare di traumatizzare l’opinione pubblica mondiale con l’impiego di un’arma di distruzione totale, che comunque non sarebbe servita a salvare la vita dei soldati americani”</i>.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">E allora perché gli americani ricorsero al lancio delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki? La verità sta nel difficile rapporto che in quella fase intercorreva con i sovietici. Infatti a far tempo dal 1941, dopo l’attacco nazista all’U.R.S.S., statunitensi e inglesi ritennero opportuno trovare una convergenza con la Russia di Stalin perché fronteggiasse meglio le armate della Wehrmacht. Solo che, dopo lo sconcerto iniziale, i sovietici seppero porre rimedio agli errori pregressi e riuscirono ad offrire una resistenza crescente alle truppe naziste; anzi col passare del tempo furono capaci di riorganizzarsi e di scatenare una micidiale controffensiva nel cuore dell’Europa. Al momento della conferenza di Potsdam del luglio del 1945 la guerra sul continente europeo registrava un rapporto delle forze in campo assolutamente delineato grazie ai trionfi dell’Armata rossa: il nazifascismo era stato sconfitto in Italia e Francia; a Est l’avanzata sovietica aveva liberato la Polonia e in marzo premeva su Berlino. In pratica inglesi e americani avevano ragione di temere che le armate sovietiche, nel corso delle travolgente offensiva in piena attuazione, potessero fondersi con i contingenti partigiani a netta maggioranza comunista che operavano in numerosi paesi europei e saldare, per così dire, i conti con tutti. Insomma gli anglo-americani temevano che i movimenti di resistenza antinazista e antifascista dove la prevalenza comunista era schiacciante si trasformassero in rivoluzioni sociali che, con il supporto dei contingenti sovietici, potevano distruggere le basi capitalistiche e avviare trasformazioni strutturali di natura essenzialmente socialista. Magari Stalin e soci non avevano all'ordine del giorno alcun obiettivo del genere, ma di fatto “l’alleato” sovietico si stava trasformando agli occhi delle leadership statunitensi e inglesi in un temibile avversario. Questo fu il contesto in cui maturò la decisione di Truman di sganciare le bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki, quando il Giappone era ormai sconfitto. In parole povere la dirigenza anglo-americana mandava ai sovietici un messaggio ben preciso: se i vostri eserciti dilagano in Europa, sappiate e teniate ben presente che siamo in possesso di un’arma di distruzione di massa che comunque ci conferisce una preminenza assoluta. Lo stesso Segretario di Stato dell’epoca, Byrnes, ne fece in pratica esplicita ammissione, asserendo:<i> “Si tratta di controllare i comportamenti della Russia in Europa”</i>. In buona sostanza una decisione maturata alla luce di un calcolo politico ispirato a un cinismo più unico che raro. Altro che la prioritaria esigenza umanitaria di salvare vite umane!</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Del resto per garantirsi l’egemonia atomica gli americani non badarono a spese. Con procedure ispirate alla massima urgenza i dirigenti statunitensi adottarono le iniziative del caso perché a Los Alamos si insediasse una comunità internazionale altamente qualificata di scienziati – tra i quali Fermi, Oppenheimer, Szilard, Compton e Laurence – perché lavorasse costantemente alla costruzione della bomba atomica, nella piena consapevolezza che questo nuova forma di armamento avrebbe conferito agli Stati Uniti una supremazia assoluta; per garantire il funzionamento di questo organismo furono prontamente stanziati finanziamenti stratosferici che ammontarono a non meno di 2 miliardi di dollari, mentre si provvide ad integrare l’organismo scientifico in funzione nel Nuovo Messico con uno staff imponente di tecnici e amministrativi ammontante a non meno di 125.000 persone. Un impegno economico e organizzativo senza precedenti che, a ben vedere, non fu privo di risultati se è vero che l’ampia profusione di uomini e mezzi fu sufficiente a battere sul tempo i nazisti che, nel frattempo, dalle loro parti stavano sviluppando ricerche praticamente analoghe sulla messa a punto delle armi atomiche. Ma c’è di più. Poiché gli accertamenti effettuati a Los Alamos erano stati giudicati sufficienti solo per il lancio della bomba atomica a Hiroshima – che nella irridente terminologia in uso nelle forze armate americane assunse la denominazione di <i>”Little Boy”</i> – , la leadership statunitense si orientò rapidamente per verifiche più sbrigative da effettuare direttamente sul campo, giusto per accorciare i tempi e collaudare l’efficacia del nuovo materiale fissile costituto dal plutonio 239. Così maturò la decisione di lanciare, dopo la sperimentazione su Hiroshima, una nuova bomba più potente su Nagasaki – denominata puntualmente <i>“Fat boy”</i> – dove andava misurato il livello di radioattività del nuovo ordigno e soprattutto la sua capacità distruttiva. Tra l’altro il lancio su Nagasaki risultò parzialmente impreciso per cui l’ordigno cadde a ridosso di una collina lievemente distante dal centro abitato; di conseguenza chi si trovava dall'altra parte fu colpito solo trasversalmente dalle radiazioni per cui subì un’agonia più lenta tra le sofferenze più atroci. Comunque a lancio ultimato il compito delle necessarie verifiche tecniche venne affidato agli ufficiali e ai medici del progetto Manhattan che sbarcarono a Nagasaki nel settembre del 1945. Documentazioni difformi concordano nel testimoniare come per settimane l’equipe statunitense fece spogliare i sopravvissuti che furono fotografati nudi; campioni di sangue e di tessuti ossei furono prelevati per essere sottoposti ad indagini più accurate e a disamine più specifiche. Un’operazione estremamente accurata che non lasciò nulla all'improvvisazione nel corso della quale l’equipe statunitense si astenne totalmente dal somministrare ai sopravvissuti morfina, calmanti, ossigeno o quant'altro. Nessuno fu curato.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Questi i termini reali di quel che accadde nell'agosto del 1945. Di tutto ciò, a distanza di oltre 70 anni, né Obama, né chi prima o dopo di lui si è insediato alla Casa Bianca ha mai inteso deflettere dalle consuete valutazioni autogiustificative o, quanto meno, ha mai manifestato la benché minima intenzione di orientarsi a fornire chiavi di lettura più problematiche che magari si approssimassero maggiormente alla veridicità dei fatti. L’interpretazione ufficiale rimane quella di sempre; le celebrazioni – nell'abituale ricorrenza del 6 agosto – rimangono di basso profilo e concernono più che altro la sfera religiosa. In pratica “l’incidente” è, per così dire, chiuso e di chiedere “scusa” da parte dell’amministrazione statunitense non se ne parla nemmeno.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<b style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-large;"><br /></b>
<b style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: large;">4 Agosto 2019</span></b><br />
<b style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: large;"><br /></span></b>
<b style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: large;"><br /></span></b>
<b style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="color: magenta; font-size: large;">dal sito <a href="https://anticapitalista.org/">Sinistra Anticapitalista</a></span></b><br />
<b style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-large;"><br /></b>
<b style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-large;"><br /></b>
<b style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-large;"><br /></b>
<b style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-large;"><br /></b>
<b style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-large;"><br /></b>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8489625967284893808.post-41459234926283975132019-07-22T10:29:00.000+02:002019-07-22T10:29:57.078+02:00IMMIGRAZIONE: UNA CONVERSAZIONE CON ZARIA GALIANO<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgYU9G9dxqSbrcqTDVzky3FxMozqlT47RNuHjjzLSPvi4r-n_Y_07Np7xaFLggzsvIYdo965nEjs5vWq7VKd5bKKQ5RSFwIYxr3_3KpJ-mUWGCBNdHcs5Mj5r0Ek-nfP1yX1aGoKIJ-jjc/s1600/image.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="700" data-original-width="559" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgYU9G9dxqSbrcqTDVzky3FxMozqlT47RNuHjjzLSPvi4r-n_Y_07Np7xaFLggzsvIYdo965nEjs5vWq7VKd5bKKQ5RSFwIYxr3_3KpJ-mUWGCBNdHcs5Mj5r0Ek-nfP1yX1aGoKIJ-jjc/s400/image.png" width="318" /></a></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"> </span><br />
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b><span style="color: red;">IMMIGRAZIONE: </span></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: red; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>UNA CONVERSAZIONE CON ZARIA GALIANO</b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><i>E' indubbio: se le politiche sull'immigrazione del governo gialloverde non incontrassero nessuna opposizione di piazza, ci si troverebbe di fronte a un preoccupante segnale di passività sociale. Tuttavia, i contenuti espressi dalle mobilitazioni antirazziste degli ultimi mesi ci hanno spesso lasciato perplessi. Dominanti, infatti, sono risultati quei motivi umanitari che, alla lunga, rischiano di minare l'incisività del discorso, riducendo la cosiddetta <b>“questione immigrazione” </b>a un fenomeno a sé stante, da affrontare armati di buon senso e di buoni sentimenti. Spinti da questa constatazione, ci siamo rivolti a Zaria Galiano, combattiva esponente del <b>Comitato Immigrati in Italia</b>, a più riprese intervenuta sul nostro sito. Nella conversazione che abbiamo svolto con lei emergono, a nostro avviso, diverse elementi utili a riformulare il pensiero e l'azione sul tema, a partire dalla sua collocazione all'interno della contraddizione tra capitale e lavoro.</i></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="color: red; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>Vorremmo partire da una delle rivendicazioni chiave del Comitato Immigrati: l'introduzione, in Italia, dello Ius soli. Nella stessa sinistra di classe c'è chi la liquida come un'istanza di rilievo secondario, perché esclusivamente interna alla sfera dei diritti civili... </b></span><br />
<br />
<span style="text-align: justify;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">In realtà, lo Ius soli è fondamentale anche e soprattutto in un’ottica classista. Perché essere o non essere cittadini italiani, non è indifferente in relazione alla collocazione sul mercato del lavoro. Tra due ragazzi che hanno seguito gli stessi corsi di studio, quello senza cittadinanza sarà inevitabilmente più ricattabile dalla parte datoriale.. Per non dire di tutti quei lavori ai quali non puoi accedere se non sei cittadino/a di questo paese. Il fatto che in Italia ci siano così tanti giovani in condizioni di “minorità giuridica” contribuisce anche ad abbassare il costo del lavoro, nei fatti danneggiando tutti. </span></span><br />
<a name='more'></a><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="color: red; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>E cosa ci puoi dire della vostra battaglia per il diritto di voto alle amministrative? </b></span><br />
<span style="color: red; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Per inquadrare questa rivendicazione, bisogna muovere da un dato: gli immigrati che lavorano, in Italia, sono circa 3 milioni. Si tratta di persone che, oltre a dare un contributo decisivo al PIL (Prodotto Interno Lordo), pagano le tasse, i biglietti dell’autobus e i ticket sanitari, nonché le rette scolastiche per i figli. Però non possono votare il Sindaco né il Presidente della Regione. Dunque, non possono esprimere direttamente il proprio dissenso rispetto a una Giunta che a loro avviso ha operato male. E ciò, magari, dopo esser stati vessati dai tributi locali! Ma se ne avessero la possibilità, gli immigrati potrebbero ribaltare molti equilibri. Pensate a quei paesi non troppo grandi in cui la loro presenza ha frenato lo spopolamento: qui, beneficiando del diritto di voto potrebbero cambiare molte cose. Senza contare il fatto che, per questa via, la democrazia italiana sarebbe un po’ meno monca. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="color: red; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>Da quel che sappiamo, sinora pochi, tra i soggetti politici con cui siete entrati in contatto, hanno fatto proprie queste istanze. Come te lo spieghi? </b></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Il fatto è che se noi, sul piano giuridico, diventiamo uguali agli altri, deve cambiare tutta l’azione politica, negli aspetti tattici ma pure in quelli strategici. Oggi gran parte della sinistra continua a considerarci alla stregua di poveretti, di persone incapaci di essere artefici del proprio destino e dunque sempre bisognose di amorevoli cure umanitarie. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">E’ come se il “compito” degli immigrati fosse quello di ispirare qualche generica campagna solidaristica a una sinistra ormai priva di prospettive. Molti militanti di questa sinistra, peraltro, amano più parlare di noi che ascoltarci o sostenere eventuali nostre azioni autonome ed autorganizzate. Ne ho avuto riscontro a una delle prime riunioni del percorso antirazzista denominato <i>Indivisibili</i>, che ha promosso importanti e partecipati momenti di piazza come quello del 10 novembre 2018. Quando in quella sede ho proposto le rivendicazioni di cui abbiamo sin qui parlato, mi è stato seccamente risposto che al momento non interessavano. Del resto, questi problemi non si riscontrano solo in quell'ambito: lo stesso Segretario Generale della Cgil, Maurizio Landini, quando parla di immigrazione non va oltre i pur necessari concetti di accoglienza e integrazione. Non si riferisce mai a noi in quanto lavoratrici e lavoratori, che possono quindi lottare insieme ai colleghi italiani per strappare nuovi diritti sociali o contrastare l’erosione di quelli vecchi. Anche in questo caso, il discorso meramente umanitario cozza con ogni idea di protagonismo dei diretti interessati. Non mi stupisce che in Cgil siano così poche le figure dirigenziali provenienti dalle file dell’immigrazione. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="color: red; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>Visto che hai parlato del più grande dei sindacati... Anche la Cgil ha fatto propria la battaglia per l'apertura dei porti. Cosa pensi del movimento che si è sviluppato a partire da questa rivendicazione? </b></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">A mio avviso è giusto manifestare affinché le persone salvate in mare dalle navi delle ONG vengano fatte scendere e accolte. Ma non bisogna perdere di vista il quadro complessivo, né dimenticare che la cinica partita giocata dal governo contro le ONG è anche un’arma di distrazione di massa, volta a far dimenticare politiche antipopolari. Salvini in particolare fa il duro con le grandi navi come la Sea Watch e la Alan Kurdi perché, su un piano propagandistico, gli serve. Ma poi, via mare, sono in molti ad arrivare con piccole imbarcazioni di cui i media non parlano. Senza considerare che la maggioranza degli immigrati non giunge qui con questa modalità, ma con il treno o con l’aereo. Per esempio, ci sono quelli che dispongono di un visto turistico e, quando questo scade, rimangono nella penisola,, in condizioni di irregolarità. Si tratta di persone che possono rapidamente diventare manodopera ricattabile e a bassissimo costo. E' quindi necessario fuoriuscire da una logica meramente emergenziale ed umanitaria, intervenendo su questioni a monte, come la gestione dei flussi, che oggi segue logiche sempre più restrittive. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Il Decreto Flussi 2019, collocandosi in continuità con quelli degli ultimi anni, ha previsto l'ingresso regolare in Italia per poco più di 30000 persone, ossia molte meno di quelle che, secondo gli studi di settore, risultano necessarie all'economia italiana.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="color: red; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>Perché, secondo te? </b></span><br />
<span style="color: red; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Perché l'obiettivo rimane quello di mantenere una grande massa di persone in una condizione di debolezza assoluta verso il padronato. Oggi, gli irregolari si calcolano in 600-800mila e non si parla neanche più di uno strumento come la Sanatoria, che nel recente passato è stato usato proprio dai governi di centrodestra e ha portato alla regolarizzazione di tanti immigrati, convogliando inoltre molti soldi verso le casse dello Stato. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Chissà, magari quando la massa degli irregolari arriverà a livelli altissimi, potrebbe tornare di moda la Sanatoria, al limite circoscritta a specifici settori come l'agricoltura o il lavoro domestico. In tal caso, a seconda di quanti lavoratori si vorranno far emergere, la multa da pagare sarà più o meno alta. Però, queste al momento sono solo ipotesi, peraltro escluse pubblicamente da Salvini e dai suoi. Quel che è sicuro è che l'Italia, stante l'irreversibile fenomeno della denatalità, ha bisogno almeno di 150000 immigrati ogni anno. Che in ogni caso arriveranno e per tutte le vie possibili: il punto è lottare per fare in modo che questo accesso sia il più possibile garantito legalmente. O battersi, in seconda istanza, per sanatorie tali da riguardare un numero significativo di persone. Tutte tematiche che l'odierno movimento per l'apertura dei porti spesso nemmeno sfiora. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="color: red; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>Dunque, dal tuo punto di vista nella mobilitazione attuale va veramente rivisto tutto... </b></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Direi che, in primo luogo, è proprio l'opposizione ai Decreti Sicurezza del governo gialloverde che va ricalibrata. Nel senso che di questi provvedimenti va evidenziata la logica di fondo: la stessa abolizione del permesso di soggiorno per motivi umanitari, estende ancor di più la fascia di persone che si ritrovano senza la minima tutela giuridica, quindi alla mercé di un padronato particolarmente aggressivo. Il che ben si tiene con un altro aspetto dei Decreti: l'approccio ferocemente repressivo verso le più tipiche forme di lotta operaia, come il picchettaggio stradale. Ma questi Decreti non vengono dalla luna, né sono il semplice frutto della cattiveria di Salvini. Rispetto all'immigrazione, pur nella maggiore asprezza, si pongono in totale continuità con le politiche precedenti. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Si pensi alla Bossi/Fini, che ha stabilito che il permesso di soggiorno possa essere concesso solo a chi ha un contratto di lavoro: ancor oggi, a causa di questa legge, persone che vivono qui anche da 20 anni possono diventare clandestine, se perdono il lavoro e non ne trovano un altro entro sei mesi. Non a caso, il permesso di soggiorno svincolato dal contratto di lavoro è stata una delle principali rivendicazioni del movimento degli immigrati di qualche anno fa: l'idea era anche quella di evitare che la paura della clandestinità spingesse molti ad accettare situazioni lavorative segnate dallo sfruttamento estremo. Perché chi oggi porta avanti una legittima battaglia contro i Decreti Sicurezza non introduce anche questo punto nelle sue piattaforme? </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="color: red; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>Hai accennato della mobilitazione degli immigrati degli anni passati. Perché oggi non c'è nulla di simile?</b></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">E' vero: molti immigrati che hanno lottato negli anni scorsi adesso si muovono di meno. Hanno ottenuto il permesso di soggiorno e non si pongono, nell'immediato, il problema dello Ius soli, arrangiandosi come possono rispetto ai tanti problemi pratici posti dalla minorità giuridica cui sono comunque costretti i loro figli. Alcuni sembra che si siano italianizzati, assumendo quella mentalità piccolo borghese che è tanto diffusa in questo paese, ma per altri, quando la realtà presenterà il conto, forse finirà, la fase della quiete. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="color: red; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>Per chiudere, ci piacerebbe sapere qualcosa sulle prossime iniziative del Comitato, a questo punto tanto più necessarie di fronte al prevalere di un'ottica meramente umanitaria... </b></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Attualmente, il<i> Comitato Immigrati in Italia</i> sta preparando un incontro europeo di immigrati, con delegazioni provenienti anche da Asia e Stati Uniti. Si terrà il 6 dicembre a Como e rinvia alla nostra stretta collaborazione con l'IMA (Alleanza Internazionale dei Migranti). Tra gli obiettivi che si prefigge questo passaggio vi è la costituzione di una vera e propria rete europea degli immigrati, al momento mancante. Ma l'intento è anche quello di stimolare una riflessione sui processi migratori fondata sul loro nesso con la contraddizione capitale e lavoro. Perciò inviteremo quelle forze politiche e sindacali che ragionano in termini classisti e che si caratterizzano per una presenza non marginale degli immigrati. A mio avviso, il luogo scelto non risponde solo a criteri logistici: in Lombardia tanti di noi lavorano nell'industria e questo, di per sé, già spinge il dibattito in una certa direzione.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>20 Luglio 2019</b></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>Il Pane e le rose – </b></span></div>
<br />
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>Collettivo redazionale di Roma</b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi98eJAXPCzNWWxFD1NsXDnmPzF06fA2Cn5f-jWt6xSxphYUpJp2YJZCRYGNOOpNdumZR_ReJyUKSWUfoupIYi6IZTbF_sntvA9T9ZfIKthEL6hMhFP0udbCSmI1mhDpXU3tTjBg0mHgdc/s1600/CI.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="262" data-original-width="528" height="197" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi98eJAXPCzNWWxFD1NsXDnmPzF06fA2Cn5f-jWt6xSxphYUpJp2YJZCRYGNOOpNdumZR_ReJyUKSWUfoupIYi6IZTbF_sntvA9T9ZfIKthEL6hMhFP0udbCSmI1mhDpXU3tTjBg0mHgdc/s400/CI.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: left;">
<b><span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">La vignetta é del Maestro Mauro Biani</span></b></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: large;"><br /></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: large;"><br /></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="color: magenta; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b>DAL SITO <a href="https://www.pane-rose.it/files/index.php?c1:o57:e1">Il Pane e le Rose</a></b></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="color: magenta; font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="color: magenta; font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="color: magenta; font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8489625967284893808.post-10638080603181355762019-07-16T22:05:00.001+02:002019-07-16T22:05:25.815+02:00ANCORA COMPLEANNI SENZA IL FESTEGGIATO? di Zaria Galiano<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhADMBivmzEPLbmTJsmh4rHKp6kJ-wK7Hqyqgt7CgHUDeONjV52eF_vOswmJTLC8Mxc5EuwjvKFMhLi_8_2GUcDinOye1epPMSmmyugDp88hbyw-PZGycu0yKcWIyh1LVPNUsTxljFCpVg/s1600/biani2.gif" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="466" data-original-width="700" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhADMBivmzEPLbmTJsmh4rHKp6kJ-wK7Hqyqgt7CgHUDeONjV52eF_vOswmJTLC8Mxc5EuwjvKFMhLi_8_2GUcDinOye1epPMSmmyugDp88hbyw-PZGycu0yKcWIyh1LVPNUsTxljFCpVg/s400/biani2.gif" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: red; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span>
<span style="color: red; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: red; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: red; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>ANCORA COMPLEANNI SENZA IL FESTEGGIATO?</b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<b><span style="color: red;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">di </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Zaria Galiano</span></span></b><br />
<b><span style="color: red;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span></span></b>
<b><span style="color: red;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span></span></b></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Vedo che continuano ad andare molto di moda i compleanni dove il festeggiato non viene neanche invitato e non gli si fa nemmeno una telefonata per chiedergli se è d'accordo almeno sul menù della festa. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Si continua a parlare a nome degli immigrati e non si fa il neanche il minimo sforzo per chiedergli quali siano le loro vere necessità. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Si fanno presidi contro il Decreto Sicurezza e non si fa il minimo cenno alla legge Bossi-Fini, soprattutto sulla questione del permesso di soggiorno legato al contratto di lavoro, o alla necessità di un'urgente regolarizzazione dei "clandestini", o alla necessaria discussione in parlamento di una legge sullo ius soli, o al diritto al voto amministrativo per i lavoratori migranti, o al vergognoso iter burocratico per richiedere la cittadinanza italiana.</span><br />
<a name='more'></a><span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"> </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Si continua a far finta che i migranti siano solo quelli che arrivano nei barconi o che vivono nelle occupazioni. Si dà una visione della realtà completamente falsata. È verissimo che chi arriva per mare ha il sacrosanto diritto di essere accolto ed è altrettanto sacrosanto il diritto alla casa per un'infinità di famiglie straniere, e anche italiane, che vivono in occupazioni abitative. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Disgraziatamente però la realtà della maggioranza degli immigrati è un'altra. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">I lavoratori immigrati, presenti in Italia anche da molti anni, inizialmente erano clandestini e in seguito a varie sanatorie (sempre promosse dalla destra) si sono regolarizzati. Col passare del tempo hanno imparato la lingua, hanno trovato lavoro, hanno costruito una famiglia e hanno cominciato ad avere gli stessi identici problemi dei lavoratori italiani. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Noi potremmo avere difficoltà per pagare l'affitto di un appartamento o le bollette, noi potremmo diventare disoccupati e non trovare più lavoro, noi potremmo non avere soldi per pagare le medicine o le visite mediche o la mensa scolastica. Noi potremmo non poterci permettere di mandare i nostri figli all'università. Noi, in poche parole, subiamo le stesse conseguenze che subiscono tutti i lavoratori con i tagli al welfare e a causa della precarietà. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Questi immigrati, che rappresentano la maggioranza della popolazione immigrata in Italia, non avevano bisogno del decreto sicurezza, primo o bis o ter o quater, per veder peggiorate le loro condizioni. Prima ancora delle leggi del governo giallo-verde, esistevano ed esistono ancora leggi che trasformano in clandestino chi perde il lavoro e non riesce a trovarne un altro in regola. Oppure leggi che rendono impossibile la concessione della cittadinanza italiana se non si raggiunge un certo limite di reddito. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Possibile che non si riesce a inquadrare l'immigrazione all'interno delle contraddizioni tra capitale e lavoro? Possibile che non si riesce a parlare di lavoratori quando si parla di migranti? Possibile che non si riesce a smascherare la falsità su un'emergenza che non esiste? Possibile che non riuscite a smetterla di parlare voi a nome degli immigrati? </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">L'emergenza immigrazione non esiste. L'unica vera emergenza è la necessità del sistema economico capitalista di avere un esercito di lavoratori facilmente ricattabili e senza diritti. Le leggi servono soltanto a rendere più o meno facile questo meccanismo. Dopo la fase dell'accoglienza e dell'integrazione, i migranti diventano lavoratori ed è veramente ridicolo, e molto controproducente, continuare a inquadrarli all'interno di una battaglia per la loro salvezza. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Noi immigrati, arrivati per mare, terra o aria, siamo solo e soltanto LAVORATORI e finché continuerete a festeggiare il nostro compleanno senza nemmeno spedirci l'invito, dubito seriamente che capirete il processo migratorio e che riuscirete a migliorare le condizioni di vita dell'intera classe lavoratrice.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>Zaria Galiano - Comitato Immigrati in Italia</b></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKo928w306cRBID9cpcMXiQLSnlNswZsB6vgPqbhJxdwepY3gWgz-nH38OdUBInqSSDh_USIgMAVf_geCwsjDald_6H9-5r52MVoX4qrKfs9dAU-d3yIKehzmPpZyZkowV7i8AelSY-kI/s1600/comitato.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="257" data-original-width="264" height="389" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKo928w306cRBID9cpcMXiQLSnlNswZsB6vgPqbhJxdwepY3gWgz-nH38OdUBInqSSDh_USIgMAVf_geCwsjDald_6H9-5r52MVoX4qrKfs9dAU-d3yIKehzmPpZyZkowV7i8AelSY-kI/s400/comitato.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span>
<span style="color: magenta; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>dal sito <a href="https://www.pane-rose.it/files/index.php?c1:o57:e1">Il Pane e le Rose</a></b></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>La vignetta è del Maestro Mauro Biani</b></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span>
<br />
<br />Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8489625967284893808.post-80940998478910759192019-07-05T16:19:00.000+02:002019-07-05T16:19:21.294+02:00UN'ESTATE CON RISENTIMENTO di Teresio Spalla<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhK50XSTeoR0ZTRmH6dkSxf8VNXdRkuj8pSDatSmmwNpB2_8AKzez2cJ_HJPEbDqN3XASXhJAhfZIl3mkY13FrI6q5p23eLIFDM9Zd2puDuecluP-jjSYEyHo3aeQc9RSg8m0JNQn_4CE8/s1600/walden.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="336" data-original-width="352" height="381" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhK50XSTeoR0ZTRmH6dkSxf8VNXdRkuj8pSDatSmmwNpB2_8AKzez2cJ_HJPEbDqN3XASXhJAhfZIl3mkY13FrI6q5p23eLIFDM9Zd2puDuecluP-jjSYEyHo3aeQc9RSg8m0JNQn_4CE8/s400/walden.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<br />
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<br />
<div style="text-align: center;">
<span style="color: red; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>UN'ESTATE CON RISENTIMENTO </b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: red; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>di Teresio Spalla</b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: red; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: red; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: red; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Almanacco di Teresio Spalla . maggio-giugno 2019</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">°°°</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Nonostante i già precedenti mesi di assenza, l’Almanacco e l’Almanacchino ritornano a fine luglio. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">°°°</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Intanto, un breve ricordo e una sempre rinnovata esortazione alla “disobbedienza civile” per chi la vuole conoscere meglio; non la impongo a nessuno</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">°°°</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Il libro di cui vedete parte della copertina è un’edizione vecchia ma la traduzione (Pietro Sanavio) resta valida, e la prefazione (della grande americanista Marisa Bulgheroni che allora aveva poco più di quarant'anni) conserva la sua freschezza sebbene non su tutto dobbiamo essere necessariamente d’accordo.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">°°°</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Stampato nel 1970, lo comprai nell'estate del ’74. Era esposto all'esterno di una storica libreria della mia città natale che adesso non c’è più.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Lo comprai probabilmente attirato dalla inventiva copertina di Ferenc Pinter e dal prezzo (600£) perché allora avevo soltanto una vaghissima idea fanciullesca di chi fosse Henry David Thoreau e che, ventinovenne, avesse scritto il saggio sulla “disobbedienza civile” - ben 125 anni prima - e quanto esso fosse stato di sprone a Tolstoj, Chaplin, Hemingway, Martin Luther King, Adlaj Stevenson, Guido Calogero, Norberto Bobbio, Riccardo Lombardi, Don Milani e Don Zeno, il mio caro Pio Baldelli e anche Pietro Ingrao, tanti altri, e ad un maestro dimenticato nell’Italia di allora : Aldo Capitini (1899-1968) del quale un ripasso delle opere, e soprattutto delle iniziative prese in vita, non farebbe male a chiunque si professi autenticamente democratico e antagonista oggi, proprio oggi.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">°°°</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Io non ero allora, non sono mai stato, non diventerò mai un pacifista tout court come non tutti ma molti – qui non citati - che si sono professati seguaci di Thoreau e Capitini.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Mi dimostri qualcuno che fu inutile imbracciare le armi in tante occasioni, dalla Rivoluzione Francese fino alla Resistenza. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Nell'arco di 150 anni le pur numerose sconfitte del bene contro il male, gli errori e gli equivoci e l’euforia mal riposta e i pregiudizi inaspriti nel popolo in armi, non sminuiscono il valore della sua lotta contro la reazione, il nazifascismo, le dittature e soprattutto l’ingiustizia sociale e civile.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">°°°</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Ma vi sono momenti, nel corso della Storia - e quello che stiamo vivendo è esattamente uno di questi - in cui le avanguardie del pensiero libero e libertario sono in netta minoranza e la reazione domina le menti del popolo, le addomestica, le guida verso il baratro.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">I neonazifasciorazzisti della Lega di Salvini e i fascisti dichiarati della Meloni e le tante forze e gruppi e gruppetti che li fiancheggiano sono alla testa della maggioranza dei cittadini di questo Paese.</span><br />
<a name='more'></a><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">°°°</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Inoltre l’unica opposizione parlamentare al governo, a parte alcuni gangli interni al M5s ai quali sarebbe puerile attribuire alcun valore pratico efficace, è il partito responsabile della grave deriva neoliberista e della gravissima resa al feroce mondialismo finanziario, che ha condotto questo Paese allo stato di decomposizione, marciume, crisi economica-sociale e morale, in cui ci troviamo.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">°°°</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Una situazione in cui ci troveremmo anche se esso dovesse sostituirsi alle due formazioni che stazionano a Palazzo Chigi, con un minimo di <i>savoir faire</i> in più che non ci vorrà poi molto, ma appoggiato da alcuni grandi organi di stampa e da una Rai sempre disposta a cambiare orientamento nel settore informativo ma mai nell'ambito in mano a dirigenti potentissimi, dispotici e arroganti, il cui compito, pienamente assolto ormai da quarant'anni, è stato quello di impoverire intellettualmente, rimbecillire chi la segue, e fornire notizie false e bugiarde.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Che poi tutta non sia così non esclude quanto sopra diretto ai grandi flussi di ascolto e agli altrettanto impudenti e prepotenti gestori della pubblicità, unico vero metro su cui si misurano, come pecore silenti, gli spettatori.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEia8Q-YjL-bHQL9-KqdNFtHtfCn5hvTEp6SEUcCCfGiD88rUrXUghzqBbe-TG3xwoNQ_q3GyGpUAkyUrs50z0JesdJzOvlLu0nlvxHnw9PaN10ivV1vIVwBLzEqQi504n4jHchDX1lag0s/s1600/Rackete_sea_watch_.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="343" data-original-width="602" height="227" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEia8Q-YjL-bHQL9-KqdNFtHtfCn5hvTEp6SEUcCCfGiD88rUrXUghzqBbe-TG3xwoNQ_q3GyGpUAkyUrs50z0JesdJzOvlLu0nlvxHnw9PaN10ivV1vIVwBLzEqQi504n4jHchDX1lag0s/s400/Rackete_sea_watch_.jpg" width="400" /></a></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">°°°</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Di fronte a tutto ciò, quando si verifica un fatto come quello del Sea Watch3 e della comandante Carola Rakete (su cui non mi soffermo perché tutti sanno di cosa parlo e se non lo sanno è grave colpa loro) noi compagni, democratici, antagonisti, libertari, ci sentiamo presi da un forte e nobile sentimento di dignità e invochiamo, com'è giusto, la libertà alla “disobbedienza civile” di lei e per lei, la quale, comunque siano andate le cose in particolari ormai passati e di ben poco interesse a questo punto, ha fatto benissimo, ha fatto giusto a rompere il blocco e sbarcare i migranti a bordo della nave da lei guidata, il 29 giugno anno corrente.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Le sottolineature, i distinguo, gli insulti infami e violenti, della destra, non mi interessano se non per procurarmi maggiore schifo.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">°°°</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Noto però che alcuni personaggi della cui fede democratica non abbiamo da dubitare, operano delle diversificazioni che non condivido.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Essi sostengono che, comunque sia andata e salvati i profughi in condizioni che la Costituzione Italiana obbliga ad accogliere, ha “violato la legge”</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Ma io domando : “quale legge ?”</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">La legge di questo stato putrefatto e rancido e vizioso è legge ? </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">No. E’ un regolamento che non merita nemmeno la maiuscola visto che il governo, e Salvini in particolare nella funzione di ministro degli interni, viola ogni giorno, diverse ore al giorno, la Legge e soprattutto la Costituzione e la Dichiarazione dei diritti dell’Uomo e del Cittadino a cui anche questa pagliacciata di nazione dovrebbe attenersi rigorosamente.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">°°°</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">L’unica risposta valida era ed è, e sarà ancora per molto, la “disobbedienza civile” dei cittadini che non vogliono ubbidire a questo governo come ha fatto Carola Rakete.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">°°°</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Leggo, stamane, alcuni vivaci improperi, dall'immancabile Sinistra che sui social sembra numerosissima ma nella realtà non modifica ma temo attizzi le nostre disgrazie, contro Marco Travaglio il quale, per me, rimane un capacissimo giornalista. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Inoltre, esplicitando il suo pensiero ha avuto il coraggio, ben raro tra chi dirige un quotidiano, di mettersi contro una cospicua parte dei suoi stessi lettori.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Naturalmente, dopo aver letto con attenzione i suoi articoli, mi dichiaro non d’accordo con lui e con le sue motivazioni. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Peraltro esse non mi stupiscono poiché non ho mai pensato al direttore de <b>“Il Fatto”</b> come ad un bolscevico professionale.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">°°°</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Però noto che qui spunta uno dei tanti errori periodici della Sinistra la quale – pur giunta all'anno zero con le elezioni del 2018 confermate da quelle europee del 2019 - anziché il colloquio tra tanti pensieri diversi per assicurare un’unità estremamente necessaria, cerca, con la classica prosopea togliattiana, il nemico tra le nostre file e, soprattutto, ripete l’ormai antidiluviana ricerca di un “capo”, di una figura mitica a cui affidare responsabilità che potrebbero anche rimanere deluse.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">°°°</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Non credo affatto che Carola Nakete o il sindaco Mimmo Lucano, persone sagge ed intelligenti, pur raccogliendo tutta la nostra stima e il nostro appoggio e l’apprezzamento di tanti indomiti combattenti, aspirino a ripetere ciò che in Italia si è verificato nei confronti di tanti che poi hanno lasciato perdere o hanno tradito il compito autoassegnato.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Anche perché le due ammirevoli figure non si sono assegnate niente ed è stata questo stato avariato a saltargli addosso con violenza e celerità che a tanti furti e inganni sul pubblico erario non sono nemmeno prese in considerazione.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">°°°</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Applaudirli serve, manifestare in loro favore serve. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Ma non serve appassionarsi genuflettendosi e dimenticando la complessità dello stato dello Stato italiano che travalica le avventure eclatanti e diviene ogni giorno disgregazione della socialità, crisi tenebrosa e spinge a destra, sempre più a destra, tante persone.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgp3s-bbSyXRbjVBm5Qo5WnxcJp5tM_pOyVUfPMrzaLRf8vYdvfvidOX6D07w2aCCI4f11-66ItL3bqsClwKXd_M-P0h0NbcdPDkDiEcO_HfcqHL0D4XsmjTwKStIn7JQxexi1NaIJXLc0/s1600/maxresdefault.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1280" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgp3s-bbSyXRbjVBm5Qo5WnxcJp5tM_pOyVUfPMrzaLRf8vYdvfvidOX6D07w2aCCI4f11-66ItL3bqsClwKXd_M-P0h0NbcdPDkDiEcO_HfcqHL0D4XsmjTwKStIn7JQxexi1NaIJXLc0/s400/maxresdefault.jpg" width="400" /></a></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">°°°</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Qualcosa di simile è accaduto, ormai qualche anno fa, con i creatori di quell'episodio della Sinistra – definito “Il Brancaccio” (e qui, ancora, chi non sa o non ricorda bene si renda conto che è colpa sua e si informi) – durato una sola estate, conclusasi miseramente; ma che, finché resse, generò centinaia di servili accondiscendenze (verso due leader fino ad allora ignoti e su cui non mi esprimo per non perdere il filo del discorso), atteggiamenti fanatici che negavano chi dubitava, chi s’era accorto nell'innaturalezza dell’operazione finanziata sotto banco pur da qualcuno non proprio in buona fede; e segnò anche la miserrima fine dei “comitati per la Costituzione” (creati in occasione del referendum del 4 dicembre 2016) sotto i miei occhi, e per mia diretta esperienza, rivelatosi, in moltissime zone, uno strumento per alcuni partiti che persero poi la vocazione alla poltrona nelle citate elezioni del 4 marzo 2018.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">°°°</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Qualcuno ricorderà, su questo tema,. un dibattito lunghissimo, durato quattro giorni, sulla mia pagina personale di questo social, in cui si espresse, con fermezza e cortesia, anche una dei due leader – Anna Falcone – probabilmente ricordandosi di avermi conosciuto in passate e altrettanto fallimentari escursioni politiche precipitate in contraddizioni intestine.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Allora, in quell'estate - che definii (parafrasando il titolo di una volta celebre romanzo di John Harvey) <i>“Un’estate con risentimento”</i> – si consumò un ennesimo sogno di cui, col senno di poi, possiamo individuare oggi tutti gli inganni ed ebbe l’unico aspetto positivo nel mettermi al fianco di una compagna fiorentina ben informata con la quale, ancora oggi, mi trovo unitamente d’accordo e ho stabilito una concreta amicizia con Marzia Bernardini</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">°°°</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Poiché la parafrasi non la usai allora mi sembra adatta usarla oggi come titolo.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">E proprio pochi giorni fa, ho trovato come usarlo in questo lungo itinerario personale che mi tiene lontano dallo scrivere (se non qualche riga al mattino presto e molto di rado) dalla carta stampata e dal social.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Speravo si concludesse prima, ma non terminerà prima della fine del mese.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Almeno spero.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">°°°</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Tornando al titolo.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Nenni disse ai tempi di un ennesimo contrasto tra Psi e il partito di Saragat : <i>"La politica non si fa col sentimento, figuriamoci col risentimento"</i>.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Il già anziano leader non poteva ragionevolmente immaginare che da parecchio tempo ormai i voti c'è chi li raccoglie proprio con il risentimento, l'odio razziale ed etnico, l'intolleranza, l'acredine, l'erigere muri e il bloccare porti. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">E intanto ruba e fa rubare i risparmi, i diritti, l'umanità, anche dei cittadini che stupidamente lo sostengono.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">E, tra giugno e luglio del 2019, ha raggiunto il massimo dell'odio e del fanatismo.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">°°°</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Come ho scritto in un post di Marzia, non dobbiamo mai dimenticarci o abiurare alla passione per queste vicende indegne, come quella del Sea Watch3, di un Paese che pur, in un ormai lontano passato, meritava almeno la maiuscola e pur godette di momenti di calcolata ma umana risposta a grandi e umane domande collettive sui diritti del lavoro, sulle libertà civili, sulla tutela della persona e della donna, e tante altre cose, tante conquiste, oggi abbandonate al mercato capitalista globale.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">°°°</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Queste azioni ripugnanti di Salvini e le infami dichiarazioni in cui si è distinta la neofascista Meloni, sono state infamanti nei lunghi giorni in cui il Sea Watch3 è rimasto bloccato al largo di Lampedusa.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">E’ stato giusto, da parte nostra, nei modi in cui ad ognuno era possibile, ribellarsi a quello stato di cose e a dichiarazioni politiche di veemenza e sopruso degne della galera, altro che dei banchi di un governo e un parlamento che, da parte mia, considero delegittimati.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">°°°</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Ma i cittadini più accorti - specialmente noi compagni, democratici, impegnati civilmente, cattolici ancora progressisti e conciliari come esempi sinceri della religione ebraica e valdese e qualsiasi altra - dobbiamo appassionarci a vicende come queste e irritarsi e adirarsi contro costoro.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">La pietà e la compassione non sono monopolio di nessuno tranne che del nostro cuore.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">°°°</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Non dimentichiamoci mai come questi esseri ipocritamente maniacali, possedendo la maggioranza elettorale (e non solo quella) del paese, mentre gettano, con prepotenza e volgarità, l'attenzione su fatti clamorosi e lampanti - come quello del sindaco Lucano e dell’avventura di Carola Rakete non ancora conclusa - aumentano le tasse, in special modo quelle sulla casa; tassano le professioni dalle più umili a quelle piccolo o medio borghesi (ormai proletarizzate nella pratica); agevolano gli imprenditori più influenti, e i nuovi schiavisti agricoli, a ignorare i diritti sacrosanti dei lavoratori e pagarli una miseria; continuano solerti a distruggere il commercio e le tradizioni artigianali a favore della grande distribuzione priva di un efficiente controllo amministrativo.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">°°°</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">A proposito di questi ultimi non dimentichiamoci come le multinazionali a capo di essi (vedi la protesta dei commercianti e di piccoli grossisti avvenuta in Campania il 30 giugno) deprezzano il prodotto agricolo nazionale esportando selvaggiamente dall'estero, frutta e verdura straniera che poi fanno passare come recepiti a chilometro zero.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Contemporaneamente violano costantemente la legge, agevolati da un’inerzia sindacale mai vista così compromissoria, assumendo anch'essi dipendenti con stipendi miserabili, da ricordare - data spesso la giovane età dei lavoratori “a tempo indeterminato” che vanno e vengono senza tregua e garanzie decorose - più i tempi di Dickens che una società la quale, negli altri Paesi dell’Europa occidentale, non tocca affatto risultati così turpi e sfacciati.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">°°°</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Non dimentichiamo che la “classe dirigente” (?) di questo paese sta regalando il sistema industriale e commerciale all'avido e insaziabile mondialismo economico che finirà col gettare altre migliaia di dipendenti nella disoccupazione.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">In tal caso ricordiamoci un pensatore socialista come Lelio Basso - da me già ricordato più volte per altri meriti - che, nell'Italia distrutta dell’immediato dopoguerra – lui, seguace di Marx e di Rosa Luxemburg – ricordava che, senza un adeguato protezionismo che garantisse la sopravvivenza, la crescita, la nascita di una industria italiana, i lavoratori italiani non avrebbero potuto ingaggiare le prevedibili lotte contro il capitale.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Ed ora - non veniamo da una guerra d’accordo - ma il morale della cittadinanza e la noncuranza di una notevole massa di giovani, sono tanto diverse da quelle del periodo di irresolutezza e disagio tra il luglio ’43 e l’aprile ’45 ?</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">°°°</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Si demutualizzano molti servizi ospedalieri che erano gratuiti sotto un certo reddito fino a pochi anni fa... stanno abbattendo il servizio sanitario nazionale (che pur qualche merito vantava) e depauperano gli ospedali più civili e organizzati di servizi essenziali e, come sta accadendo nella Liguria occidentale, preparano “ospedale unici”, ecomostri che l’esperienza passata avrebbe dovuto indurre ad una ben diversa riforma radicale dei luoghi di cura, non in servizi inconcepibili che non approvano anche gli elettori di destra, colpiti nei loro interessi personali giacché la necessità di un servizio di pronto soccorso o di cure necessariamente adeguate è nelle necessità di chiunque.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">°°°</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Hanno trasformato la scuola (tralasciando i costi delle tasse universitarie e il sistema di accesso a “quiz” atte a selezionare chi vuole accesso a numerose facoltà) in una fabbrica di ignoranza, di inettitudine, di costruzione di consenso, abolendo materie fondamentali, adottando criteri che sembrano creati dal Dottor Stranamorte, che non prepara alla vita ma alla schiavitù mentale, con supporti diseducati e deleteri per il futuro, lì, nell'animo di bambini e ragazzini privi di passioni non costruite elettronicamente.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">°°°</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Non si parla di tutti. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">So bene che esistono ancora famiglie e figlie che mal sopportano e combattono contro gli effetti più rovinosi di una diseducazione di stato. E so di cosa parlo.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">°°°</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">L’elenco dei problemi, delle ingiustizie, delle intolleranze, delle infamie potrebbe continuare.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Per fortuna, su libri che continuano ad uscire, non manca chi la pensa come me e le denuncia.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Ed è giusto che sia così. Anche se l’effetto fosse infinitesimale e toccasse un solo lettore per pubblicazione. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Perché è questo un momento storico-sociale in cui l’impegno del singolo vale forse più delle pur valide manifestazioni dal clamore che, pur con un grande valore immediato, stampa e tv rendono effimero il più delle volte a chi non c’è stato.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh7SJ4l05lMVPd0ND-4O4C1Lk-wxyjWIz7t6BbYiynsm8KsltpLDlUMB8pj-jW1oSOCHs7nWtjk1T3YKqxIcXOIWTT4pUlBK11O2sqx48NIdX5GIW8y-zSmcMTtAEcQkR5SGlECf8T4wgU/s1600/donatella-di-cesare-stranieri-residenti-9788833927350.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1008" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh7SJ4l05lMVPd0ND-4O4C1Lk-wxyjWIz7t6BbYiynsm8KsltpLDlUMB8pj-jW1oSOCHs7nWtjk1T3YKqxIcXOIWTT4pUlBK11O2sqx48NIdX5GIW8y-zSmcMTtAEcQkR5SGlECf8T4wgU/s400/donatella-di-cesare-stranieri-residenti-9788833927350.jpg" width="251" /></a></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">°°°</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Detto questo vorrei tornare all’esigenza della “disobbedienza civile” su cui batte, con ardore ammirevole, Donatella Di Cesare (stimatissima docente di filosofia del linguaggio, filosofia teorica e filosofia a largo raggio d’analisi; ora indomita divulgatrice, spirito critico, propagatrice di un “pensiero forte” che non si può non condividere, se si è dalla nostra parte, su svariate pubblicazioni, ma soprattutto qui, su questo social, dove raggiunge un numero di lettori largamente folto e perspicace) la quale, con le sue lauree ad honorem e i premi internazionali conseguiti, potrebbe tranquillamente dedicarsi ai sui studi su Wittgenstein ed Heidegger, mentre combatte una battaglia appassionata e non solitaria.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">°°°</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Già dal 10 febbraio di quest’anno, su<b> “La Lettura”</b> del “Corriere della Sera”, scriveva un suo coinvolgente articolo - “Elogio della disobbedienza”, che chi vuole può rintracciare sul web - in cui afferma: </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><i>“Non si deve confondere l’ ‘obiezione di coscienza’ con la ‘disobbedienza civile’.</i></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><i>Il gesto di Henry Thoreau, l’anarca che s’incammina verso la vita selvaggia contestando la civiltà a cui rifiuta di prendere parte, è il gesto dell’obiettore.</i></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><i>La ‘disobbedienza civile’, anche se praticata da un singolo, è invece una contestazione comune che mette in dubbio le istituzioni, interroga le leggi, in nome di una democrazia rinnovata e di un progetto futuro.</i></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><i>Si denuncia l’iniquità di un decreto sotto gli occhi di tutti, ostentando anzi la Disobbedienza che è rivolta non solo e tanto contro le autorità, quanto alla coscienza degli altri e all'altrui senso della giustizia”</i>.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">°°°</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Continua più avanti </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><i>“Legittima, difficile, rischiosa, la “disobbedienza civile” è un’obbligazione etica e una sfida politica.</i></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><i>Richiede coraggio.</i></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><i>Anzitutto quello di non tradire se stessi, e la giustizia in cui si crede, per piegarsi al comando altrui.</i></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><i>Il che significa che, nella Dis-obbedienza resta pur sempre un obbedire : alla propria coscienza.</i></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><i>Ed è per questo che il gesto di dice <b>"no" </b>non può essere interpretato come un irresponsabile atto delinquenziale.</i></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><i>Disobbedire è un atto responsabile(…).</i></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><i>In un mondo dove le azioni sono segmentate, la mostruosità dell’insieme rischia di non essere vista, dove l’indifferenza esonera dal reagire, dove l’impotenza politica viene scambiata per neutralità sovrana, la “disobbedienza civile” è un obbligo democratico”.</i></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><i><br /></i></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><i><br /></i></span>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmzu8aWGbWZr4M2HPbHgalcPUaA9ifD_3z0RCOyvISgkB65LyQNRu6Jf_nXFCvvuak1DMHGIUSr23yW6hNOKa22YNkCxehFMM6ewTdVl1fAx3wMT5kT6yM_XqbHIkLIn26m1K4j2quMtk/s1600/gros.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1517" data-original-width="1000" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmzu8aWGbWZr4M2HPbHgalcPUaA9ifD_3z0RCOyvISgkB65LyQNRu6Jf_nXFCvvuak1DMHGIUSr23yW6hNOKa22YNkCxehFMM6ewTdVl1fAx3wMT5kT6yM_XqbHIkLIn26m1K4j2quMtk/s400/gros.jpg" width="262" /></a></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><i><br /></i></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><i><br /></i></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">°°°</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Tutto ciò (molto di più poiché ho ripreso solo alcuni stralci significativi) è stato redatto anche come segnalazione di <i>“Disobbedire”</i>, un altro acuto libro di Frederic Gros (duplice docente di filosofia, a Parigi) che sa essere più chiaro di tanti volgarizzatori nostrani di cui sono pieni i social come gli studi tv nelle ore dedicate agli schiamazzi dagli apparenti nobili motivi e con gli applausi comandati dalla regia.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Gros, anche narratore, ha scritto questo volume nel 2017, uscito l’anno dopo per Einaudi, ed altamente consigliabile anch'esso per la fluidità del raccontare e l’attualità del pensiero che rende forse “vecchio” ma non superato il saggio di Thoreau che fu pubblicato e letto quanto l’ “obiezione di coscienza” era davvero un atto di ribellione.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">E poi, pur essendo d’accordo con la distinzione di Donatella Di Cerare, sono certo che anch'ella riconosce al testo un valore e un dovere di lettura da non poter essere evitato.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">°°°</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Infine, per tornare, ai fatti della Sea Watch3, basandomi su quanto ho scritto e citato, dirò quindi, per finire, come, per quanto mi riguarda e credo debba riguardare tutti coloro che sanno quanto l’attuale sia anche il tempo di riflettere e ponderare per pensare a come ricreare la Democrazia dopo ormai quindici mesi dall'anno zero – ed altri tempi ed altri ancora ne verranno – per riuscire a fare del Paese un luogo dove personaggi come Salvini scompaiano dagli incarichi pubblici, la solidarietà sincera verso Carola Rakete è proprio un atto di giustizia, tolleranza, l’atto responsabile del Disobbedire ad un mondo di mostri crudeli, sadici e snaturati.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">°°°</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Ciò non basta. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Non basta ora. Non basterà per i nostri figli, i nostri nipoti, forse i figli dei nostri nipoti.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Se non fossi pessimista, pur nell'ambito della mia personale filosofia della ragione che non mi esime da un ottimismo della mia idealità, proverei vergogna.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">°°°</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">E quindi ricordo, ancora una volta, ai mie compagni giacobini e marxisti, che la lotta vera è lontana da cominciare, specie con partiti e conventicole, pur in buona fede per la maggioranza dei partecipanti.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Questa necessita non di darsi da fare per raccogliere qualche voto. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Ma ha bisogno di un ripensamento profondo sul nostro passato, il presente scellerato, il futuro dove forse nessuno di noi, sopra i quarant'anni, vedrà mai sorgere un solo raggio del Sole dell’Avvenire.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">°°°</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Quindi – e mi ripeto poiché l’ho scritto parecchie volte e l’avrei detto, due mesi fa, anche in pubblico se ne avessi avuto la possibilità (di cui non do la colpa a nessuno, è andata così per onere mio personale) – non pensiamo di riflettere, combattere, ora e per il tempo che abbiamo dinanzi.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">°°°</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Lo dobbiamo fare – lo ripeto sapendo di ripetermi ancora – per i nostri figli, i nostri nipoti, forse i figli dei nostri nipoti per i quali, un giorno lontano, la Sea Watch3 e la trentunenne Carola, forse i suoi figli o i figli dei suoi figli, portino la giovinezza del mondo e la giustizia civile e sociale su tutti i mari e tutte le terre, senza temere alcun blocco portuale e gli insulti di disumani e orribili imbecilli.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">°°°</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Ci sentiamo tra un mese circa</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">°°°</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>2019©riproduzioneriservata</b></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEho-I7bEiLo7XnEfmhVZQQPi7sEqjwSeqIHz5y8zD6Z8enJHYaSMTJUz0UDTxjZcxwQGWFI4WsET1GcUJxBG0n23VF4LXQdyH_-NTeJ7fofafHRsN1yJRgGf7AERsIJfRXPUXW85jPj_dY/s1600/disobb.jpg" imageanchor="1"><img border="0" data-original-height="340" data-original-width="221" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEho-I7bEiLo7XnEfmhVZQQPi7sEqjwSeqIHz5y8zD6Z8enJHYaSMTJUz0UDTxjZcxwQGWFI4WsET1GcUJxBG0n23VF4LXQdyH_-NTeJ7fofafHRsN1yJRgGf7AERsIJfRXPUXW85jPj_dY/s320/disobb.jpg" width="260" /></a></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8489625967284893808.post-17516261096120367552019-06-28T20:08:00.000+02:002019-07-16T22:07:10.258+02:00APPUNTI PER UN NUOVO DISCORSO SULL'IMMIGRAZIONE di Zaria Galiano<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiaZhKn1Zo21XMDvWSQEMP-wrYfH-ntvESG6-lo7yt88VceqniOwQJWHEeH8qLTOP7GXt8DWF3Jo0MgYQYaTbb83tL5K4yXasYjSmAAB2JtnEUG1W-Dfp2A_pQ8xSszOQlZGyIggEuQrbI/s1600/ius.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="700" data-original-width="534" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiaZhKn1Zo21XMDvWSQEMP-wrYfH-ntvESG6-lo7yt88VceqniOwQJWHEeH8qLTOP7GXt8DWF3Jo0MgYQYaTbb83tL5K4yXasYjSmAAB2JtnEUG1W-Dfp2A_pQ8xSszOQlZGyIggEuQrbI/s400/ius.png" width="305" /></a></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<br />
<div style="text-align: center;">
<span style="color: red; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>APPUNTI PER UN NUOVO DISCORSO SULL'IMMIGRAZIONE </b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: red; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>di Zaria Galiano</b></span></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">T</span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">utto il mio rispetto per chi crede soprattutto nell'accoglienza e anche nell'integrazione ma tutto questo non basta più, non è mai bastato e non basterà mai, se non si cambia l'intero discorso sull'immigrazione. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">I migranti in mare, dopo che saranno sbarcati, entreranno nell'inferno della "cattiva" gestione dell'immigrazione in Italia. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Una gestione disastrosa che va avanti da decenni e che molti governi, anche di "centro sinistra", NON HANNO VOLUTO CAMBIARE. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Gli immigrati che arrivano nei barconi, così come quelli invisibili che arrivano in aereo o in treno, finiscono quasi tutti nel mercato del lavoro. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Un mercato del lavoro, in un'economia in crisi, che necessita di manodopera a basso costo e soprattutto di lavoratori senza diritti. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Un mercato in cui, quando si incontrano domanda ed offerta, chi vende la propria forza lavoro è costretto ad accettare qualunque paga e condizione, vista la propria condizione di clandestinità o di precarietà del permesso di soggiorno.</span><br />
<a name='more'></a><span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"> </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Chi governa sa benissimo, che l'economia ha disperato bisogno di lavoratori ricattabili ma sa anche che l'Italia, secondo paese più anziano al mondo, necessita di migliaia e migliaia di immigrati per sopperire al calo demografico (dati Istat dicono che nel 2018 in Italia c'è stato il peggior calo demografico degli ultimi 100 anni). </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Calo demografico significa case sfitte, calo dei consumi, assenza di studenti, calo di entrate per lo Stato, mancanza di lavoratori, e un'infinità di altre necessità indispensabili per un'economia capitalista. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Per tutti questi motivi, i governi, che si sono succeduti e quelli attuali, urlano ai quattro venti la loro lotta contro l'immigrazione clandestina ma poi la favoriscono in tutti i modi. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Con questo non voglio criticare chi, giustamente, chiede accoglienza e soprattutto rispetto dei diritti umani ma chiedo anche di fare un passo avanti. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Gli immigrati in Italia sono circa 6 milioni, di cui quasi un milione di bambini e ragazzi nati o cresciuti qui, e la maggioranza sono in età lavorativa. Questo vuol dire che pagano tasse e contributi, che pagano un affitto e le bollette, che consumano beni e servizi, in poche parole, significa che sono perfettamente INTEGRATI nell'economia italiana. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Questi milioni di lavoratori e lavoratrici hanno le stesse problematiche dei loro "concorrenti autoctoni" e cioè soffrono per tutto lo smantellamento del welfare. Subiscono i tagli alla sanità, all'istruzione, alle politiche abitative e sociali e a tutti quei servizi pubblici a cui ha diritto di accedere chiunque contribuisca all'economia di un paese. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Ecco perché non possiamo solo indirizzare la nostra "lotta per la salvezza dei poveri migranti" o al caso del giorno o all'eroe della settimana o al premio nobel dell'anno. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">La lotta per i diritti dei lavoratori immigrati deve essere la stessa lotta dei lavoratori italiani. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Deve essere la stessa rivendicazione per il diritto alla casa, alla salute, all'istruzione, diritti indispensabili per tutti quei lavoratori che non sono in grado di garantirsi un livello dignitoso di vita con il loro salario o stipendio. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Non possiamo non inquadrare il processo migratorio, e quindi la richiesta di diritti per i lavoratori immigrati, come lo ius soli e il voto amministrativo che sono l'unica vera integrazione possibile, all'interno della lotta per la redistribuzione della ricchezza, contro lo sfruttamento e la precarietà della classe lavoratrice, contro lo smantellamento del welfare, e contro tutto ciò che continua a produrre sempre più ricchezza in poche mani e sempre più miseria sulle spalle di molti. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Non possiamo ogni volta aspettare un eroe o un'eroina per credere di stare facendo qualcosa per gli immigrati, come se stessimo parlando sempre di poveri disgraziati e non di lavoratori come noi. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Perché così facendo, stiamo solo perdendo anni e anni di lotte, che avevano ben altro intento che non la carità, e stiamo contribuendo, anche noi, a fomentare la guerra tra poveri, vista la nostra totale incapacità di analizzare il processo migratorio all'interno della contraddizione tra capitale e lavoro. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>P.S.</b> Avrei voluto dire tanto altro sullo sfruttamento e la rapina dei paesi del primo mondo verso i paesi del terzo ma penso che avremmo tanto bisogno di spazi, magari non virtuali, in cui a discutere di immigrazione non siano i soliti italiani "brava gente", ma siano gli stessi immigrati a parlare della loro condizione. </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Perché non si può continuare a festeggiare un compleanno senza il festeggiato o peggio ancora a piangere ad un funerale senza il morto! </span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;">Firmato. Una lavoratrice.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b>Zaria Galiano - Comitato Immigrati in Italia</b></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiIv7Ax0mZMTE3cwjdtVrPlAAZ-_ryWRfAE7OfWTQYPb1VSDMQHbRGJjBjYyeHj_k84eLttTPjSQTAph2VXSlUVm7E0GXea3DmIa_VSUFx-oxc4kJa3_wMQQdVVSYrd9t6M9Mk3SS0Mxp0/s1600/comitato.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="257" data-original-width="264" height="389" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiIv7Ax0mZMTE3cwjdtVrPlAAZ-_ryWRfAE7OfWTQYPb1VSDMQHbRGJjBjYyeHj_k84eLttTPjSQTAph2VXSlUVm7E0GXea3DmIa_VSUFx-oxc4kJa3_wMQQdVVSYrd9t6M9Mk3SS0Mxp0/s400/comitato.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<b><span style="font-size: large;"><br /></span></b></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<b><span style="color: magenta; font-size: large;">dal sito <a href="https://www.pane-rose.it/files/index.php?c1:o57:e1">Il pane e le rose</a> </span></b></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-size: large;"><b>La vignetta è del Maestro Mauro Biani</b></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<br /></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8489625967284893808.post-12597972012571294312019-05-28T21:23:00.000+02:002019-05-28T21:23:13.020+02:00COME DA PREVISIONI,NELLE ELEZIONI EUROPEE... di Piero Bernocchi<div style="text-align: center;">
<b><span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span></b></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYoMsBF-BarmGXcQBBlSPyT9Tuaixsc_7ONBE0y-jsIQ76F5cF0s2iv_jUvXdV2GDEuQCcxy75j9NAd3jZpE_ceKkJGAsM4Lyzw3TWf8cGZpl6mr7O9Rm_vv3H8Brh-WOCTIaNj3pUwYg/s1600/euopee-2019-a-caldo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1024" data-original-width="848" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYoMsBF-BarmGXcQBBlSPyT9Tuaixsc_7ONBE0y-jsIQ76F5cF0s2iv_jUvXdV2GDEuQCcxy75j9NAd3jZpE_ceKkJGAsM4Lyzw3TWf8cGZpl6mr7O9Rm_vv3H8Brh-WOCTIaNj3pUwYg/s400/euopee-2019-a-caldo.jpg" width="331" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<b><span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span></b></div>
<div style="text-align: center;">
<b><span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span></b></div>
<div style="text-align: center;">
<b><span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">COME DA PREVISIONI,NELLE ELEZIONI EUROPEE...</span></b></div>
<div style="text-align: center;">
<b><span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span></b></div>
<div style="text-align: center;">
<b><span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Trionfa la Lega, tracollano i Cinque Stelle, il PD respira</span></b></div>
<div style="text-align: center;">
<b><span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span></b></div>
<div style="text-align: center;">
<b><span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">di Piero Bernocchi</span></b></div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<div style="text-align: center;">
<b><span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Fenomenologia del “popolaccio” salviniano </span></b></div>
<div style="text-align: center;">
<b><span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span></b></div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Una premessa sull'Europa. Mi sa che aveva visto giusto Altan con la sua vignetta <i>“L’Europa è come la mamma”</i>: può essere cattiva, severa, ingrata, ingiusta, anaffettiva, ma si può sempre sperare che migliori, che ci tratti un po’ meglio ed in ogni caso è peggio non averla o essere orfani. E cioè, fuor di metafora: nonostante il malcontento e le critiche forti nei confronti della politica dell’Unione Europea, alla resa dei conti i partiti nazional-populisti e/o fascistoidi, che predicano la disgregazione della UE, non hanno sfondato né cambiato significativamente gli equilibri parlamentari europei perché la larga maggioranza dei cittadini/e, andati al voto molto più che in precedenza (tranne che in Italia, un paio di punti in meno), ha detto che vuole una Europa più democratica, giusta, solidale ed egualitaria ma non tornare alle sovranità nazionali, con il ripristino delle frontiere, delle cento monete, dei separatismi e dei conflitti - fino alle grandi tragedie belliche - tra Stati modellati come nell'Ottocento o nel Novecento. E in questo neanche la Francia e l’Italia costituiscono delle vere eccezioni: in Francia Le Pen ha dismesso il tema <i>“uscire dall’Europa”</i> da tempo e ha propagandato un nazionalismo <i>à la carte</i> che peraltro non è stato poi così premiato, perché il suo 23% è inferiore di due punti rispetto alle precedenti Europee ed è più giusto dire che ha perso Macron (al 22%) più che ha vinto lei. E neanche la Lega ha più battuto il tasto dell’uscita dalla UE e dall'euro che per la verità la maggioranza dei suoi elettori/trici (cosa che del resto vale per la maggioranza abbondante degli italiani/e) non desidera affatto.</span><br />
<a name='more'></a><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Però, l’Italia costituisce davvero un caso eclatante, rispetto agli altri paesi dell’Europa occidentale, per la misura del trionfo della Lega – che dall'arrivo al governo ha accentuato sempre più i caratteri reazionari - che, addizionato al successo dei <i>Fratelli D'Italia</i></span><span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"> di Meloni, porta da noi la destra estrema al 41%, mentre ad esempio in Spagna Vox </span><span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"> si ferma al 6% e l’Afd</span><span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"> in Germania all’11%. E per giunta lo fa al termine di una campagna elettorale che ha stuzzicato tutti gli stilemi delle culture e delle ideologie simil-fasciste e riportato a galla, potenziato, ingigantito e compattato un <i>popolaccio</i> </span><span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"> che affonda le sue radici in plurisecolari, negative pulsioni italiche, più forti che altrove, già emerse con evidenza durante il Ventennio mussoliniano. Certo, lo avevamo detto e messo per iscritto fin dal giugno 2018, subito dopo la formazione del governo Salvini-Di Maio (anche se faticammo non poco all'inizio a far capire la natura massimamente reazionaria e senza precedenti di questo governo), che i Cinque Stelle </span><span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">avrebbero portato verso il trionfo la Lega</span><span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"> e ne sarebbero stati dissanguati. L’ignoranza, la spocchia e l’arroganza del gruppo fondatore - che ha costruito i propri successi sulle tesi del "non siamo di destra né di sinistra, ma oltre" </span><span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">o del "non siamo antifascisti perché il fascismo è scomparso"</span><span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">, nonché sull’odio verso i politici <i>tout court</i> </span><span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">in nome di una autoproclamata purezza antropologica e millantata onestà-tà-tà- ha impedito loro, tanto più in presenza di una gestione padronale e di un infimo tasso di democrazia interna, di evitare la disfatta, arrivata peraltro in tempi assai brevi.</span><br />
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<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Scrivemmo alcuni mesi fa, parafrasando i dialoghi dei western di Sergio Leone, che <i>“quando un partito senza ideologia ne incontra uno che invece ne ha tanta, il primo fa una pessima fine“</i>. E la Casaleggio Associati e Giggino Di Maio avevano sottovalutato il profondo cambio di pelle della Lega salviniana, il cui lungo e certosino lavoro negli ultimi anni ha mirato non già a rappresentare il vecchio indipendentismo della Lega dei Bossi e dei Maroni, bensì a costruire un blocco sociale ideologico e culturale (sub-cultura, si dirà, però funzionale) prima ancora che economico e strutturale, forgiando quel popolaccio salviniano, del tutto interclassista e trasversale, di cui in conclusione proverò a tratteggiare i caratteri patologici. I Cinque Stelle hanno impiegato quasi un anno a capire che le armi usate a piene mani dalla Lega (razzismo, xenofobia, ossessione identitaria, paranoia securitaria, odio verso l’ultimo arrivato, verso i diversi, i più deboli, l’ostentazione dell’omofobia, del machismo e della misoginia, la religiosità bigotta, il culto del Capo e dell’Uomo Forte da seguire e venerare ecc.) non solo erano più potenti ma costavano assai meno (anzi, praticamente niente) rispetto agli obiettivi propagandistici dei Cinque Stelle. I quali, con il sedicente reddito di cittadinanza, pensavano di rieditare una sorta di assistenzialismo neodemocristiano, che però, in assenza delle risorse economiche della DC e della sua capillare presenza territoriale, aveva funzionato solo nella campagna elettorale del 2018, e per giunta solo al Sud in maniera clamorosa, ma aveva rivelato il bluff e la cialtroneria conseguente una volta avviato il progetto con scarse risorse, competenza miserrima e assenza di quella diffusione reale nel territorio in grado di aggregare e consolidare le clientele. </span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Però, la Lega aveva un punto debole micidiale: era stata già al governo ben tre volte e non aveva realizzato nessuna delle promesse riproposte in campagna elettorale, presentava un ceto politico di lunghissimo corso (la Lega è il più vecchio partito presente in Parlamento), con Salvini stesso che in vita sua non ha mai fatto altro che il politico (in consiglio comunale già a 21 anni come leader dei “comunisti padani”), e non avrebbe mai potuto risultare credibile come <i>“il governo del Cambiamento”</i> tornando a gestire il potere con Berlusconi, Meloni e tutta la vecchia compagnia di giro, già crollata ben tre volte alla prova del governo. La Lega abbisognava di un paravento, di qualcuno che cancellasse con la sua presenza i tanti anni governativi della Lega, che la ridipingesse come nuova con la sua compartecipazione; e i Cinque Stelle, con un cretinismo parlamentare e una sete di potere da <i>parvenu</i>, si sono offerti come cavallo di Troia per l’ingresso nella “fortezza” governativa: solo che. a differenza della mitica guerra narrata da Omero, qui ed ora il legno del “cavallo” è stato bruciato dai leghisti per riscaldare e potenziare la propria avanzata.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Appare non facile spiegare tale sciagurata incapacità di leggere quello che stava accadendo, così come la subitanea resipiscenza arrivata solo nelle ultime settimane elettorali: che ha provocato però un tale rovesciamento nei rapporti tra Lega e Cinque Stelle da convincere milioni di persone che le responsabilità nei fallimenti governativi andassero addebitate <i>in toto</i> al M5S e non alla Lega, che andava premiata perché potesse assumere il pieno comando governativo o sbarazzarsi del tutto dei Five Stars. Nelle ultime settimane, Di Maio è apparso una falena impazzita che continuava a sbattere inutilmente contro la “lampada” imperforabile di Salvini, virando la campagna elettorale sulla aggressione all'alleato e sul tentativo di dimostrarne l’incapacità e la pericolosità, ma finendo per picconare e squalificare il proprio governo e il proprio ruolo in esso. Di Maio ha strombazzato <i>urbi et orbi</i> che Salvini, e di conseguenza il governo, non aveva fatto nulla sui rimpatri, che i porti erano apertissimi, che il decreto-sicurezza bis era incostituzionale e impresentabile, che l’economia peggiorava perché, con le sue dichiarazioni, Salvini aveva fatto alzare lo <i>spread</i>, che Boccia, capo della Confindustria, aveva ragione nel dire che per sistemate l’economia il governo doveva buttare nel cestino il “contratto” costitutivo; e, per giunta, che Salvini aizzava la piazza, provocava scontri, stava riportando il clima degli anni ’70, doveva piantarsela di strumentalizzare la polizia, di usare i nazifascisti di <b>Casa Pound</b> e <b>Forza Nuova</b> (a proposito: malgrado tutta la pubblicità diretta e indiretta ricevuta in questi mesi, le due formazioni nazi-fasciste hanno raccattato lo 0.6% la prima e lo 0.3% la seconda), di riproporre l’armamentario verbale mussoliniano e disprezzare il 25 Aprile, i partigiani e la Resistenza.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Solo che tutto questo strepitare e aggredire (e Salvini da par suo ha replicato sottolineando la totale inconsistenza e cialtroneria della gestione economica dei Di Maio, Toninelli, Castelli e compagnia) si è rivelato un clamoroso autogol sia verso sinistra sia verso destra, come è dimostrato dalla discrasia tra i sondaggi di un paio di mesi fa (prima che iniziasse la conversione “antifascista” e antisalviniana dei 5 Stelle) che davano i Five Stars in calo ma comunque intorno al 23%, e i risultati elettorali che li schiacciano addirittura su un 17% che significa il dimezzamento rispetto alle politiche del marzo 2018.</span><br />
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<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">A sinistra, in senso general-generico, una buona percentuale di quelli da lì provenienti, che in qualche modo avevano assorbito la botta dell’alleanza con la Lega, di fronte allo squadernare tutte le bassezze dell’alleato leghista contraddetto dal ribadito <i>“governeremo ancora con la Lega fino alla fine della legislatura”</i>, hanno pensato più igienico tornare a votare un PD “derenzizzato”, o magari astenersi, piuttosto che ri-votare una tale banda di scappati di casa. E a destra, tanti di quelli che pencolavano tra le due forze di governo, hanno infine optato per la Lega o addirittura per Fratelli d’Italia, più credibili e coerenti nella loro politica reazionaria.</span><br />
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<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Da tale clamoroso posizionamento suicida della Casaleggio Associati e dei suoi subordinati, ha tratto vantaggio persino il PD. Zingaretti, colui che sembra non dire niente anche quando parla, ha dovuto fare ben poco per far tornare a casa quattro punti percentuali di voti nelle Europee e per ottenere alcuni non trascurabili <i>exploit</i> in alcune grandi città, dove risulta il primo partito, come il 43% di Firenze, il 40% di Bologna, il 36% di Milano, il 33% di Torino e il 30% di Roma, nonché altri successi nelle elezioni amministrative ove con il centrosinistra vince al primo turno in vari capoluoghi di provincia (Firenze, Bari, Bergamo, Pesaro, Modena, Lecce) e in altri (Reggio Emilia, Cesena, Foggia e Livorno) va al ballottaggio come prima forza. Tutto ciò, malgrado il PD non abbia presentato programmi veri né obiettivi e proposte stringenti e fattuali ma solo un elenco di generici propositi di vecchio stampo socialdemocratico, o social- liberista “temperato” come sarebbe più corretto dire, vista comunque la grande disponibilità alle Grandi opere e verso l’imprenditoria, il rispetto delle regole del gioco europeo, la “moderazione” salariale ecc. E’ bastato mettere in ombra Renzi, recuperare i transfughi dalemian-bersaniani e un po’ di intellettualità pentita, fare dichiarazioni buoniste, solidali e “francescane” (nel senso di papa Francesco), condire di generiche promesse di <i>“ritorno in mezzo al popolo”</i> (vedi riapertura sede di Casalbruciato et similia) e, pur gravato da un eloquio che manco ai banchetti di matrimonio lo prenderebbero, Zingaretti sta facendo credere a parecchi commentatori che quel corpaccione del PD, che fino a ieri sembrava uno zombieirrecuperabile, si è rianimato e almeno respira regolarmente. </span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">C’è da aggiungere però che - pur di fronte ad una destra estrema, Lega più Fratelli d’Italia, al 41% (e al 42% se ci aggiungiamo le frattaglie di <i>Casa Pound</i> e <i>Forza Nuova</i>) che, con l’aggiunta di Forza Italia, arriverebbe al 50% - il gruppo dirigente del PD pensa, e non senza alcune ragioni, di poter contare sullo sfaldamento, o su un brusco cambio di direzione, dei Cinque Stelle, verso una possibile futura alleanza (non a caso le ultime dichiarazioni sono state: “non ci alleeremo mai con il M5S di Di Maio”; ma con un altro leader?). </span><br />
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<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">A favore di questa prospettiva, gioca anche la penosa situazione che deve ora fronteggiare la Casaleggio Associati. Per rimanere al governo, caduto il quale la gran parte del personale politico raccogliticcio dei Cinque Stelle dovrebbe tornare a casa senza possibilità di ritorno ai fasti istituzionali, Di Maio e soci dovrebbero accettare apertamente la condizioni di personale di servizio a disposizione di Salvini. Che ha già descritto le prossime, micidiali forche caudine politiche: accelerazione delle Grandi opere, a partire dalla TAV (tanto più dopo la vittoria leghista in Piemonte); approvazione rapida della “autonomia differenziata”, cioè della regionalizzazione spinta, la “secessione dei ricchi”; lancio della <i>flat tax </i>nella prossima Legge di bilancio; chiusura dei porti e respingimento dei migranti, da far sottoscrivere anche al Parlamento europeo. Come i <i>Five Stars</i> possano accettare di rimanere al governo in una posizione apertamente servile appare difficile immaginare, visto il rischio di rapida estinzione, pur se anche una ravvicinata prospettiva elettorale, che taglierebbe fuori quasi tutto l’attuale gruppo dirigente, sembra non meno raggelante per la attuale <i>leadership</i>.</span><br />
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<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">D’altra parte il PD può cantare vittoria anche per il pesante (oltre le più pessimistiche previsioni dei promotori/trici) fallimento della lista <b>La Sinistra</b>, malgrado i sondaggi non sfavorevoli e alcune sponsorizzazioni “di grido”. L’1,7% raccolto è davvero poca cosa, appena un po’ meglio del precedente 1,1% alle Politiche di <b>Potere al Popolo</b>, creatura soffocata nella culla, malgrado i salti mortali del buon Cremaschi, da stalinoidi vecchi e nuovi. Ancora una volta <b>Rifondazione Comunista</b> ha ripetuto l’autolesionistico rituale praticato dal fallimento del secondo governo Prodi in poi. Dopo aver strenuamente rivendicato nell'attività quotidiana consueta il proprio “essere comunista”, con tanto di attrezzatura novecentesca di falci e martelli e pur senza aver spiegato, dopo quasi trenta anni dalla nascita, che relazione ci sia con il comunismo novecentesco del “socialismo reale”, al momento dell’appuntamento elettorale ha riproposto per la quarta volta consecutiva, a partire dalla catastrofica <b>Lista Arcobaleno</b>, la sua mimetizzazione dietro un presunto salvatore della patria o “federatore”. L’altro ieri si trattò di Ingroia, ieri di Tsipras, oggi sarebbe dovuto essere il vanesio De Magistris, passato da magistrato manettaro simil-Di Pietro ad una sorta di Napoleone de’Forcella, generale però senza esercito che immaginava la candidatura alle Europee come primo passo per arrivare addirittura alla Presidenza del Consiglio, come aveva confidato, in una delirante intervista all’<b>Espresso</b>, alla giornalista Stefania Rossini, basandosi sulla certezza di <i>“piacere molto non solo alle donne ma anche a tanti uomini”</i>. </span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Salvo poi fare precipitosa marcia indietro in extremis, accortosi dell’inconsistenza delle proprie pretese e del proprio rilievo nazionale, lasciando in braghe di tela il PRC che non ha potuto fare altro che rimettersi insieme a quel Fratoianni che aveva guidato, come braccio destro di Vendola, la più vistosa tra le tante scissioni del travagliato partito, sollevato piuttosto in alto e poi fatto precipitare a terra da un altro grande vanesio con la erre moscia. E pur tenendo conto di questo percorso tortuoso e per nulla attraente, quell'1,7% appare comunque una miseria. Come per altri versi non sono neanche trascurabili i cali vistosi che le principali forze della “sinistra radicale” (o sinistre a sinistra del centrosinistra, se mi si passa lo scioglilingua) hanno registrato un po’ dappertutto, da <b>Die Linke</b> che in Germania è arretrata al 5%, alla <b>France Insoumise</b> di Melenchon che scende vertiginosamente al 6%, fino a <b>Podemos</b> in Spagna, attestatosi intorno ad un 10% che è meno di un terzo rispetto al trionfale 33% del socialista Sanchez, per non parlare delle liste sponsorizzate da Varoufakis in giro per l’Europa e annegate dappertutto nel calderone delle “altre liste” che non superano manco la soglia dei prefissi telefonici. Il tutto, poi, mentre <b>i</b> <b>Verdi</b> si rilanciano alla grande quasi dappertutto, risultano il secondo partito in Germania, il terzo in Francia e superano il 10% in vari paesi e persino in Italia scavalcano il 2%, pur restando fuori della soglia del 4% che avrebbero raggiunto molto probabilmente se avessero accettato la proposta di apparentamento con la lista della Sinistra.</span><br />
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<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">E le strutture di base? E le forze che, pur a volte esagerando, si definiscono movimenti? Le realtà più conflittuali, antagoniste, autorganizzate, senza tessera ma con precise identità e fisionomia politica e sociale? More solito, come è accaduto fin dal ’68 con pochissime eccezioni, anche stavolta di fronte a passaggi istituzionali pur molto rilevanti come questo, si estraniano, si fanno da parte. Per carità, non sottovalutiamo quello che anche noi come <i>COBAS</i> abbiamo fatto in questi mesi e di cui in molti casi siamo stati corretti co-protagonisti, le mobilitazioni antirazziste e contro le politiche reazionarie del governo messe in campo dagli Indivisibili, le manifestazioni ambientaliste e contro le Grandi opere, quelle del movimento femminista, le forti contestazioni a Verona ai reazionari familisti e a Salvini un po’ ovunque, le lenzuolate contro il ministro degli Interni, lo sciopero della scuola contro la regionalizzazione, la campagna di solidarietà per Rosa Maria Dell’Aria, sospesa dall'insegnamento per reato di “lesa maestà” nei confronti di Salvini e così via. Ottime iniziative nell'insieme, ma con sconnessione tra una mobilitazione e l’altra, senza alcun convinto tentativo di arrivare ad una intersezione, ad alleanze aperte e paritarie e che durino più dell’<i>éspace d’un matin</i>, in senso egualitario, solidale, antiliberista, in difesa dei diritti sociali e democratici, e che sappiano anche dire qualcosa di fronte ai passaggi istituzionali, come peraltro avvenuto in quasi tutti gli altri paesi d’Europa in questi anni. </span><br />
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<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Cosicché, tutto questo mondo conflittuale anche stavolta ha praticato un generale mutismo rispetto ad un passaggio elettorale comunque di dimensioni epocali per le sorti dell’Europa e dell’Unione Europea: e, peraltro, stavolta con un tasso di schizofrenia persino superiore al solito. Perché, di fronte all'imminente e annunciato trionfo delle ideologie fascistoidi salviniane, gli stessi che, come organizzazione, movimento, centro sociale o collettivo ambientalista, avevano evitato di prendere una qualche posizione, poi in gran parte – questo ho potuto ampiamente verificare di persona negli ultimi giorni – non si sono personalmente astenuti/e ma a livello individuale una scelta elettorale l’hanno fatta, dimostrando che alla fin fine non considerano tutti i partiti equidistanti da loro, anche se magari, con altrettanta scissione politica, sono passati in poco tempo dal voto ai <i>Cinque Stelle</i> a quello a <i>La Sinistra</i> o ai <i>Verdi</i>, se non addirittura, in qualche caso, al PD.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Andrà così anche nei prossimi tempi? Di fronte a questa schiacciante egemonia della destra più radicale e reazionaria, ognuno – movimento, rete sociale, collettivo territoriale, sindacato alternativo, partito “antagonista” – continuerà ad operare in una presunta autosufficienza e ad una distanza sdegnosa e siderale dagli appuntamenti politici istituzionali, contraddetta poi dal tacito voto individuale a questo o a quello, con la logica del “turarsi il naso”? Non ho risposte precise ma un’avvertenza, questa sì, da rivolgere alle aree e alle strutture conflittuali, antagoniste, alternative, antiliberiste o anticapitaliste. E cioè: non vi fate facili illusioni sulle caratteristiche del successo folgorante della Lega, del salvinismo e della destra fascistoide. Non crediate che dipenda solo dalle politiche liberiste della sinistra, dall’avere essa abbandonato il suo retroterra sociale storico, le classi o ceti di riferimento. Non sottovalutate il peso e la profondità del blocco sociale, culturale, ideologico, religioso e morale che ho chiamato il <i>popolaccio </i>di Salvini., definizione volutamente spregiativa che, arrivando alla conclusione, è mio dovere spiegare in modo esauriente.</span><br />
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<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Parto dal presupposto, su cui spero ci sia condivisione diffusa, che il <i>popolo</i>, in quanto entità unitaria, omogenea e a-storica, non esista, così come, contrariamente a quanto credevo nella mia gioventù marxista e leninista, la categoria di <i>proletariato</i> e finanche di <i>classe operaia</i>. Certo, esistono i popolani, i proletari e gli operai. Ma essi/e, intesi in senso puramente sociologico, possono collocarsi su posizioni politiche, ideologiche, culturali, religiose e morali assai diverse o anche diametralmente opposte. Ciò che dà compattezza, relativa unità e omogeneità a queste categorie, classi e ceti, almeno in certe circostanze e per periodi non eterni, è un insieme di fattori che travalicano la pura somiglianza di redditi, condizioni di lavoro e stato socio-economico. I fattori cosiddetti sovrastrutturali – una relativa visione del mondo e della vita, una ideologia, una cultura, alta o bassa che sia, una religiosità o meno, una morale, degli ideali e così via – determinano la formazione di uno schieramento politico-elettorale dotato di una qualche identità almeno quanto la collocazione economica e, soprattutto nei momenti di crisi o di grandi trasformazioni sociali, strutturali e di valori, persino con influenza superiore.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Ebbene, se osserviamo l’operazione culturale ed ideologica operata dalla Lega di Salvini per riunire, addensare e inquadrare il suo <i>popolaccio</i>, non è difficile notare che l’aspetto economico, l’identità di classe e di ceto, il reddito o le condizioni di lavoro non sono stati affatto gli elementi determinanti per provocare una fusione, certo relativo a questa fase e sempre transeunte, così rapida e potente. Lo zoccolo duro della Lega aveva un’identità di classe e di ceto abbastanza definita, era costituito dai protagonisti delle piccole e medie imprese del Nord, lavoratori autonomi o dipendenti che volevano svincolarsi dalla stretta soffocante dello Stato fiscale e di quella che consideravano la “zavorra” sudista e ministeriale, che vedevano corrotta e fondata sull'assistenzialismo e su un parassitismo burocratico e parastatale. Ma quella Lega non è mai arrivata alle due cifre elettorali e i suoi sogni, l’indipendentismo e la secessione, non sono mai andati oltre il livello di favole per adulti. Ben altra forza e diffusione ha assunto il progetto salviniano, un nazionalpopulismo che si è fondato su elementi trasversali che hanno messo insieme ricchi e poveri, nordisti e sudisti, ceti e classi e categorie assai lontane se esaminate con criteri economici e reddituali. I collanti che hanno consentito un blocco da 34% (pur se i votanti sono stati poco più del 56% degli aventi diritto) sono stati ben diversi da quelli dei proto leghisti: in generale, e innanzitutto, quella che ho chiamato sindrome da <i>Impero romano in decadenza</i>, allora l’alleanza dei patrizi e plebei contro i barbari che premevano alle porte, e oggi contro l’ondata migrante. E di conseguenza il razzismo e la xenofobia più manifesti e sfacciati, contro i migranti in generale ma con particolare accanimento nei riguardi dei neri e dei rom/sinti, l’ossessione identitaria anti islamica ma anche sottilmente antisemita, la paranoia securitaria contro un dilagare malavitoso pur smentito dai dati reali, l’esaltazione dei corpi armati con le varie divise ostentate da Salvini in un anno di governo, l’odio non solo verso l’ultimo arrivato, verso i diversi e i più deboli economicamente, ma anche il corollario di omofobia e machismo/misoginia, il culto del capo e dell’Uomo Forte. Fino poi alla religiosità più bigotta e superstiziosa, esaltata a poche ore dal voto in una sorta di apparente delirio mistico di Salvini che dal palco del Duomo ha invocato la protezione dei 6 santi patroni dell’Europa (peraltro ideologicamente agli antipodi del ducetto devoto) e si è appellato, rosario in mano sbaciucchiato ripetutamente, al “cuore immacolato di Maria” affinché sponsorizzasse la vittoria leghista, con lo sguardo e il dito rivolto al cielo e in aperto conflitto, quasi novello Lutero, con il papa dell’accoglienza ai migranti, fischiato entusiasticamente dalla piazza.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Al di là del trionfo generale, ci sono dettagli inequivocabili in tal senso, leggibili in tanti numeri del voto scorporato: a Roma la Lega raggiunge il 25% ma a Torre Maura, ove è esplosa la furia anti-rom, arriva al 37%; a Riace, fulcro dell’esperienza più celebre di accoglienza positiva dei migranti, la Lega è il primo partito con il 30%; e altrettanto a Macerata, dove il potenziale assassino Traini sparò a sei migranti per “vendicare” Pamela Mastropietro, e stavolta la Lega è andata ben oltre il già lusinghiero risultato delle Politiche con addirittura il 41%, esattamente come a Mirandola dove è avvenuto durante la campagna elettorale l’incendio, ad opera di un migrante (così pare), della sede della polizia locale; a Lampedusa, centro permanente di sbarchi, la Lega è andata persino oltre, raggiungendo circa il 45%, seppur con un alto tasso di astensioni; e a Verona, città della contestazione ai bigotti e omofobi familisti, ha raccolto il 37%; e si potrebbe continuare a lungo.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Un tale impasto sciagurato sta avendo un certo successo anche altrove in Europa, ma non nella misura italiana, Ungheria a parte. E’ che l’Italia ha decine di storici precedenti, perché a tale modello ideologico e culturale si aggiunge il familismo amorale, lo scarsissimo senso civico diffuso tra ampi strati della popolazione, il farsi i cazzi propri come regola-chiave di vita, l’egoismo proprietario, il camaleontismo, il saltare rapido sul carro del vincitore, il culto del Capo che decide e comanda per tutti e toglie a tutti/e la responsabilità sul proprio agire e sul proprio eventuale malaffare. E il suddetto impasto ha radici profonde in un’Italia priva, fino a un secolo e mezzo fa, di una struttura statuale unitaria che agevolasse il senso della collettività nazionale, con la presenza soffocante ed egemone di una Chiesa cattolica che ha usato la religione e il potere temporale durante una quindicina di secoli per dissuadere i cittadini dall'andare oltre l’interesse per la propria famiglia e per la pratica religiosa, disinteressandosi del bene comune sociale. </span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Se uso il termine <i>popolaccio</i> per caratterizzare questo micidiale <i>melting pote</i> se mi sento di definirla una vera e propria <i>patologia</i> sociale, morale e culturale, provocata e fomentata scientemente dall'alto, è perché vorrei sottolineare che sovente - e tanto più nelle fasi di grande crisi economica e di trasformazioni produttive, tecniche, sociali, spirituali, ideali e morali di dimensioni planetarie - tali fusioni avvengono utilizzando le parti peggiori dell’animo e del comportamento umano, sollecitando tutto ciò che provoca odio, conflitto, ricerca di capri espiatori, lotta a coltello tra ultimi e penultimi, rinuncia alla libertà in nome di una presunta maggior sicurezza, costruzione di identità fittizie e rassicuranti e così via. Il razzismo esisteva anche nel Nord Italia degli anni ’50 del secolo scorso e non era, potenzialmente, molto meno aggressivo di quello odierno: ma allora le principali forze politiche, sindacali, culturali e istituzionali lavoravano per sopprimere o perlomeno marginalizzare questi miasmi nefasti, avendo bisogno di tutti nell'opera di ricostruzione post-bellica; oggi succede l’esatto contrario, le pulsioni peggiori, antiegualitarie e antisolidali, vengono incoraggiate, fomentate e potenziate fino al livello di <i>patologia</i> morbosa, costituendo la base del nuovo potere reazionario.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Il termine spregiativo credo dunque sia utile, esattamente come lo rivolgerei al <i>popolaccio</i> di ricchi e poveri, potenti e senza potere, che ha eletto Bolsonaro in Brasile o Orban in Ungheria o a quello che costituì a suo tempo la base del potere hitleriano e mussoliniano. Ma al di là della terminologia e delle analisi, alle aree conflittuali e libertarie, sinceramente democratiche e antagoniste, solidali e accoglienti, vorrei dire: non illudiamoci che per cambiare di segno a questo tremendo andazzo basti trovare un obiettivo economico più efficace, un discorso più “di classe” o radicale, tutte cose certo necessarie e inevitabili ma di per sé non sufficienti perché in realtà serve assai di più, bisogna ricostruire un pensiero globale, una visione del mondo e dell’organizzazione sociale in termini positivi, centrata su un “noi” solidale invece che su tanti “io” chiusi solo nella difesa, presunta o reale, dei propri piccoli o grandi averi.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Insomma, ci aspetta un lavoro complesso e di lunga lena, che si giocherà su molti piani, politici, sindacali, culturali, filosofici, morali e ideali, cercando di rifondare un pensiero (che ho definito <b><a href="https://stefano-santarelli.blogspot.com/2013/02/benicomunismo-il-socialismo-del-xxi.html"><span style="color: red;">benicomunista</span></a></b>) egualitario, profondamente democratico, solidale, basato sulla giustizia sociale, economica, ambientale, sull'accoglienza paritaria, contro ogni discriminazione di carattere etnico o religioso o di orientamento sessuale. E in tale processo, dovremmo riannodare i fili delle varie componenti che in questo lavoro faticoso si stanno impegnando, per mettere in campo un’alleanza positivamente popolare, che al momento non appare maggioranza ma che può aggregare comunque una rilevante porzione della società in tempi ragionevoli, forse più ampia di quanto si possa pensare leggendo freddamente il voto di domenica. Anche perché, mentre si svolgeva la sovente ignobile campagna elettorale, l’OCSE segnalava che nel 2019 in Italia caleranno i consumi, saliranno ancora debito pubblico e deficit; e l’ISTAT ha previsto una disoccupazione all’11%, un vistoso calo degli investimenti, mentre Conte ha ammesso che sarà molto difficile non aumentare l’Iva nella prossima Legge di Stabilità. Cosicché appare fantascienza l’impegno di Salvini a sforare ulteriormente il rapporto deficit/Pil, a aumentare ancora il debito pubblico e ad avviare una vera <i>flat tax</i> contando su una benevolenza della futura <i>governance</i> della UE e della Bce o sulla indulgenza di chi dovrebbe continuare a prestare soldi allo Stato italiano a tassi sostenibili. Dal che sembrano possibili due sviluppi: una clamorosa ritirata leghista, qualsiasi siano le sorti dell’attuale governo, o una crisi economica dirompente, di fronte ai quali scenari forse il collante del <i>popolaccio</i> salviniano potrebbe allentarsi in tempi più ravvicinati del previsto. </span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b>27 maggio 2019</b></span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjGji5OSSzhHIYFVGf4dreEbHVYao1PD-wjLivhnapVr70amBVgINZCxKvXmhY__ljLKttYllmn02KmEtR_LKM7INm_LPFY_sqNr7H-n7HJDpBD6Uvm-1Q0IiB9mm1sBDvvKYHfAUhyx44/s1600/altan.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="925" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjGji5OSSzhHIYFVGf4dreEbHVYao1PD-wjLivhnapVr70amBVgINZCxKvXmhY__ljLKttYllmn02KmEtR_LKM7INm_LPFY_sqNr7H-n7HJDpBD6Uvm-1Q0IiB9mm1sBDvvKYHfAUhyx44/s400/altan.jpg" width="307" /></a></div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span>
<span style="color: magenta; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b>dal sito <a href="http://utopiarossa.blogspot.com/">Utopia Rossa</a></b></span><br />
<span style="color: magenta; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span>
<span style="color: magenta; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b>le vignette sono dei Maestri Altan e Mauro Biani</b></span><br />
<span style="color: magenta; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span>
<span style="color: magenta; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span>
<span style="color: magenta; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8489625967284893808.post-15880843686317497742019-05-18T07:25:00.000+02:002019-05-18T07:25:14.676+02:00NON SI SOSPENDE LA LIBERTA' DI INSEGNAMENTO di Matteo Saudino<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg82Najn6gq8T6iIn-DcmB5l5u7KM0dzrz5Mxa4ILqNQrwPwSy5KkK-VuQCnag04uRr0rNnqhr1hNaqN74c8PmUWDM8aYwPejkrd4bj4238KwrEhFa7BKOlXFBWE16B00C86VvaGn_KfUY/s1600/striscioni-contro-salvini-polizia-altra-1+%25281%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1024" data-original-width="811" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg82Najn6gq8T6iIn-DcmB5l5u7KM0dzrz5Mxa4ILqNQrwPwSy5KkK-VuQCnag04uRr0rNnqhr1hNaqN74c8PmUWDM8aYwPejkrd4bj4238KwrEhFa7BKOlXFBWE16B00C86VvaGn_KfUY/s400/striscioni-contro-salvini-polizia-altra-1+%25281%2529.jpg" width="316" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: center;">
<b style="background-color: white;"><span style="color: red;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span></span></b></div>
<div style="text-align: center;">
<b style="background-color: white;"><span style="color: red;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span></span></b></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b>NON SI SOSPENDE LA LIBERTA' DI INSEGNAMENTO </b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b>di Matteo Saudino</b></span></div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">La vicenda di Rosa Maria Dell’Aria, docente di Lettere dell’istituto tecnico Vittorio Emanuele III di Palermo, sospesa dal Ministero dell’istruzione per quindici giorni con stipendio dimezzato, è di una gravità inaudita e senza precedenti nella storia dell’Italia repubblicana e democratica. </span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">La professoressa è stata, infatti, duramente sanzionata per non aver controllato e censurato il lavoro di ricerca svolto da alcuni suoi studenti, i quali, affrontando il tema delle leggi razziali fasciste del 1938, hanno costruito un parallelismo tra le politiche discriminatorie di Mussolini e le politiche su migranti e rifugiati attuate dal Ministero dell’Interno Salvini.</span><br />
<a name='more'></a><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">La sospensione dell’insegnante conferma il clima di crescente e insostenibile repressione nei confronti della scuola e di tutti coloro che esprimono in modo democratico un dissenso verso il governo, il quale, non passa giorno, invece, senza che conceda legittimità politica e spazi pubblici a gruppi e movimenti neo fascisti, in aperta violazione della Costituzione italiana. </span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">L’iniziativa del Ministero dell’Istruzione contro la professoressa di Palermo è un attacco violento alla libertà di insegnamento e ai diritti civili e politici di ogni cittadino, di fronte al quale non si può rimanere muti, inermi e complici. La scuola, infatti, deve rimanere una comunità libera, un luogo in cui poter alimentare lo studio, il pensiero critico e l’esercizio pratico della democrazia.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Gli studenti di Palermo con la loro ricerca non hanno insultato nessuno, bensì hanno semplicemente applicato una di quelle competenze che sempre gli vengono richieste: rielaborare in modo personale il presente a partire da quanto letto, studiato e appreso in classe. Se gli allievi in questione hanno rilevato un collegamento tra le discriminazioni razziali durante il fascismo e le politiche portate avanti da Salvini nei confronti dei migranti, vi è solo da fare loro un applauso, in quanto dalle loro fertili riflessioni si può fare della scuola un luogo di discussione e confronto e non una caserma di obbedienza o un supermercato di consumo. E ciò è valso anche per il passato, quando gli studenti hanno mosso critiche a Berlusconi, Renzi, Moratti o Gelmini.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Il potere, invece ancora una volta, vuole che gli insegnanti si trasformino in vigilantes e esecutori degli ordini e che taglino sul nascere ogni albero di dissenso e di autonomia di pensiero. Dietro il mantra <i>“Fuori la politica dalla scuola”</i> si nasconde la volontà di fare dell’istruzione uno strumento controllare la società e formare stupidi e mansueti burattini. E chi non si adegua e conforma a tale prospettiva va sanzionato e punito. </span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">La vicenda di Rosa Maria dell’Aria ha messo in luce il volto becero e violento di chi ci governa. Di fronte a tali soprusi, che minacciano la debole democrazia italiana, serve una forte e consapevole mobilitazione del mondo della scuola, docenti e studenti uniti, del lavoro e della società civile. Prima che sia troppo tardi.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<b><span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"> 17 Maggio 2019</span></b><br />
<b><span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span></b>
<b><span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span></b>
<span style="color: magenta;"><b><span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">dal sito </span></b><b><a href="https://anticapitalista.org/"><span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">https://anticapitalista.org</span>/</a></b></span><br />
<span style="color: magenta;"><br /></span>
<span style="color: magenta;"><br /></span>
<span style="color: magenta; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b>La vignetta è del Maestro Mauro Biani</b></span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span>
<br />
<br />
<br />
<br />Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8489625967284893808.post-26569161959933004542019-04-23T17:37:00.001+02:002019-04-23T17:37:51.226+02:00UNA RIVOLUZIONE CI SALVERA’ di Guido Viale<div style="text-align: center;">
<span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgFsm3I0fjB3-oBaJ9Ou6D9fj3rgAwENLgb1ARKnQcMNfQLeFEYH-VbbPldg234OjPNt1YZbO37TwKeAJuwoQ8pyoyyuq-25mQ_3VVYjzIl2BjFD9kFjI-fjZPNhC6duX2utPm6QV7XMPo/s1600/biani.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="816" data-original-width="650" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgFsm3I0fjB3-oBaJ9Ou6D9fj3rgAwENLgb1ARKnQcMNfQLeFEYH-VbbPldg234OjPNt1YZbO37TwKeAJuwoQ8pyoyyuq-25mQ_3VVYjzIl2BjFD9kFjI-fjZPNhC6duX2utPm6QV7XMPo/s400/biani.png" width="317" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b>UNA RIVOLUZIONE CI SALVERA’</b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b>di Guido Viale</b></span></div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Nella ricorrenza, troppo spesso puramente formale, della “giornata della Terra”, possiamo considerare un grosso passo avanti il fatto che il movimento ormai mondiale <i>Friday for future</i>, cresciuto intorno alle comparse mediatiche di Greta Thunberg, insieme al più recente <i>Extinction Rebellion</i>, hanno posto all'ordine del giorno del pubblico - in gran parte tenuto all'oscuro da media, politici e accademia della gravità e dell’urgenza del problema, soprattutto in Italia - il tema dei cambiamenti climatici, ormai prossimi a una deriva irreversibile e catastrofica per la vita umana sul nostro pianeta. Una specie di “lettera scarlatta” del nostro tempo che, come quella del racconto di Poe, non riusciamo a vedere proprio perché ce l’abbiamo davanti a noi.</span><br />
<a name='more'></a><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><i>"Non c'è più tempo"</i>:mancano pochi anni al punto di non ritorno: dodici per gli scienziati dell'IPCC, solo cinque per James Anderson che analizza l’evoluzione dei ghiacci sulla Terra. L’umanità tutta, i suoi governi, il suo establishment, i suoi membri arrivano completamente impreparati a questa scadenza, nota da decenni. Non è “l’inerzia” dei governi il nostro principale nemico, bensì il fatto che sia loro che noi continuiamo a bombardare il pianeta con tutte le cose che ci stanno portando alla catastrofe. Invece dovremmo tutti considerarci in guerra: non “contro il clima”, ma contro le cose che facciamo o subiamo tutti i giorni. Ma per andare in guerra occorre riconvertire in tempi rapidi sia la produzione che il nostro stile di vita, dotandoci da subito delle armi necessarie a combatterla e vincerla. Lo avevano fatto in tempi strettissimi tutte le potenze impegnate nella Seconda guerra mondiale. Lo si può e deve fare anche adesso, con una mobilitazione generale.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">In mezzo a tante cose giuste Greta fa un errore, più volte ripreso dai suoi giovani seguaci: </span><span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><i>"i politici sanno che cosa bisogna fare, ma non lo fanno"</i>. </span><span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Non è vero; i politici non sanno assolutamente che cosa fare, non ci hanno mai veramente pensato (pensano ad altro, al PIL, alla crescita, alle grandi opere e ai grandi eventi, al loro elettorato, alle tangenti) perché i problemi da affrontare sono troppo grandi per loro; per questo preferiscono nascondere la testa sotto la sabbia.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Certo, gli scienziati sono ormai (quasi) tutti d’accordo sull'origine antropica e l’imminenza del disastro e le tecnologie necessarie a decarbonizzare il pianeta sono ormai disponibili. Ma la transizione comporta sconvolgimenti radicali di tutti gli assetti sociali che né i politici, né il mondo delle imprese e meno che mai la generalità dei cittadini sanno come affrontare. Ma è ora di cominciare a delineare a grandi linee i passi da compiere; la loro definizione non può essere affidata solo ai tecnici, come quelli che l’economista liberista Jeffrey Sachs ha convocato a Milano il 2 e 3 aprile per discutere di come decarbonizzare il mondo. Manca in tutto questo la politica, quella vera, cioè il coinvolgimento e l’autogoverno dei cittadini in un rapporto dialettico tra alto (i Governi) e basso (le comunità locali). Manca una <i>road map</i> che occorre mettere in discussione senza lasciarsene spaventare. Qui si prova a indicarne almeno alcuni passi:</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<br />
<ol>
<li><span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Dichiarare, come hanno già fatto alcune città e università, lo stato di emergenza climatica. Vuol dire bloccare il più rapidamente possibile tutte le attività che producono gas climalteranti, dando la priorità a tutte quelle che concorrono alla decarbonizzazione;</span></li>
<li><span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Garantire un reddito certo a tutti i lavoratori che perderanno il lavoro – o non lo troveranno - nelle imprese soggette a chiusura, in attesa di una loro ricollocazione in imprese e progetti impegnati nella transizione energetica;</span></li>
<li><span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Spostare tutti gli investimenti e gli incentivi pubblici diretti dalle attività legate ai fossili a quelle legate alla transizione. Non si tratta di noccioline: significa, nell'immediato, bloccare produzione e importazione di auto individuali e di barche da diporto, comprese le crociere, e convertire gli impianti per produrre mezzi di trasporto collettivo o condiviso (l’elettrico, di per sé, garantisce scarsi benefici climatici, anche se emette meno inquinanti) e impianti di generazione elettrica alimentati da fonti rinnovabili; </span></li>
<li><span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">bloccare tutte le centrali termoelettriche e tutti i consumi energetici superflui; trasformare nel più breve tempo possibile involucri e alimentazione energetica di tutti gli edifici; convertire agricoltura e alimentazione alle produzioni biologiche e di prossimità, riducendo il consumo di carni, ma soprattutto di acqua e lo sfruttamento senza rigenerazione dei suoli; </span></li>
<li><span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">ridurre al minimo trasporto aereo, vacanze esotiche, import-export di merci superflue, traffico transoceanico;</span></li>
</ol>
<br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Fissare delle sanzioni per gli Stati e le corporation che non si adeguano a queste esigenze con piani dettagliati, sottoponendoli a un monitoraggio sovranazionale. Altro che accordi di Parigi…</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Coinvolgere il numero maggiore possibile dei residenti di ogni comunità nella definizione, nella progettazione e nella realizzazione a livello locale di questi obiettivi, perché le misure per farvi fronte non possono essere determinate in modo centralistico dagli Stati. E’ a questa attività, oltre che a fare pressione sui Governi, che dovranno dedicarsi fin da subito le diverse espressioni che assumerà il movimento per la salvezza climatica. La transizione che ci attende non è un’opzione tecnica, ma una rivoluzione dei consumi, degli stili di vita, degli assetti produttivi, dei rapporti di potere i cui elementi determinanti sono il conflitto e la partecipazione; per questo sono inaccettabili dall'establishment al potere, come ha cercato di spiegarci Naomi Klein nel suo libro <i>Una rivoluzione ci salverà.</i></span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Oggi sembrano cose impossibili anche solo da concepire (e Greta viene trattata come una “deficiente”: da compatire o da lusingare; senza conseguenze). Tra pochi anni sembreranno ancora del tutto insufficienti.</span><br />
<b style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: large;"><br /></span></b>
<b style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: large;"><br /></span></b>
<b style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: large;"><br /></span></b>
<b style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: large;">La vignetta è del Maestro Mauro Biani</span></b><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="color: magenta; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span>
<span style="color: magenta; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b>da "Il manifesto"</b></span><br />
<span style="color: magenta; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span>
<span style="color: magenta; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span>
<span style="color: magenta; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span>
<span style="color: magenta; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8489625967284893808.post-52437762413212268562019-04-23T09:03:00.000+02:002019-04-23T09:03:36.054+02:00INTERVISTA A FABIO LICARI a cura di Stefano Bellesi<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgzEU95K-tPpMq6Lr2FpnmZIvWYdrckezryXwYEwyDwOyKLoJhU-CTifBKXCT7YDleBNraE9hi7Wae6Hltr7quq9v7bzaZ2q0BglEQX2hxfKdUTe_sevmo-SaXaqEy7dAQstUwrUhEwvDU/s1600/super.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1047" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgzEU95K-tPpMq6Lr2FpnmZIvWYdrckezryXwYEwyDwOyKLoJhU-CTifBKXCT7YDleBNraE9hi7Wae6Hltr7quq9v7bzaZ2q0BglEQX2hxfKdUTe_sevmo-SaXaqEy7dAQstUwrUhEwvDU/s400/super.jpg" width="261" /></a></div>
<br />
<br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b>INTERVISTA A FABIO LICARI</b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<b><span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">a cura di Stefano Bellesi</span></b></div>
<div style="text-align: center;">
<b><span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span></b></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b>Fabio Licari<i>, noto giornalista della </i></b><b>Gazzetta dello Sport</b><i style="font-weight: bold;">, è il supervisore della collana Su</i><b>per Eroi Classic</b><i style="font-weight: bold;">, pubblicata da RCS in collaborazione con Panini Comics.</i></span><br />
<i><b><span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Ci ha gentilmente concesso un’intervista telefonica, durante la quale, con cortesia e simpatia, ha accettato di rispondere ad alcune nostre domande.</span></b></i><br />
<b><span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><i>L’intervista spazia su temi che riguardano </i>Super Eroi Classic <i>e, più in generale, il mondo del fumetto di ieri e di oggi.</i></span></b><br />
<i><b><span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span></b></i>
<i><b><span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Il nostro consiglio – perentorio – intanto è molto semplice: leggete questa serie a fumetti! Si tratta di una collana imperdibile per ogni Marvel-fan, anzi per ogni appassionato di comics tout court.</span></b></i><br />
<i><b><span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Se già la state leggendo, siete sulla retta via. E se invece siete stati finora colpevolmente assenti, rimediate immantinente: chiedete al vostro edicolante di farvi arrivare i nuovi numeri, e nel frattempo procuratevi quelli già usciti.</span></b></i><br />
<i><b><span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span></b></i>
<i><b><span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Ed ecco il testo dell’intervista!</span></b></i><br />
<a name='more'></a><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<b><span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Come è nata l’innovativa scelta di utilizzare le splash page per le copertine di Super Eroi Classic?</span></b><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Ci abbiamo pensato un po’. La partenza per me erano gli Albi dei Super Eroi della Corno, però la cornice probabilmente rischiava di appesantire un po’. I grafici della Panini sono stati bravissimi, si sono ispirati in parte al grafico americano Chip Kidd, colui che nell’ultimo decennio è stato innovatore e rivoluzionario nella capacità di fissare un dettaglio e ampliarlo. Questa ispirazione è stata alla base della scelta delle splash page. E comunque le splash page avrebbero dato un senso di classico, di vintage, di antico in senso buono, poiché questa vuole essere una collana che ha una ispirazione antica, che si rifà agli anni Sessanta.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">L’epoca delle copertine che io amo, perché quelle degli ultimi anni sono un po’ troppo illustrative e poco dinamiche. Le copertine degli anni Sessanta, Settanta, primi Ottanta – Kane, Romita, Kirby, Colan, Steranko, Buscema – raccontavano una storia e non mettevano in evidenza solo delle pose.</span><br />
<br />
<br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<b><span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Il numero 101 di Super Eroi Classic ha regalato la stupenda sorpresa dei mitici “autoadesivi fustellati”. Adesso, però, sempre in ottica revival Corno, ci aspettiamo prossimamente in allegato anche un bel poster…</span></b><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Abbiamo pensato a tutte le iniziative che potessero ricordare l’epoca Corno, per ricreare un’atmosfera per chi l’ha amata.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Sono comunque iniziative abbastanza costose. Si tratta di un regalo, e non sono più gli anni Settanta in cui l’Uomo Ragno vendeva centomila copie ed era tutto più facile.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Al poster ci avevamo pensato, la scelta era tra poster e adesivi. Alla fine io ho votato per gli adesivi, perché erano una cosa più pratica, più piacevole, e meno vista. I poster si sono visti anche in seguito, gli adesivi no: ricreare quell’emozione degli adesivi fustellati che si toglievano dalla carta adesiva era impagabile, e credo che tutti abbiano apprezzato.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8iAFX3h99C7wPZSjZnWPFyABvpZGS7HLD_W2Hr9r3osdzx7m_ih5S9_6sTnj6JN2BWrLcOs-3_3SkAJzZoABkc0fJCasMof1k8CsOr6Kda3PEe-ZgfCXvRJcUR773MVyOnLIfW2y_C7c/s1600/SUPER-EROI-CLASSIC-009.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1084" data-original-width="709" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8iAFX3h99C7wPZSjZnWPFyABvpZGS7HLD_W2Hr9r3osdzx7m_ih5S9_6sTnj6JN2BWrLcOs-3_3SkAJzZoABkc0fJCasMof1k8CsOr6Kda3PEe-ZgfCXvRJcUR773MVyOnLIfW2y_C7c/s400/SUPER-EROI-CLASSIC-009.jpg" width="261" /></a></div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<b><span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">I roboanti titoli in copertina (e la pagina che li riepiloga tutti!) sono piccole gemme preziose…</span></b><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Fondamentali. Tutti rimandi all’epoca Corno. Volevo – ed erano d’accordo con me tutti i colleghi dello staff Panini – ricreare quell’atmosfera che ci manca, perché la Corno aveva le copertine coi titoli a mano, la pagina con l’elenco episodi, tutta una serie di rubriche e di appuntamenti che a me personalmente mancano negli albi di oggi.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<b><span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Se restassero immutati gli attuali dati di vendita, sarebbe ipotizzabile una prosecuzione di Super Eroi Classic fino al numero 200?</span></b><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Oggi non si può pensare di tenere in vita una rivista a fumetti che vada in perdita. Non sono più gli anni Settanta in cui <b>Alan Ford</b> poteva aspettare il venticinquesimo mese per vendere. Intanto il 150 è conquistato. La collana va, non siamo milioni, ma va. Ti rispondo: se la cifra resta quella, l’editore avrà interesse a continuarla. Anche se odiasse i super eroi – e non è così – avrebbe interesse a continuarla. Se dovessero abbassarsi le cifre, e Classic dovesse finire in perdita, ti direi no, e non potrei oppormi. E’ bello che per ora Classic sia un incrocio tra la soddisfazione degli appassionati vintage e quella dell’editore, che comunque trae un guadagno dall'iniziativa.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<b><span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Super Eroi Classic inevitabilmente richiama alla mente, per la rotazione dei personaggi e il carattere monografico di ogni volume, gli Albi dei Super Eroi della Corno. Che ricordi hai di quella serie?</span></b><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Ricordi meravigliosi. Una delle serie cui sono più legato.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Non era mai successo che una collana avesse tanti personaggi. Erano tutti nuovi , avvincenti. Magari Red Wolf non era uno che trascinava le folle, però i Difensori, Warlock, Luke, Conan erano fantastici. Licantropus lo adoravo, e lo adoro ancora adesso. Licantropus letto a sette anni è la fine del mondo.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Dato che con Super Eroi Classic dovevamo fare girare un po’ di personaggi, mi è sembrato che quel concept fosse adatto e recuperabile per una collana vintage. C’è stata una specie di telepatia con Alex Bertani. Avrei aggiunto la cornice in copertina, probabilmente era un po’ pesante, ma non è detto che in futuro qualche altra iniziativa non ci consenta questo recupero.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<b><span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Il primo albo Marvel-Corno da te letto? E in che circostanza?</span></b><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Il primissimo albo non lo so individuare. Ho sicuramente due ricordi. Uno è una Raccolta dei Super Eroi dell’Uomo Ragno, di quelle che ancora non avevano le copertine dentro ma solo gli albi. Comprendeva i numeri 51, 52, 53 dell’Uomo Ragno Corno, era datata 1973. L’altro ricordo è una serie di albi dei Fantastici Quattro di mio zio e che si trovavano dai nonni, albi coi Fantastici Quattro dell’epoca Lee/Kirby.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Prima leggevo Topolino, Corriere dei Ragazzi e tutti i giornalini possibili. Ho conosciuto i super eroi attorno ai 6-7 anni e da quel momento non c’è stato più alcun dubbio su quale sarebbe stata la passione principale.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<b><span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">La tua serie Marvel-Corno preferita, ai tempi?</span></b><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">L’Uomo Ragno, senza dubbio. Anche come personaggio, e non solo come collana.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<b><span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Top 11. Non 1 o 10, ma proprio undici, come i giocatori di una squadra di calcio! Quali sono le 11 migliori storie Marvel (intese come saghe e non necessariamente albi singoli) della Silver/Bronze Age?</span></b><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">La morte di Gwen Stacy, che – purtroppo – è il massimo. Lo Spider-Man di Lee & Romita, sicuramente. Il Warlock di Starlin. “Stanotte Muoio” di Capitan America. Vado contro corrente: i Fantastici Quattro di Lee/Thomas/Buscema, che hanno avuto su di me un forte imprinting. Licantropus, che rappresenta un ricordo particolare. Il Devil di Miller e Janson. Il Thor di Simonson e De Zuniga, secondo me favoloso. Il Capitan America dei tempi di Colan e Romita. I Difensori contro i Vendicatori. La seconda genesi degli X-Men. Ma come se ne scelgono così poche?</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<b><span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">L’autore Marvel della Silver/Bronze Age più sottovalutato?</span></b><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Ross Andru, che secondo me ha fatto un ciclo dell’Uomo Ragno strepitoso con Mike Esposito agli inchiostri.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<b><span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Il crudele Gioco della Torre, parte 1. Chi tieni tra lo Spider-Man di Lee/Ditko e quello di Lee/Romita?</span></b><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Eh no, qui la mia risposta è: questo non me lo puoi chiedere! Ma se proprio fossi costretto a scegliere, per motivi affettivi ti direi Lee & Romita.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<b><span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span></b>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgY7S0qHusetYFsaYgtxQsEFqhZJ19WsxSJW-s2_TvcypnMnfh3e1eh-YlwPmn0SDB1x7tAR3hso-7qM20cshDl85h3PW1Gx3rniZTrJWg8Qwkekz_Bk1XnnBSVUH5MWP9bKLkz_eMyhMk/s1600/COMICS.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="358" data-original-width="610" height="233" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgY7S0qHusetYFsaYgtxQsEFqhZJ19WsxSJW-s2_TvcypnMnfh3e1eh-YlwPmn0SDB1x7tAR3hso-7qM20cshDl85h3PW1Gx3rniZTrJWg8Qwkekz_Bk1XnnBSVUH5MWP9bKLkz_eMyhMk/s400/COMICS.jpg" width="400" /></a></div>
<b><span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span></b>
<b><span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span></b>
<b><span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Il crudele Gioco della Torre, parte 2. Chi salvi tra Gwen e Mary Jane?</span></b><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Tutta la vita Gwen! Senza avere mai avuto l’1% di dubbio!</span><br />
<br />
<br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<b><span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Macchina del Tempo del Dottor Destino. Sei nel 1973 e hai potere decisionale alla Marvel: fai morire Gwen?</span></b><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">No! Ma scherziamo? Non glielo perdonerò mai.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<b><span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Qual è la tua opinione sulla Marvel di oggi, a livello fumettistico?</span></b><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Dovrebbe recuperare di più certe sensazioni della Silver Age e della Bronze Age. Però mi sembra che Cebulski si stia indirizzando su questa strada, che era la strada di Quesada, e che era stata la strada di Alonso all'inizio ma non alla fine del suo ciclo.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<b><span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Albi originali americani e collezionismo. <i>To slab or not to slab</i>, sembra questo oggi il dilemma. Come giudichi il meccanismo delle società USA specializzate (CGC e affini) che valutano e poi sigillano in apposite custodie i comic book?</span></b><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Non lo so. Sono un collezionista, ma sono un collezionista che usa i fumetti e non li idolatra. Li ho, li ho usati, li ho stra-usati, li ho consumati, li ho vissuti. Non ho mai imbustato un fumetto in vita mia. Per me sono qualcosa di vivo, non qualcosa da imbustare. Se poi fossi un ricco possidente, forse vorrei avere una copia da usare e una copia da imbustare, ma non lo sono, quindi…</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<b><span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Supereroi e costumi: sono un binomio inscindibile? Negli show Netflix-Marvel quasi mai si sono visti i costumi. Soluzione opposta a quella scelta invece dai Marvel Studios per i film del MCU.</span></b><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Secondo me il costume è necessario, è fondamentale.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Anche se i Netflix-Marvel non hanno costumi, forse anche per motivi di budget, sono strepitosi e a volte sono meglio dei film. Sono più fumettistici come sensazioni, a volte.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<b><span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Film Marvel. Zia May così giovane che potrebbe persino pubblicare delle foto sexy sui propri profili social. Che effetto ti fa vedere questa e molte altre differenze rispetto al materiale originale dei comics anni 60-70?</span></b><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Zia May così non mi sta bene, è troppo figa! Questo è un piccolo tradimento. Marisa Tomei per me è una delle cinque attrici più sexy del mondo! Può interpretare Gwen, Crystal, Psylocke, Jean Grey, Lady Sif, Sharon Carter, Karen Page, Carol Danvers, fai tu… Ma zia May no.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">In generale, mi spiace ci siano queste differenze, perché alcuni “tradimenti” non mi piacciono. Mi rendo conto che i lettori di fumetti a base integralista sono una piccolissima percentuale di tutte le persone che vedono i film. Però lasciatemi almeno questa visione.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<b><span style="color: red; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Chiudiamo in bellezza. Dopo tutti questi anni, non abbiamo ancora capito chi è più forte, se Hulk o la Cosa. Hai qualche dritta in proposito?</span></b><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;">Drammaticamente, senza dubbio, Hulk!</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgyGTweEpdLaH3P6NCeuvkwltXj5QsbAkDjMAJVa9L_E8R6LwtiyJaE45L8yLrq3WToKHSTRkIk1kLCflIGhcbof8csX3mzXILD79zCYjhSQcZYNTTdWKg9OrcILEPaFRUnTrJ31OJbZLg/s1600/superi.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="400" data-original-width="259" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgyGTweEpdLaH3P6NCeuvkwltXj5QsbAkDjMAJVa9L_E8R6LwtiyJaE45L8yLrq3WToKHSTRkIk1kLCflIGhcbof8csX3mzXILD79zCYjhSQcZYNTTdWKg9OrcILEPaFRUnTrJ31OJbZLg/s400/superi.jpg" width="258" /></a></div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b>18 Aprile 2019</b></span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b><br /></b></span>
<span style="color: magenta; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><b>dal sito <a href="https://www.comics1.com/">COMICS 1.COM</a></b></span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<br />Unknownnoreply@blogger.com0