LA RIFORMA COSTITUZIONALE:
UN ATTO DI DELINQUENZA POLITICA. ECCO PERCHE'.
di Aldo Gianulli
Del contenuto di questa infelice riforma costituzionale si è detto abbondantemente e non stiamo qui a ripeterci sull’aborto di Senato, sul combinato disposto con la legge elettorale maggioritaria, sul prevaricazione governativa sul potere legislativo, sul carattere puramente propagandistico delle misure in materia di iniziativa popolare o sui tagli ai costi della politica eccetera. Di questo si è detto sin troppo, mentre troppo poco si è detto su un’altra ben più grave cosa: il modo con cui questa riforma si è formata.
Ricordiamo che:
a- essa non faceva parte del programma della coalizione Pd-Sel nelle elezioni politiche scorse
b- essa non è stata deliberata neppure nel congresso del partito nel tardo 2013
c- è stata irritualmente proposta dal Presidente della Repubblica che, poco attento al giuramento di fedeltà alla Costituzione vigente, se ne è fatto principale promotore del mutamento ed arbitro non imparzialissimo della contesa che si apriva.