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domenica 19 dicembre 2010
LA GUERRA DI COREA:
60 ANNI DOPO
di Wayne Price
Il contesto: la Guerra di Corea
La Guerra di Corea del 1950-1953 è stata chiamata "la guerra dimenticata" o "la guerra sconosciuta". Nella sezione sulla Storia Militare all'interno della libreria Barnes & Noble nella mia città, ci sono molti volumi sulla seconda Guerra mondiale e sulla Guerra in Vietnam e persino sulle guerre in Iraq ed Afghanistan, ma neanche un volume sulla Corea. Il che è significativo!
Eppure, per molti versi essa costituì un punto di svolta nella storia mondiale all'indomani della seconda guerra mondiale. Servì a consolidare la strategia della Guerra fredda che prevedeva guerre "periferiche", ma nessuna terza guerra mondiale. Fornì la scusa per il riarmo degli USA, cosa che, fra le altre, fu una delle cause del boom post-bellico. Per quanto riguarda invece i Coreani, la Guerra sancì la dolorosa divisione della loro antica nazione.
La guerra di Corea avvenne per la confluenza di una serie di diversi fattori. C'era il conflitto inter-imperialista tra gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica. Gli USA uscivano dalla seconda guerra mondiale come potenza mondiale dominante, tanto sul piano militare quanto su quello politico ed economico. La Russia di Stalin era molto più debole rispetto agli USA (cosa che portò la sinistra a credere che la Russia fosse più pacifica). Ma entrambe le potenze controllavano altri paesi ed entrambe disponevano di armamenti nucleari, una minaccia di sterminio per l'umanità.
Ma questo non era il solo conflitto in atto. C'era in Corea anche la lotta di classe dei contadini e degli operai contro i latifondisti ed i capitalisti. C'era la guerra civile tra i due stati coreani, per riunificare il paese ciascuno sotto il suo dominio. E c'era la lotta di liberazione nazionale dei Coreani, innanzitutto contro i Giapponesi ed i loro collaborazionisti ed in secondo luogo contro gli USA ed i loro collaboratori.
Storia
L'impero giapponese si annesse la Corea nel 1910 e la tenne fino alla fine della 2GM. Come tutti i regimi coloniali, anche quello giapponese fu particolarmente brutale e crudele. Migliaia di Coreani vennero costretti a lavori forzati nelle fabbriche giapponesi in Corea ed in Giappone. Molti furono costretti ad indossare l'uniforme dell'esercito giapponese. Le donne coreane vennero obbligate ad essere "donne di conforto" per i soldati giapponesi. La lingua coreana venne vietata e sostituita dal giapponese.
Ovviamente c'era anche la resistenza in Corea. Molti lasciarono il paese per unirsi alla numerosa comunità coreana residente da lungo tempo in Manciuria e nella Cina nord-orientale (un tempo all'interno del Regno Coreano). Vennero costituite delle armate di guerriglieri, alleate con i comunisti cinesi, per combattere contro i Giapponesi. Va detto che c'erano intere forze comuniste "cinesi" costituite da Coreani. Migliaia di loro parteciparono alla successiva guerra civile in Cina che portò alla caduta di Chiang Kai-shek.
Altri Coreani collaboravano invece con i Giapponesi. Erano i latifondisti, le classi capitaliste ed anche coloro i quali erano diventati ufficiali dell'esercito giapponese e della polizia.
Con la fine della Guerra, centinaia di "comitati del popolo" sorsero in tutta la Corea. La maggior parte erano di sinistra e nazionalisti, composti da attivisti locali, senza essere controllati dai comunisti del Partito dei Lavoratori. Questi comitati iniziarono a creare un governo unificato.
L'esercito USA divise la Corea all'altezza del 38° parallelo, una linea immaginaria, di modo che i Russi prendessero i giapponesi al di sopra di essa e gli Stati Uniti al di sotto. I Russi accettarono questa divisione "temporanea". A quel tempo la parte nord aveva la maggior parte delle industrie coreane, mentre nella parte sud c'era la maggior parte della popolazione (almeno i 2/3). Ci si attendeva la formazione di un governo unitario.
Nel Sud, l'esercito USA soppresse i comitati del popolo, mise fuori legge i sindacati operai e quelli dei contadini, represse i militanti di sinistra. E puntò invece alla costruzione di un governo composto da coloro che avevano collaborato con i Giapponesi. Per dare smalto alla cosa, fu fatto venire dagli USA il nazionalista coreano Syngman Rhee. Venne eretto uno stato autoritario, la Repubblica di Corea, con trappole "democratiche" (elezioni, ecc.), ma con l'uccisione di oppositori e di fuorilegge della sinistra.
Nel Nord, l'esercito russo aveva portato ex-combattenti delle forze di guerriglia coreane. Erano guidate da Kim Il Sung. I comitati del popolo vennero cooptati e venne messa su una dittatura stalinista in stile russo, la Repubblica Popolare Democratica di Corea. Fecero fuori la vecchia classe dei latifondisti e si presero le industrie dei capitalisti. Ma non permisero ai contadini ed agli operai di prenderne il potere. Costruirono invece una nuova burocratica e collettivizzata classe dominante che usasse lo stato come agente della accumulazione capitalistica (capitalismo d stato).
Stalin aveva meno interesse verso l'Asia Orientale rispetto all'Europa dell'Est, dove controllava strettamente gli stati fantoccio. Aveva cercato di tenere Mao completamente fuori dal rovesciamento del regime di Chiang (cosa che Mao non avrebbe mai dimenticato). Egli non aveva il controllo totale sui coreani del nord, che erano dirigenti autentici di una lotta di liberazione nazionale e che potevano usare la Cina contro la Russia.
Tra ottobre e novembre 1946, ci furono considerevoli rivolte nel sud contro i vecchi collaborazionisti dei giapponesi, contro i latifondisti ed il regime. Le rivolte furono sedate con una grande repressione, a cui parteciparono le basi militari USA. Nell'aprile 1948 ci fu una rivolta su vasta scala nell'isola di Cheju [Jeju], anch'essa repressa. Nell'ottobre 1948, ammutinamenti e ribellioni portarono ad una situazione bellica di guerriglia in gran parte della Corea del sud, in alcuni posti protrattisi fino a scoppiare in vera e propria guerra (per particolari sulle rivolte e sulla guerriglia, vedi i libri di Cumings).
I due regimi espressero la loro intenzione di riunificare la Corea, ciascuno sotto il proprio Stato. Si dotarono di propri eserciti per posizionarli sul 38° parallelo. Ci furono da entrambe le parti piccole scaramucce di confine e provocazioni. Gli USA non rifornirono deliberatamente di certo materiale bellico l'esercito del sud, allo scopo di impedire un'invasione del nord, come minacciato dal governo e dalle gerarchie militari della Corea del Sud.
Ma poi accadde che fu la Corea del Nord ad attaccare quella del Sud, nel giugno 1950. Non fu per ordine di Stalin, ma pare che Kim Il Sung avesse ottenuto una sorta di permesso da parte di Stalin e che si era almeno consultato con le autorità cinesi. Ad ogni modo, furono gli interessi di stato che lo spinsero ad attaccare. (Quando attaccò, l'URSS stava boicottando il Consiglio di Sicurezza dell'ONU, per cui non era in grado di porre il veto su un risoluzione ONU favorevole alla guerra degli Stai Uniti.)
Agli inizi, l'Esercito Coreano del Popolo (il Nord), sbaragliò le truppe dell'esercito della Repubblica di Corea, che collassava, fuggiva o si arrendeva. L'esercito USA non fece molto meglio. Le forze del Nord spinsero quelle USA e sud-coreane fino al porto di Pusan [Busan] a sud-est, conquistando il 90% della Corea entro il mese di agosto. Nel frattempo, nei territori conquistati veniva fatta la riforma della terra ed imposto il governo del Nord.
Ma gli USA ed suoi alleati (specialmente i britannici) risposero immediatamente. Per ordine del presidente Truman, sbarcarono in Corea, ufficialmente sotto l'egida dell'ONU (sebbene gli USA fossero la forza principale ed in Corea ci sarebbero andati anche senza l'ONU). Si ripresero il Sud e poi in settembre, fecero uno sbarco ambizioso nella Penisola di Incheon, alle spalle delle linee nord-coreane. Ora toccava a loro precipitarsi in ritirata.
Le truppe USA/ONU respinsero quelle nord-coreane fino a 38° parallelo e dichiararono vittoria - dato che la Cina comunista aveva minacciato un suo intervento se gli USA avessero invaso il nord. Ma gli USA e le forze del ROK andarono oltre e in ottobre passarono il confine cinese sul fiume Yalu [Amnok], mentre le forze sud-coreane si prendevano città del nord ed iniziavano ad occupare porzioni della Corea del Nord.
Per i comunisti cinesi era un attacco diretto alla loro rivoluzione. Infatti, vi erano forse negli Stati Uniti che vedevano la guerra coreana come una pietra miliare in direzione di un attacco alla Cina. La flotta USA venne dislocata a difesa di Taiwan per impedire ai comunisti cinesi di completare la loro guerra civile perseguendo Chiang a Taiwan.
Come promesso, la Cina intervenne in ottobre unendosi alle forze nord-coreane. Per la fine di gennaio, avevano respinto le forze USA e quelle sud-coreane riportandole sul parallelo di partenza. A quel punto seguirono due anni di guerra di posizione stile 1GM, con guerra di trincea, piccole avanzate e ritirate.
Nel corso degli anni gli Stati Uniti hanno usato la loro potente industria militare contro i loro nemici - e lo stesso accadde con il popolo coreano. Gli aerei USA sganciarono bombe sul Nord e su parti del Sud. Bombe incendiarie vennero usate per bruciare le città ed il napalm venne usato in grandi quantità contro la popolazione. Ogni città del nord e la maggior parte dei villaggi venne gravemente danneggiata. Infine gli USA bombardarono i due principali bacini per l'irrigazione nel Nord, causando gigantesche alluvioni e perdite di vita. Nel frattempo gli USA e la Corea del sud trattavano i profughi come nemici di guerra e si resero responsabili di una serie di massacri.
Ci fu una discussione assai seria all'interno del governo USA sulla possibilità di usare la bomba atomica in Corea e in Cina. Vi furono voli di sondaggio sulla Corea del Nord per valutare un possibile attacco atomico. Per fortuna, gli Stati Uniti decisero di no. Le alte tensioni nel governo e nel paese contro una guerra impopolare portarono il presidente Truman a rimuovere il generale in capo in Corea, Douglas MacArthur, per aver richiesto l'uso della bomba atomica ed un allargamento della guerra in territorio cinese.
Dopo 2 anni di negoziati, nel luglio 1953, la guerra si concluse con un armistizio, con cui si diceva che la guerra ufficialmente non era finita (e che la Corea del Sud non ha mai siglato). Ci furono errori di valutazione da tutte le parti. La Corea del Nord era sicura che gli USA non avrebbero sostenuto massicciamente la Corea del Sud. Gli USA era sicuri che la Cina non si sarebbe intromessa se essi avessero preso il Nord. Dopo tre anni di conflitto la penisola era devastate, più di tre milioni di coreani morti, e milioni di profughi che vagavano in un paesaggio distrutto. Infine le sue parti contendenti erano ritornate ai punti di partenza (la zona demilitarizzata è infatti molto vicina al 38° parallelo).
Quasi 35mila soldati statunitensi vi morirono. La guerra era diventata assolutamente impopolare e la fiducia nel presidente Truman era diventata talmente bassa, che non si ricandidò per la presidenza. Diversamente da quanto sarebbe poi successi per la guerra in Vietnam, non vi fu nessun movimento pacifista, vista anche l'isteria anti-comunista del periodo. Invece, venne eletto presidente il repubblicano "Ike" Eisenhower con la promessa di mettere fine alla guerra in Corea.
La Risposta della sinistra
A sinistra, negli USA, in Europa Occidentale ed altrove, circolavano tre opinioni:
1. Liberali e socialisti riformisti (socialdemocratici) in genere stavano con gli USA. Il loro argomento era che era stata la Corea del Nord ad iniziare la guerra (falso e senza fondamento) violando un confine internazionale (non vero). SI coprivano dietro la pretesa che non fosse una aggressione USA ma una "azione di polizia" dell'ONU (quando gli USA stavano in realtà imponendo la loro volontà su un paese colonizzato, contro la volontà della maggioranza della popolazione ed usando l'ONU come copertura). Siamo all'interno di quella sinistra liberal/socialdemocratica di appoggio all'imperialismo occidentale.
2. Certa sinistra (socialisti e liberali) stavano con lo schieramento comunista in guerra. Si guardava all'Unione Sovietica, alla Cina maoista ed alla Corea del Nord come paesi "socialisti" e progressisti. I trotskisti ortodossi vedevano questi paesi come governati da "Stati operai" ("degenerati" o "deformati") che dovevano essere difesi contro il capitalismo. In realtà si trattava di dittature a capitalismo di stato su cui i lavoratori non avevano nessun controllo, ma che invece trattavano i lavoratori similarmente a quanto faceva il capitalismo occidentale.
Vedevano anche la Guerra di Corea come una guerra di liberazione nazionale contro la principale potenza imperialista: gli Stati Uniti. La vedevano come parte di una rivoluzione mondiale contro il colonialismo e l'imperialismo, che includeva la rivoluzione cinese (e l'intervento cinese in Corea), la lotta per l'indipendenza dell'India, le lotte nazionali in Africa ed in Medio Oriente, e gli sforzi dei paesi dell'America Latina per l'autodeterminazione.
Questa parte della loro analisi aveva qualcosa di fondato. Ma la sconfitta della classe operaia in Europa e negli USA poneva dei limiti a queste lotte di liberazione. Esse non erano in grado di andare oltre i programmi stalinisti e nemmeno oltre i programmi delle borghesie nazionali - senza il programma della rivoluzione internazionalista della classe operaia. Se da un lato portavano a qualche miglioramento nelle condizioni di vita della gente comune, non riuscivano però ad uscire dalla subordinazione al sistema capitalistico mondiale (che includeva il capitalismo di stato russo) . Per questa ragione, tra le altre, fu un errore pericoloso idealizzare i governi nazional-stalinisti di questi Stati. E questo resta vero, indipendentemente da quanto fosse necessario essere solidali con quei popoli contro l'imperialismo.
3. A sinistra c'erano anche frange che respingevano sia lo stalinismo che il capitalismo occidentale. Si trattava della maggior parte degli anarchici come pure dei trotskisti dissidenti, dei pacifisti radicali, e di pochi altri. Non ci si schierava con nessuna delle due parti in causa nella guerra di Corea. Per aver assunto proprio queste posizioni, la vedova di Trotsky, Natalia Sedova, diede le dimissioni dalla Quarta Internazionale trotskista (vedi Sedova Trotsky, 1951).
Questi militanti avevano una posizione corretta nell'opporsi sia al ruolo degli USA nella guerra, sia al regime sud-coreano di collaboratori dei giapponesi e degli USA, come pure nel respingere la frode insita nell'azione dell'ONU. Avevano ragione ne chiedere la fine immediata della guerra ed il ritiro delle truppe USA.
Ed avevano senza dubbio tutte le ragioni nel respingere l'analisi che vedeva gli Stati comunisti, compresa la Corea del Nord, come paesi socialisti, della classe operaia, progressisti. Erano invece governi reazionari, oppressivi, a capitalismo di Stato, alleati con lo Stato imperialista dell'Unione Sovietica.
Tuttavia, secondo me, in certi ambienti di sinistra si tendeva a sottostimare il grado di indipendenza della Corea del Nord e della Cina, vedendoli come fantocci dell'imperialismo staliniano (cosa che non era). Si sottostimava il fatto che la Corea del Nord e la Cina fossero motivate da un genuino desiderio di essere libere dall'imperialismo, un desiderio supportato dai loro popoli. (A sinistra vi era anche il ragionevole timore che la Guerra di Corea degenerasse in una Terza Guerra Mondiale.) Sebbene gli anarchici ed altri avessero ragione nel non sostenere le dittature dei partiti comunisti, avrebbero dovuto esprimere però solidarietà con il popolo oppresso in Corea che voleva essere unito e libero tanto dai giapponesi quanto dall'imperialismo USA.
Si tratta di un dibattito aperto. Esiste una storia degli anarchici e dei socialisti libertari coreani. Non mi lascio andare a suggestioni tattiche su cosa avrebbero fatto gli anarchici coreani, prima o durante la guerra di Corea, se qualcuno di loro fosse mai sopravvissuto ai giapponesi ed agli stalinisti. Chiaramente i favorevoli alle forze occidentali ed i nazional-stalinisti non gli concessero nulla nelle distruzioni causate dalla Guerra di Corea. Da allora, le cose sono cambiate in modo significativo in Corea (come in tutto il mondo). Vi è ora una possibilità per una politica migliore che possa veramente mettere fine alla divisione nazionale, allo sfruttamento capitalista (e di Stato), alla dominazione imperialista, in Corea ed in ogni dove.
Traduzione a cura di FdCA-Ufficio Relazioni Internazionali
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Letture raccomandate sulla Guerra di Corea:
-Cumings, Bruce (2005). Korea's Place in the Sun; A Modern History (edizione aggiornata). NY, Norton.
-Cumings, Bruce (2010). The Korean War; A History. NY, Modern Library.
-Halberstam, David (2007). The Coldest Winter; America and the Korean War. NY, Hyperion.
-Halliday, Jon, & Cumings, Bruce (1988). Korea: The Unknown War. NY, Pantheon.
-Sedova Trotsky, Natalia (1951). Resignation from the Fourth International, http://www.marxists.org/archive/sedova-natalia/1951/05/...9.htm [Versione italiana, "Addio alla Quarta Internazionale": http://www.spazioalternativo.info/2008/04/natalija-sedo....html].
dal sito http://www.anarkismo.net/
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