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sabato 18 febbraio 2012
IL PSI E LA NUOVA LEGGE ELETTORALE: DI FRONTE AL NEMICO SORRIDERE SEMPRE
Appare paradossale la nota diramata dall’ufficio stampa del PSI all’indomani dell’incontro tra una delegazione del partito guidato da Riccardo Nencini e una delegazione del PD capeggiata da Luciano Violante.
Al termine del summit, in cui il partito socialista portava tutte le sue proposte in materia di legge elettorale, è emerso chiaramente che l’unica idea realmente condivisa sia stata quella della reintroduzione delle preferenze. Cosa giusta, giustissima, che ridà ai cittadini la possibilità di scegliere da chi essere rappresentati.
A parte questo, si è trattato di una vera e propria debacle. In primis è passata la riduzione del numero dei parlamentari, che è una riduzione della rappresentanza; in pratica ci vorranno sempre più voti per avere un rappresentante in parlamento. Più voti ci vorranno più la centralità dei cittadini andrà a farsi benedire, privilegiando le lobby. L’art. 49 della costituzione, la “centralità del parlamento” (che vuol dire tutto e niente) etc. sono artifizi letterari per camuffare la realtà: Violante ed i suoi non si smuovono di un centimetro.
La bozza di riforma prevede, tra le altre cose, l’annullamento dei piccoli partiti, cui si darebbe il contentino di un “diritto di tribuna”. Un osso gettato a coloro i quali starebbero sotto il due per cento; il PSI dovrebbe lottare con rifondazione comunista, radicali, verdi, La destra, partito umanista, partito dei pensionati etc. per un posto al sole; dodici unità complessive da spartirsi tra tutti pretendenti.
Siamo al darwinismo politico.
Unica voce discordante e critica nel PSI è quella di Franco Bartolomei, membro della segreteria nazionale, che ha dichiarato:
“Lo stupore e l’irritazione che traspaiono dalle prese di posizione del segretario del partito di fronte alla proposta di modifica della legge elettorale illustrata dal PD, rappresentano purtroppo la tardiva presa d’atto della fine della illusione di poter giungere al voto con un sistema elettorale in cui fosse ancora possibile riproporre una lista autonoma del PSI”.
Prosegue Bartolomei:
“Il partito si viene ora a trovare nella condizione di dover subire un accordo dei maggiori partiti che preclude alle forze piu’ piccole un adeguato spazio di rappresentanza parlamentare. Siamo di fronte alla solita riproduzione del vecchio gioco del PD di mascherare la propria profonda crisi di rappresentativita’ e di proposta politica puntando su un sistema elettorale che sbarra la via ad ogni possibile alternativa all’interno della sinistra riformista”.
Per Bartolomei l’assise programmatica di Fiuggi è stata l’occasione mancata per lanciare una proposta unitaria per la costituzione di un nuovo, grande, soggetto politico legato senza se e senza ma al socialismo europeo. Questo vuoto di proposte avrebbe lasciato il PD libero di poter “concentrare la propria azione sul terreno formale a lui gradito delle formule elettorali, evitando che il dibattito politico, per merito di noi socialisti, venisse spostato sul tema ben piu’ urgente e decisivo per il mondo del lavoro e della produzione, e per le classi subalterne, della costruzione nel nostro paese di una nuova grande forza Socialista attorno a cui riorganizzare una nuova sinistra di governo”.
Il PSI ha dunque perso l’occasione di dire NO. Magari sarebbe stato un no di parata, forse ininfluente, ma in termini di dignità avrebbe detto tanto. La strada scelta, invece, è stata quella della signora piccolo borghese, ancora piacente ma avanti negli anni, che di fronte alla concorrenza delle giovinette, contro le quali sa di non poter competere, raddrizza le spalle, cerca di darsi un aspetto dignitoso e mette in atto gli insegnamenti delle generazioni di donne, della medesima età e della stessa estrazione sociale che la hanno preceduta: “Di fronte al nemico, sorridere sempre”.
Anche se, sorridendo, non si ferma di certo il declino.
Certamente la delegazione del PSI, uscendo dall’incontro, era molto sorridente …
17 febbraio 2012
dal sito http://mariannetv.wordpress.com/
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