PRODI INCONTRA RENZI: CHE SIGNIFICA?
di Aldo Giannuli
Fulmine a ciel sereno: Renzi incontra Prodi e lascia capire che potrebbe essere lui il candidato del Pd, Prodi risponde di non essere disponibile. Berlusconi dice che l’elezione del Presidente fa parte del patto del Nazareno. Che significa questa manfrina?
La posizione di Berlusconi è la più chiara: “di Prodi non se ne parla nemmeno e voglio un Presidente che mi dia la grazia”.
Anche quella di Prodi, traducendo dal democristianese all’italiano, suona chiara: “Posso essere candidato, ma solo per riuscire, per cui me lo dovete chiedere in ginocchio e con assicurazione dei Lloyd di Londra che non fate scherzi da prete”.
Quella più complicata da spiegare è quella di Renzi. Va da se che l’elezione di Prodi sancirebbe la fine del Nazareno, per cui non si capisce come andrebbe avanti con la maggioranza inesistente che ha (soprattutto al Senato). Dunque cerchiamo di capire cosa vuol fare.
Per la verità, Renzi si è limitato a dire che non accetterà veti ma non ha fatto proposte precise a Prodi. Il che vuol dire che, per ora, siamo ai sondaggi, niente di definitivo. Ma ragioniamo sui possibili sviluppi se la cosa dovesse prender corpo.
Prima ipotesi: Renzi pensa soprattutto a compattare il partito ed evitare la scissione, per cui lascia perdere Berlusconi, si fa assicurare da Prodi che non gli darà fastidio e si lavorerà in tandem, la minoranza non può che dire di si e con Prodi al Quirinale tutti vissero felici e contenti.
Non mi convince: primo perché non credo che Renzi si fidi di eventuali assicurazioni di Prodi di non avere fastidi, secondo perché Prodi non si fida di Renzi, terzo, perché i due sono su linee effettivamente diverse. Ma, soprattutto perché i numeri non sono generosi, a meno di una intesa (direi per ora poco probabile) con il M5s. Infatti Pd+ Sel+ Gruppo per l’Italia+ Ncd + Scelta civica + ex M5s fa 611 voti, più qualche “cane sciolto” ce ne sarebbe d’avanzo, ma mettere insieme il centro e Sel non è semplicissimo e non è affatto sicuro che tutti questi ci stiano (ad esempio l’Udc potrebbe anche pensare a Casini Presidente) ma, soprattutto, non è affatto sicuro che poi tutti votino disciplinatamente. Potrebbe riuscire, ma anche no.
Seconda ipotesi: Renzi si fa dire di no da Prodi per impedire alla minoranza di candidarlo e quindi, per toglierselo dai piedi. Può darsi, ma, nel caso di bocciatura degli altri candidati, Prodi potrebbe risorgere come “salvatore della patria”. E’ un po’ debole come manovra.
Terza ipotesi: Prodi non si candida ma indica un suo candidato “debole” che Renzi accetta, ad esempio Parisi, così da rassicurare il giullare fiorentino sul fatto che non avrà fastidi. Anche questa è debole: stessi problemi numerici della prima ipotesi, anzi più accentuati e, soprattutto, non si capisce perché Renzi dovrebbe fidarsi di uno che sarebbe la controfigura di Prodi.
Quarta ipotesi: Renzi e Prodi concordano un candidato “di mezzo” per salvare l’unità del Pd, ma chi può essere questo candidato? Per ora si capisce poco.
Quinta ipotesi: Renzi infinocchia Prodi, lo candida già dalla prima votazione (quando, essendo richiesti i 2/3 non c’è pericolo che venga eletto), poi nelle successive due, fa calare i voti un po’ alla volta ed alla quarta Prodi viene trombato alla grande. In questo modo la sua candidatura sarebbe bruciata definitivamente, la minoranza Pd resterebbe senza candidato alternativo e, da quel momento, iniziano i giochi veri. Mi sembra l’ipotesi più convincente. Unico neo: Prodi non è una mammola e non mi pare il tipo da cadere in una trappola così scoperta. Lui potrebbe starci solo dalla quarta votazione in poi, o con l’assicurazione che anche il M5s lo voti.
Certo è che ne vedremo di tutti i colori di qui a fine gennaio: è meglio di un incontro di catch nel fango!
12 dicembre 2014
dal sito http://www.aldogiannuli.it/
La vignetta è del Maestro Mauro Biani
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