CINEMA

mercoledì 14 gennaio 2015

STRAGE DI PARIGI: PASTICCI SU PASTICCI di Aldo Giannuli

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STRAGE DI PARIGI: PASTICCI SU PASTICCI
di Aldo Giannuli



Alcuni lettori hanno commentato i miei post dichiarandomi incompetente (bontà loro!) perché mettevo in dubbio aspetti del racconto fatto dalla polizia e spiegandomi perché e per come ogni punto che sollevavo aveva una spiegazione semplice e solare:

* la sede di Charlie non era difesa a sufficienza? Ma non si può presidiare massicciamente ogni obiettivo e le misure adottate erano quelle che era possibile realizzare. Peccato che poi si è scoperto che le difese erano state indebolite un mese prima;

* i due jihadisti non erano sotto sorveglianza? Ma non si può sorvegliare tutti ed è fisiologico che qualcuno sfugga. Peccato che poi si è scoperto che sono stati sotto sorveglianza sino a luglio e poi, inopinatamente, ritenuti non più pericolosi (e meno male che non erano pericolosi!)

Da dove hanno preso le armi i terroristi e come mai i servizi non hanno avuto sentore di quel traffico, come mai le fonti di ambiente non hanno segnalato l’azione in preparazione, come mai la zona (intendo quella ampia dell’inseguimento, non quella circostante il posto dell’attentato) non è stata bloccata ecc?:

Tutte cose che possono succedere e che possono meravigliare solo un profano delle cose di polizia. Certo, ciascuna di queste cose può succedere, ma quando le lacune sono troppe conviene farsi qualche domanda.

Ora vedo che di misteri non chiariti parla anche un giornale certamente non complottista come il Corriere della Sera e che in Francia c’è una gran polemica sull’operato di servizi e polizia.

Ma mi fermo qui e non infierirò riportando qui i nomi e nick degli autori di quelle critiche, sia perché non ne val la pena, sia perché con i cretini bisogna essere clementi, anche quando sono maleducati ed arroganti.

Come, in gioventù, mi insegnarono i salesiani: sopportare pazientemente le persone moleste e pregare Iddio che muoiano presto. Il guaio è che, essendo ateo, non ho chi pregare.

Veniamo al merito: ormai è coscienza diffusa che la versione ufficiale ha un sacco di buchi, e, come se non bastasse, la polizia continua a fare altri pasticci. Ora parla di caccia ai complici (al plurale), quindi, dal terzo uomo siamo passati al quarto e forse il quinto.

Non escludo affatto (per carità!) che i due possano aver avuto dei complici ed, anzi, a lume di naso, è più probabile che ne abbiano avuti che il contrario, ma che elementi abbiamo? Il famoso terzo uomo nei filmati non si è visto mai e non pare fosse neppure al posto di guida, visto che uno dei due rientra in macchina proprio da quello sportello. La carta di identità non abbiamo mai saputo di chi fosse e come, da essa, si arrivasse ai due ricercati ed al terzo che era un ragazzino del tutto estraneo. Non abbiamo sentito testimoni che hanno parlato di tre uomini (anche se non è escluso che ce ne sia qualcuno il cui nome viene tenuto giustamente coperto per evitare minacce alla sua vita). Vorremmo capire se si tratta di complici operativi che hanno partecipato all’attentato e, magari, alla fuga, o di semplici supporti. La polizia non dice di più, e si può capire, però, a questo punto sarebbe convenuto non dire proprio nulla, evitando di mettere sull’allarme questi eventuali complici. Insomma, staremo a vedere, ma il grado di visibilità è molto basso, direi quasi nullo. Nebbia. Troppa nebbia.

Escluderei, però, una volta per tutte la teoria dell’auto attentato (se non per quello 0,1% di probabilità che si concede sempre anche all’ipotesi che abbia partecipato all’azione anche un astronave marziana atterrata per l’occasione) che fa a cazzotti con troppi elementi noti: la rivendicazione di Al Quaeda Yemen e la dichiarazione dell’Isis, i precedenti dei due che, coerentemente, sono caduti da jihadisti (anche se possono essere stati pedine inconsapevoli), la comparsa di Coulbaly, l’illogicità politica di un simile comportamento dei servizi francesi, i troppi errori di servizi e polizia che sarebbe stato facile evitare se la regia fosse stata la loro, la completa assenza di elementi politivi a supporto di questa ipotesi, ecc.

E poi Occam ci ha insegnato che “entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem”. Quindi, se con ci sono elementi che inducono in questa direzione, è gratuito introdurre un ulteriore agente della vicenda ed un grado di complessità maggiore. Lo stesso rilievo può essere fatto all’ipotesi dell’azione di un servizio straniero o a quella di un rapporto torbido fra polizia e servizi francesi e i due fratelli jihadisti. Entrambe ipotesi possibili, ma, allo stato, prive di riscontri positivi, ma utili solo a dimostrare la possibilità astratta di scenari diversi dalla dicotomia attentato islamista/auto attentato francese.

Possiamo solo dire che ci sono troppe falle da spiegare e che la versione della polizia è molto lontana dall’essere convincente. Escluderei a maggior ragione l’ipotesi che gli attentatori possano essere stati individui diversi dai due Kouachi: i due avevano precedenti precisi, sono morti da jihadisti, non si sono mai proclamati, in qualsiasi forma, innocenti, le rivendicazioni di Is ed Al Quaeda Yemen confermano la loro responsabilità, quando sono entrati nella tipografia erano armati probabilmente di mitra, e potremmo continuare. Ho sentito una giornalista francese (che, sinceramente, mi è parsa un po’ matta, ma potrei sbagliare) che sosteneva di aver sentito da una testimone che uno dei due attentatori aveva gli occhi azzurri: ma come avrà fatto questa testimone ad avvicinarsi tanto ad uno degli attentatori (debitamente a viso coperto) da cogliere un particolare del genere, senza correre il rischio di essere falciata da una raffica? Questa dello scambio di persone, mi sembra l’estrema difesa, il “ridotto della Valtellina”, di quelli che sostengono fino all’ultimo la teoria dell’auto attentato che, invece, non sta in piedi. Peraltro, volendo si può anche fare un accertamento, con l’aiuto di qualche esperto: studiare le immagini del filmato e ricavare le misure antropometriche degli attentatori (altezza, ampiezza spalle, lunghezza gambe e braccia ecc) e verificarne la compatibilità con quella dei due fratelli. Magari i media francesi possono tentare una simile verifica.

Questa è un’inchiesta all’inizio, dove l’unica conoscenza ragionevolmente affidabile è che due militanti islamisti di non eccelsa preparazione operativa, hanno trucidato la redazione di Charlie e che il mondo jihadista si è riconosciuto in questa azione. Tutto il resto è da studiare attentamente, al lume di diverse ipotesi, ma senza confondere le ipotesi con le certezze e badando di distinguere bene fra elementi di conferma negativi ed elementi positivi.


12 gennaio 2014

dal sito http://www.aldogiannuli.it/



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