QUEL CHE NON DICE LA GRANDE STAMPA A PROPOSITO DEL SUICIDIO DEL COPILOTA DELLE GERMANWINGS
di Yet Aelys
Come per ogni suicidio sul posto di lavoro, i padroni e i loro pennivendoli spiegano questo gesto con la sola fragilità psicologica del pilota, senza ammettere che su questa fragilità incidono anche fattori connessi allo stesso lavoro. Con tutte le diffidenze e i sospetti che emergeranno al momento dei prossimi controlli: non un depresso, non un musulmano, non un ribelle, orientamenti sessuali ben conformi all’appartenenza di genere...
Bassi costi e pressioni
Germanwings è una compagnia aerea dai voli a bassi costi, filiale della Lufthansa. La guerra dei prezzi che determina il successo delle compagnie low cost nasconde la guerra dei ribassi salariali, dei contratti precari, del deterioramento delle condizioni di lavoro. Nel 2013, Lufthansa aveva trasferito la maggior parte dei voli interni a questa compagnia, gonfiando la sua flotta da 32 a 90 aerei, ma con salari ridotti del 20%: «O accetteranno il contratto Germanwings, o rimarranno negli scali di Francoforte e Monaco, oppure si dimetteranno dalla compagnia», diceva sinteticamente all’epoca il proprietario, Carsten Spohr… E, per accelerare il processo, Germanwings avrebbe dovuto lasciare il posto alla nuova “Eurowings”, con rinegoziazione al ribasso dei nuovi contratti, per ridurre del 40% i «costi di gestione». Insieme ai salari e la conferma dell’andata in pensione a 55 anni, è una delle ragioni che hanno motivato i ripetuti scioperi dei piloti della Lufthansa e della Germanwings. Dodici nel 2014 e, l’ultimo, il 18 e 19 marzo scorsi, molto partecipato, proclamato del sindacato dei piloti Vereinigung Cockpit.
Il copilota che ha fatto schiantare l’aereo si lamentava per la pressione che subiva. Il giornale tedesco Bild cita la sua ex fidanzata: «abbiamo parlato sempre molto del lavoro, e là diventava un altro, si innervosiva per le condizioni di lavoro: non molti soldi, timore per il suo contratto, troppa pressione…». La Lufthansa anticipa il costo della formazione dei giovani piloti… ma questi devono poi rimborsarla, e l’ammontare è considerevole: 100.000 euro. Su un salario di copilota di 3.000 euro, ne vanno tolti 1.500 per 15 anni. Tutt’altro che un sogno. E se si perde la licenza di volo, è la rovina! È uno dei motivi per cui questo giovane ha nascosto il certificato medico di richiesta di permesso per malattia. L’analogia non è affatto casuale, anche Air France ha in progetto lo sviluppo di una filiale low cost (Transavia), rallentato dallo sciopero dei piloti dello scorso autunno.
Circostanze drammatiche, ma chiarificatrici
Per motivi di risparmio, è con l’A320 che le compagnie hanno imposto la compresenza di due piloti al posto dei tre precedenti, in Francia sotto il ministero del comunista Fitermann… Per motivi di sicurezza antiterrorismo, il sistema di blocco della porta della cabina ha impedito al comandante di bordo di tornare al suo posto. Per motivi di presunta superiorità occidentale, non si è tenuto conto di numerosi precedenti gesti suicidi (Royal Air Maroc nel 1994, Silk Air nel 1997, Egypt Air nel 1999 e… Malaysian nel 2014?). Le visite mediche, che avvenivano ogni 6 mesi, sono diventate annuali, anche qui per risparmiare.
Questo dramma ci colpisce anche perché rappresenta una metafora del sistema: pilotato da persone che hanno perso la ragione e che ci portano a schiantarci senza che si possa fare niente… Secondo la sua amica, il pilota avrebbe dichiarato: «Un giorno farò qualcosa che cambierà il sistema, è allora il mio nome diventerà noto…».
Anche noi vogliamo fare qualcosa che possa «cambiare il sistema», naturalmente con altri mezzi… Isolati, i lavoratori in sofferenza reagiscono in alcuni casi, passando all’azione da disperati. La nostra risposta è radicalmente diversa: resistere collettivamente e cambiare un sistema che ci travolge in una spirale suicida, tra distruzione del pianeta, solitudine di tutti/e e attacchi alle nostre conquiste sociali.
6 Aprile 2015
[Da :http://npa2009.org/actualite/crash-de-lairbus-ce-que-les-medias-ne-disent-pas.]
Traduzione di Titti Pierini
Dal sito Movimento Operaio
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