CINEMA

lunedì 3 agosto 2015

VIVERE SU UNA PANCHINA CON 140 EURO AL MESE di Anna Lisa Minutillo




VIVERE SU UNA PANCHINA CON 140 EURO AL MESE
di Anna Lisa Minutillo


EMPOLI - Adriano ha problemi di cuore ed è costretto a prendere 8 farmaci al giorno. Il grido d’aiuto: «La gente mi guarda con disprezzo e le istituzioni mi ignorano»
E come sempre oltre il danno , la beffa in questa situazione di indigenza e dignitoso vivere c’è anche chi si permette di puntare l’indice senza fermarsi un solo secondo a riflettere sul male e sul dolore che alcuni atteggiamenti hanno su chi si ritrova a vivere una situazione di questo tipo.
Storia di ordinaria inciviltà storia che non ha una scadenza o un luogo poiché in tante Regioni d’Italia accadono situazioni di questo tipo, storia che si mette di fronte ai nostri fallimenti ed alla nostra miseria “umana” che di umano conserva davvero ben poco .

«Ora sono tre mesi che vivo su di una panchina in Piazza Ristori e sono davvero amareggiato, ferito e deluso dal comportamento delle istituzioni che non hanno voglia di aiutare un cittadino italiano con residenza ad Empoli che ha bisogno». Adriano infatti ha la residenza presso una casa comunale di accoglienza e grazie a questa ha potuto, due anni fa, fare richiesta per una casa popolare senza mai ottenere risposte, costringendolo così a dover dormire per strada o in alloggi di fortuna per poche notti. Come se non bastasse Gambini è un soggetto cardiopatico con all’attivo 2 bypass cardiaci ed è stato sottoposto varie volte a interventi di angioplastica.

Adriano deve dunque prendere otto pasticche al giorno per le sue patologie cardiache e da un po’ di tempo a questa parte «quando vado in farmacia a comprare i farmaci mi fanno pagare un ticket di 4 euro a medicinale, quando prima erano gratuiti. E, come se non bastasse, quando sono andato al pronto soccorso per fare un’ecografia a causa di calcoli renali, mi hanno fatto pagare dieci euro».

Nelle parole di questa persona che si ritrova senza un tetto ci sono frustrazione e l’amarezza nei confronti della società: con una pensione di invalidità che gli porta come unico introito 140 euro mensili, non è possibile mangiare e comprare i medicinali ogni mese, figuriamoci pagare l’affitto di una casa.
Per questo Adriano si trova tutt’ora sulla panchina di piazza Ristori aiutato da qualche commerciante della zona e da pochi altri e avvolto da sguardi «pieni di disprezzo» di persone che non lo conoscono.

«Durante la giornata mi organizzo come posso, spesso mi capita di non mangiare, ma cerco sempre di arrangiarmi. Quello che seriamente vorrei è un minimo di interessamento da parte delle istituzioni perché costringono un cittadino a vivere per la strada senza dargli una mano. Vorrei solamente un tetto sopra la testa per essere felice e non sentirmi rigettato dalla società».

 Sarebbe sufficiente un aiuto a quest’uomo affinché possa condurre una vita libera e autonoma: un bagno, una cucina ed un letto per avere quella serenità e tranquillità che fino ad oggi gli è stata negata. «Povero sì, ma con dignità» sottolinea Adriano rivolgendosi a una società che di umanità e di cuore forse ne ha sempre meno.

Adriano Gambini sostiene di aver presentato due anni fa la domanda di una casa popolare ma il Comune fa sapere che non ha mai ricevuto la richiesta e come sempre si manda avanti il gioco dello scarica barile che tanto va di moda soprattutto in questi ultimi tempi. Ad ogni modo, Adriano compilerà nuovamente il modulo nella speranza che si smuova qualcosa per la sua situazione. L’Asl 11 invece ha dato le risposte in merito al pagamento dei farmaci e dell’ecografia. Per quanto concerne quest’ultima, si presenta un obbligo di pagamento anche per chi è esente a causa di una normativa regionale sulla digitalizzazione. Gli unici casi in cui il ticket di 10 euro non viene richiesto è per ricovero, post ricovero, screening o dimissione protetta. Invece il pagamento dei farmaci è ricollegabile al fatto che il medico generico di Gambini gli ha prescritto farmaci specifici e non generici.

Sarebbe sufficiente pensare che le stesse situazioni potrebbero accadere a noi, sarebbe sufficiente guardare gli occhi di queste persone, persone che hanno sempre vissuto onestamente e a cui basterebbe poco per andare a rubare o farsi irretire in qualche attività illecita ma che nonostante tutto e tutti conservano intatti il senso della dignità e dell’onestà quando chi dovrebbe essere d’esempio ci fornisce esempi molto discutibili e forse da non prendere come modello da emulare.
Chissà che parlarne non regali ad Adriano la conferma che non tutte le persone sono uguali e che qualcuno passando davanti alla “sua” panchina non si renda utile invece di giudicare senza sapere.




2 agosto 2015

dal sito AlgaNews



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