CINEMA

domenica 27 marzo 2016

LA TRILOGIA DEI GIGANTI di Massimo Luciani






LA TRILOGIA DEI GIGANTI
di Massimo Luciani

******


LO SCHELETRO IMPOSSIBILE






Il romanzo “Lo scheletro impossibile” (“Inherit the Stars”) di James P. Hogan è stato pubblicato per la prima volta nel 1977. È il primo libro del ciclo dei Giganti. Ha vinto il Seiun Award giapponese come miglior romanzo straniero di fantascienza. In Italia è stato pubblicato da Mondadori nel n. 739 di “Urania” e all’interno del n. 74 di “Millemondi” “Le stelle dei giganti” nella traduzione di Beata Della Frattina. Quest’ultima edizione è disponibile anche in formato Kindle su Amazon Italia e Amazon UK e in formato ePub su IBS.

Lo scheletro di un essere umano in una tuta spaziale viene scoperto sulla Luna. Nessun membro del personale che vi lavora è disperso e la tuta non è di nessuno dei tipi utilizzati. Un primo esame mostra anche che gli strumenti della tuta sono di tipo sconosciuto e mostrano scritte in un alfabeto ignoto.
Lo scheletro, soprannominato Charlie, è apparentemente di un essere umano ma risale a circa 50.000 anni fa. Il mondo scientifico riceve un’ulteriore sorpresa poco tempo dopo con un’altra scoperta sensazionale. Gli scienziati Victor Hunt e Christian Danchekker dirigono le ricerche ma si trovano di fronte a dati che sembrano contraddirsi.

James P. Hogan era rimasto insoddisfatto del finale del film “2001: Odissea nello spazio” ma era rimasto intrigato da alcune idee della storia. Lavorava come ingegnere e secondo ciò che raccontò successivamente scommise con i suoi colleghi che sarebbe riuscito a pubblicare un romanzo di fantascienza.
Il risultato è “Lo scheletro impossibile”, fortemente basato su temi della fantascienza archeologica. James P. Hogan costruisce un remoto passato in cui nel sistema solare c’erano esseri umani che viaggiavano nello spazio e da lì la storia diventa sempre più complessa tra analisi e scoperte.

Il romanzo è ambientato in un futuro che ormai è molto vicino in cui c’è un avamposto stabile sulla Luna. Il ritrovamento di uno scheletro di un essere umano che risulta vecchio di circa 50.000 anni segna l’inizio di una ricerca che cambia completamente le nostre conoscenze della storia dell’umanità.

La storia viene sviluppata seguendo la ricerca scientifica successiva alla scoperta di Charlie, come viene soprannominato l’antico umano ritrovato sulla Luna. È una storia di misteri archeologici e del tentativo degli scienziati che li studiano di scoprire risposte basate su informazioni che sembrano sempre più contraddittorie.
Le ricerche scientifiche riguardano vari rami perché ci sono analisi archeologiche / paleontologiche dello scheletro di Charlie ma la sua tuta spaziale e i suoi strumenti vengono studiati da scienziati di varie discipline. Successive scoperte estendono ulteriormente l’ambito dello studio.
La ricerca si basa sull’esistenza nell’antichità di una razza di umani che vengono chiamati Lunariani. Charlie prova che un tempo c’era una civiltà avanzata ma il suo ritrovamento porta gli scienziati a farsi una serie di domande. Ogni risposta sembra però contraddire il risultato di qualche analisi precedente.

La trama è composta soprattutto dalle discussioni tra gli scienziati che cercano di risolvere il mistero di Charlie. Decisamente non si tratta di un romanzo d’azione ma di speculazione. Per questo motivo, è difficile parlare di ritmo della narrazione perciò l’attenzione del lettore viene mantenuta dall’intrigo di una ricerca che sembra ribaltare continuamente le teorie degli scienziati.

James P. Hogan cerca di sviluppare la storia seguendo un certo rigore scientifico. Usa le conoscenze degli anni ’70 e alcuni dei concetti usati nel ciclo dei Giganti non sono più validi ma pazienza, succede che gli elementi scientifici di una storia di fantascienza diventino obsoleti. Allo stesso modo, chiudiamo un occhio sul fatto che nel ciclo dei Giganti l’URSS esiste ancora nel XXI secolo.
Piuttosto sono rimasto perplesso dal fatto che di Charlie sia stato trovato solo lo scheletro, il risultato di una normale decomposizione del cadavere. Considerando il fatto che è morto sulla Luna in una tuta spaziale mi sarebbe sembrato più logico che il suo corpo non si decomponesse ma si mummificasse. Se si tratta di un errore non è comunque grave ai fini della trama.

Il mistero di Charlie e tutto ciò che ne deriva è l’assoluto protagonista de “Lo scheletro impossibile”. I personaggi sono funzionali alla storia e solo pochissimi hanno un minimo di caratterizzazione. In un romanzo in cui l’elemento intellettuale è così fondamentale, secondo me si tratta di un difetto relativo.
Nel corso degli anni, “Lo scheletro impossibile” è diventato uno dei grandi classici della fantascienza archeologica. Secondo me è giusto perché si tratta di una storia che mescola in modo molto intrigante dati scientifici a speculazioni fantascientifiche. Per questi motivi, credo che non possa mancare nella collezione di chiunque sia interessato a questo tipo di storie.

29 Febbraio 2016

******

CHI C'ERA PRIMA DI NOI 




Il romanzo “Chi c’era prima di noi” (“The Gentle Giants of Ganymede”) di James P. Hogan è stato pubblicato per la prima volta nel 1978. È il secondo libro del ciclo dei Giganti e segue “Lo scheletro impossibile“. In Italia è stato pubblicato da Mondadori nel n. 765 di “Urania” e all’interno del n. 74 di “Millemondi” “Le stelle dei giganti” nella traduzione di Beata Della Frattina. Quest’ultima edizione è disponibile anche in formato Kindle su Amazon Italia e Amazon UK e in formato ePub su IBS.

L’astronave Shapieron è in missione nel sistema Iscaris quando la stella diventa una nova. L’unica scelta è partire al più presto ma uno dei sistemi di bordo non funziona. La conseguenza è che una volta attivata la propulsione interstellare ci vorrà molto tempo per rallentare e in questo caso molto significa milioni di anni.
Dopo le straordinarie scoperte sui Lunariani e quelle successive su Ganimede che hanno portato alle teorie su Minerva e le antiche civiltà che vissero lì, le ricerche nel sistema solare continuano. Le cose cambiano radicalmente quando viene rilevata la presenza di un’astronave che si rivela essere Ganimediana.

“Chi c’era prima di noi” riprende la storia iniziata ne “Lo scheletro impossibile” e, dopo il prologo che inizia l’avventura dell’equipaggio dell’astronave Shapieron, questo secondo romanzo inizia con un riassunto del primo. Per questo motivo, in teoria è possibile iniziare la lettura da qui ma si perderebbero molte informazioni sullo sviluppo dell’indagine scientifica che inizia il ciclo dei Giganti.
“Lo scheletro impossibile” era totalmente incentrato sulla scoperta dei Lunariani e sulle ricerche condotte per risolvere il mistero dell’esistenza di esseri umani che viaggiavano nello spazio 50.000 anni fa. In “Chi c’era prima di noi” il tono è un po’ diverso, nel senso che è anche la storia del primo contatto degli umani odierni con una specie aliena.
L’incontro con gli alieni chiamati Ganimediani o Ganiani è particolare perché l’equipaggio dell’astronave Shapieron non sta conducendo una missione di esplorazione ma sta cercando di tornare a casa. Era parte di una missione scientifica finita in maniera disastrosa con la conseguenza che all’esterno della Shapieron durante il viaggio sono trascorsi milioni di anni.
Arrivati nel sistema solare, i Ganiani trovano una situazione completamente diversa da quella che conoscevano con la Terra abitata da una civiltà per loro aliena. Non ci sono tracce della loro specie perciò si ritrovano dispersi nello spazio e nel tempo con un’astronave la cui propulsione interstellare è malfunzionante e degli alieni sconosciuti come unico possibile aiuto.

Su queste premesse, James P. Hogan costruisce una storia che ha anche lo scopo di continuare quella iniziata ne “Lo scheletro impossibile”. Alla fine del primo romanzo, gli scienziati che indagavano sul mistero dei Lunariani erano riusciti a trovare risposte alle apparenti contraddizioni tra i dati raccolti ma c’erano ancora molte domande in attesa di una risposta.
In “Chi c’era prima di noi” l’incontro con i Ganiani dell’astronave Shapieron permette di ottenere maggiori informazioni sulla preistoria della Terra e su antichi eventi che riguardano il sistema solare. Allo stesso tempo le nuove indagini portano ad altre domande perché i Ganiani non sanno cosa sia successo negli ultimi milioni di anni.
Da questo punto di vista, “Chi c’era prima di noi” è una variante del primo romanzo, nel senso che l’indagine sui Lunariani era iniziata grazie al ritrovamento di uno scheletro di 50.000 anni fa sulla Luna ma continua nel secondo romanzo includendo anche i Ganiani.
Umani e Ganiani si trovano a lavorare assieme mettendo assieme informazioni e risorse per riempire i buchi nella ricostruzione degli ultimi venti milioni di anni della storia del sistema solare. Tuttavia, non si tratta più solo di un’indagine sul passato ma anche della ricerca di un futuro da parte dell’equipaggio della Shapieron.

Ne “Lo scheletro impossibile” lo sviluppo molto limitato dei personaggi non era un problema perché quel romanzo era incentrato su un’indagine scientifica. In “Chi c’era prima di noi” questo difetto è più grave perché i personaggi sono più importanti. Se James P. Hogan fosse riuscito a descrivere adeguatamente il senso di straniamento dell’equipaggio della Shapieron, perduto nello spazio e nel tempo, secondo me questo romanzo sarebbe stato straordinario. Purtroppo l’autore non l’ha fatto.

Riguardo ai personaggi, James P. Hogan si concentra sulle differenze tra umani e Ganiani piuttosto che sulle personalità individuali. Alla fine, il personaggio più sviluppato sembra ZORAC, il computer dell’astronave Shapieron. Oggi lo definiremmo un’intelligenza artificiale e la sua presenza è fondamentale nel romanzo perché funge da traduttore tra umani e Ganiani e fornisce agli umani molte informazioni sui suoi costruttori.
La storia dell’equipaggio della Shapieron e i contatti interpersonali tra umani e Ganiani danno un po’ di ritmo alla storia che però tende a essere lento. Secondo me alla fine gli elementi di fantascienza archeologica costituiscono la parte migliore di “Chi c’era prima di noi” e ne fanno comunque un buon romanzo. Se vi è piaciuto il primo libro della serie dei Giganti credo che apprezzerete anche questo.


3 Marzo 2016


 
******

LA STELLA DEI GIGANTI




Il romanzo “La stella dei giganti” (“Giants’ Star”) di James P. Hogan è stato pubblicato per la prima volta nel 1981. È il terzo libro del ciclo dei Giganti e segue “Chi c’era prima di noi“. In Italia è stato pubblicato da Mondadori nel n. 931 di “Urania” e all’interno del n. 74 di “Millemondi” “La stelle dei giganti” nella traduzione di Beata Della Frattina. Quest’ultima edizione è disponibile anche in formato Kindle su Amazon Italia e Amazon UK e in formato ePub su IBS.

Dopo la partenza dell’astronave Shapieron una serie di segnali viene inviata verso quella che è stata chiamata la Stella dei Giganti senza molte aspettative. Hanno solo una speranza che i ganimediani, o ganiani, si siano trasferiti in quel sistema e ci vorranno molti anni prima che i segnali elettromagnetici lo raggiungano.
A sorpresa, una risposta arriva solo poche ore dopo e sembra proprio arrivare da una fonte ganiana. La civiltà ganiana ha il suo centro su un pianeta chiamato Thurien ma un qualche sistema di sorveglianza è rimasto nel sistema solare e ha intercettato segnali in un codice comprensibile. I nuovi contatti aprono le porte a nuove risposte a i misteri della preistoria umana ma alcune di esse risultano sempre più inquietanti.

“La stella dei giganti” riprende la storia dov’era terminata quella di “Chi c’era prima di noi”. Nella parte iniziale del terzo romanzo ci sono molti riferimenti ai primi due che riassumono gli eventi precedenti ma è molto meglio leggerli tutti per capire bene la storia e apprezzare la ricerca sulla storia dei Lunariani e dei ganiani.

La serie dei Giganti è cominciata come una storia di fantascienza archeologica, tanto da diventare un classico di questo sottogenere, ma i romanzi successivi hanno progressivamente spostato l’attenzione sul presente e sui contatti con gli alieni. Dopo gli antichi ganiani dispersi nello spazio e nel tempo è la volta dei Thurieni, la civiltà che si è sviluppata dopo l’abbandono del pianeta Minerva.
Il contatto tra terrestri e Thurieni segna l’inizio di una fase della serie dei Giganti molto diversa. Ci sono ancora alcuni riferimenti alla preistoria dell’umanità ma c’è soprattutto lo scopo di definire alcune conseguenze esistenti in quello che ormai è un futuro prossimo.

I cambiamenti all’interno della serie rispecchiano almeno in parte quelli personali di James P. Hogan. L’autore era un ingegnere e all’inizio della serie si vede la sua formazione tecnico-scientifica in un primo romanzo basato su solidi elementi scientifici e su ragionamenti razionali. A un certo punto della sua vita, Hogan cominciò ad abbracciare teorie pseudoscientifiche e complottismi e ciò si vede già ne “La stella dei giganti”.
Il risultato è che questo romanzo si sviluppa basandosi su quello che diventa un intrigo interstellare con forti conseguenze anche sulla Terra. I protagonisti non devono più cercare di ricostruire la storia dell’umanità analizzando reperti trovati in giro per il sistema solare ma devono cercare di risolvere misteri di tutt’altro tipo con il futuro dell’umanità in ballo. Per questo motivo, “La stella dei giganti” tende ad avere un ritmo più rapido rispetto ai romanzi precedenti con molta più azione.

“La stella dei giganti” mostra comunque vari elementi tipici di James P. Hogan. L’autore era considerato quasi un anarchico per la visione antiautoritaria espressa in varie storie, compreso questo romanzo, dove il pericolo viene causato da leader che usano gli scienziati solo per fini negativi. In tutti tre i romanzi il progresso scientifico viene visto in maniera positiva e va di pari passo con l’affermarsi di tendenze al pacifismo che aiutano a risolvere i problemi del mondo.
Considerando i cambiamenti personali di James P. Hogan, è perfino curioso vedere come appoggi fortemente le scienze e mostri negativamente tutto ciò che sia anti-scientifico, compresa la religione. C’è di positivo che ne “La stella dei giganti” il fattore complottista è una parte della trama perciò potete apprezzarlo dal punto di vista letterario anche se non date retta a storie di quel tipo quando vengono spacciate per vere.
Questo romanzo è tipico di James P. Hogan anche per quanto riguarda i difetti. I personaggi continuano a essere il punto debole della serie: ad esempio, il leader dei Jevlenesi mi è parso un cattivo troppo sopra le righe, fino a diventare una macchietta e secondo me ciò indebolisce la storia.

Alla fine, “La stella dei giganti” è un romanzo che mi è parso un po’ eterogeneo per i diversi elementi inclusi e non completamente riuscito. Complessivamente, l’ho trovato comunque abbastanza buono perciò se avete letto i precedenti secondo me vale la pena di leggere anche questo.

8 Marzo 2016


dal sito NetMassimo Blog


 

Nessun commento:

Posta un commento