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venerdì 12 novembre 2010
IL BOLSCEVISMO CRITICATO DA SINISTRA.
UN'ESAME CRITICO DELLA RIVOLUZIONE D'OTTOBRE, DALLA RIVOLUZIONE LIBERTARIA ALLO STALINISMO
di Stefano Zecchinelli
I). Domenica 7 Novembre 2010 si è svolto a Pistoia,organizzato dal Collettivo Anti-Capitalista Andreu Nin,un dibattito sulla Rivoluzione d’Ottobre,guidato dal Teorico e Storico del Movimento Operaio Roberto Massari.
Questo mio contributo critico vuole prendere in esame la posizione di Massari a riguardo della Rivoluzione Russa e poi presentare al lettore le principali Correnti del Comunismo di Sinistra.
Roberto Massari è uno dei più importanti esponenti del Trotskismo Italiano (e non solo Italiano),di sicuro un Teorico originale e ricco di posizioni critiche e stimolanti,la sua relazione non poteva che aprire numerose problematiche su cui è bene riflettere.
Marx ricordava che ogni Rivoluzione è critica prima di tutto verso se stessa,essendo il Processo Storico un divenire determinato da contraddizioni dialettiche interne;la celebrazione degli avvenimenti del passato quindi si pone sul campo dell’Anti-Marxismo può becero ed è giusto lasciarlo a gruppi che io definisco cialtroni.
La Rivoluzione Russa è stata sicuramente il più grande avvenimento Storico-Politico dell’intero Novecento,le Masse sfruttate per la prima volta hanno preso il potere dando vita a straordinari tentativi di autogestirsi dal basso.
Roberto Massari affronta il problema del Processo Rivoluzionario avanzando la Tesi del Partito Bolscevico come Partito Centrista,e quindi come Partito oscillante fra posizioni rivoluzionarie e posizioni riformistiche.
Il Partito di Lenin infatti non si è mai sganciato del tutto dal Paradigma Teorico della Seconda Internazionale,la quale nel Congresso di Erfurt prevedeva la scissione fra il Programma Minimo (rivendicazioni momentanee) e il Programma Massimo (rivoluzione sociale).
La distinzione fra la Teoria che stava alla base della Socialdemocrazia e quella che stava alla base della Quarta Internazionale di Trotsky non è di poco conto,cerchiamo di delineare le prime differenze.
Trotsky spiega molto bene come sia necessario che le rivendicazioni minime si scontrino con le esigenze del capitalismo,cioè vadano a colpire sempre di più le sue fondamenta,fino a costituire un ponte verso lo Stato Operaio.
E’ bene rilevare che queste teorizzazioni da parte del futuro fondatore della Q.I. risalgono già al 1905 e al suo scritto ‘’Bilanci e Prospettive’’ mentre Lenin adotterà (come ben dirà in seguito anche Trotsky) queste posizioni solo con le Tesi di Aprile del 1917.
La posizione di Lenin e quella di Trotsky per ciò che riguarda il problema della Transizione è assolutamente convergente infatti:
‘’ La peculiarità dell'attuale momento in Russia consiste nel passaggio dalla prima tappa della rivoluzione, che, a causa dell'insufficiente coscienza ed organizzazione del proletariato, ha dato il potere alla borghesia, alla seconda tappa, che deve dare il potere al proletariato e agli strati poveri dei contadini. Da una parte, questo passaggio è caratterizzato dal massimo di legalità (fra tutti i paesi belligeranti, la Russia è, oggi, il paese più libero del mondo) e, dall'altra parte, dall'assenza di violenza contro le masse e, infine, dall'atteggiamento inconsapevolmente fiducioso delle masse verso il governo dei capitalisti, dei peggiori nemici della pace e del socialismo. Questa peculiarità ci impone di saperci adattare alle condizioni particolari del lavoro del partito fra le immense masse proletarie appena destate alla vita politica.’’ (Lenin) 1
‘’ Il compito storico della prossima fase – fase pre-rivoluzionaria di agitazione, di propaganda e di organizzazione – consiste nel superare la contraddizione tra la maturità delle condizioni oggettive della rivoluzione e l'immaturità del proletariato e della sua avanguardia (smarrimento e demoralizzazione della vecchia generazione, inesperienza della nuova). Bisogna aiutare le masse a trovare, nel processo della loro lotta quotidiana, il ponte tra le rivendicazioni attuali e il programma della rivoluzione socialista. Questo ponte deve consistere in un sistema di rivendicazioni transitorie che partano dalle condizioni attuali e dal livello di coscienza attuale di larghi strati della classe operaia e portino invariabilmente a una sola conclusione: la conquista del potere da parte del proletariato’’. (Trotsky) 2
Le rivendicazioni fondamentali (es. le rivendicazioni salariali) sono la palestra che spinge le masse a prendere coscienza dell’insostenibilità del Modo di Produzione Capitalistico e quindi a superarlo;sono come un ponte che porta le masse ad auto-organizzarsi dal basso.
Tutto questo è proprio quello che è avvenuto in Russia dal Febbraio all’Ottobre del 1917,dove queste si sono auto-organizzate dando vita ai Consigli di Fabbrica;la situazione cambiò radicalmente dopo la presa del Potere.
Nel dicembre dello stesso anno venne promulgata una legge che prevedeva la regolamentazione dall’alto dei Consigli di Fabbrica e poco dopo fu sciolta l’Assemblea Costituente.
Su questo Rosa Luxemburg non ha avuto dubbi:
‘’Ebbene dopo tutte queste dichiarazioni la prima mossa di Lenin dopo la Rivoluzione di Ottobre è stata…la dispersione di quella stessa Assemblea Costituente,alla quale quella avrebbe dovuto aprire la strada’’. 3
Secondo Rosa le masse non devono essere fermate a ridosso del processo rivoluzionario,come è stato fatto in Russia,ma è proprio la Rivoluzione a creare il clima adatto per dare vigore ai corpi rappresentativi;è da qui che la Luxemburg parte per avanzare la sua Teoria dello Sciopero di Massa (da non confondere con lo Sciopero Generale).
La centralizzazione del Potere sarà la prima causa della nascita delle Burocrazie,e della Degenerazione dello Stato Operaio,ma cerchiamo di dire qualcosa in più sugli Apparati Burocratici.
II). L’analisi di Trotsky a riguardo è straordinaria ed è valorizzata dal fatto di non avere avuto precedenti nella Storia del Movimento Operaio.
Qualche analisi simile può essere ricercata in Roberto Michels e nella sua Legge Ferrea del Funzionamento Oligarchico,ma per ciò che riguarda il processo degenerativo del Socialismo non era stato scritto nulla fino ad ora.
Lo stesso Rakovsky prende in esame la fine della Rivoluzione Francese partendo dal problema dell’isolamento in cui si trovò il suo capo più importante:Robespierre (nel caso dell’Urss dovremmo parlare dell’isolamento di Lenin prima e Trotsky poi?E lecito dubitare).
Possiamo fare una brevissima premessa al discorso,che comunque merita delle apposite trattazioni,dicendo che quando un gruppo è arrivato al potere diventa l’agente di questo potere e purtroppo agisce per conto di qualcuno,nel nostro caso del proletariato.
Ammettere una soluzione centralizzata (e quindi d’elite) significa da una parte dimostrare di non avere fiducia nelle masse,ed è stato il punto centrale della ricchissima relazione di Massari,e dall’altro rischiare di cadere nei ‘’pericoli professionali del potere’’.
Roberto Massari da profondo conoscitore del pensiero politico di Trotsky dirà:
‘’Tale definizione (quella di Burocrazia) rappresenta per Trotsky un punto di arrivo fondamentale.Per noi posteri un punto di partenza.Una base indispensabile,quindi,senza la quale difficilmente ci si potrebbe intendere su cosa sia realmente accaduto nel mondo negli ultimi settant’anni’’. 4
Niente di più vero soprattutto se noi consideriamo le proiezioni dello Stalinismo nel mondo e principalmente mi riferisco al Togliattismo in Italia,al Titoismo in Jugoslavia e al Maoismo in Cina,ma anche gli effetti che le Burocrazie Staliniste hanno avuto nello strangolare processi di cambiamento sociale come quello della Spagna del 1936.
La posizione che è emersa dalla relazione è una posizione severa,il fine non giustifica i mezzi,nessuna forma di Dispotismo Sociale è ammessa o giustificata.
Lenin nel 1921 dirà:
‘’ "Ho dichiarato che il nostro Stato in realtà non è uno Stato operaio, è uno Stato operaio e contadino. Leggendo i verbali della discussione, ora mi accorgo di aver avuto torto, avrei dovuto dire: Lo Stato operaio è un'astrazione. In realtà noi abbiamo uno Stato operaio con le seguenti caratteristiche: (1) sono i contadini e non i lavoratori a predominare nella popolazione e (2) è uno Stato operaio con deformazioni burocratiche’’.
Affermazione chiara che non fa altro che confermare le critiche dei Comunisti di Sinistra,i quali furono i primi a denunciare la svolta autoritaria dell’Urss.
Un contributo valido alla Critica dell’impostazione Teorica di Lenin (che evidentemente non è infallibile) deve dire qualcosa sul Comunismo che si colloca a Sinistra del Bolscevismo;procederò in estrema sintesi cercando di dare al lettore una conoscenza di base (sta a lui approfondire) delle posizioni appartenenti alle forse politiche che mantennero un approccio critico verso la Rivoluzione d’Ottobre.
III). Dirò subito che i Rivoluzionari critici verso Lenin,per quanto contestati dai Bolscevichi Ortodossi,erano pensatori di prima grandezza e di grande spessore morale.
Farò un cenno all’Italia partendo dalla Sinistra Comunista,vera artefice della fondazione del Partito Comunista d’Italia nel 1921,che ha trovato il più importante esponente in Amadeo Bordiga.
Bordiga è stato un Marxista davvero eminente,di cui possiamo ben ricordare scritti come il ‘’Dialogato con Stalin’’ e il ‘’Dialogato con i morti’’.
Il primo scontro fra il Fondatore del Pcd’I e il Capo dell’Internazionale ci fu a riguardo della questione elettoralistica,considerata dal primo svantaggiosa per il Movimento Operaio.
La posizione della S.C. fu respinta al Secondo Congresso dell’Internazionale e questa sconfitta iniziò a spingere in avanti gli Ordinovisti,guidati all’epoca da Antonio Gramsci.
Per chiarire la svolta del Congresso di Lione del 1926 devo dire che la formazione Bordighista aveva alla sua Sinistra un gruppo molto vicino ai Comunisti Olandesi (che nel 1919 uscirono dal Partito Comunista di Germania) guidato da Michelangelo Pappalardi.
Pappalardi all’inizio del 1923 si trasferì a Berlino dove conobbe Karl Korsch e ritenne valida la sua posizione sulla Rivoluzione Russa.
Il 10 Novembre 1923 rassegnò le dimissioni dal Partito cosa che Bordiga non approvò invitandolo a chiedere,con una lettera del 25 ottobre 1925,di essere riammesso.
Intanto Gramsci in Italia inizia il processo di bolscevizzazione,importando la struttura Partitica Staliniana.
Per il Congresso di Lione la Sinistra Comunista cercò di presentarsi con un Comitato d’Intesa,ma questo venne sciolto dalla Segreteria,inoltre l’Ingegnere Napoletano (Bordiga) sarà sollevato dal suo incarico di Segretario della Sezione di Napoli.
Vediamo già come Gramsci anticipa alcuni punti che saranno alla base delle politiche di Togliatti:l’eliminazione del dissenso,una politica opportunistica all’interno dei Sindacati e soprattutto la politica dei Fronti Popolari.
Anche la famosa lettera del 1926 all’Ufficio Politico del PCUS,che poi cadde in un binario morto dato che Togliatti se la tenne in tasca,non contrastava per nulla la linea politica dell’Internazionale e la Teoria di Bucharin del Socialismo in un paese solo.
Pappalardi fondò nel 1927 i Gruppi di Avanguardia Comunista che nel 1928 divennero i Gruppi Operai Comunisti;bisogna dire che questa formazione politica si sciolse nel 1931 e parte dei suoi militanti divennero Anarchici mentre altri Comunisti Libertari.
La corrente Bordighista in Italia diede vita al gruppo Prometeo e nel 1942 Onorato Damen fondò il Partito Comunista Internazionalista,Partito Comunista Internazionale dal 1965.
Si sono delineate due Correnti;una Anti-Bolscevica (i Consiglieristi a cui apparteneva Pappalardi) e una filo-Bolscevica (Prometeo).
IV) Per iniziare a comprendere le divergenze (si trattava di questioni di Principio) fra la Sinistra Comunista (Bordiga,Damen e con alcune posizioni differenti Cervetto) e l’Ultra-Sinistra Comunista o Comunismo dei Consigli (Gorter,Korsch,Pannekoek,Mattick) è bene riprendere la Lettera che Bordiga inviò a Korsch il 28 Ottobre del 1926.
Dice Bordiga:
‘’ Per esempio il vostro "modo di esprimervi" sulla Russia mi pare che non vada bene. Non si può dire che "la rivoluzione russa è una rivoluzione borghese." La rivoluzione del '17 è stata una rivoluzione proletaria, benché sia un errore generalizzarne le lezioni "tattiche." Ora si pone il problema di che cosa avvenga della dittatura proletaria in un paese se non segue la rivoluzione negli altri paesi. Vi può essere una contro-rivoluzione, vi può essere un intervento esterno, vi può essere un corso degenerativo di cui si tratta di scoprire e definire i sintomi ed i riflessi dentro il Partito comunista’’. 5
Per Bordiga e la Sinistra Comunista la Rivoluzione Russa era una Rivoluzione Socialista mentre per i Consiglieristi (basta leggere gli scritti di Mattick) una Rivoluzione Borghese che attraverso una Dittatura degli Intellettuali ha portato alla nascita del Capitalismo di Stato.
Questo spinse l’Ingegnere Napoletano a rompere con l’Ultra Sinistra la quale lavorerà per la costruzione di una Corrente Internazionale impostata Teoricamente sulla Teoria delle Tre Varianti (Stalinismo,Fascismo e Keynesismo Sociale).
Bordiga infatti concluderà dicendo:
‘’ In conclusione non credo il caso di fare una dichiarazione internazionale come voi proponete e non credo nemmeno praticamente attuabile la cosa. Credo ugualmente utile di dare nei diversi paesi delle manifestazioni e dichiarazioni ideologicamente e politicamente parallele per il contenuto sui problemi della Russia e del Comintern, senza per questo offrire gli estremi del "complotto" frazionista, e ciascuno elaborando liberamente il suo pensiero e le sue esperienze’’.
Personalmente ritengo che i Bolscevichi portarono a termine una Rivoluzione Socialista (e non Borghese),e soprattutto una Rivoluzione con venature Libertarie e Anarchiche,data la grande mobilitazione dal basso;tutto questo ovviamente fino allo scioglimento dell’Assemblea Costituente.
Ha differenza dei luoghi comuni riguardanti quella grande esperienza storica è straordinario ‘’vedere’’ quante forze politiche erano favorevoli allo Slogan ‘’tutto il potere ai Soviet’’,quello che successe dopo (dal massacro degli Anarchici Ucraini alla Nep) diventa la negazione del Soviettismo.
Detto questo ricorderò due importanti personalità che provenendo da percorsi culturali e politici diversi sono arrivati a conclusioni simili: Maximilien Rubel e Daniel Guérin.
Maximilien Rubel è stato un Marxologo Francese,molto amico di Paul Mattick,il quale andrà ad attribuire a Marx il merito di aver formulato una Teoria Anarchica.
Rubel dice che i Comunisti e gli Anarchici hanno in comune la creazione di una Società senza Stato,basata su Comunità Autogestite;ovviamente tutto questo presuppone una critica al Leninismo e un ritorno all’originaria Teoria di Marx.
La critica filosofica di Hegel diventa radicale e porta alla negazione dello Stato,l’anarchismo non verrà mai pronunciato ma il senso della critica è quello.
Rubel insisterà tanto sulla frase di Marx ‘’L’esistenza dello Stato e l’esistenza della schiavitù sono indissocialibili…’’
Sempre in Francia un'altra grande figura è quella di Daniel Guérin il quale partendo dal Trotskismo (conoscerà Trotsky a casa di Pierre Naville) si avvicinò all’Anarchismo formulando una Teoria che lui disse Marxista Libertaria (per non inimicarsi tanto gli Anarchici quanto i Marxisti).
Secondo Guerin (il quale continua l’analisi dell’ultimo Victor Serge) è necessario riprendere la critica al Capitalismo fatta dai Marxisti (Marx,Lenin,Trotsky) e l’Etica degli Anarchici, fondamentale per realizzare l’autogestione.
Il Marxismo rinvenendo le sue radici anarchiche non può che uscirne purificato,trovando quella Terza via che è stata oscurata dagli orrori dello Stalinismo.
Il pensiero anarchico infatti mantiene una sua attualità perché ha colto e denunciato i rischi di una deviazione autoritaria del Marxismo e inoltre una prospettiva libertaria fa appello alla forza creatrice delle masse e non alla delega del potere verso una minoranza esigua che si chiama Partito.
Guérin sui contrasti fra Marxismo e Anarchismo dice:
‘’Ma il fossato tra anarchismo e marxismo è diventato un vero e proprio baratro solo all’inizio del nostro secolo (si parla del Novecento),vale a dire quando la Rivoluzione Russa,libertaria e soviettista nell’Ottobre 1917,ha dovuto cedere il posto a un formidabile apparato statale,dittatoriale e poliziesco.L’anarchismo,l’idea anarchica sono stati liquidati in Russia come lo sono stati Soviet stessi’’. 6
La critica è molto forte nonostante Guérin ha sempre ammirato Lenin,pur considerando l’Urss dal 1917 al 1922 una forma di Socialismo dall’alto.
Lo Stalinismo fu la negazione dell’Internazionalismo espresso nel Bolscevismo -parte del movimento anarchico continuò ad appoggiare i Bolscevichi anche dopo l’approvazione della Nep- però non può lasciarci indifferente la debolezza del Proletariato Russo davanti la presa del potere di Stalin;si trattava di una Classe sfiduciata,demoralizzata,incapace di reagire.
Il primo Trotsky,in polemica con il Lenin del ‘’Che fare?’’ e con l’organizzazione del partito rivendicata dal capo bolscevico, dirà:
‘’Non è un caso che Lenin abbia dato una simile definizione che non è altro che un attentato teorico contro i caratteri di classe del nostro partito,un attentato non meno pericoloso del riformismo’’. 7
E ancora:
‘’L’organizzazione del partito prenderà il posto del partito stesso; il Comitato Centrale prenderà il posto dell’organizzazione;e infine, il dittatore prenderà il posto del Comitato Centrale."
Saranno questi i punti fermi di Rosa Luxemburg e che guideranno poi Daniel Guerin e Roberto Massari verso una Prospettiva di Comunismo Libertario avversa alle Burocrazie Staliniane.
La mia analisi è molto parziale e richiede di sicuro ulteriori contributi,ma comunque penso che sia chiaro quanto importante è lo studio del Comunismo di Sinistra e la critica del leninismo,per quanto Lenin sia stato importante per tutti noi:il dogmatismo non interessa ai Marxisti anzi gli è da sempre avverso.
Stefano Zecchinelli per il Collettivo Anti-Capitalista Andreu Nin
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Note:
1) Lenin ‘’Tesi di Aprile’’
2) Lev Trotsky ‘’Programma di Transizione’’
3) Rosa Luxemburg ‘’La Rivoluzione Russa’’
4) Roberto Massari ‘’Trotsky e la ragione rivoluzionaria’’
5) Amadeo Bordiga ‘’Lettera a Karl Korsch’’
6) Daniel Guérin ‘’Per un Marxismo Libertario’’
7) Lev Trotsky ‘’I nostri compiti politici’’
11 novembre 2010
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