DALTON TRUMBO: UN COMUNISTA AD HOLLYWOOD
di Stefano Santarelli
“La prima guerra mondiale cominciò come una festa d’estate, tutte gonne al vento e spalline dorate.
Milioni e milioni di persone sventolavano i fazzoletti dal marciapiede mentre le piumate altezze imperiali, le serenità, i feldmarescialli e altri idioti del genere sfilavano per le strade delle principali città d’Europa alla testa dei loro scintillanti battaglioni.
Era un momento generoso, il momento delle vanterie, delle bande, delle poesie, delle canzoni, delle innocenti preghiere. L’agosto palpitava e ansimava per le notti prenunziali dei giovani nobili ufficiali e delle ragazze che avrebbero lasciato per sempre dietro di sé. Un reggimento delle Highlands alla sua prima battaglia marciò fin sulla cima della collina al seguito di quaranta suonatori di piva in gonnella che trombettavano a più non posso … contro le mitragliatrici.
Nove milioni di cadaveri si contarono alla fine quando le bande si zittirono e le serenità cominciarono a scappare, mentre il lamento delle cornamuse non sarebbe stato più lo stesso. Fu una guerra romantica, l’ultima del suo genere; e probabilmente l’ultimo romanzo americano sull’argomento fu proprio questo, E Johnny prese il fucile, prima che avesse inizio quella storia totalmente diversa che si chiama seconda guerra mondiale.”