CINEMA

martedì 14 gennaio 2014

INTERVISTA A KSHAMA SAWANT, MARXISTA ELETTA A SEATTLE









 








INTERVISTA A KSHAMA SAWANT, MARXISTA ELETTA A SEATTLE


"La sinistra può rompere il bipolarismo" 
a cura di Sara Wrack



 





La serata del 15 novembre verrà ricordata come una tappa storica nella ricostruzione di un movimento socialista negli USA, principale nazione capitalistica nel mondo. Kshama Sawant, candidata di Socialist Alternative (organizzazione partner di ControCorrente negli USA N.d.T.), ha conquistato un seggio nel Consiglio Comunale di Seattle costringendo il suo avversario a riconoscere la sconfitta prima della fine dello scrutinio. E’ la prima volta da molti decenni che una candidata socialista negli USA riesce a vincere un’elezione sconfiggendo il Partito Democratico. Kshama ha raccolto più di 90mila voti.



Perché Socialist Alternative ha deciso di candidarti?

Già l’anno scorso ci siamo presentati alle elezioni per Camera dei Rappresentanti nello Stato di Washington contro il presidente della Camera Frank Chopp – forse il più potente legislatore dello Stato. Il motivo per cui abbiamo deciso di presentarci è frutto di un’analisi delle conseguenze del movimento Occupy. Occupy è stato molto vivace tra la fine del 2011 e l’inizio del 2012. Poi si è articolato in tanti movimenti locali come l’occupazione di case nel Minnesota. Uno dei principali argomenti di discussione nel movimento era la rielezione di Barak Obama: per molte persone che si ritengono progressiste la priorità era avere Obama alla Casa Bianca perché la vittoria di­ Romney sarebbe stata inaccettabile.

Socialist Alternative­ condivide i timori di tanti lavoratori nei confronti della destra, ma ritiene che i Democratici non rappresentino una vera alternativa ai Repubblicani. Questi due partiti sono in egual misura legati alle grandi imprese e al settore bancario. rappresentano le due ali del partito del grande capitale, che agisce contro la classe operaia degli USA. In realtà l’amministrazione Obama è un ottimo esempio di tradimento delle aspettative di milioni di cittadini americani anno dopo anno. Tutte le promesse fatte sulla sanità, sul carcere di Guantanamo, sulla fine dell’occupazione in Afghanistan e sulla cessazione dell’utilizzo dei droni sono state tradite. In realtà gli attacchi coi droni sono aumentati. L’amministrazione Obama ha gestito il maggior numero di espulsioni di immigrati irregolari. Come insegnante posso dirvi che l’ assalto alla pubblica istruzione e ai sindacati degli insegnanti sotto Obama si è rafforzato. Socialist Alternative si è chiesta come riuscire a coinvolgere quanta più gente possibile in una discussione politica che chiarisse la necessità di rompere coi partiti del grande capitale e con il capitalismo. Per fare questo abbiamo costruito una campagna completamente indipendente. Abbiamo portato avanti entrambe le campagne elettorali contro il Partito Democratico senza prendere un centesimo dalle grandi corporation. L’anno scorso abbiamo ottenuto il 29% dei voti e oltre 20mila persone hanno votato per noi. Abbiamo combattuto per il nostro diritto di poter presentare il nostro simbolo sulla scheda elettorale pur mantenendo un profilo apertamente anticapitalista.

Come vi siete organizzati?

Le prime persone coinvolte nella campagna sono stati gli iscritti della nostra organizzazione. Il nostro primo obiettivo è stato sviluppare un programma elettorale. Abbiamo messo al centro tre punti: introduzione di un salario minimo orario di 15 dollari, la costruzione di case popolari a prezzi accessibili, il blocco degli sfratti e l’introduzione di una tassa per i superricchi con cui finanziare trasporto pubblico e istruzione. Abbiamo sottolineato come Seattle sia una città molto ricca ma profondamente iniqua. Abbiamo cercato di mobilitare la schiera crescente dei lavoratori a basso reddito. Sin dall’inizio è stato chiaro che queste rivendicazioni avrebbero attirato l’attenzione dalla classe operaia di Seattle.

L’idea di una campagna elettorale tutta contro i soliti politici sponsorizzati dalle grandi aziende ha entusiasmato moltissime persone che ci hanno aiutato come volontari. A contribuire all’entusiasmo attorno a noi c’è stata la promessa che se eletti avremmo percepito l’equivalente dello stipendio medio di un lavoratore. I membri del consiglio comunale di Seattle sono pagati 120 mila dollari l’anno, si tratta di uno stipendio molto alto, secondo solo a quello dei consiglieri di Los Angeles. Con questa impostazione siamo riusciti a coinvolgere una larga base di volontari. Diversi compagni di Socialist Alternative hanno lavorato a tempo pieno per organizzarli. Abbiamo costituito un ufficio organizzativo che si riuniva per discutere il da farsi in collaborazione con la direzione locale della nostra organizzazione. Così siamo stati in grado di prestare attenzione a tutto ciò che stava accadendo in città e abbiamo approfittato di ogni occasione per pubblicizzare la nostra campagna e per conquistarci un po’ di visibilità. Una condizione imprescindibile visto che ci stavamo presentando contro un potente esponente democratico in carica da 16 anni. Siamo stati implacabili nel criticare il suo ruolo nella gestione della città in questo periodo, cercando ogni volta di collegare le nostre critiche alle esigenze dei lavoratori di Seattle. Attraverso questi sforzi siamo riusciti a costruire un gruppo di oltre 350 volontari, che hanno partecipato con grande energia alle iniziative elettorali.

Un altro fattore che ha contribuito al successo della campagna è stata l’organizzazione di oltre 100 meeting nelle ultime settimane. Avevamo ogni giorno attivisti nelle zone di maggior traffico che sventolavano bandiere e striscioni con la rivendicazione del salario minimo di 15 dollari l’ora.
Questa tattica ci ha aiutato a convincere la gente ad andare a votare. Per la maggior parte dei lavoratori la politica cittadina è un qualcosa di molto distante e noioso. Fino a poco tempo fa la classe operaia di Seattle era completamente disinteressata alla politica. L’immagine del Consiglio comunale, composto prevalentemente da ricchi bianchi distanti anni luce dalle problematiche della gente che lavora, non aiutava di certo. La nostra campagna non mirava solo a convincere chi di solito vota, ma anche di portare a votare gente che prima si asteneva. Questo approccio ci ha permesso di avviare un dialogo con migliaia di cittadini. Da marxisti non pensiamo che l’arena elettorale sia il miglior terreno su cui costruire movimenti sociali. Tuttavia siamo in grado di utilizzarla per dare un esempio di come si possa stimolare una mobilitazione sociale. Ma per fare ciò bisogna riuscire a coinvolgere tanti cittadini comuni. Questa è la sfida che vogliamo raccogliere. Ovviamente è utile analizzare il contesto nel quale si è sviluppata la nostra campagna. Dobbiamo ricordare la lotta che si è scoppiata e va avanti nel settore dei fast food. A Seattle questi lavoratori sono molto combattivi e noi siamo stati solidali con la loro lotta. I dipendenti dell’aeroporto hanno ottenuto i 15 dollari l’ora e questa vittoria ha generato molto entusiasmo e aspettative, che hanno influenzato positivamente la campagna.

Come hanno reagito al fatto che sei apertamente marxista?

Per la maggior parte delle persone ciò che ci ha permesso di distinguerci dagli altri candidati è stato il fatto che abbiamo lottato per i 15 dollari l’ora. Molta gente che ha apprezzato la nostra campagna e che ha avuto esperienza nei partiti borghesi ci ha detto: ‘Dovete portare avanti rivendicazioni più moderate e smetterla di criticare così aspramente l’amministrazione cittadina’. Molti mi chiedevano: ‘Perché inizi ogni discorso dicendo che sei di Socialist Alternative?’ Hanno cercato di scindere la mia candidatura dalla mia appartenenza all’organizzazione, perché negli USA di solito le campagne elettorali si concentrano sui candidati e mai sulle loro organizzazioni e sul loro sforzo collettivo. Noi abbiamo rifiutato completamente questa impostazione personalistica. Siamo stati audaci e implacabili nel presentare la nostra politica e non abbiamo mai nascosto il nostro carattere di organizzazione anticapitalista e rivoluzionaria. Ma molti, più che essere preoccupati che siamo socialisti erano interessati alle proposte.

Che progetti avete ora?

Il 17 novembre abbiamo organizzato una grande manifestazione per riunire tutti gli attivisti che hanno lavorato con noi, entusiasti della nostra vittoria. Vogliamo fare un bilancio della campagna elettorale e parlare di ciò che intendiamo fare in consiglio comunale, ma anche del significato di questa vittoria. Qual è il significato dell’elezione di una militante socialista rivoluzionaria nel consiglio comunale di una grande città americana? Pensiamo che questo successo possa portare a conseguenze importanti a sinistra – per molti versi sconvolgenti – soprattutto negli USA, ma anche a livello internazionale. La sinistra deve fermarsi e riflettere: se oggi è accaduto questo che cosa potrebbe accadere in futuro?

La ragione per cui stiamo ottenendo molta attenzione da parte dei media nazionali e internazionali (in Italia Kshama è stata intervistata su MicroMega di novembre N.d.T.) non sta nel fatto che abbiamo ottenuto un seggio in Comune. Colpisce è che a vincere è stata una militante marxista, che la campagna non è stata finanziata da nessuna azienda e che abbiamo vinto contro l’apparato del Partito Democratico. La sinistra deve far tesoro di questa esperienza e rendersi conto che nella società americana ci sono enormi opportunità di costruire un grande movimento di anticapitalista, un punto di riferimento alternativo per i lavoratori, contro il partito trasversale del grande capitale. In consiglio comunale la nostra priorità sarà quella del salario minimo di 15 dollari. In particolare stiamo lavorando a una delibera. Ma non abbiamo illusioni: non sarà facile.

Il grande capitale resisterà con le unghie e con i denti, perché Seattle è una città importante e se la spuntassimo qui, ci sarebbe un effetto domino. Quindi dobbiamo continuare a mobilitare molta gente. Uno degli obiettivi è una grande assemblea – pensiamo a 10mila persone, ma vedremo come va – a sostegno della proposta. Ho letto molti commenti che parlano della specificità di Seattle. Naturalmente ogni situazione è diversa, ma penso che la sinistra in tutto il mondo debba capire che, con questa crisi del capitalismo, ci sono enormi opportunità di costruire qualcosa a sinistra, anche in Europa. Se ci siamo riusciti nel ‘ventre della bestia’ non vi è alcun motivo per cui non possa essere fatto altrove. Ma successi e vittorie non sono automatici. Dobbiamo orga-nizzare lucidamente le nostre forze.

13 gennaio 2014




dal sito ControCorrente





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