CINEMA

domenica 8 marzo 2015

MANDRAKE E L'UOMO MASCHERATO di Stefano Santarelli






MANDRAKE E L'UOMO MASCHERATO:
UN BREVE OMAGGIO A LEE FALK
di Stefano Santarelli



E' l'11 giugno del 1934 un giovane sceneggiatore americano di appena 23 anni, Lee Falk, ha il cuore gonfio di gioia: è riuscito a fare pubblicare nel New York Journal la prima striscia delle avventure di un personaggio che diventerà leggendario nella storia del fumetto: Mandrake, il mago.
Questo personaggio si ricollega ai fumetti avventurosi che negli anni '30 vedevano protagonisti Buck Rogers e Tarzan, Dick Tracy e Flash Gordon con storie che spaziavano dal poliziesco alla fantascienza, dall'avventura esotica allo spionaggio. In quegli anni i fumetti venivano pubblicati prevalentemente nelle strisce giornaliere che apparivano sui quotidiani e di solito in una striscia vi erano quattro vignette (talvolta tre) che finiva annunciando la vignetta successiva. L'abilità dello sceneggiatore era di far sì che la storia narrata fosse comprensibile al lettore distratto o che avesse perso qualche puntata ed in questo Lee Falk si rivelerà un vero maestro, le sue strisce infatti hanno la caratteristica di non essere mai ripetitive.
Queste strisce erano pensate in origine per un pubblico adulto che coincideva con i lettori di un giornale ed avevano abbandonato l'originario carattere umoristico (da cui il termine inglese comics) ed erano come nel caso delle storie di Falk dei veri e proprio romanzi a fumetti che si inseriscono a pieno diritto nei contemporanei racconti a puntate che apparivano sui pulp magazine.


Leon (Giglio) Mandrake con la moglie Narda


Lee Falk nel creare questo personaggio, cui dovrà la sua fortuna, si ispira alla figura di un grande illusionista italo-americano, Leon Giglio, famoso con il nome d'arte di Leon Mandrake the Magician e di cui il disegnatore Phil Davis utilizzerà le sue fattezze fisiche, il quale era sposato con la sua assistente Narda che presterà oltre al suo nome anche i suoi lineamenti alla fedele fidanzata di questo mago dei fumetti.
Mandrake fin dalla sua prima apparizione nelle striscie del New York Journal ottiene un enorme successo. Questo nuovo eroe vestito con un impeccabile frac sormontato da un bellissimo mantello sulle spalle e con il classico cilindro in testa ed un elegante bastone da passeggio non poteva non colpire l'immaginazione dei lettori. Un personaggio che riesce, nonostante i pericoli che corre, a mantenere il suo aplomb sia che si trovi al Polo Sud o nel deserto del Sahara, accompagnato in tutte le sue avventure dal suo fedele servitore Lothar, un gigantesco nubiano dotato di una forza erculea.
Nella sua prima impresa (The cobra) le caratteristiche principali di questo personaggio sono già ben delineate anche se fece scandalo proprio in questa storia la capacità di Mandrake di resuscitare i morti cosa che non piacque molto ai lettori “benpensanti” e che costrinse Falk a limitare i suoi poteri e a trasformarlo in un eccezionale illusionista dotato però del dono dell'invisibilità, la proiezione del pensiero e l'ipnosi. Ed infatti nel corso delle sue avventure Mandrake diventerà piano piano più umano innamorandosi della principessa Narda e arrivando addirittura in una sua avventura del 1937 (Mandrake va in America) a doversi cercare un lavoro visto che “tutte le magie del mondo non potranno cambiare il mio conto bancario”.
D'altronde questo cambiamento dei poteri di Mandrake era una scelta quasi obbligata: infatti un personaggio invincibile non può continuare ad affascinare i lettori, in fondo è lo stesso destino che ha subito Superman ed è la chiave per comprendere i successi degli eroi problematici della Marvel.
Mandrake quindi da mago onnipotente si trasforma lentamente in un grande, fantastico, sorprendente illusionista.




Due anni dopo la nascita di Mandrake, Lee Falk crea un nuovo personaggio: Phantom, più conosciuto in Italia sotto il nome di Uomo mascherato, le cui origini sono da ricercarsi nei feuilletons che vedono protagonista Rocambole e nello Zorro interpretato da Douglas Fairbanks.
Questo personaggio infatti come Zorro è un vero giustiziere mascherato e rappresenta il primo supereroe in calzamaglia, ma a differenza dei suoi successori Phantom non dispone di superpoteri ma è soltanto dotato di una incredibile agilità combinata con una eccezionale forza fisica.
Le sue avventure all'inizio erano ambientate in atmosfere degne di un Rudyard Kipling, in Asia nell'isola Eden vicino al paese di Bengali vale a dire in realtà il Bangladesh, poi questa isola, come solo gli autori di fumetti hanno il potere di fare, venne spostata in Africa.
Nelle storie di Phantom la coerenza non è certo uno dei pregi di Lee Falk il che però è facilmente comprensibile. Infatti queste storie erano, come abbiamo detto, scritte per essere ospitate nelle striscie giornaliere di un giornale destinate quindi ad una lettura frettolosa dei lettori, mentre oggi noi le leggiamo in volumi riccamente rilegati che ospitano tutte le loro avventure in ordine cronologico.
Ed effettivamente rileggendole notiamo discrepanze notevoli.
Nella prima avventura di Phantom (The singh pirates, 1936) Falk sembra suggerire che dietro questa maschera si nasconda il ricco milionario Jimmy Wells ma questa traccia viene subito respinta dall'autore. Phantom si rivelerà per essere non soltanto un uomo, ma una leggenda vivente. Infatti da padre in figlio, per più di quattro secoli, le varie generazioni dei Phantom hanno giurato di combattere la criminalità e per questo viene ritenuto da tutti un essere immortale. E così per “statuto” Phantom è obbligato a sposarsi per potere avere degli eredi e quindi i suoi lettori sono costretti ad assistere alla lunga ed interminabile (e stucchevole) storia d'amore tra il nostro eroe e Diana Palmer che finalmente nel 1977 culminerà con il matrimonio da cui nasceranno due gemelli.
Un personaggio quindi che Falk costruisce giorno dopo giorno e come racconta lui stesso: “Inizialmente Phantom doveva essere un atletico playboy che di notte combatteva il crimine in maschera e costume. E questo parecchi anni prima della comparsa di Superman e Batman sulla scena fumettistica. La sua vera identità rimase nascosta, così ben presto decisi di cambiare tutto. Portai Phantom nella giungla e lo lasciai lì. Gradualmente il personaggio prese forma, al pari degli elementi di contorno: le generazioni di giustizieri che lo precedettero, la sua caverna-rifugio, il fedele cane Devil, il cavallo Hero e la tribù dei pigmei Bandar”.

Il successo di Mandrake e di Phantom costringe Falk ad aumentare la sua produzione visto che non si tratta più soltanto di scrivere le strisce settimanali in bianco e nero, ma anche le avventure delle tavole domenicali a colori. Queste tavole domenicali si differenziano dalle strisce non solo per il colore e nel formato, ma nell'assenza quasi totale dei balloon (le nuvolette che contengono le frasi pronunciate dai personaggi) e che vengono sostituite da didascalie. Questo aumento di produzione fa sì che Falk si trova costretto a “plagiare” le sue stesse opere e il lettore attento si accorgerà che molte trame hanno più dello stesso canovaccio così accade per esempio nelle avventure di Phantom: “The sky band” (1937) e “The Golden circle” (1940) dove si assiste alle imprese di una spietata gang femminile in cui la leader ed un altro membro della banda si innamorano entrambe di Phantom, oppure in “The shark's nest” (1938) e “The seahorse” (1940) dove una banda di pirati guidati da un barone malvagio rapisce l'eroina di turno (per la cronaca nella seconda storia è proprio la fidanzata Diana Palmer). E questo elenco di “plagi” potrebbe continuare.
Ray Moore è il primo disegnatore di Phantom ed ovviamente ha contribuito notevolmente al successo di questo personaggio che fu costretto ad abbandonare nel 1949 a causa delle conseguenze di una grave ferita al braccio avvenuta durante la seconda guerra mondiale e venne sostituito dal suo collaboratore Wilson McCoy. Una sostituzione anche facilitata dal cambio graduale dei lettori di Falk che non erano più soltanto gli adulti ma anche i loro figli. Per questo anche avventure come la già citata “The sky band” dove i messaggi erotici erano espliciti non potevano essere più permesse a maggior ragione quando negli anni '50 venne creato il Comics Code sulla falsa riga dell'hollywoodiano Codice Hays dove venivano indicate severe norme di autocensura e così grazie anche a McCoy, Phantom perde quell'aurea tenebrosa che aveva contraddistinto le sue avventure degli anni '40 per diventare come Mandrake più umano.
A questo punto per il lettore italiano occorre svelare il “mistero” del costume di Phantom: nella prima avventura a colori della tavola domenicale del maggio 1939 il colore era viola nonostante l'idea originale di Lee Falk fosse di vestirlo di grigio, anzi aveva pensato all'inizio di battezzarlo proprio con il nome The grey ghost, mentre in Italia l'editore Nerbini utilizzò un rosso vivace. Negli Stati Uniti dopo il viola si passò ad un rosso vinaccia che ritornò finalmente al colore originale (viola) con McCoy.
Le storie scritte da Falk sono veramente belle e sono state anche riprese da molti film, anche se non accreditate: nel film “007 Missione Goldfinger” la pattuglia di sole donne guidata dalla loro comandante Pussy Galore rimanda alle aviatrici di “The Sky band”, una delle più belle avventure di Phantom, come “Mandrake in the lost world” dove i dinosauri sopravvissuti in una terra misteriosa del Polo Sud sono circondati da reti percorse da correnti ad alta tensione come nel celebre “Jurassic Park” di Steven Spielberg.
Ma indiscutibilmente il migliore omaggio alla fantasia di Lee Falk viene da due film italiani “Febbre di cavallo” del 1976 diretto da Steno e nel suo seguito del 2002 di Carlo Vanzina “Febbre di cavallo - La Mandrakata” dove il grande Gigi Proietti interpreta la parte di un mediocre truffatore soprannominato per l'appunto Mandrake.

Anche se Lee Falk ci ha lasciato, come i suoi più grandi disegnatori, Phil Davis, Ray Moore e Wilson McCoy il suo sogno ed i suoi eroi sopravvivono come solo nel mondo dei fumetti può avvenire. La leggenda di Mandrake e di Phantom continua.





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