CINEMA

domenica 23 agosto 2015

PERRY MASON: "LA PAROLA ALLA DIFESA" di Roberto Barzi





PERRY MASON: "LA PAROLA ALLA DIFESA"
di Roberto Barzi


«La parola alla difesa». «Mi oppongo, signor giudice». «Avvocato, se Lei continua ad insistere in questo atteggiamento Le tolgo la parola!». Quante volte ci sarà capitato di sentire queste frasi alla T.V., al cinema o leggendo un buon "giallo"?



«La parola alla difesa». «Mi oppongo, signor giudice». «Avvocato, se Lei continua ad insistere in questo atteggiamento Le tolgo la parola!». Quante volte ci sarà capitato di sentire queste frasi alla T.V., al cinema o leggendo un buon "giallo"? Alcune centinaia almeno, specialmente ora, sommersi come siamo dai polizieschi a sfondo legale, "ultima moda" giuntaci dagli States e impostaci dai nostri colossi editoriali. Si è così decretata la fama internazionale dei loro autori, due su tutti: Scott Turow e John Grisham, creatori dei best sellers Presunto innocente e L'onere della prova il primo, Il rapporto Pellican, Il socio, ed il Il cliente — solo per citarne alcuni — il secondo, immediatamente trasposti in fortunate pellicole cinematografiche. E, cosa ancor più interessante, entrambi avvocati ancor prima che scrittori in auge, a loro volta eredi di altri autori che alternarono allo studio legale la più remunerativa passione per il mistery, dove protagonista assoluto si rivelava essere un avvocato di fama con l'hobby dell'investigazione.

Un connubio, quello dell'avvocato-scrittore con il proprio alter ego "letterario", che iniziò nel lontano 1933, quando il brillante penalista Erle Stanley Gardner (1889-1970), stufo di dover affrontare i soliti processi di persona, inventò «l'avvocato del diavolo», l'ormai leggendario Perry Mason.
Dopo la morte del suo creatore il personaggio fu "resuscitato" da Thomas Chastain, una volta ottenuto il permesso dagli eredi di Gardner.
Quest'ultimo, nello sviluppare il carattere di Mason, aveva cercato di soppesare al meglio alcuni tra gli ingredienti più “pepati” della contemporanea «scuola dei duri» in un perfetto avvocato. La plasmazione finale fu Perry Mason, un penalista duro o gentile a seconda delle situazioni, che non guarda in faccia nessuno, con un fisico da atleta più che da scrivania, fortemente motivato dalla sua professione e la cui moralità è al di sopra di ogni sospetto.
Un personaggio alla Hammett come Sam Spade, o se si preferisce alla Chandler come Marlowe, o ancora alla Spillane come Mike Hammer, con cui il nostro legale ha alcuni punti in comune, persino una graziosa segretaria. D'altronde Gardner iniziò la propria carriera letteraria sulle pagine della popolare «Black Mask», la stessa che fece la fortuna di Hammett, l'inventore del "giallo d'azione", e di Chandler.



A ben guardare anche i romanzi con protagonista Perry Mason non si discostano più di tanto, in sostanza, dai primi racconti di Gardner composti per il popular magazine. Le avventure del celebre penalista si possono ridurre a pochi elementi fissi: una trama basata su di un mixer d'azione, un paio di omicidi come minimo, con l'aggiunta, però — rispetto ai racconti precedenti — di complicati intrighi risolti in un'aula di Tribunale per mezzo di un arido linguaggio legale, che hanno degna conclusione nel fatidico colpo di scena. Fu questa la geniale invenzione dello scrittore-penalista, tradotto in ben trentasette lingue, il segreto del successo di Gardner: basare l'intera vicenda sulle proprie esperienze forensi, ed in ciò sta la differenza con i suoi colleghi dell' «Hard-boiled School ».

Ma chi è Perry Mason e perché viene denominato «l'avvocato del diavolo»? È il primo protagonista della letteratura poliziesca anni '30 a non essere il solito poliziotto o l'infallibile detective privato tutto d'un pezzo, ma un avvocato penalista costretto a svolgere delle indagini molto simili a quelle dei professionisti del campo. Titolare di un rinomato studio legale a Los Angeles, Mason viene sempre e regolarmente coinvolto in casi clamorosi che attirano la stampa, rischiando sovente la propria fama e reputazione tra clienti timidi, se non infidi o bugiardi, poliziotti decisi a tutto e procuratori distrettuali convinti ogni volta di riuscire a batterlo.
 Il noto penalista è coadiuvato professionalmente dalla fedele segretaria Della Street, una bella donna disposta a tutto, nel limite della decenza, per aiutare il proprio datore ed amico, e dall'onnipresente Paul Drake, tipico esempio dell'investigatore privato. Questi ha l'ufficio proprio di fronte a Perry Mason, ed è quindi inevitabile che il detective sia coinvolto nelle inchieste giudiziarie dell'avvocato. Indagini che lo stesso legale svolge, col pregevole contributo di Della Street, per quel tanto che sarebbe di sua competenza e che lo porteranno a trovarsi invischiato tra delitti, inseguimenti sulle tracce di un recalcitrante testimone, e alla disperata ricerca di prove inespugnabili ed indizi per i quali l'avvocato non indietreggerà neppure davanti all'esigenza di un furto con scasso. Metodo quest'ultimo più adatto ad un incallito criminale che ad un Principe del Foro, ma per il trionfo della Giustizia tutti i mezzi sono leciti e Mason, da moderno Macchiavelli, è disposto a tutto purché alla fine il proprio cliente venga scagionato da ogni addebito. Ecco il perché del soprannome.

Come per ogni personaggio che si rispetti anche l'avvocato californiano ha i propri rivali: il procuratore distrettuale Hamilton Burger, con il quale Perry Mason ha ripetuti scambi di opinione sia fuori che dentro le aule giudiziarie, ed il tenace tenente Arthur Tragg. Il poliziotto, che è perennemente incaricato delle indagini ufficiali — almeno nella versione originale dei libri di Gardner e dei classici telefilm anni '60 — cerca in ogni modo di mettere il bastone tra le ruote all'avvocato. E in alcuni casi sembrerebbe riuscirci, ma al momento della presentazione delle prove raccolte di fronte al giudice, Tragg verrà regolarmente smentito dalla preziosa ed infallibile retorica forense di Perry Mason.





Questo, dunque, «l'avvocato del diavolo» a cui Gardner pensò di contrapporre un collega, Donald Lam, del quale narrò le avventure sotto lo pseudonimo di A.A. Fair.
Donald Lam è esattamente l'opposto di Mason: un avvocato radiato dall'albo che per sopravvivere si è adattato a fare il detective per la mastodontica Bertha Coolversione femminile di Nero Wolfe — titolare di un'agenzia investigativa.
Lam è un duro, degno della scuola suddetta, coraggioso, cinico, pieno di iniziativa cui assomma la precedente esperienza legale, un concentrato esplosivo! Al quale aggiungere la fedele compagna, una pistola da cui non si separa mai e che in più di una occasione gli ha salvato la vita. Anche lui riesce con competenza e un pizzico di fortuna a risolvere casi apparentemente senza speranza, e questa è d'altronde la caratteristica principale dei romanzi di Erle Stanley Gardner, con o senza pseudonimo: creare vicende intricatissime risolvibili con sfibranti indagini, delitti all'apparenza perfetti che solo la sagacia dell'avvocato o ex di turno potrà risolvere.

Gardner riuscì persino ad ideare il vero Delitto perfetto, come recita il titolo del suo romanzo più riuscito senza Perry Mason o Donald Lam, da cui fu tratto il film omonimo. Lo scrittore, sfruttando al meglio le proprie nozioni giuridiche, scoprì l'omicidio ideale, talmente perfetto da creare un vero e proprio scandalo, al punto che si dovette riunire la Corte Suprema per cercare di tappare con una legge questa falla giuridica — un metodo, o suggerimento — che dir si voglia-, per poter commettere il crimine senza timore di essere scoperti -, falla che l'avvocato Gardner mise alla luce. C'è ancora bisogno di chiedersi chi sia in realtà «l'avvocato del diavolo»?

1 Novembre 2005

dal sito Sherlock Magazine


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