LE RAGIONI DELLA LISTA «PER UNA SINISTRA RIVOLUZIONARIA»
di Claudio Bellotti (*)
La prima urgenza è rivendicare esplicitamente il punto di vista di classe, ossia quello che più sistematicamente viene negato e oscurato. La destra ci parla della divisione fra italiani e stranieri; i grillini non vanno oltre lo scontro fra cittadini e “casta”; il bollitissimo Renzi prova a raffigurare lo scontro come lotta finale tra democrazia e oscurantismo, usando a questo scopo le comparsate (certo pericolose) dei gruppi neofascisti. Ebbene, in mezzo a tutte queste divisioni mistificanti vogliamo che ci sia una lista che parte da un assunto chiaro: il mondo si divide ancora, anzi più che mai, in sfruttatori e sfruttati, fra capitale e lavoro.
Anche perché, lo si vede ogni giorno più chiaramente, la risposta capitalistica alla crisi si chiama innanzitutto svalorizzazione della forza lavoro, dal sottosalario dilagante fino alle forme di lavoro gratuito, semigratuito o servile che si allargano sempre di più. La famosa classe operaia che “non esiste più” viene, dalla crisi del 2008, chiamata in tutto il mondo a spremersi sempre di più per sostenere un sistema che sprofonda in contraddizioni insolubili. Lavorare sempre più ore, più anni, più intensamente, per salari sempre più poveri, con diritti sempre più evanescenti: questa è la semplice ricetta del capitale, tutto il resto è solo aria fritta.