CINEMA

domenica 26 agosto 2018

HOSTILES di Stefano Santarelli








HOSTILES
di Stefano Santarelli





“Non potete giudicare me, nessuno di voi (...).
Siamo tutti colpevoli di qualcosa.
Sto solo chiedendo un po' di pietà. Pietà!”





Sembra incredibile che un film come “Hostiles” non abbia avuto nessuna nomination all'Oscar eppure avrebbe meritato premi importanti sia per gli attori, sia per la regia e sia sopratutto come miglior film considerando poi che la celebre statuetta per quest'ultimo premio è andata al modesto “La forma dell'acqua”. In ogni caso siamo certi che Hostiles nel prossimo futuro sarà ricordato come uno dei migliori western usciti nell'ultimo decennio mentre film più celebrati e premiati saranno invece caduti nel dimenticatoio.
Infatti questo genere è quasi scomparso nel panorama cinematografico e molti recenti western non sono altro che remake di capolavori del passato da “Quel treno per Yuma” interpretato proprio da Christian Bale (2007) a “Il Grinta” dei fratelli Coen (2010) fino a “I magnifici sette” (2016). E ricordiamo che il bellissimo “Appaloosa” di Ed Harris (2008) si basa in fondo sul canovaccio della leggendaria sfida all'O.K. Corral.

Il film di Scott Cooper invece rivaluta questo genere cinematografico offrendoci un'amara riflessione sul genocidio compiuto verso i nativi americani e che ha costituito il fondamento per la nascita degli Stati Uniti d'America. La storia si svolge nel 1892 portandoci quindi la visione di una America che si sta modernizzando rapidamente e dove l'impari guerra contro le popolazioni indiane sono oramai alla fine e gli sconfitti sono invece destinati ad essere rinchiusi nelle riserve come veri e propri prigionieri.

L'inizio del film è veramente scioccante: partendo da un sincero omaggio al capolavoro fordiano “Sentieri selvaggi”, lo spettatore assiste all'atroce massacro in una sperduta località del New Mexico di una classica famiglia americana da parte di alcuni Comanche sbandati che lasciano una casa in fiamme e una madre Rosalee Quaid (Rosamund Pike) totalmente traumatizzata con i cadaveri del marito, delle sue due figlie e del neonato che portava in braccio.
Viene soccorsa dal capitano Joseph Blocker (Christian Bale), un veterano delle guerre indiane con un passato di feroce massacratore, che guida una sparuta e mediocre pattuglia composta da un tenentino appena uscito dall'Accademia militare di West Point, da un sergente maggiore affetto da una pesante depressione nervosa, da un esperto caporale nero e da una fresca recluta franco-americana totalmente sprovvista di esperienza militare. Questa pattuglia deve condurre Falco Giallo (Wes Studi), un celebre capo Cheyenne oramai malato terminale di cancro e la sua famiglia composta da quattro persone (il figlio Falco Nero con la moglie ed il bambino e l'altra figlia) nel Montana dove si trova la riserva della sua tribù.
Il capitano Blocker è quindi costretto a portare con se in un viaggio che si rivela subito pericoloso, la signora Quaid insieme a Falco Giallo e alla sua famiglia, comandando una pattuglia non all'altezza del compito. Ma nonostante vari agguati che assottigliano i militari e che porteranno le tre donne a subire anche una violenza carnale (dai bianchi e non dagli indiani) giungono finalmente in Montana dove Falco Giallo muore.
Questo viaggio duro e pericoloso trasforma gli uomini e le donne che lo stanno compiendo.
La signora Quaid nonostante la perdita traumatica dei figli e del marito stringe un rapporto amichevole e di sorellanza con la figlia e la nuora di Falco Giallo un rapporto che contribuisce a trasformare il capitano Blocker da vero criminale di guerra responsabile dell'uccisione di donne e bambini in un uomo che ha imparato a rispettare non solo il suo vecchio avversario Falco Giallo, ma tutti i nativi americani.
Purtroppo Blocker sarà costretto, insieme alla signora Quaid e alla famiglia di Falco Giallo, ad affrontare in una violenta sparatoria un gruppo di proprietari terrieri che lo lascerà solo in vita con il bambino e la signora Quaid.
Blocker e la signora Quaid si metteranno quindi insieme portando con loro il bambino sperando in un futuro migliore.

Un film ed un western certamente non comune che è stato veramente penalizzato dalla distribuzione, un film forse ancora scomodo per la società americana.

Da segnalare la bella regia di Cooper autore anche della sceneggiatura, e le bellissime interpretazioni di Rosamunde Pike veramente eccezionale nella parte di una donna che ha perso tutto tranne la sua dignità e di Christian Bale che si conferma il più eclettico attore dell'attuale cinema hollywoodiano i quali avrebbero meritato almeno una nomination all'Oscar.
Va segnalata anche l'interpretazione nella parte di Falco Giallo di Wes Studi, il bravissimo interprete di “Geronimo” (1993) un altro bel film che rivaluta la figura di questo leggendario capo degli Apache.

Questo film di Cooper fatalmente porta ad una amara riflessione sulla nascita degli Stati Uniti che non hanno mai fatto veramente i conti sul genocidio commesso sui nativi americani e sulla schiavitù nei confronti degli afro-americani. Questioni che ancora oggi non sono risolte e che costituiscono le vere radici del malessere di settori importanti della società statunitense e se non si faranno i conti con questa storia fatalmente si ripeteranno e quindi come confessa il sergente maggiore (Rory Cochrane) a Falco Giallo : “Il modo in cui noi abbiamo trattato i nativi non può essere perdonato. Abbiate pietà di noi.”




Il cast



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