L'ANNUNCIAZIONE DI MATTEO
di Franco Turigliatto
Matteo Renzi aveva annunciato da tempo che il 12 marzo sarebbe stato il giorno della grande svolta, il giorno in cui per la prima volta in Italia un governo sarebbe passato subito dalle parole ai fatti.
In realtà il 12 è stato solo il giorno di una nuova grande “annunciazione” dello stesso Renzi operata con grande sfoggio oratorio da teleimbonitore patentato, in gara, come i giornali hanno sottolineato, con la performance del suo maestro Berlusconi realizzata nel 2001 quando firmò il “contratto con gli italiani” su RAI1.
Una prestazione che tutti i pubblicitari hanno applaudito per l’efficacia mediatica e che i commentatori minimamente seri hanno segnalato come operazione elettorale volta a garantire il successo del PD nelle prossime lezioni europee. E’ questo uno scoglio non secondario per il successo dell’operazione Renzi e per gli spazi politici di cui potrà godere nel futuro prossimo.
Renzi si è presentato solo con molte promesse e parole; non disponeva infatti di alcun provvedimento concreto, nessun decreto legge già firmato dal Presidente della Repubblica, nessun disegno di legge sulle questioni primarie da inviare al parlamento perché ne iniziasse la discussione, nessuna proposta di legge delega su materie particolarmente complesse da far pervenir nella giornata stessa a una delle due Camere (per ora esistono ancora entrambe).