LA CRISI GRECA E IL MELODRAMMA DELLA SINISTRA ITALIANA
di Francesco Locantore
Quello che sta accadendo in Grecia in queste settimane è un passaggio storico cruciale per lo sviluppo della lotta di classe in Europa ed avrà conseguenze drammatiche sulla vita dei lavoratori e delle lavoratrici, una accelerazione della Storia che ha posto le forze della sinistra di classe di fronte a decisioni fondamentali per il futuro.
Il governo di Tsipras, come è noto, dopo aver chiamato i cittadini il 5 luglio ad una consultazione popolare che ha respinto con il 62% dei NO un’ipotesi di accordo con le istituzioni europee sfavorevole ai greci, ha fatto approvare in parlamento lo scorso 11 luglio una proposta di accordo che ricalcava sostanzialmente quella bocciata dalla consultazione popolare. Il 13 luglio l’Eurogruppo non ha accettato questa proposta ed ha messo il governo greco con le spalle al muro, ponendo come sola alternativa ad una uscita “concordata” della Grecia dall’Euro, l’accettazione di un Memorandum ancora più duro dei due precedenti sotto i governi di Samaras e Papademos. Il terzo Memorandum accettato da Tsipras impone infatti alla Grecia una serie di condizioni stringenti da attuare in pochi giorni come precondizione necessaria alla ripresa dei negoziati con l’Eurogruppo. Queste misure fanno tabula rasa dei diritti che sono sopravvissuti ai primi due Memorandum, impongono il taglio delle pensioni, l’aumento della tassazione indiretta con ovvi effetti regressivi, un pesante programma di privatizzazioni, agevolano i licenziamenti collettivi e gli sfratti per morosità, impongono una controriforma della contrattazione. Come se non bastasse, le clausole di salvaguardia impongono il taglio lineare automatico della spesa pubblica in caso di sforamento dagli obiettivi di avanzo primario del bilancio. Tutto ciò si abbatterà su un’economia già fortemente in crisi, con un tasso di disoccupazione ufficiale di circa il 26%.