domenica 22 gennaio 2012
SINISTRA SCIAGURATA di Antonio Moscato
SINISTRA SCIAGURATA
di Antonio Moscato
Il momento è difficile, ma un bel pezzo della sinistra fa di tutto per renderlo più grave. Non considero certo “sinistra” il PD di Pier Luigi Bersani, che di fronte a ogni mossa infame di Monti-Passera & C. non sa dire più che “va bene, ma vorremmo qualcosa di più”.
Naturalmente il PD ha abboccato alla campagna propagandistica sul “decreto salva-Italia”, che ci vuole convincere che risparmieremo migliaia di euro ogni anno se in Italia ci saranno 5000 farmacie in più con orari illimitati, che si faranno la concorrenza tra loro facendoci qualche sconticino (invece di toccare come sarebbe necessario le onnipotenti compagnie farmaceutiche). Oppure che si risparmierà se ci saranno 500 notai in più, mentre sarebbe stato sacrosanto eliminare completamente questa categoria anacronistica, residuato di un passato lontano precedente alla formazione dello Stato moderno, e che percepisce somme enormi per rispettare le forme ed eludere la sostanza: chi ha dovuto ricorrere a un notaio si è sentito spesso dare consigli per ridurre la cifra reale e quindi le imposte. Vedi caso Scajola…
E magari lo sconticino lo dovremo chiedere al giornalaio, anche lì con allungamento di un orario già pesantissimo, o al benzinaio, a sue spese, non certo delle grandi compagnie petrolifere…
Ma lasciamo perdere queste miserie del PD: quello che mi scandalizza di più è vedere il Manifesto dedicare ben due pagine, più una colonna in prima pagina, alle esternazioni incredibili di Alberto Asor Rosa, di cui (al tempo di Scrittori e popolo, cinquant’anni fa…) ero stato amico ed estimatore, ma che da un bel po’ mi sembrava tutto meno che un “maestro di saggezza”. Asor Rosa, dopo aver puntato sui carabinieri per togliere di mezzo Berlusconi, oggi elogia perfino “l’oculata presenza del Presidente della Repubblica”, il grande regista del più grave attacco a quanto rimane di decenni di conquiste dei lavoratori. E non basta: secondo Asor Rosa, “anche un laico deve riconoscere la funzione che [la chiesa cattolica] attualmente svolge nel grande concerto comune”. Parce sepulto.
Ma lo scandalo non è la sua involuzione intellettuale, è lo spazio che gli è stato concesso, che invece il Manifesto nega o concede col contagocce alla maggior parte dei collaboratori. Unica eccezione, Rossana Rossanda, che in quanto storica fondatrice del giornale ha potuto avere un paio di colonne per protestare sconsolata…
Ma il peggio della sinistra viene da Vendola, che in un delirio di onnipotenza pensa col suo tocco magico di recuperare alla sinistra il PD: “Io non voglio costruire un quarto polo insieme all'Idv, voglio costruire il polo in grado di vincere le prossime elezioni”. Il “primo polo”. Vendola replica così a chi gli rimprovera di minacciare la separazione definitiva dall'ipotesi di un Nuovo Ulivo insieme al Pd, qualora quest'ultimo partito continui a privilegiare i rapporti con il Terzo polo. '”E' una forzatura polemica l'accusa che ci viene rivolta - dicono i suoi collaboratori - anche se con la nascita del governo Monti le distanze con il Pd sono cresciute”.
Per colmare queste “distanze”, la SeL ha deciso di affrontare il tema scottante della cosiddetta “riforma del mercato del lavoro”. Lo farà a Roma subito dopo la sua assemblea nazionale, il 24 gennaio, con l’intervento del suo responsabile nazionale economia e lavoro, Massimiliano Smeriglio (un ex autonomo che era entrato nel PRC alla vigilia della sua esplosione, e che si era caratterizzato per la sua disinvoltura “tattica”). È invitato anche il giuslavorista Pier Giovanni Alleva, ma il pezzo forte, che dà il senso all’iniziativa, è la presentazione del libro Inchiesta sul lavoro di Pietro Ichino, da discutere con l’autore…
A chi chiedesse perché questa scelta, naturalmente gli organizzatori risponderebbero: per dare un’idea di una delle tante proposte in campo… Peccato che la proposta di Ichino non avesse certo bisogno dell’aiuto della SeL per farsi conoscere, dato che è esaltata dal centrosinistra ma anche da tutte le sfumature della destra, e naturalmente presa in esame attentamente dal governo. Occorreva che un’altra voce, ritenuta di sinistra, gli prestasse attenzione?
Nello stesso numero del Manifesto in cui compare la manchette del dibattito con Ichino, appare anche un’appello di Burgio e Grassi a Vendola perché faccia “più chiarezza”. Ma l’appello si conclude con la richiesta di non dimenticare la FdS, di non tagliarla fuori con una nuova conventio ad excludendum. Che peccato, avevo sperato che, dopo tante batoste subite, quanto rimane del PRC volesse ricominciare davvero a costruire da zero, nella società, il suo radicamento sociale, ma l’attrazione per le “istituzioni” è così forte, che non gli resta che implorare che Vendola li accetti, magari sperando che il PD fatalmente e logicamente attratto dal “terzo Polo”, da cui non lo separa nulla, sbatta la porta in faccia alla SeL!
22 Gennaio 2012
dal sito http://antoniomoscato.altervista.org/
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