SCONTRINI E MILIONI SMARRITI
di Antonio Moscato
Quando la mattina si cambia un biglietto da 50 euro, capita spesso poche ore dopo di stupirsi perché non si trova più il resto. Poi si scopre che non è stato perduto, ma bisogna pensarci un po’ per ricostruire come e dove è stato speso, molto rapidamente. A me capita spesso. C’è invece chi non si accorge neppure di aver “smarrito” 13.000.000: è capitato ai dirigenti della scomparsa “Margherita”. Il senatore del PD Luigi Lusi, che doveva amministrare quei fondi, aveva pensato che nessuno facesse caso alla sparizione dato che il partito era defunto, e i suoi dirigenti sparsi tra il microscopico partito di Rutelli e la non piccola destra democristiana del PD. E in effetti nessuno di loro si era accorto che il gentiluomo a cui erano stati affidati quei milioni li aveva usati per comprarsi case, ville, società in Canada… Si vede che di milioni a disposizione ne hanno troppi. Anche perché sono riusciti (tutti insieme, con tutte le altre forze parlamentari, in modo rigorosamente bipartisan) a ridurre a una beffa l’annunciata riduzione degli stipendi dei parlamentari. Ridotti sulla carta di 1.300 euro mensili lorde che però sono state spostate in un fondo speciale per mantenere allo stesso livello il vitalizio dopo il passaggio al contributivo. Il risultato è che le entrate nette dei parlamentari non sono affatto ridotte… Che faccia tosta, dopo i tagli apportati in tutti i modi alle pensioni dei lavoratori!
Ma le sorprese non sono finite: un altro senatore, questa volta del PDL, Riccardo Conti, ha trovato il modo per guadagnare 18 milioni di euro in un giorno. È riuscito ad acquistare il 31 gennaio del 2011 a Roma un grosso immobile centralissimo dal Fondo Omega, società immobiliare gestita dalla Fimit per conto di Intesa Sanpaolo, e lo ha rivenduto nello stesso giorno all’ENPAP, uno dei tanti enti previdenziali (Ente nazionale di previdenza e assistenza per gli psicologi). Nessuno ha indagato, neppure sul fatto che il Conti non ha dovuto tirar fuori neanche un euro: ha riscosso una prima tranche dall’ENPAP, con cui ha tacitato la FIMIT, poi ha incamerato il resto. Nessun reato, giura il senatore Conti, spalleggiato dall’indignazione del solito Cicchitto, che ha protestato contro l’accostamento al furto di Lusi: Conti dice di aver fatto solo affari legittimi, grazie alla sua abilità. E poi non è vero, ha aggiunto, che avrei guadagnato 18 milioni, la cifra finale è diversa…
Forse ha ragione. Questi affari sono legittimi, e frequenti, anche se sono questi che hanno mandato in rovina l’Italia. È anche probabile che non gli siano entrati in tasca davvero tutti i diciotto milioni: avrà dovuto darne una parte ai suoi complici nell’amministrazione dell’ENPAP, che sostengono di aver fatto un ottimo affare, e di aver cercato per due anni un immobile di quel tipo. E come mai non si sono accorti che quello era in vendita per quella cifra tanto più bassa di quella che hanno sborsato, usando i depositi e i fondi pensioni degli psicologi? Incapaci o truffatori? Ma per ora, tutto in regola, nessun reato… Invece dovrebbero essere, prima che arrestati, cacciati dal loro posto ben retribuito. Forse c’è anche una responsabilità del notaio che ha stipulato il primo contratto per una somma tanto inferiore a quella di mercato, sottraendo quindi una bella fetta di entrata allo Stato? Possibile, ed è una conferma in più che i notai andrebbero aboliti (oltre che messi in galera ogni volta che si prova che hanno truffato lo Stato che dovrebbero tutelare).
Vale la pena di domandarsi: chi ha fatto la scoperta di questo favoloso affare? Forse l’Agenzia delle entrate? No, è troppo occupata a controllare gli scontrini dei ristoratori cinesi di via Sarpi a Milano, e a fare qualche altra sceneggiata per giustificare la propria esistenza e gli stipendi favolosi dei suoi dirigenti. È stata una troupe di giornalisti del TG La7 a scoprire questa abile impresa di un intraprendente affarista.
Se non ci fosse la stampa indiscreta, non sapremmo neppure che la Lega porta fuori dalla sua “Padania” i cospicui fondi assegnati da “Roma Ladrona” per investirli in Tanzania. Ci sono le premesse di un bell’audit, o comitato di indagine cittadino, sull’utilizzazione di fondi pubblici, del contributo ai partiti o delle risorse degli Enti di Previdenza, che invece di fare il loro compito assistenziale fanno a gara negli affari e nelle speculazioni…
Postilla: il presidente della repubblica, eterno dispensatore di buonismo, garantisce da Bologna (mentre i poliziotti sprangano chi lo contesta) il diritto al dissenso, purché giustificato (da lui?), e naturalmente non si accorge di quanto stia montando un sacrosanto disgusto per l’ipocrisia di tantissimi politici (non solo di chi ha rubato, ma di chi non vedeva niente) e di istituzioni come la Guardia di Finanza o l’Agenzia delle Entrate, solerti nei controlli ai piccoli, cieche nei confronti dei potenti. Non se ne accorge, e intanto ripete ossessivamente la vecchia menzogna: “non possiamo lasciare il debito in eredità ai nostri figli e alle future generazioni”. In realtà il 99% della stessa generazione attuale del debito è vittima e non responsabile, mentre molti dei colpevoli siedono impuniti sui banchi del governo e nel parlamento.
1 Febbraio 2012
dal sito http://antoniomoscato.altervista.org/
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