Diari di Cineclub

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giovedì 8 maggio 2014

SUL PD, SU RENZI, SULLA SINISTRA ANTAGONISTA ...





STEFANO SANTARELLI PARLA DI PD, DI RENZI, DELLA SINISTRA ANTAGONISTA ...



Si dice che Renzi abbia provocato la svolta a destra del PD…

No. Non credo assolutamente che il responsabile della “svolta a destra” del PD sia l’attuale Presidente del Consiglio. Sarebbe dargli troppa importanza. A mio avviso questa è da ricercarsi nel profondo travaglio che ha portato il vecchio PCI ad abbandonare velocemente nel 1991 la tradizione comunista, nonostante che nel suo simbolo elettorale si manteneva in piccolo il vecchio e storico simbolo, quando si è trasformato nel Partito Democratico della sinistra divenuto tra l’altro sezione dell’Internazionale socialista con il parere favorevole del PSI di Craxi e del PSDI provocando quindi la scissione che ha fatto nascere Rifondazione Comunista. E poi le successive trasformazioni hanno confermato questo percorso: da quella del 1998 dove il PDS ha cambiato nome prendendo quello di Democratici di sinistra abbandonando definitivamente qualsiasi riferimento anche simbolico alle vecchie radici comuniste per giungere all’unificazione nel 2007 con gli ex democristiani della Margherita che ha fondato l’attuale Partito Democratico. Mi scuso per questa estrema sintesi della nascita dell’attuale Partito Democratico, ma si rende necessaria proprio per la complessità e il travaglio che hanno portato alla creazione di questa formazione politica che costituisce un anomalia nel panorama politico della vecchia Europa. Infatti come ci ricorda l’imperatore Giustiniano “Nomina sunt consequentia rerum” ora il PD non a caso nel suo nome non fa nessun riferimento al socialismo o alla sinistra in genere copiando la denominazione da una delle due maggiori forze politiche statunitensi. E così mentre nel resto dell’Europa abbiamo partiti che continuano comunque a definirsi socialisti o comunisti il PD invece ha anche nel nome abbandonato definitivamente il campo della sinistra.
Ricordo che nell’ultima Assemblea Nazionale del PD vi è stata uno scontro clamoroso su un aspetto etico come quello riguardante il diritto all’aborto. Una rottura inimmaginabile per qualsiasi forza della sinistra europea anche quella più riformista.

Renzi testimone ed emblema dell’era postideologica contemporanea?

Indiscutibilmente il miglior emblema è rappresentato da Berlusconi. Ma più che post ideologica Renzi rappresenta senza ombra di dubbio gli interessi del capitalismo italiano: annuncia provvedimenti ampiamente strombazzati dai mass media come quello che riguarda gli 80 euro sulle buste paghe per poi riprenderseli (con gli interessi) immediatamente dopo; si istituzionalizza definitivamente il precariato rompendo anche formalmente con il sindacato confederale che in questi anni ha coperto tutti gli attacchi contro il mondo del lavoro. Insomma più che emblema post ideologico ci troviamo di fronte ad un attacco senza precedenti ai diritti dei lavoratori e dei giovani in particolare.

Quali sono le differenze tra Renzi e Berlusconi?

Sicuramente l’età, ma va anche detto che certamente non ha gli interessi finanziari di Berlusconi. Ma dal punto di vista strettamente politico, nessuno. Anzi si può tranquillamente affermare che egli in questo momento rappresenta il suo miglior discepolo e successore.

Renzi e l’Europa … Proviamo a parlare di questo rapporto …

Il nostro paese ha un ruolo sicuramente marginale rispetto alla Francia, alla Gran Bretagna per non parlare della Germania. Non sarà certamente Renzi a poter invertire questo quadro. La crisi italiana (e del mondo occidentale) è una crisi sistemica, ma purtroppo il nostro paese si caratterizza anche per la mancanza di produzione in tutti i campi. Aggravato anche dal fatto che l’Italia è un paese che non solo non dispone di materie prime e di fonti energetiche, ma a differenza dei paesi citati non ha nessuna rete di protezione a difesa dei ceti più deboli della società e questo in un contesto di gravissima crisi sociale come quello che stiamo vivendo.

Quale futuro c’è per la sinistra antagonista “a sinistra” di Renzi?

Si stava parlando prima della gravissima crisi sociale che investe il nostro paese: dai giovani che non sono inseriti nel mercato del lavoro (al massimo con lavori precari e nessuna tutela) e che non avranno la possibilità quindi di potere percepire domani il diritto di avere di una pensione, agli anziani che invece hanno visto allontanare i tempi di pensionamento con il risultato che abbiamo oggi pluricinquatenni che svolgono lavori dove occorre una certa prestanza fisica (autisti, infermieri, vigili del fuoco, polizia, ecc) con una “produttività” facilmente immaginabile. Da immigrati, termine improprio visto che molti di questi sono nati in Italia e frequentano le nostre scuole, che non godono del diritto di cittadinanza il quale invece viene riservato a chi è nato per esempio in Australia o nei paesi del continente americano e che non hanno mai visto il nostro paese e magari non sanno neanche parlare la nostra lingua. Dai liberi professionisti con partita IVA che hanno difficoltà ad arrivare alla fine del mese e che non godono di nessun diritto sindacale. E ricordiamo tra l’altro che i lavoratori italiani hanno i più bassi salari europei. Insomma il nostro paese ha di fronte a sé una bomba sociale che può esplodere da un momento all’altro. E la cosiddetta sinistra antagonista o radicale che dir si voglia purtroppo non è assolutamente all’altezza degli avvenimenti. Assistiamo ad una diaspora di gruppi comunisti senza precedenti che si guardano in cagnesco l’un con l’altro e dove per distinguere le varie differenze fra di loro occorre un vero esperto di araldica. Abbiamo forze sindacali che rappresentano soltanto coloro che hanno un lavoro a tempo indeterminato ed i pensionati che sono la componente più numerosa degli iscritti. Non tutelando quindi i precari, gli immigrati, piccoli commercianti e coloro che sono obbligati ad avere la partita IVA. La nascita della Lista Tsipras poteva rappresentare un momento unitario di aggregazione, ma essa è invece nata in modo elitario e verticista e credo, pur votandola,che non godrà di un buon risultato elettorale. Beninteso spero di sbagliarmi. Per concludere: nel nostro paese vi è un enorme bisogno di sinistra purtroppo non sono ottimista per il suo futuro se le forze che la compongono non saranno in grado di superare l’autoproclamazione, l’autorefenzialismo ed il settarismo di cui hanno dato fino ad oggi esempio.

8 Maggio 2014


Stefano Santarelli - Bandiera Rossa In Movimento


dal sito System Failure

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