40 ANNI DOPO, PER NON DIMENTICARE:
FABRIZIO CERUSO
FABRIZIO CERUSO di 19 anni, animatore delle battaglie sociali dei Comitati Autonomi Operai, l' 8 settembre del 1974 - 40 anni fa a Roma nel quartiere popolare di S.Basilio - venne ucciso dalla polizia durante " la rivolta di San Basilio ", mentre aiutava i senza casa ad opporsi agli sgomberi.
Il compagno FABRIZIO CERUSO vive nella memoria popolare e nelle lotte delle nuove generazioni per il diritto alla casa che non dimenticano il suo sacrificio .
Come ogni 8 settembre a S.Basilio, c/o la lapide il bronzo che ricorda FABRIZIO CERUSO verrà esposta la bandiera rossa, dove la popolazione sosta portando un fiore e racconta ai nipoti quella giornata di lotta, di rabbia, di sangue.
HASTA LA VICTORIA SIEMPRE !
Il 5 settembre 1974 la polizia decide di intervenire con un ingente schieramento di forze nella borgata di San Basilio, all'estrema periferia est di Roma, per sgomberare le 150 famiglie che da più di un anno occupano alcuni appartamenti IACP in via Montecarotto e via Fabriano.
La risposta popolare non si fa attendere: fin dalle prime ore del mattino vengono bloccati gli ingressi del quartiere con barricate di pneumatici, vecchi mobili e altri oggetti. La polizia spara centinaia di lacrimogeni, ma è costretta a ritirarsi e a sospendere gli sfratti.
Sabato, dopo che una delegazione si è recata in pretura e allo IACP per cercare una mediazione, la polizia cerca di riprendere gli sgomberi. Questa volta oltre agli occupanti e agli attivisti dei Comitati ci sono a resistere anche centinaia di manifestanti, tra i quali numerosi membri dei consigli di fabbrica.
A fine giornata, dopo un susseguirsi di “tregue” per tentare quella che si rivelerà una trattativa-farsa, si raggiunge un accordo di sospensione degli sfratti fino al lunedì mattina.
Domenica 8, però, la polizia irrompe di nuovo nelle case occupate abbandonandosi ad atti di vandalismo. Gli scontri riprendono immediatamente.
Alle 18, l'assemblea popolare, organizzata dal Comitato di Lotta per la casa di San Basilio nella piazza centrale della borgata, viene caricata con lacrimogeni sparati ad altezza uomo.
Fabrizio Ceruso, militante di 19 anni dei Comitati Autonomi Operai, viene colpito in pieno petto da una pallottola.
I compagni lo caricheranno su un taxi per portarlo in ospedale, ma vi giungerà ormai senza vita.
La rabbia popolare esplode violentemente, tutto il quartiere scende in strada. I pali della luce vengono abbattuti, migliaia di manifestanti si aggregano agli abitanti del quartiere, assediando la polizia, che si rifugia nel campo di calcio della parrocchia.
e per loro non eri nessuno,
soltanto diciannove anni
e per loro non eri che uno.
Uno come tanti, un cameriere,
un garzone d'officina,
un disoccupato, un operaio,
un emigrante.
Eppure quella domenica
otto settembre
a San Basilio hanno mandato
più di mille uomini per ammazzarti.
Più di mille uomini che credevano
che bastasse spararti,
e sono stati invece loro
ad avere paura di te.
Perché quella domenica giù a San Basilio
eravamo in tanti a non essere nessuno,
in tanti a difenderci le case,
a farci la storia con le nostre mani,
il proletariato sarà sempre per la rivoluzione.
È bastato Fabrizio Ceruso a 19 anni!
Se credevate di ammazzarlo avete sbagliato,
Fabrizio è l'uomo nuovo che non muore mai!
Fabrizio vive in tutti noi, nelle lotte del proletariato!
Altri giovani in suo nome vi preparano già la fossa!
Il primo ministro, il presidente
a dirigere le operazioni
per preparare
il tuo assassinio.
Lo stato maggiore riformista
mobilitato a condannarti
perché con gli estremisti
non volevi sgombrare.
Una montagna di calunnie
per preparare e giustificare
la tua condanna,
la tua sicura morte.
Tanto per ammazzare
un proletario,
un comunista
di 19 anni.
Per far pesare
la sua morte
sulla lotta,
giusta lotta.
Ma tanto sferragliare di truppe non è servito a niente,
IL SOLE ROSSO
è rimasto nei tuoi occhi,
la rabbia proletaria già l'ha detto,
«Compagno Fabrizio noi ti vendicheremo»,
assassini di stato, la pagherete
pagherete tutto
Ma tanto sferragliare di truppe non è servito a niente,
IL FIORE ROSSO
è rimasto sul tuo petto,
il pianto amaro di tuo padre,
il rumore prodotto nella coscienza di tanti,
anche l'odio è prezioso quando il popolo prepara la riscossa.
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