Diari di Cineclub

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Rivista Cinematografica online e gratuita

venerdì 22 febbraio 2019

RIFIUTI A ROMA, DIETRO AL FALLIMENTO DI RAGGI UN MODELLO TUTTO DA RIPENSARE





RIFIUTI A ROMA, 
DIETRO AL  FALLIMENTO DI RAGGI UN MODELLO TUTTO DA RIPENSARE
di Bruno Buonomo



La bocciatura del bilancio Ama

Gli ultimi giorni sono di nuovo segnati dall'ennesima crisi della gestione dei rifiuti urbani nella città di Roma che ha avuto il suo apice nella bocciatura del bilancio della partecipata e le dimissioni dell’Assessora Montanari.

Una crisi che non solo mette in discussione il sistema rifiuti nel suo complesso ma che rischia di aprire la strada al fallimento dell’azienda e aprire nuove frontiere di privatizzazioni, il tutto sulle spalle della città e degli 8000 lavoratrici e lavoratori dell’AMA che hanno già pagato, nel rinnovo del contratto nazionale, con l’aumento dell’orario di lavoro.

Si dimostra ancora una volta il fallimento della giunta capitolina nella gestione di un settore particolarmente nevralgico, per questo abbiamo crediamo necessaria una analisi di sistema che ha il fine di costruire un dibattito pubblico.

mercoledì 20 febbraio 2019

L'ALTRA AMERICA DI WOODY GUTHRIE






Daniele Biacchessi, "L’Altra America di Woody Guthrie"
Milano, Jaca book, 2018, pp. 158, più Dvd, € 20.00.




Del giornalista, scrittore e performer milanese Daniele Biacchessi conosciamo l’ormai più che decennale pubblicazione di lavori storici e d’inchiesta sulla memoria, legata principalmente alle stragi e agli eccidi nazifascisti avvenuti durante la Seconda guerra mondiale o nell'Italia repubblicana. A questi, se ne sono associati altri di tenore internazionale, con particolare riferimento all'America Latina, ai colpi di stato di Cile e Argentina, che fili neri collegano indubbiamente al nostro “passato” fascista. Accanto a questo filone, che ha finito per costituire la cifra di Biacchessi, si è negli anni recenti affiancata la biografia. Il primo lavoro è stato quello sulla Medaglia d’oro Giovanni Pesce, che comunque andava ad inserirsi nella battaglia contro il revisionismo strumentale.
Questa sortita rappresenta quindi quasi uno slancio, un distacco nella trattazione rispetto alla produzione tradizionale dell’autore che, facendo tesoro della sua lunga esperienza di cronista musicale, si dedica alla biografia d’un artista. Un aspetto che conferisce alla pubblicazione un carattere inedito, per l’Italia se non assoluto, quasi: si tratta d’un musicista e scrittore che, fuori dagli addetti ai lavori, è da noi conosciuto più per esser stato ispiratore di altri.
Guthrie è, infatti, una delle personalità che hanno avuto funzione, si dice, seminale. La canzone, nella fattispecie di genere folk, che abbiamo detto impegnata, conscious, engagé, è da lui che viene, arrivata a noi prevalentemente con l’interfaccia di Bob Dylan, di fianco al cantautorato francese.

L’Altra America di Woody GuthrieIl titolo è già sostanza, per una monografia che già gode di diverse recensioni d’encomio anche Oltreoceano, nonché della prefazione di Marino Severini dei Gang. 
Guthrie, nato in Oklahoma nel 123° anniversario della Rivoluzione francese, è innanzitutto testimone di quel passaggio in cui gli Stati Uniti diventano definitivamente per tutto il mondo, appunto, l’America, tra la Prima guerra mondiale e la Crisi, anch'essa mondiale, del Ventinove. In mezzo, significativamente, il caso di Sacco e Vanzetti.
Egli si trova perciò a narrare, cantare e suonare, con chitarra, armonica a bocca e poco altro, quell'umanità lavoratrice, bianca, nera o ispanica che fosse, catapultata sulle strade o colpita duramente da una Crisi che minava i dogmi dell’infallibilità capitalista. Da qui la fascinazione per il comunismo, quello americano, che in quei frangenti viveva la sua entusiasmante quanto breve parabola, cui Guthrie aderisce, se con la tessera o meno, è tema affrontato in questo lavoro.
Un’altra America che nel Secondo dopoguerra finirà sul banco degli imputati, accusata di essere antiamericana. Eppure, i testi di Guthrie, le atmosfere restituite dalla sua musica, sono quanto mai americani, statunitensi. Del resto, This land is your land, con la frontiera, la polvere, i treni in corsa, l’umanità speranzosa che li gremisce: This train is bound for glory.
Con la Guerra, Woody Guthrie sente l’urgenza d’una lotta antifascista senza sosta. La sua chitarra è un’arma, con su il celebre adesivo This machine kills fascists, Questa macchina ammazza fascisti. Arriva a prender parte agli eventi bellici, sino a seguire la Marina militare in Europa, Italia compresa. Per esortare gli Alleati nella guerra contro il nazifascismo scrive brani brevi e taglienti, come Tear the fascists down, All you fascists bound to lose, e, in seguito, la celebrativa Miss Pavlichenko.
Nel Dopoguerra Guthrie, come tanti altri artisti e intellettuali di simpatie progressiste, finisce ovviamente al setaccio del maccartismo, attenzionato dall'Fbi. Qui sono, a riguardo, citati e pubblicati documenti inediti.
Guthrie morirà a New York, il 3 ottobre 1967, spento lentamente da una rarissima malattia, detta di Huntington, mentre il mondo, nell'imminenza del Sessantotto, è in subbuglio, anche per via delle idee di cu Guthrie era stato indubbiamente portatore e divulgatore. E sull'eredità si concentrano gli ultimi capitoli del libro.
Come è ormai tradizione, i cartacei di Biacchessi recano in allegato il dvd contenente un filmato che si avvale della grafica di Giulio Peranzoni, con la tecnica detta dell’air painting: le immagini che prendono forma mentre la voce narrante ne parla. Qui l’effetto è particolarmente suggestivo, con l’aggiunta di esecuzioni di cover a tributo.
Venendo al presente, verrebbe da dire che la vita, individuale e collettiva, non è che un lungo, continuo ritorno. Se per festeggiare l’insediamento di Obama, il 18 gennaio 2009, Pete Seeger e Bruce Springsteen eseguivano This land is your land, lasciando intendere in qualche modo che quelle pulsioni stessero per fare ingresso nelle stanze del potere, il seguito ha dimostrato l’ingenuità di certe illusioni. Con Donald Trump, la cui famiglia ha avuto modo, non a caso, di essere raccontata da Guthrie, si è assistito ad un aperto ritorno ai climi di intolleranza e razzismo del passato, mai sopiti.
In un recente episodio del cartone dei Simpson, gli autori fanno dire ad un ospite della casa di riposo, rivolto a Nonno Simpson che negava la propria anzianità: “Tu sei vecchio, hai vissuto tanto da vedere i tuoi pregiudizi tornare di moda”. Così è negli Stati Uniti come a casa nostra.


Silvio Antonini

18 Febbraio 2019

dal sito Il pane e le rose





CINA E STATI UNITI: IMPERIALISMI A CONFRONTO di Michele Nobile







CINA E STATI UNITI: 
IMPERIALISMI A CONFRONTO
di Michele Nobile



I discorsi in merito all'ascesa della Repubblica popolare cinese (Rpc) sono troppo spesso viziati da astratti schemi storici e da pregiudizi ideologici, da generalizzazioni basate sulla cronaca o su dichiarazioni ufficiali e propositi propagandistici. È per questo motivo che ho preferito evitare un discorso generico ed esaminare in modo puntuale le vicende storiche e lo scenario politico contemporaneo del Mar cinese meridionale, l’area del mondo che meglio si presta verificare l’idea di una possibile transizione dell’egemonia regionale (e in prospettiva mondiale) dagli Stati Uniti alla Cina e all'analisi della coerenza dei diversi aspetti della politica estera della Rpc. E non mi stancherò di ripetere che qui il termine egemonia è inteso nell'unico modo (gramsciano) che ne giustifica l’uso specifico: non come mero dominio e prevalenza della potenza ma come unione di forza e consenso, con enfasi sul consenso e la capacità di costruire alleanze, sia tra i governi e le classi dominanti di Stati diversi sia, almeno in certa misura, all'interno dei singoli Stati.
Quindi, tenendo ferma l’analisi regionale, in questo articolo cerco di trarre delle conclusioni più ampie, anche attraverso la comparazione delle varie dimensioni della politica estera della Rpc e degli Stati Uniti.
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