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venerdì 1 novembre 2019

IL VELO E' SESSISTA E OSCURANTISTA: L'APPELLO DI 100 MUSULMANI E MUSULMANE DI FRANCIA





IL VELO E' SESSISTA E OSCURANTISTA:
L'APPELLO DI 100 MUSULMANI E MUSULMANE DI FRANCIA


“Francesi di cultura o di religione musulmana, umanisti, progressisti e femministi” rispondono qui all'articolo pubblicato su Le Monde e intitolato “Fino a che punto lasceremo correre l'odio verso i musulmani? sottoscritto da 90 personalità. E affermano: il velo è lungi dall'essere un pilastro dell'islam.



Il nostro paese è lacerato da trent'anni dalla questione del velo indossato da alcune francesi di religione musulmana. Queste donne sono sempre più numerose, tanto l'influenza dei predicatori estremisti è forte. La questione è dunque seria. Molte cose sono state dette. Ma molte di queste cose sono false.

A noi francesi di cultura o di religione musulmana, umanisti, progressisti e femministi è sembrato urgente prendere parola pubblicamente a riguardo.

È tempo che i nostri compatrioti sappiano che la questione non è unanime tra “i” musulmani. Il velo non fa parte del culto, a differenza del digiuno del Ramadan e delle cinque preghiere quotidiane. Non è un “segno religioso”, poiché l'islam rifiuta ogni feticismo materiale. L'Islam si vive nel cuore, non sulla testa. Inoltre “i” musulmani non esistono. Ci sono DEI musulmani, DELLE pratiche, DELLE interpretazioni, DELLE convinzioni. Divisioni e opposizioni che esistono dal VII secolo.

Noi, firmatari di questo testo, diciamo forte e chiaro che il velo è il segno ostentato di una concezione retrograda, oscurantista e sessista del Corano. Velare le donne significa stigmatizzare la loro presenza nello spazio pubblico. Fare di esse cittadine assegnate alla scandalosa identità di “subordinate al supposto desiderio degli uomini”. Il nostro paese lotta per raggiungere una sempre maggiore uguaglianza tra i sessi. Il sessismo e la demonizzazione del corpo delle donne sono contrari ai nostri ideali.

Gli autori dell’articolo apparso su Le Monde sono stati mossi dalla volontà di combattere la stigmatizzazione e il fare di tutta l'erba un fascio. Vale a dire da una buona intenzione. Tuttavia noi qui affermiamo che è il velo a stigmatizzare le donne.

Ci rattrista vedere questi 90 francesi fare di tutta l’erba un fascio tra “alcuni” musulmani ortodossi ossessionati dal corpo delle donne e “i” musulmani tout court.

LE musulmane non portano il velo, sappiatelo. Sono ALCUNE musulmane a portarlo. ALCUNE musulmane che fanno una lettura patriarcale ed erroneamente letterale del testo coranico. ALCUNE musulmane e ALCUNI musulmani che rifiutano l’intelligenza della fede, che rifiutano di unire fede ed esercizio della ragione critica.

ALCUNI musulmani vogliono cristallizzare l’Islam a quello che era il paradigma del VII secolo, quello del deserto arabico, innestandovi il velo, inesistente nel Corano. Questi musulmani danno una tale importanza a questo accessorio sessista creato nell’Antichità che ne hanno quasi fatto il sesto pilatro dell’islam.

Questo musulmani non sono e non saranno mai I musulmani. Non sono che DEI musulmani, più visibili degli altri data la loro ostentazione.

Abbiamo deciso di far sentire la nostra voce perché questi avvenimenti ci obbligano ad assumerci le nostre responsabilità. Non possiamo restare a guardare da lontano e disillusi un dibattito che ha tanta importanza. Noi pensiamo che sia nostro dovere far sapere a tutti i nostri compatrioti che quella del velo è una questione controversa, anche all’interno delle stesse scuole giuridiche sunnite ufficiali.

Allora sostenete le francesi e i francesi di confessione o cultura musulmana che si battono contro questa terribile ondata neoconservatrice venuta dai paesi del Golfo persico, trent'anni fa. Non confondiamo QUESTI musulmani ortodossi, che predicano il sessismo attraverso l’uso del velo – riflesso identitario più che religioso – con tutti I musulmani.


(traduzione di Ingrid Colanicchia)



Un nome è stato tolto dall'appello, uno dei firmatari iniziali ci ha informato che non aveva dato il suo permesso formale ai promotori del testo che lo avevano incluso nella loro lista. Il testo diviene dunque "L'appello dei 100 musulmani/e di Francia"


Leîla AJDIR, Aïda AKARI-CHERIF. Bahia ALAOUI,Kaoukab ALAOUI, Nader ALLOUCHE Elise AMAIRI, Fatty AMINE, El Mahdi AOUS, Karim AZAIZ, Khadija AZZAOUI-IHDA, Habib BARKIA
Nadia BARO-IHIOUI, Naïma BELALOUZE, Rachida BELHAJ, Nadia BENABDALLAH, Aïcha BENABDELJALIL, Kamel BENCHEIKH, Messaouda BENIA LATRECHE, Nadia BENMISSI, Zaïnab BENSOUILAH, Nadia BENYOUCEF, Yassine BERRADA, Najiba BERRADA, Afafe Elyssa BESSA, Naëm BESTANDJI, Zohra BITAN, Samy Mahmoud BOUACHOUR, Nathalie BOUDHABAY.Fadela BOUHOUCHI, Catherine BOUNOUAR, Noura BOUNOURI, Leïla BOURAS, Kaci BOURICHE, Massi BOURIF, Nesrine BRIKI, Hassen CHALGHOUMI, Malika CHELALI, Mohamed Salah DJAROUD
Nassira DJENASSE-GUERID, Nadia DOGHMI, Hocine DROUICH, Lalia DUCOS, Redouan ELAB, Sylvette FERRARA, Jean-Marc Abderahmane FERRY, Myriam FILALI MAIN, Yasmina FLAIOU-KOUCHNIR, Rabia FRANOUX MOKHLESSE, Jiji GAYANEH, Nora GHEMMOURI, Smain GOUDANE, Ziad GOUDJIL, Omar GOUSMI, Mohamed GUERROUMI, Asmaa HACENE, Rachida HAMDAN, Hassan HAMITOUCHE, Keltoum HARMOUZ, Hinda HASNI, Sälin HELAR, Zahra HOUARI, Marie-Myriam IBN ARABI, Craima IKHLEF-GONZALEZ, Mehemet KAZ, Françoise KENNICHE, Nadia KONDREK-BAOUZ, Abla KOURZI, Julie KOURZI, Ibtissame Bentty LACHGAR, Faiza LAHLOU, Abdallah LAKROUF, Aziz LAMRANI, Eve LIVET, Mohamed LOUIZI, Nadia LOUIZI, Fouziya MEDOUKALI, Abdelghani MERAH, Samira MICHMICH, Fadila MIMOUNI, Chadia MLAHFI, Nadia NAIB, Nora NAIB, Saida NAIB, Kaoukab OMANI, Mohamed OMRI, Daouda OUATTARA, Dounia OUCHALLAL, Maria OUDGHIRI, Najoua RACHED, Malika Taous RAHMANI, Michel RENARD, Fouad SAADY, Yassine SADJI, Hubert Youssef SAGE, Najet SAIDI, Djamila SANGAN, Wacyl SAOULI, Abdelaouhed SEDJARI, Mia SLAOUI, Mouna SLAOUI, Khaled SLOUGHI, Assia SMAIL, Zineb TIJANI, Mounia ZAIMI, Nadia ZIRI


22 Ottobre 2019


dal sito marianne.net










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