Diari di Cineclub

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Rivista Cinematografica online e gratuita

lunedì 29 giugno 2015

SINISTRA, SINISTRA EX-PD, E NOI di Franco Turigliatto





SINISTRA, SINISTRA EX-PD, E NOI
di Franco Turigliatto



Con l’assemblea fondativa di “Possibile” il movimento di Pippo Civati, a cui hanno partecipato i principali dirigenti di Sel, Rifondazione e Lista Tsipras, e la successiva uscita dal PD dell’ex viceministro dell’economia Stefano Fassina, che ha poi annunciato per il 4 luglio un incontro nazionale con lo stesso Civati e con Cofferati, siamo entrati in una nuova fase politica dei rapporti tra forze della sinistra.

Lo spazio a sinistra del PD

I percorsi sono ancora confusi e tanto più le strategie politiche, ma l’obiettivo comune, variamente dichiarato, è di produrre un processo ricompositivo che sfoci nella formazione di un nuovo soggetto politico in grado di costituire una proposta credibile a sinistra del PD per una vasta area elettorale, compresa quella che si esprime nell’astensione.

Il corso impresso al PD da Renzi e l’accelerazione delle politiche liberiste e dell’attacco ai diritti dei lavoratori portati avanti dal governo, espressi in particolare nel Jobs Act e nella controriforma della scuola, hanno infatti creato uno spazio politico potenziale alla sinistra di questo partito. La gestione interna del PD, con l’emarginazione di una serie di esponenti che pure non avevano avuto particolari problemi ad avallare le scelte liberiste dei governi precedenti e a non opporsi alle misure dello stesso governo Renzi, sta producendo una serie di rotture che possono coniugarsi con l’affannosa ricerca delle forze sparse della sinistra (Sel, Rifondazione, ecc.) di recuperare il tempo perduto, con l’obiettivo di replicare in Italia quanto si è prodotto in Grecia con Syriza e in Spagna con Podemos, cioè un big bang elettorale e politico.

IL POPOLO GRECO HA UN BISOGNO VITALE DEL SOSTEGNO INTERNAZIONALE di Stathis Kouvelakis






IL POPOLO GRECO HA UN BISOGNO VITALE DEL SOSTEGNO INTERNAZIONALE
di Stathis Kouvelakis




Grecia: Tsipras indice un referendum sull’ultimatum della Troika: unità popolare per il NO! e una rottura completa.




La svolta che speravamo, e che avevamo cominciato a dubitare che arrivasse, è arrivata. La disastrosa parodia di «negoziati », la spirale di ritirate e concessioni è stata fermata.

La svolta ha preso forma attorno a una parola semplice e ovvia, che ha la chiarezza di una mannaia: no all’ultimatum della Troika, la decisione spetta al popolo.

venerdì 26 giugno 2015

RAFFICA DI ATTENTATI ISIS: CHE STA SUCCEDENDO? di Aldo Giannuli




RAFFICA DI ATTENTATI ISIS: 
CHE STA SUCCEDENDO?
di Aldo Giannuli



Al momento le notizie sono scarne e possiamo riassumerle così:
a- raffica di tre attentati contemporanei (nei pressi di Lione, a Sousse in Tunisia ed in Kuwait)
b- rivendicazione Isis per Sousse, e drappo Isis lasciato sul posto nell’attentato francese, mentre per ora nulla per il Kuwait
c- appello di due giorni fa dell’Isis a moltiplicare gli attentati in occasione del Ramadan
cui dobbiamo aggiungere due eventi contemporanei:
d- perdita della città di Derna capitale delle forze filo Isis in Libia
e- nuova offensiva Isis contro Kobane in Kudistan.

Ovviamente la coincidenza fra i tre attentati non può essere casuale ed è chiaro che si tratta di azioni coordinate. La prontezza con cui hanno fatto seguito all’appello per il Ramadan fa capire che ci sono cellule pronte ad agire e con piani già predisposti, che si sono immediatamente attivate appena è partito l’ordine. E’ ragionevole ipotizzare che possano seguire altri attentati a catena nei prossimi giorni.

QUELLE DUE di Stefano Santarelli





QUELLE DUE
di Stefano Santarelli



Nella cinematografia hollywoodiana spicca in modo estremamente originale, sia per il tema particolarmente scabroso negli anni ‘60 sull’amore lesbico e sia per la bravura di due bravissime e bellissime attrici come Audrey Hepburn e Shirley MacLaine, il film “Quelle due” (The Children’s Hour) diretto dal celebre regista William Wyler, tre volte vincitore del Premio Oscar, ( La signora Miniver, I migliori anni della nostra vita, Vacanze romane, Ben-Hur).

mercoledì 24 giugno 2015

LA FORZA DEL PAPA, LA DEBOLEZZA DELLA SINISTRA di Antonio Moscato




LA FORZA DEL PAPA, LA DEBOLEZZA DELLA SINISTRA
di Antonio Moscato



La prima lettura dell’enciclica Laudato si’ mi aveva spinto a sottovalutarne l’effetto, nel primo breve commento inserito ai margini dell’orrendo scaricabarile di Ventimiglia. Mi immaginavo naturalmente che una sinistra allo sbando si lasciasse incantare da una denuncia senza proposte concrete costruita usando in parte la terminologia del movimento ambientalista, e condendola con citazioni dell’unico santo che piace anche a gran parte dei non credenti, il Francesco dell’amore e del rispetto per la natura, ma anche del dialogo disarmato con l’Islam in tempo di crociate.

Così mi ero accontentato di domandare al papa coerenza di atti, ad esempio con l’invio di qualche autorevole prelato come “forza di interposizione” tra i due schieramenti di polizia che si dividevano il compito e la responsabilità di spedire i migranti al di là del confini. Ma ovviamente non basta. Credo si debba analizzare meglio la “tecnica” usata nell’enciclica per far apparire il papa come un faro per l’umanità, che “si pone non come capo di una Chiesa, e nemmeno come profeta dei credenti, ma come padre dell’intera umanità” (sono parole di Raniero La Valle, apparse sul “manifesto” del 19 giugno).

La tecnica è antichissima, ed è propria di ogni chiesa, non solo di quella cattolica, e della sua avanguardia combattente, l’ordine dei gesuiti in cui Bergoglio si è formato. Per capirla, prendiamo uno dei paragrafi che hanno suscitato più interesse, il 129, e analizziamolo punto per punto, per vedere non solo se c’è una proposta reale, ma anche una denuncia utile e ben mirata. Lo riporto qui integralmente, inframezzando i miei commenti con un corpo diverso.

lunedì 22 giugno 2015

PAPA FRANCESCO:"DA PARTE DELLA CHIESA CATTOLICA VI CHIEDO PERDONO"




PAPA FRANCESCO: 
"DA PARTE DELLA CHIESA CATTOLICA VI CHIEDO PERDONO"
di Federica Tourn


Storico incontro nel tempio di Torino: per la prima volta un papa entra in una chiesa valdese. Un passo fondamentale nel cammino ecumenico


«È per iniziativa di Dio, il quale non si rassegna mai di fronte al peccato dell’uomo, che si aprono nuove strade per vivere la nostra fraternità, e a questo non possiamo sottrarci. Da parte della Chiesa cattolica vi chiedo perdono. Vi chiedo perdono per gli atteggiamenti e i comportamenti non cristiani, persino non umani che, nella storia, abbiamo avuto contro di voi. In nome del Signore Gesù Cristo, perdonateci». Non ha parole smussate papa Francesco quando, nel silenzio del tempio valdese di Torino gremito di persone, chiede perdono per le violenze e le persecuzioni del passato. Nessuno sconto per la chiesa cattolica, che si è resa colpevole di atti non soltanto non cristiani ma addirittura “non umani”. Un riconoscimento formale che suona ancora più solenne per il luogo in cui è pronunciato e che il moderatore della Tavola valdese Eugenio Bernardini ha commentato positivamente una volta finito l’incontro: «La sua richiesta di perdono ci ha profondamente toccati e l’abbiamo accolta con gioia – ha detto – Naturalmente non si può cambiare il passato ma ci sono parole che a un certo punto bisogna dire, e il papa ha avuto il coraggio e la sensibilità per dire la parola giusta».

E’ infatti la prima volta che un papa entra in una chiesa valdese: accompagnato dal moderatore, il vescovo di Roma ha varcato la soglia del tempio di Torino – il primo costruito dopo la concessione dei diritti civili ai valdesi con le Patenti di Grazia del 1848 – dopo ottocento anni iniziati con la scomunica e la conseguente repressione del movimento valdese da parte della Chiesa cattolica; otto secoli caratterizzati da divisioni e divergenze teologiche, ma anche, più di recente, da un cammino ecumenico che ha fatto grandi passi per avvicinare le due chiese cristiane.

domenica 21 giugno 2015

LA BALLATA DI BETA-2 di Massimo Luciani




LA BALLATA DI BETA-2
di Massimo Luciani


Il romanzo “La ballata di Beta-2″ (“The Ballad of Beta-2″) di Samuel R. Delany è stato pubblicato per la prima volta nel 1965. In Italia è stato pubblicato dalla Casa Editrice La Tribuna nel n. 122 di “Galassia” e all’interno del n. 28 di “Bigalassia” e da Mondadori nel n. 148 di “Urania Collezione” nella traduzione di Vittorio Curtoni e Gianni Montanari. Quest’ultima edizione è anche disponibile in formato Kindle su Amazon Italia e Amazon UK e in formato ePub su IBS.

Una spedizione di astronavi partita nel 2242 per un viaggio multi-generazionale ha avuto un esito negativo. Due delle astronavi sono arrivate senza passeggeri, uccisi da cause misteriose. I passeggeri sopravvissuti sulle altre astronavi sono arrivati a destinazione ma solo per trovare coloni arrivati prima di loro grazie a una propulsione più veloce della luce sviluppata dopo la loro partenza.

Joneny è uno studente incaricato dal suo professore di antropologia di effettuare un’analisi storica su una delle ballate che raccontano la storia della spedizione del “Popolo delle Stelle”, “La ballata di Beta-2″. Joneny comincia a indagare per trovare le fonti della ballata, con la difficoltà che il testo è stato modificato nel tempo. Le sue scoperte saranno davvero sorprendenti, anche grazie ad uno strano incontro.

sabato 20 giugno 2015

DALLA PRIMA ALLA SECONDA REPUBBLICA IN ITALIA di Aldo Giannuli






DALLA PRIMA ALLA SECONDA REPUBBLICA IN ITALIA
di Aldo Giannuli


1- L’antefatto

Il crollo della I repubblica avvenne fra il 1992 ed il 1993, ma la frana iniziò almeno cinque anni prima, nel 1987. Lo scioglimento anticipato delle Camere fece sì che, cinque anni dopo, si sarebbe creato l’“ingorgo istituzionale” per la coincidenza delle elezioni del Parlamento e del Presidente della Repubblica. E tutti iniziarono a manovrare in vista di quella scadenza, perché il nuovo Presidente sarebbe stato scelto dal Parlamento eletto nel 1992.

Di conseguenza, chi aveva rapporti di forza favorevoli nel parlamento precedente (in particolare Giulio Andreotti), aveva interesse a spingere il Presidente in carica alle dimissioni, per votare prima del suo scioglimento. E, infatti, Andreotti rivelò l’esistenza di Gladio soprattutto al fine di mettere Cossiga con le spalle al muro e costringerlo a dimettersi, cosa che, però, non accadde.

Nelle elezioni politiche, che ne seguirono, per la prima volta otteneva un eletto la Lega lombarda, destinata ad essere uno dei fattori trainanti nella crisi del 1992-93, mentre la Liga Veneta confermava il successo delle precedenti elezioni.

mercoledì 17 giugno 2015

VERGOGNA! di Antonio Moscato





VERGOGNA!
di Antonio Moscato




Mentre il ministro Alfano continuava la farsa della polemica sui migranti con la Francia, ha mandato la polizia in tenuta antisommossa a catturare quelli che non si sono fidati dell’ospitalità italiana, per deportarli con la forza nella stazione. Se si volevano semplicemente convincere, invece di mandare squadracce armate di caschi e manganelli, bastava far arrivare alcuni mediatori culturali…

Alcuni, abituati a subire le prepotenze degli sbirri sudanesi o egiziani o libici, si sono arresi subito, qualcuno invece ha resistito. Chissà cosa poteva aspettarsi da una carica così violenta e immotivata… Non era facile sospettare che si trattava solo di dare soddisfazione a quel popolo di bestie ignoranti che chiede di “respingere senza ipocrisie la povertà”, o che se la prende con questi “che figliano” a tutto spiano (si vedano alcuni dei commenti al video, peraltro mieloso e cerchiobottista, apparso sul sito di Repubblica…), http://video.repubblica.it/rubriche/la-fotografia/la-fotografia-di-michele-smargiassi-guardate-le-facce-e-quelle-mani/204388/203467?ref=nrct-2

Comunque chi ha resistito alla “cattura”, non solo ha subito una violenza gratuita e inspiegabile (che è apparsa chiaramente nelle immagini del telegiornale TG3 delle 14,20), ma è stato poi arrestato per il solito reato di “resistenza a pubblico ufficiale”. Una vergogna che si aggiunge a tante altre vergogne di chi ci governa, come le trattative con il dittatore eritreo Afwerki perché "si riprenda" una parte di quelli che sono scappati dal paese...

martedì 16 giugno 2015

COSTRUIAMO UN'UNIONE EUROAFRICANA di Guido Viale



           
COSTRUIAMO UN'UNIONE EUROAFRICANA
di Guido Viale




E’ come se l’Europa fosse piombata di nuovo in una guerra. Solo i suoi governanti non se ne sono accorti. Pochi di noi, sempre meno, in tutta Europa, sono ormai sicuri di poter tornare domani nella fabbrica o nell’ufficio dove hanno lavorato fino ad oggi; e non perché quei luoghi siano stati distrutti da una bomba, ma perché rischiano di venir chiusi dai debiti o da una delocalizzazione. Lo stesso vale per la casa dove si è abitato fino a ora: sfratto per morosità o rateo del mutuo non pagato. O per la pensione, dissolta, dimezzata o allontanata da un diktat della Commissione Europea. Ma oggi succede anche che i giardini o le stazioni siano improvvisamente invase da profughi abbandonati a se stessi.

Sono ancora casi singoli, ma di un tale impatto da proiettare la loro immagine su tutto il paese. E’ una generale situazione di insicurezza che si coagula, grazie anche (ma non solo) agli “imprenditori politici della paura”, in una diffusa percezione di percolo (anche se spesso dietro il pericolo compare soprattutto il fastidio) e nella ricerca di un capro espiatorio: cercato non nelle alte sfere di chi ha scatenato quella guerra contro i popoli, ma, come sempre, tra le fasce più reiette: rom, profughi, migranti.

lunedì 8 giugno 2015

CHE PROSPETTIVE HA IL PD? di Aldo Giannuli




CHE PROSPETTIVE HA IL PD?
di Aldo Giannuli


Domenica vedremo come vanno i ballottaggi nei comuni, ma, chiunque vinca, il senso politico del voto di domenica 31 maggio non cambierà, al massimo assisteremo alla conferma di una tendenza, al suo rafforzamento o ad una lieve correzione in più.

Renzi dice che questo per lui è stato un successo: ha lo stesso numero di regioni che aveva prima, ed una è a rischio di commissariamento e nuove elezioni, ha perso oltre 2 milioni di voti ed è sceso di poco meno di 10 punti percentuali. Però dice che ha vinto: cento di queste vittorie!

domenica 7 giugno 2015

TOPOLINO E LA COLLANA CHIRIKAWA





TOPOLINO E LA COLLANA CHIRIKAWA



Una magnifica storia di Romano Scarpa, "Zio Paperone e il nipote ideale", apriva il numero 1294 di Topolino, il secondo in assoluto che mi comprarono i miei genitori. Era il settembre del 1980, avevo cominciato a leggere da pochissimo, e l'avventura mi colpì al punto da restare per sempre tra le mie preferite, anche perché, nel finale, dopo tante vicissitudini, si vedeva Paperino felice, pienamente riscattato agli occhi dello zione e dei nipotini.

Nell'82 mi coinvolse tantissimo "La storia di Marco Polo detta Il Milione", scritta assieme a Guido Martina. Due anni dopo a mandarmi in estasi fu "Pippo e i parastinchi di Olympia", proposta in versione aggiornata sul Classico dedicato all'evento a cinque cerchi, che mi fece compagnia nella consueta vacanza estiva di famiglia in camper per l'Europa. Quando, dodici mesi dopo, visitammo la Grecia e mi trovai fra i resti dell'antico stadio di Olimpia, il mio primo pensiero andò a... Pipponte! E poi le "Paperolimpiadi", le strip stories, il graduale recupero di storie più o meno vecchie e la gioia nel trovarne di nuove sul libretto...

sabato 6 giugno 2015

TSIPRAS:"NON VOGLIAMO UN ACCORDO VOGLIAMO UNA SOLUZIONE"




TSIPRAS:"NON VOGLIAMO UN ACCORDO VOGLIAMO UNA SOLUZIONE"
di Pavlos Nerantzis



Grecia. Il premier: «No ai ricatti e alle umiliazioni. Dalle istituzioni proposte assurde. Vogliamo risolvere in modo definitivo la questione del debito e mettere fine ai timori di Grexit»



Le forze poli­ti­che gre­che sono tutte d’accordo sulla posi­zione netta del governo greco di non accet­tare ulte­riori misure restrit­tive, ovvero il piano pro­po­sto dai cre­di­tori, per­ché «le con­se­guenze saranno cata­stro­fi­che per il paese». È quanto emerso ieri dal dibat­tito par­la­men­tare, dopo che un allarme all’esecutivo era par­tito anche dalla società, dai com­mer­cianti, dal mondo impren­di­to­riale, ai consumatori.

Senza mezze parole viene spe­ci­fi­cato da tutti che se — come richie­sto dalla tro­jaka — «l’Iva sarà aumen­tata di dieci punti» la reces­sione diven­terà ancora più profonda.

Secondo un nuovo stu­dio sulla situa­zione finan­zia­ria delle fami­glie gre­che pre­sen­tato da eco­no­mi­sti dell’Università di Atene «nei primi cin­que anni della grave crisi eco­no­mica, la fami­glia media ha perso quasi quat­tro decimi del pro­prio red­dito». La mag­gior parte delle per­dite regi­strate (il 23,1%) sono state in red­dito diretto. Un ulte­riore 8,8% è stato perso a causa di una mag­giore impo­si­zione fiscale e un altro 7% per l’inflazione non com­pen­sata da un aumento del red­dito nel periodo 2008–2012. La ricerca — che si basa sulle dichia­ra­zioni dei red­diti di 5,2 milioni di con­tri­buenti — sostiene inol­tre che nello stesso periodo preso in esame, la per­cen­tuale dei greci che vive al di sotto della soglia di povertà è pas­sata dal 27,9% al 31,1%.

mercoledì 3 giugno 2015

IL MEDIOEVO INFINITAMENTE UMANO di Sonia Gentili




IL MEDIOEVO INFINITAMENTE UMANO
di Sonia Gentili


Convegni. A un anno dalla sua scomparsa, un simposio a Roma sul grande storico Jacques Le Goff e i suoi rapporti con l'Italia



A un anno dalla scom­parsa del grande medioe­vi­sta Jac­ques Le Goff si torna a par­lare della sua figura in un immi­nente, impor­tante con­ve­gno italo-francese inti­to­lato a Jac­ques Le Goff e l’Italia (École Fra­nçaise de Rome – Les Anna­les — Isti­tuto Sto­rico Ita­liano per il Medioevo, Roma, 4–5 giu­gno 2015).
Solo oggi la rela­zione impli­cata dal titolo dell’incontro può essere tutta com­presa nel segno posi­tivo dell’accoglienza, e del con­se­guente grande influsso eser­ci­tato dall’opera di Le Goff sulla medie­vi­stica del nostro paese; per con­tro, tra gli anni Ses­santa e i primi anni Ottanta il «metodo» Le Goff suscitò in Ita­lia pre­ve­di­bili resistenze.

Insieme al suo mae­stro Fer­nand Brau­del e all’esperienza com­ples­siva nata attorno alla rivi­sta Les Anna­les, Le Goff aveva rac­con­tato una sto­ria domi­nata dall’infintamente grande – cioè da feno­meni di lunga durata, che scar­di­nano le cesure solo appa­ren­te­mente riso­lu­tive degli avve­ni­menti – e dall’infinitamente umano — sin­goli indi­vi­dui comuni in carne ed ossa, il cui vis­suto, quando è recu­pe­ra­bile, lascia trac­cia in fonti non uffi­ciali – ben lon­tana dal pro­ta­go­ni­smo delle isti­tu­zioni e dalle date-limite che fun­gono da stru­mento perio­diz­zante. In que­sta sto­ria, la cul­tura è intesa non come idea­li­stico e disin­car­nato Geist di un’epoca, ma come affa­bu­la­zione, tra­sfi­gu­ra­zione in forma di mito, rac­conto e ideo­lo­gia di paure, sogni, spe­ranze pro­dotta dall’incontro-scontro tra indi­vi­duo e col­let­ti­vità, tra classi subal­terne e classi dominanti.

martedì 2 giugno 2015

ELEZIONI REGIONALI: UNA PRIMA VALUTAZIONE di Franco Turigliatto





ELEZIONI REGIONALI: 
UNA PRIMA VALUTAZIONE
di Franco Turigliatto



Abbastanza semplici e chiari gli elementi di fondo che emergono da questa tornata elettorale delle 7 regioni che sono andate al voto coinvolgendo oltre 23 milioni di elettrici ed elettori. Mentre scriviamo non sono ancora noti i risultati delle comunali, dove c’è stata un affluenza maggiore al voto; vedremo se essi propongono qualche elemento di diversità.

Il dato principale ed estremamente significativo è l’ulteriore crollo della partecipazione al voto (53,90%), ben 10 punti in meno rispetto alle precedenti regionali di 5 anni fa. Quasi un elettore su due non è andato al seggio a testimonianza di una società delusa, ma soprattutto disorientata, provata dalla crisi e dalla politica di austerità gestita da tutti e due i principali schieramenti elettorali, lasciata senza speranza e senza punti di riferimento non solo politici, ma anche sociali. Questa situazione naturalmente non impressiona le forze capitaliste, che considerano normale, perfino auspicabile, questa dinamica elettorale “all’americana”, dalla quale essi ricavano indubbi vantaggi.

Non può non fare impressione che la partecipazione maggiore al voto ci sia stata in Veneto (57,15%), seguito dall’Umbria (55,42%), mentre due altre regioni ex rosse, la Toscana (48,28%) e le Marche (49,78%) sono addirittura sotto il 50% (la Liguria appena supera quella barra), espressione dell’enorme disorientamento anche di quello che una volta era il cosiddetto “popolo delle sinistre”.
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