Diari di Cineclub

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mercoledì 17 giugno 2015

VERGOGNA! di Antonio Moscato





VERGOGNA!
di Antonio Moscato




Mentre il ministro Alfano continuava la farsa della polemica sui migranti con la Francia, ha mandato la polizia in tenuta antisommossa a catturare quelli che non si sono fidati dell’ospitalità italiana, per deportarli con la forza nella stazione. Se si volevano semplicemente convincere, invece di mandare squadracce armate di caschi e manganelli, bastava far arrivare alcuni mediatori culturali…

Alcuni, abituati a subire le prepotenze degli sbirri sudanesi o egiziani o libici, si sono arresi subito, qualcuno invece ha resistito. Chissà cosa poteva aspettarsi da una carica così violenta e immotivata… Non era facile sospettare che si trattava solo di dare soddisfazione a quel popolo di bestie ignoranti che chiede di “respingere senza ipocrisie la povertà”, o che se la prende con questi “che figliano” a tutto spiano (si vedano alcuni dei commenti al video, peraltro mieloso e cerchiobottista, apparso sul sito di Repubblica…), http://video.repubblica.it/rubriche/la-fotografia/la-fotografia-di-michele-smargiassi-guardate-le-facce-e-quelle-mani/204388/203467?ref=nrct-2

Comunque chi ha resistito alla “cattura”, non solo ha subito una violenza gratuita e inspiegabile (che è apparsa chiaramente nelle immagini del telegiornale TG3 delle 14,20), ma è stato poi arrestato per il solito reato di “resistenza a pubblico ufficiale”. Una vergogna che si aggiunge a tante altre vergogne di chi ci governa, come le trattative con il dittatore eritreo Afwerki perché "si riprenda" una parte di quelli che sono scappati dal paese...

A proposito di ipocrisia: vorrei sentire una parola decisa di condanna di questo episodio da parte del papa, che ha appena sfornato una bella (letterariamente) enciclica, da un lato ispirata da san Francesco, dall’altro basata su molte delle migliori analisi dell’ambientalismo laico, in cui si sottolinea più volte che bisogna lottare “per risolvere le drammatiche conseguenze del degrado ambientale nella vita dei più poveri” (p.13).

Tra l’altro l’enciclica denuncia che “molti poveri vivono in luoghi particolarmente colpiti da fenomeni connessi al riscaldamento, […] non hanno altre disponibilità economiche […] e si vedono costretti a migrare con grande incertezza sul futuro della loro vita e dei loro figli. È tragico l’aumento dei migranti che fuggono la miseria aggravata dal degrado ambientale, i quali non sono riconosciuti come rifugiati nelle convenzioni internazionali.” (pp.22-23). D’accordo.

Ci sono altre affermazioni condivisibili in questa enciclica (si può leggerla, è scaricabile gratis, sul sito di Sandro Magister: LAUDATO SI - pdf ). Ma, a parte il sospetto che uno dei suoi obiettivi sia attribuire il peggioramento della situazione mondiale alla “crescita degli ultimi due secoli” in cui la Chiesa era poco ascoltata (p.35), come prendere sul serio queste belle frasi, se non si accompagnano a una denuncia concreta e precisa di questi abusi sui migranti (da parte dei governi italiani e francesi e anche di altri paesi sedicenti cattolicissimi) che aggravano la loro condizione, e comunque negano loro il diritto di asilo? La polizia antisommossa avrebbe il coraggio di attaccare un corteo di vescovi che vanno a testimoniare il loro amore cristiano per questi ultimi della terra?

Non è un pregiudizio il mio, ma il fastidio per formulazioni apparentemente anticapitalistiche, a cui non corrisponde un impegno complessivo della gigantesca organizzazione della Chiesa, che si divide i compiti: si fa bella dell’impegno missionario di alcuni, oggi in prevalenza rispettabile e in rottura con il ruolo di complice attivo del colonialismo svolto per secoli, ma assolutamente secondario rispetto a una poderosa attività finanziaria multinazionale, spesso generosamente sovvenzionata da molti Stati, a partire dal nostro. In contraddizione totale con encicliche come questa.

Postilla

Ho scritto queste poche righe sotto l’effetto congiunto di due diverse indignazioni: una freschissima, provocata dalle immagini apparse oggi sul telegiornale, in cui i “nostri ragazzi” col casco sembravano certi picchiatori della polizia statunitense alle prese con un “negro” (ci si sedevano sopra in due o tre); l’indignazione si è accresciuta appena ho trovato il commento un po’ viscido di Smargiassi sul “povero poliziotto” tanto dispiaciuto. L’altra è stata provocata dalla ugualmente recente lettura dell’enciclica di Bergoglio, di cui ho subito immaginato la grande presa che può fare su una sinistra allo sbando di cui riprende molte formulazioni in se giuste, ma che rimangono tuttavia a livello di pura denuncia: il clima e l’acqua come “beni comuni”, le multinazionali che fanno nei “Paesi in via di sviluppo” quello “che non è loro permesso nei Paesi sviluppati”, ecc.).

Avevo già visto i primi effetti combinati dell’oratoria del papa e della scarsa conoscenza dei suoi precedenti ed ispiratori da parte di militanti di sinistra anche non di primo pelo, e li avevo segnalati in vari articoli, tra cui Il papa e la sinistra e La sinistra papalina… Tra l’altro ricordavo che alcune delle formulazioni che sembravano tanto anticapitaliste a chi le incontrava per la prima volta in Bergoglio, risalivano addirittura alla Rerum Novarum di Leone XIII (1891) e alla Quadragesimo anno (promulgata nel 1931 da Pio XI, il papa che stipulò il concordato con Mussolini…). È vero che siamo così male abituati a una sinistra che non fa neppure un pizzico di critica sociale almeno retorica, che ci si accontenta di tutto…

Ma a parte il primo sfogo, su questa enciclica credo di dover ritornare, anche tenendo conto delle reazioni che provocherà.


16 Giugno 2015


dal sito Movimento Operaio


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