Diari di Cineclub

Diari di Cineclub
Rivista Cinematografica online e gratuita

domenica 20 agosto 2017

"SI SONO CHAVISTA", IL VENEZUELA E NOI di Giorgio Cremaschi






"SI SONO CHAVISTA", IL VENEZUELA E NOI
di Giorgio Cremaschi




"Il ritorno dei colonnelli, ma ora sono di sinistra". Così qualche giorno fa titolava sulla edizione on line Il Fatto, riferendosi al Venezuela, ma anche alla Bolivia, al Nicaragua, all'Ecuador, insomma a tutti paesi latino americani i cui governi non si sono piegati ai diktat degli Stati Uniti e della UE. Credo che questo titolo ben sintetizzi la deriva di una buona parte di ciò che in Italia, ed in Europa, viene considerato o si consideri di sinistra. Di quella sinistra che è stata complice della più vasta e sconvolgente campagna di disinformazione di massa dalla fine della seconda guerra mondiale.

La "feroce dittatura" di Maduro è stato il motivo guida di ogni servizio televisivo, di ogni commento giornalistico, nulla e nessuno sui quotidiani e sulle tv italiane sì è distinto dalle veline del dipartimento di stato degli USA, che amplificavano quelle della opposizione venezuelana. Persino sulla Corea del Nord i mass media occidentali hanno mostrato qualche cautela in più, neppure contro Saddam e Gheddafi c'è stata la stessa unanime violenza informativa che si è scatenata contro il governo venezuelano. La dittatura peggiore del mondo e della storia, dovrebbe pensare un comune cittadino che costruisca i suoi punti di vista solo sulla informazione ufficiale. La falsificazione dei fatti e delle opinioni è stata così completa e radicale che, dopo che Maradona si era schierato con Maduro, la stampa ha persino sentito la necessità esaltare l'attacco che il campione ha ricevuto da Kempes, tralasciando di ricordare che quest'altro calciatore argentino non aveva avuto problemi a ricevere la coppa del Mondo dalle mani insanguinate del dittatore Videla. Essere contro il Venezuela di Chavez è diventata una patente di democrazia distribuita a cani e porci.

domenica 6 agosto 2017

IL VENEZUELA DOPO LE ELEZIONI PER L'ASSEMBLEA COSTITUTENTE: CONCILIAZIONE E RIVOLUZIONE? di Jorge Martin





IL VENEZUELA DOPO LE ELEZIONI PER L'ASSEMBLEA COSTITUTENTE: 
CONCILIAZIONE E RIVOLUZIONE?
di Jorge Martin


Ancora prima che il Consiglio Nazionale Elettorale (Cne) annunciasse i risultati delle elezioni per l’Assemblea Costituente che si sono tenute domenica 30 luglio in Venezuela, l’opposizione e l’imperialismo occidentale avevano già dichiarato che si erano verificate frodi di grande portata e che non avrebbero riconosciuto la legittimità dell’Assemblea. Da quel momento, si sono accumulate pressioni su tutti i fronti. Cosa si deve fare?

Queste non erano elezioni normali, bensì una importante battaglia nell’offensiva che l’oligarchia e l’imperialismo occidentale hanno scatenato negli ultimi quattro mesi contro la rivoluzione bolivariana. L’opposizione non solo ha dichiarato che avrebbe boicottato le elezioni, ma ha anche tentato di impedire fisicamente che si votasse. Il 30 luglio [giorno delle elezioni], le barricate impedivano l’afflusso degli elettori ai seggi, ci sono stati episodi di distruzione di materiale elettorale e macchinari, attacchi armati contro i seggi elettorali, compreso l’assassinio di un membro della Guardia Nazionale che proteggeva i seggi a La Grita (Mérida), assalti con esplosivi contro la Guardia Nazionale, ecc. Alla fine della giornata ci sono stati tra i 10 e i 15 morti, compreso un candidato dell’Assemblea Costituente a Bolivar.

LA GUERRA DI MADURO di Antonio Moscato





LA GUERRA DI MADURO
di Antonio Moscato




È molto probabile che Maduro non abbia molto tempo davanti a sé per uscire dalla situazione in cui si è cacciato. Evidentemente incapace di affrontare i problemi concreti del paese come un’inflazione che non ha paragone con quella di altri paesi con governi “progressisti” (che pure si confrontano alle stesse difficoltà oggettive come il calo del prezzo del petrolio e di altre materie prime, e che ugualmente non godono di particolare simpatia al vertice degli Stati Uniti), e come la forte contrazione del PIL, e la terribile scarsità di beni e servizi offerti ai cittadini, Maduro pensa di cavarsela con trovate estemporanee che, quando non sono di dubbia e controversa architettura costituzionale, rivelano una profonda ignoranza dei meccanismi dell’economia. L’ultima, passata in sordina nei commenti stampa di ogni orientamento, ma segnalata solo dall’attento organo vaticano L’Osservatore romano, è davvero bizzarra:

sabato 5 agosto 2017

AMBROSE Recensione di Giovanna Repetto





 AMBROSE  
Recensione di Giovanna Repetto



Non è facile calarsi nei panni del Controllore Ausiliario 209, strizzato in un angusto abitacolo all’interno di una mirabolante macchina da guerra, piccolo nucleo di carne dentro un congegno infernale pesante diverse tonnellate. Eppure il lettore è condotto a sviluppare subito una cocente empatia. Sarà per il contrasto fra quel corpo malato e martoriato e l’involucro micidiale che lo contiene: parabola, a ben guardare, della condizione umana che costringe a confrontarsi con la potenza distruttiva di strumenti tanto più potenti di chi li ha creati. Sarà perché CA è in fondo un ingenuo, un rassegnato, un perdente professionale. Sarà perché egli non ha perduto, nonostante tutto, la capacità di meravigliarsi e di sognare.
La condizione del protagonista è così misera da non garantirgli nemmeno un nome proprio. Leggendo, e trovandolo definito sempre da una sigla, o da beffardi soprannomi affibbiatigli da altri, tornavo ogni tanto sui miei passi credendo che mi fosse sfuggito il nome. Ma no, il nome si saprà molto più tardi, dopo una trafila dolorosa che è insieme discesa agli inferi e percorso iniziatico. Non è semplice né piacevole la situazione del Controllore Ausiliario: durante le operazioni belliche il suo corpo è prestato alla macchina, che a sua volta viene diretta dagli alti quadri militari coadiuvati da intelligenze artificiali, così che in definitiva egli è relegato alla funzione di un infimo pilota di scorta utile solo nei momenti di stasi, o in casi disperati.

venerdì 4 agosto 2017

AUTONOMIA DI CLASSE IN VENEZUELA di Valerio Evangelisti




AUTONOMIA DI CLASSE IN VENEZUELA
di Valerio Evangelisti


Per mettere subito le cose in chiaro, non prendo nemmeno in considerazione le tesi di chi dice che in Venezuela, con la formazione di un’Assemblea costituente, sia in gioco la sopravvivenza della democrazia (e lo dice chi, da quasi vent’anni, ha sostenuto che nel paese vigesse una dittatura). In gioco la democrazia lo è, ma non per mano dei costituenti.

Si tratta di intendersi, in via preliminare, sul significato del termine “democrazia”. Per i greci, che hanno inventato la parola, era il potere del “demos”: non il popolo generico, bensì il “popolo minuto”, gli strati più deboli economicamente della società. In questo senso, gli Stati Uniti, che permettono la competizione elettorale solo a candidati abbastanza ricchi per presentarsi alle urne, non sono mai stati e non sono una democrazia. Quanto al resto dell’Occidente, il meccanismo elettorale seleziona oligarchie dotate di vita propria, senza possibilità di verifica, fino al voto successivo, dell’effettiva obbedienza degli eletti alla volontà dei votanti. Non mi ci soffermo, sono critiche già note dai tempi di Rousseau. Divenuta consapevole dello stato effettivo delle cose, la popolazione dell’Occidente vota sempre meno. E l’Unione Europea, fondata su centri di potere privi di controllo e su un parlamento inutile, consolida la sfiducia. E’ lo sfascio del modello governativo liberale.

giovedì 3 agosto 2017

VENEZUELA: "E' ORA DI FORGIARE UN NUOVO MOVIMENTO EMANCIPATORE




 VENEZUELA: "E' ORA DI FORGIARE UN NUOVO MOVIMENTO EMANCIPATORE

 Lettera aperta di “Marea Socialista” al chavismo critico e alla sinistra autonoma



Scriviamo questa lettera in un momento in cui si sta consumando una frode colossale contro il popolo Venezuelano.
L’elezione della Costituente Madurista rappresenta il collasso del paese per come lo abbiamo conosciuto nell’ultimo secolo; la bancarotta di uno Stato corrotto e debole e lo smantellamento della sua Repubblica. Allo stesso tempo mette in serio pericolo l’integrità della Nazione, minacciandola con la sua dissoluzione.
In questo modo si apre la porta ad un periodo di crudele saccheggio imperiale e di predominanza del capitale finanziario e mafioso, sotto qualsivoglia delle attuali “bandiere nazionali”. Sarà questo un periodo dove violenza e crescente repressione saranno legge, e dove le pene e le sofferenze dei più umili, oppressi ed esclusi, raggiungeranno picchi mai conosciuti nella storia moderna del Venezuela.

Due cupole politiche irresponsabili e criminali che hanno raggiunto le trincee dalle quali si apprestano a lanciare la sfida per il saccheggio, per il controllo e per i negoziati con il grande capitale, attentando alle nostre risorse naturali e alle condizioni di vita del nostro popolo.
Perseguiranno i loro intenti, anche se ciò dovesse significare una sanguinosa macelleria.

mercoledì 2 agosto 2017

VENEZUELA, INGERENZE IMPERIALISTE E BOLIVARISMO IN CRISI di Gippò Mukendi Ngandu





VENEZUELA, INGERENZE IMPERIALISTE E BOLIVARISMO IN CRISI
di Gippò Mukendi Ngandu


Venezuela, condannare l’ingerenza imperialista e il ruolo dell’opposizione di estrema destra non può impedire uno sguardo critico sull’esperienza del governo Maduro



Il Venezuela si trova da mesi di fronte ad una grave crisi economica e politica gravissima. Dal mese di aprile il paese latino americano è attraversato da proteste, scontri violenti, rappresaglie delle forze di estrema destra contro semplici cittadini in odore di “chavismo”, misure repressive da parte del governo, crescente insicurezza sociale, mancanza di cibo e di medicinali, inflazione alle stelle.

La forte crisi economica è dovuta in gran parte alla dipendenza del paese dalla rendita petrolifera. Attraverso di essa il chavismo impiegò tutte le sue energie per mettere all’opera una spesa sociale incentrata sull’obiettivo di ridurre le disuguaglianze, diventando una componente fondamentale della spesa pubblica. Con le Missiones, infatti, ci furono importanti e significativi miglioramenti dal punto di vista sociale così come culturale per le classi popolari.
Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF