Diari di Cineclub

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lunedì 23 ottobre 2017

CINA, IL 19° CONGRESSO DEL P.C.C. : UN'ASSISE DAGLI SBOCCHI IMPREVEDIBILI di Aldo Bronzo






CINA, IL 19° CONGRESSO DEL P.C.C. : 
UN'ASSISE DAGLI SBOCCHI IMPREVEDIBILI
di Aldo Bronzo



Il contesto in cui si colloca il 19° Congresso del P.C.C. non è scevro da contraddizioni e da problematiche di cui la direzione raggruppatasi attorno alla figura carismatica e accentratrice di Xi Jinping deve pur tentare di dare una risposta.

Infatti, dopo i successi fatti registrare dalla “riforma” denghista sino al 2008, i meccanismi che avevano garantito quello sviluppo si sono parzialmente inceppati: in sostanza meno capitali dall’estero e meno sbocchi alle merci cinesi sui mercati internazionali. Ne conseguì una inevitabile tendenza al ristagno che fu contrastata dall’allora leader in carica Hu Jintao con una politica di “stimoli”, cioè con opera pubbliche pari a 580 miliardi di $ che, se arrestarono il tendenziale declino, stimolarono un debito pubblico spaventoso, pari a 3,4 miliardi di $.

lunedì 2 ottobre 2017

CATALOGNA: CLASSI, EGEMONIA E INDIPENDENTISMO CATALANO di Marc Casanovas e Brais Fernández





CATALOGNA: 
CLASSI, EGEMONIA E INDIPENDENTISMO CATALANO
di Marc Casanovas e  Brais Fernández


Con questo testo intendiamo partecipare alla discussione strategica apertasi nelle sinistre sul referendum catalano dell’1 Ottobre, ma che riteniamo vada anche oltre. Non ci soffermeremo sulla storia della formazione del processo indipendentista catalano, ma ci limiteremo a proporre una caratterizzazione di questo cosiddetto “processo” e a cercare di fornire argomenti sulle ragioni per cui le sinistre non indipendentiste dovrebbero impegnarsi attivamente per far sì che questa scadenza diventi un momento di rottura.

Uno degli argomenti tipici del “senso comune” della sinistra tradizionale per non sostenere il movimento catalano del 1° ottobre è che il processo è guidato dalla borghesia. Detto in questi termini, si tratta di un’affermazione semplicemente falsa che può basarsi soltanto su due fraintendimenti, uno malevolo e l’altro semplicemente frutto di ignoranza, o di un uso distorto di categorie così assurdo da invalidarsi da solo. L’erroneità di questo argomento è verificabile empiricamente.

La grande borghesia catalana si è espressa a più riprese contro questo movimento, giudicandolo irresponsabile e creatore di instabilità per i propri affari, come può verificare chiunque si scomodi a ricercare in Google le dichiarazioni di Foment del Treball (l’associazione padronale catalana). L’ignoranza entra in questione quando si tratta di definire il significato di borghesia, un concetto che la sinistra spagnola ha utilizzato solo nell’ultimo quarantennio per riferirsi alla Catalogna o, nel caso del PCE (Partito comunista spagnolo), per giustificare la propria politica di alleanza con la borghesia “progressista e nazionale” (sic) che rappresentava Suárez nel 1978.

domenica 1 ottobre 2017

DICHIARAZIONE DELLA T.M.I. SUL REFERENDUM PER L'INDIPENDENZA DELLA CATALOGNA





DICHIARAZIONE DELLA T.M.I. SUL REFERENDUM PER L'INDIPENDENZA DELLA CATALOGNA



Pubblichiamo qui una dichiarazione della Tendenza Marxista Internazionale sulla crisi in Spagna. Il referendum per l’indipendenza della catalogna rappresenta una sfida nei confronti del regime spagnolo del 1978. È stato oggetto di una grave repressione da parte dello Stato spagnolo. La T.M.I. sostiene il diritto del popolo catalano all’autodeterminazione. Per una Repubblica socialista catalana come scintilla della rivoluzione iberica!



1 – La decisione del parlamento catalano di convocare un referendum sull’indipendenza per il 1 ottobre ha aperto la crisi costituzionale più seria che la Spagna abbia visto dalla restaurazione della democrazia borghese nel 1977. La repressione da parte dello Stato spagnolo e del governo di Rajoy a Madrid ha provocato un movimento di massa nelle strade che ha acquisito alcune caratteristiche insurrezionali.

2 – La decisione di convocare un referendum sull’auto-determinazione arriva dopo anni in cui lo Stato spagnolo e il governo di destra di Rajoy hanno bloccato tutti i tentativi da parte della Catalogna di decidere sul proprio futuro. La Costituzione catalana del 2006 (Estatut), il cui contenuto era già stato annacquato dal parlamento spagnolo, è stato ratificato in un referendum, solo per essere poi bloccato dalla Corte Costituzionale spagnola su richiesta del Partito Popolare di destra. Alla fine, il Tribunale costituzionale ha dichiarato incostituzionali alcuni articoli chiave dell’Estatut. 35 diverse leggi approvate dal Parlamento catalano sono state ritenute illegali dalla Corte costituzionale.
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