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giovedì 1 marzo 2012

SCIOPERO GENERALE CONTRO LA TAV IN VALSUSA di Bruno Giorgini



SCIOPERO GENERALE CONTRO LA TAV IN VALSUSA
di Bruno Giorgini

E’ tempo di assumere la lotta del popolo NoTav come una battaglia generale, e non come un semplice episodio di resistenza territoriale a cui portare solidarietà e mostrare simpatia, nonché comprensione. Se in Valsusa fosse confinata, lo Stato non dispiegherebbe una così imponente forza armata, non dichiarerebbe e tratterebbe la zona alla stregua di una servitù militare, non ci sarebbe un moltiplicarsi delle provocazioni verbali e fisiche, non entrerebbe in campo in modo così pesante la magistratura accusatoria tramite un pezzo da novanta come il Procuratore Caselli, non assisteremmo a un così compatto schieramento dei mezzi d’informazione radio, televisioni, giornali, più o meno tutti se si esclude il manifesto e qualche altro, volto a oscurare la verità, spargendo non solo menzogne ma diffamazioni, e quant’altro, l’elenco è veramente lungo, e inquietante, né può mancare l’oligarchia europea a spingere, se sei No Tav, sei contro L’Europa, lo sviluppo, il progresso, la civiltà e chi più ne ha più ne metta. Tutto questo contro quattro montanari ottusi? Tutto questo contro una minoranza estremista? Tutto questo per scavare un buco in una montagna?

La posta è ben più rilevante, si tratta di decidere chi decide sulla propria esistenza, e sul modello di sviluppo nonché di convivenza civile: decidono gli oligarchi, dai banchieri fino ai tecnocrati, oppure i popoli che si auto-organizzano in modo democratico. Da una parte un modello capitalistico finanziario che distrugge territorio, relazioni sociali, comunità, forme di cooperazione in nome del profitto privato, senza produrre nemmeno il progresso nell’ambito dei trasporti, gli studi sono innumerevoli e conclusivi sul piano scientifico: la TAV cambierà di poco o niente le dinamiche di mobilità e trasporti, in compenso costerà, è già costata, moltissimo in termini di denaro pubblico, ancor più in termini di convivenza civile. Dall’altra una società che si costituisce nella resistenza, fondata sull’eguaglianza, con suoi strumenti di democrazia e di conoscenza del problema, con valori precisi sull’ambiente e la natura, nonchè in grado di dialogare direttamente con lo stato e i suoi esperti, perché i tecnici vicini ai NoTav sono bravi e competenti con una analisi quantitativa molto solida, mentre nessuno è riuscito fino a oggi a dimostrare che l’opera sia in un qualche senso fruttuosa, se non dal punto di vista dei profitti di costruttori vari, e francamente fanno un po’ ridere i filo Tav che altro non sanno contrapporre se non che lo ha deciso l’Europa, una specie di Moloch intoccabile e insindacabile. Insomma si tratta di una lotta democratica e auto-organizzata, con forti contenuti ethici, ethos, abitare, rendere abitabile, e cognitivi, vorrei dire scientifici, che dispiega una complessità di azione politica straordinaria.

Epperò siamo a una svolta, ci sono stridori e fango nonché tentativi di strangolamento, che richiede la scesa in campo diretta prima di tutto del Movimento Operaio, e poi di quei cittadini/e che hanno votato per l’acqua pubblica, un po’ più di 26 (ventisei) milioni se ricordo bene, per contrastare anche il tentativo di ridurla a scontro con le forze di polizia. Bisogna diventare militanti e attivisti del movimento NoTav in ogni città, paese e campagna, non per generica solidarietà, ma in concreta azione politica: una scesa in campo fino allo sciopero generale, perché questione generale del modello di sviluppo e di produzione è posto in essere dalla resistenza NoTav.

Cominciando dallo sciopero generale dei meccanici proclamato dalla FIOM per il 9 marzo, che soltanto in quanto pensato organizzato e fatto come inizio di un processo di unificazione di soggetti diversi, può essere credibile, partecipato e base di una nuova fase di iniziativa politica e sociale per costruire una alternativa alla brutalità liberista che l’intero modello sociale dei diritti del lavoro come del cittadino vuole distruggere, di pari passo con la distruzione della natura e dell’ambiente.


1 marzo 2012

da Emergecy Mensile
 

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