Diari di Cineclub

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domenica 6 settembre 2015

MENDICANTI DI SPAGNA di Nancy Kress






MENDICANTI DI SPAGNA di Nancy Kress
di Stefano Paparozzi



Come conciliare la ricerca della felicità personale col bisogni dei più sfortunati? Come far coesistere il capitalismo e l’assistenzialismo? Come non far sembrare che Ayn Rand sia la reincarnazione di Hitler?
A queste domande prova a rispondere Nancy Kress con uno staordinario romanzo: Mendicanti di Spagna.



Un po’ di ordine

Innanzitutto facciamo chiarezza su qual è il libro che sto recensendo.
Nel 1991, Nancy Kress pubblica su Isaac Asimov’s Science Fiction Magazine il racconto lungo “Beggars in Spain”; questo racconto è stato pubblicato in Italia dapprima in Urania (con l’imbarazzante titolo “Modificazione genetica”), poi dalla Nord (come – ancor più imbarazzante – “Dormire, forse sognare…”). È attualmente reperibile, pubblicato da Delos, come “Mendicanti in Spagna”.
Nel 1993, l’autrice espande il racconto originale, mantenendo il titolo Beggars in Spain; questo romanzo viene pubblicato in Urania col titolo Mendicanti di Spagna.
A questo seguiranno i romanzi Beggars and Choosers e Beggars Ride (in Italia in Urania come Mendicanti e superuomini e La rivincita dei mendicanti).
Quello che sto recensendo qui è il romanzo Mendicanti di Spagna uscito come Urania, cioè l’espansione del racconto lungo originale.

La forma…

Il romanzo è diviso in quattro parti: la prima è il racconto lungo originale, le altre sono le aggiunte successive per creare il romanzo.
Dovrei essere riuscito a dare un’idea della trama completa omettendo gli eventi più importanti e i colpi di scena, cosicché possiate leggerla tranquillamente.

Siamo nel 2008, in un’epoca in cui le modificazioni genetiche controllate per i propri figli sono la norma. Il ricco Roger Camden vuole, per sua figlia, l’ultimo ritrovato (ancora segreto e sperimentale): un individuo che non ha bisogno di dormire. Non ci vuole tanto prima che questi bambini, crescendo, si rendano conto che non sprecare un terzo del loro tempo a dormire li rende intellettualmente superiori ai Dormienti.
L’anno è il 2051. La tensione fra Insonni e Dormienti è arrivata al punto che questi ultimi hanno fabbriche in cui usano solo Dormienti che fanno affari d’oro fra chi odia i modificati geneticamente. Molti degli Insonni, invece, si sono volontariamente isolati dalla società all’interno del Rifugio.
Nel 2075, gli Insonni proseguono nel Rifugio gli esperimenti genetici creando una generazione di Superinsonni dalle capacità intellettive potenziate. Sulla Terra, intanto, mentre la società si riorganizza in nuove classi sociali, il giovane ribelle Drew è alla ricerca di un ruolo nella sua vita.
Nella conclusione del romanzo, ambientata a cavallo fra 2091 e ’92, si intrecciano le mire indipendentiste dei capi del Rifugio, le scoperte (e la filosofia) dei Superinsonni e l’effetto sconvolgente che l’attività di Drew ha su tutti loro.

…e il contenuto

Ognuna delle quattro parti, al di sotto (o al di sopra?) degli eventi narrati, si concentra su una particolare tematica:

La prima parte è quella più eminentemente politica: la creazione di una minoranza in grado di svolgere un lavoro migliore (e in maggiore quantità) porta a delle domande fondamentali: se l’inividuo ha diritto a godere di ciò che guadagna, come deve comportarsi di fronte a chi ha meno capacità?
Nella seconda parte, mentre si continuano ad esplorare i temi politico-sociali, ci si concentra su come la divisione in classi – compresa l’autoghettizzazione – generi odio, su quanti e quali sotterfugi sono disposte ad utilizzare certe persone (che magari, con la “scusa” del razzismo, perseguono interessi meramente personali).
Con i Superinsonni si esplora il concetto di identità e quello comunità: come ci identifichiamo in rapporto all’altro? Cosa ci rende appartenenti a un gruppo piuttosto che un altro? Quali parametri dovremmo utilizzare per classificare il nostro io rispetto a chi ci circonda?
Nella parte finale, tutte i tentativi di risposta dati nelle pagine precedenti vengono messi in discussione da un dato finora tralasciato: il tempo che passa. Qualsiasi nostra idea dovrebbe sempre tenere conto del periodo in cui viene pensata, e rifiutare la cristallazzazione, per abbracciare l’adattabilità a qualsiasi cambiamento della società. Se la società cambia, deve cambiare il paramentro di giudizio di certi valori.

Sulla politica, ovvero: adesso dove la trovo una copia de La rivolta di Atlante?

La parte per me più interessante (che d’altronde costituisce il nucleo originale del racconto) è la prima, dove il pensiero liberale viene analizzato in tutte le sue conseguenze, e ne vengono infine risolte le contraddizioni, fra cui ovviamente la principale: se l’individuo è il motore della società, e l’obiettivo e la ricerca del proprio benessere, come facciamo con quelli che non ce la fanno? La soluzione è un’ecologia dell’aiuto che è un’ecologia del commercio: io aiuto chi non ce la fa, e fra qualche anno questi potrebbe aiutare qualcun altro. Un offerta senza niente in cambio non dà nulla direttamente all’individuo, ma dà qualcosa alla società in cui l’individuo vive, e quindi qualcosa indirettamente gli arriva sempre.
Ho trovato questo scavo (come d’altronde quelli delle parti successivi) particolarmente ragionato, sorprendente quanto efficace, illuminante nell’indagare a fondo l’Oggettivismo di Ayn Rand, trovandone i punti deboli ma senza rinnegarlo. La stessa Nancy Kress in quest’intervista dichiara che con Mendicanti di Spagna ha voluto creare una terza alternativa fra La rivolta di Atlante di Rand e l’Anarres de I reietti dell’altro pianeta di Ursula LeGuin. In tutta franchezza, mi sembra molto più idealmente vicina alla prima che alla seconda – e, detto per inciso, io I reietti ho provato a leggerlo e mi sono arreso a metà perché trovavo l’analisi sociopolitica davvero piatta e poco interessante (ma magari la parte dove LeGuin dice qualcosa di originale è la seconda; e comunque è un’altra storia).
Ammetto che la tentazione di leggere La rivolta di Atlante ora è forte, ma il fatto che sia difficile da trovare e lungo più di mille pagine mi frena non poco.

L’invenzione scientifica e le conseguenze sui personaggi, ovvero: come scrivere bene fantascienza

Un aspetto che colpisce particolarmente, in questo romanzo, è il modo in cui il progresso tecnologico immaginato dall’autrice influenzi direttamente la vita dei personaggi (sia a livello pratico che psicologico), e l’accuratezza con la quale Nancy Kress inventa tutte le possibili conseguenze.
Ecco quindi che, ad esempio, la stessa nascita degli Insonni ha da una parte un effetto sulla società assolutamente imprevedibile, quale può essere quello di creare divisioni all’interno dei Dormienti; dall’altra, crea delle domande negli stessi Insonni, domande a cui ogni individuo risponde singolarmente e/o in comunità (separarsi dai Dormienti, convicerci, comandarli).
Il mondo costruito da Kress si presenta straordinariamente credibile, impeccabile nelle conseguenze di ogni azioni, che appaiono al lettore perfettamente coerenti, sensate, quasi storicamente inevitabili. Una qualità che dovrebbe essere imprescindibile già in qualsiasi opera, figuriamoci in un romanzo di fantascienza.

Giudizio finale

Ovviamente il libro vola dritto nella mia TOP 20 (che non so neanche se ne contiene davvero venti). Un testo impeccabile nell’analisi filosofico-politico-sociale, quanto nella costruzione dei personaggi, sempre vivace nel ritmo degli avvenimenti e strutturalmente solidissimo. Più che consigliato, una lettura imprescindibile e mai abbastanza citata.





4 Settembre 2015

dal sito Verso Ercole


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