Diari di Cineclub

Diari di Cineclub
Rivista Cinematografica online e gratuita

giovedì 23 febbraio 2012

I NOSTRI BRAVI RAGAZZI SPARANO di Antonio Moscato




I NOSTRI BRAVI RAGAZZI SPARANO
di Antonio Moscato


Pochi giorni fa commentando la notizia di una formazione di marines che a fianco della bandiera a stella e strisce ne esibiva una della famigerata Schutzstaffel, la polizia segreta militare nazista, avevo ricordato che anche i nostri corpi speciali hanno più volte manifestato nostalgie fasciste: Marines e SS*.
Manco a farlo apposta due marinai scelti (“marò”) di una delle formazioni speciali imbevute di ricordi delle presunte glorie del periodo mussoliniano, il Reggimento San Marco, che erano stati assegnati per assurda e immorale decisione di Ignazio La Russa su navi mercantili a fare le guardie private (pagate due volte, dallo Stato e dagli armatori), avrebbero sparato a due pescatori disarmati, scambiandoli per pirati... Sono stati arrestati in India (in realtà messi agli arresti domiciliari in una confortevole villetta), e subito si è innalzato un coro che li proclamava innocenti e ne chiedeva l’immediata liberazione, anche con la forza. Sporchi selvaggi, gliela faremo pagare, era il senso della proteste della destra.

In realtà per dichiararli innocenti, i garantisti (bipartisan, come al solito) hanno strafatto. Hanno detto prima che i due non avevano sparato a nessuno, e che era stato invece probabilmente un mercantile greco (tanto, che conta più la Grecia?); poi che comunque loro avevano sparato solo in aria; poi che sono stati tratti in inganno dai perfidi indiani con un pretesto: il pretesto è risultato l’invito a tornare al porto “per identificare gli assalitori”. Ma perché dovevano andarci nel caso non ci fosse stato nessun “assalto”, e tanto più se come hanno sostenuto stavano decisamente fuori dalle acque territoriali? Poi tutti giornali hanno insinuato che l’arresto era stato deciso nel quadro di manovre preelettorali indiane…

Poi è risultato che di preelettorale c’era solo la candidatura di uno dei due, Massimiliano Latorre, alle prossime elezioni di Taranto nelle liste di Giancarlo Cito (AT6 - Lega d’azione meridionale).
Cito, vecchio picchiatore fascista che ho visto personalmente in azione durante un assalto a un comizio in sostegno alla campagna del Manifesto per Valpreda nel 1972, era stato qualche anno dopo espulso perfino dal MSI, ed era riuscito con l’appoggio di una sua TV scandalistica, AT6, e soprattutto della malavita locale, a essere eletto sindaco. Dopo una lunga fase in cui era stato privato dei diritti politici in seguito a una condanna (definitiva) per concorso esterno in associazione mafiosa per i suoi rapporti con la Sacra Corona Unita (aveva anche scontato quattro anni di carcere) ora sta tornando in scena. Avanti, c’è posto per tutti. E naturalmente anche per il “marò” Latorre, sulla cui moralità Cito garantisce appassionatamente, rievocando la lunga collaborazione. “Era un ragazzo posato, riflessivo”… Lo avete visto quando è stato preso in consegna dalle autorità indiane? Con lo sguardo fiero e la testa alta. Massimiliano è un militare tutto d’un pezzo, non un pazzo esaltato”. Detto per inciso, appena pochi mesi fa, il “posato Cito” aveva organizzato un assalto contro un circolo del PdCI...

Su “La Stampa” si riportano con simpatia i messaggi “pieni rabbia ma anche di orgoglio”, dei suoi “fratelli” del Reggimento San Marco: “Per mare, per terra. Forza e onore ai nostri fratelli”.

Io di simpatia per questi mercenari a 500 euro al giorno (la cifra è stata indicata da Falco Accame, che è sempre documentatissimo) non ne ho proprio. Naturalmente, come nel caso di Orfeo Goracci, non mi sostituisco alla magistratura, italiana o indiana che sia, e quindi non assolvo né condanno nessuno. Possono essere anche innocenti del delitto addebitatogli, ma è una vergogna che gente di questo genere si annidi e prosperi in corpi militari dello Stato repubblicano. In ogni caso è pessima l’aria che tira: la campagna dei media in difesa di questi fulgidi eroi puzza di nostalgie colonialiste da molti punti di vista.

Il rifiuto del diritto indiano a processare i due ricorda tra l’altro molto la pretesa statunitense di sottrarre al giudizio italiano perfino i piloti che provocarono la strage del Cermis…
Evidentemente chi va con lo zoppo impara a zoppicare…


21 Febbraio 2012

* http://antoniomoscato.altervista.org/index.php?option=com_content&view=article&id=747:marines-e-ss&catid=28:allordine-del-giorno-i-commenti-a-caldo&Itemid=39

dal sito http://antoniomoscato.altervista.org/

Nessun commento:

Posta un commento

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF