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martedì 10 novembre 2015

APPUNTI PER UNA STORIA DEL TROTSKISMO di Stefano Santarelli -parte terza- IL MORENISMO




APPUNTI PER UNA STORIA DEL TROTSKISMO 
di Stefano Santarelli
 -parte terza- 


IL MORENISMO



Questa corrente trotskista prende il nome dal dirigente argentino Nahuel Moreno (pseudonimo di Hugo Bressano) che fu tra i fondatori nel 1943/44 del Grupo obrero marxista (GOM) che nel dicembre 1948 si trasforma nel Partido obrero revolucionario (POR) una piccola formazione che contava una cinquantina di militanti. Ed in quell’anno Moreno partecipa come delegato argentino al II Congresso della Quarta internazionale (1948) schierandosi subito al fianco del Revolutionary communist party (RCP) britannico contro le tesi catastrofistiche della maggioranza diretta da Pablo. E’ ancora presente come delegato al III Congresso mondiale (1951) che però riconosce come sezione ufficiale il gruppo diretto da Posadas, questa decisione ovviamente influisce sull’adesione del Por al Comitato internazionale fondato dal Swp e da Lambert e Healy.
Moreno per conto del CI costituisce il Comitato latino americano (Cla) costituito dai tre Por di Argentina, Cile e Perù e dove segue con particolare attenzione la politica del Por boliviano che, insieme al Movimiento nacionalista revolucionario  (Mnr) in una situazione rivoluzionaria era uno dei due partiti più influenti nel movimento operario e seguiva la politica pablista. Ricordiamo che il Por aveva fatto adottare dal sindacato nel 1947 le cosidette “Tesi Pulacayo” che altro non erano che una traduzione nella realtà boliviana del “Programma di transizione” di Trotsky. Queste tesi affermavano che “I paesi arretrati si muovono sotto il segno della pressione imperialista, il loro sviluppo ha un carattere combinato: riuniscono allo stesso tempo le forme economiche più primitive e l’ultima parola della tecnica e della civilizzazione capitalistica. Il proletariato nei paesi arretrati è obbligato a combinare la lotta per gli obiettivi democratico-borghesi con la lotta per rivendicazioni socialiste. Entrambe le tappe -quella democratica e quella socialista- non sono separate nella lotta da tappe storiche, ma sorgono immediatamente l’una dall’altra.” (…)
Ed i compiti della rivoluzione boliviana secondo queste tesi sono i seguenti:



1) Noi lavoratori del sottosuolo non insinuiamo che bisogna passare al di sopra della tappa democratica-borghese: lotta per garanzie democratiche elementari e per la rivoluzione agraria-antimperialista. Tantomeno neghiamo l’esistenza della piccola-borghesia, soprattutto dei contadini e degli artigiani. Segnaliamo che la rivoluzione democratica-borghese, se non la si vuole strangolare, deve convertirsi solo in una fase della rivoluzione proletaria. 

2) Coloro che ci additano come sostenitori di una rivoluzione socialista immediata in Bolivia mentono, ben sappiamo che per questo non esistono le condizioni obiettive. Noi diciamo chiaramente che la rivoluzione sarà democratica-borghese per i suoi obiettivi e solo un episodio della rivoluzione proletaria per la classe sociale che la guiderà. La rivoluzione proletaria in Bolivia non significherà escludere gli altri settori sfruttati della nazione, ma implica al contrario l’alleanza rivoluzionaria del proletariato con i contadini, gli artigiani e gli altri settori della piccola borghesia urbana. 

3) la dittatura del proletariato è l’espressione statale di questa alleanza. La parola d’ordine di rivoluzione e di dittatura del proletariato indicano chiaramente il fatto che sarà la classe lavoratrice il nucleo dirigente di questa trasformazione e di questo Stato. Al contrario, sostenere che la rivoluzione democratico-borghese, in quanto tale, sarà realizzata da settori “progressisti” della borghesia e che il futuro Stato sarà incarnato in un governo di unità e concordia nazionale,manifesta una ferma intenzione di strangolare il movimento rivoluzionario nel quadro della democrazia borghese e si vedranno obbligati – ogni giorno di più – a portare attacchi sempre più profondi al regime della proprietà privata, in questo modo la rivoluzione acquisterà un carattere permanente.” (1)

 Ma evidentemente non erano sufficienti questi tesi per fare prendere il potere al Por basandosi sulle sue milizie operaie e contadine per questo la posizione di Moreno contrariamente a quella pablista era che il Por doveva rompere la sua alleanza con il Mnr.

 Intanto il Por argentino nel 1954 decide di attuare una politica entrista verso il peronismo e quindi si scioglie per unificarsi con una formazione filoperonista, il Partido socialista de la revolución nacional (PSRN). Quando nel 1955 Peron viene deposto il Psrn, insieme ad altre formazioni della sinistra, viene messo fuori legge. Moreno e il suo gruppo continuano la loro attività politica con il giornale Palabra obrera che si definisce “organo del peronismo operaio rivoluzionario” e pubblicato “sotto la disciplina del Generale Peron e del Consiglio supremo peronista”.
Moreno verrà proprio per questo accusato dalle altre correnti trotskiste di essersi accodato al peronismo, un’accusa che certamente era più che giustificata. A maggior ragione se si tiene conto che anche il Por peruviano entra nel 1956 nella formazione nazionalista di Accion popular che non poteva essere definita socialista.

Questo entrismo verso formazioni non socialiste, ma apertamente borghesi non aveva nulla infatti a che spartire con la politica entrista voluta da Trotsky nel 1934.
Nel marzo del 1957 nasce a Lima sotto la spinta di Moreno il “Secretariado latino-americano del trotskismo ortodoxo” (SLATO) che costituirà uno dei primi mattoni per la costruzione della frazione politica che verrà diretta dal rivoluzionario argentino.

Durante l’inizio della Rivoluzione cubana la posizione di Moreno nei confronti del Movimento 26 luglio non si discosta da quella di Peron. Infatti la formazione guidata da Castro e Guevara viene apertamente condannata da Moreno che la definisce “apertamente filo imperialista, appoggiata dalle compagnie yanquis in conflitto con Batista”. Questa posizione viene poi tranquillamente rovesciata dopo la vittoria di Castro e la nazionalizzazione di tutte le proprietà straniere presenti a Cuba.


Hugo Blanco



Nel novembre del 1960 nel Congresso del Por peruviano vengono adottate “delle tesi orientate verso una prospettiva ‘inserruzionale’ basate sullo sviluppo della guerriglia tra le masse contadine.” Lo SLATO decide di inviare molti quadri per appoggiare la guerriglia peruviana ed in questa battaglia spicca la figura leggendaria di Hugo Blanco ,dirigente trotskista peruviano, che aveva anche militato nel Por argentino, il quale fu in prima linea nell’occupazione delle terre e della organizzazione sindacale in Perù. Nel dicembre del 1961 si costituisce il Frente de izquierda revolucionaria (FIR) di cui il Por è parte integrante. La rivolta contadina diretta da Hugo Blanco viene duramente repressa dalla forze militari peruviane e nel 1963 il dirigente trotskista viene catturato dall’esercito e tre anni dopo di fronte alla sua condanna a morte viene lanciata una forte campagna internazionale a cui aderirono tra gli altri Jean-Paul Sartre, Simone de Beauvoir e il vecchio biografo di Trotsky, Isaac Deutscher, oltre che intellettuali, sindacalisti e parlamentari di vari paesi.

Come risultato di questa mobilitazione internazionale il governo peruviano fu costretto a legalizzare la riforma agraria fatta in gran parte dal Por e dalle altre forze contadine. Si riuscì così ad evitare la condanna a morte di Hugo Blanco, ma non la sua condanna a 25 anni di carcere. Un’altra campagna internazionale riuscì a farlo liberare nel 1970, in tutto questo periodo di tempo i contadini peruviani elessero Hugo Blanco come il loro principale dirigente in tutti i loro congressi. Nel 1980 verrà eletto deputato per il Partido revolucionario del los trabajadores (PRT) e nel 1990 senatore.

 Nel 1964 il gruppo di Moreno entra nel Segretariato unificato facilitato anche dal fatto che il gruppo di Posadas aveva abbandonato la Quarta internazionale. Moreno abbandona l’entrismo nel movimento peronista e si unifica con il Frente revolucionario indoamericanista popular tra cui leader vi è Roberto Santucho costituendo così il Partido revolucionario del los trabajadores (Prt).

Abbiamo visto nel capitolo dedicato al Segretariato unificato la scissione del PRT e la battaglia svolta da Moreno nel IX congresso a cui Moreno dedica la sua opera migliore: “Il documento scandaloso” in cui attacca duramente la politica guerriglierista adottata dalla maggioranza (TMI) diretta da Mandel e Maitan. Una linea questa che si rivelò totalmente fallimentare, inoltre le stesse formazioni corteggiate dalla TMI in seguito ruppero radicalmente con il trotskismo, avvicinandosi ad altre correnti, quali il castrismo. Nel Documento scandaloso Moreno insiste invece sulla necessità della costruzione del partito leninista, sulla necessità di avere come punto di riferimento le grandi masse e nel dotarsi di un programma, una politica, una tattica e delle consegne per mobilitarle verso la rivoluzione socialista.




Il 1972 vede l'unificazione tra il Prt-La Verdad di Moreno con la frazione del Partito socialista argentino diretta da Juan Carlos Coral costituendo il Partido socialista de los trabajadores (PST) che otterrà nelle elezioni presidenziali del settembre 1973 l’1.52% dei voti. Il colpo di stato del 24 marzo del 1976 attuato dalle forze armate dirette dal Generale Videla provocò una durissima repressione. Molti militanti del Pst vennero uccisi dalla famigerata Tripla A e più di cento suoi aderenti furono tra i “desaparecidos”.
Il colpo di stato del Generale Videla obbliga all’esilio i quadri e i dirigenti del Pst tra cui lo stesso Moreno. Il centro della corrente morenista (la Tendenza poi Frazione bolscevica) si sposta in Colombia a Bogotà.

La Tendenza bolscevica nata nel febbraio del 1976 è costituita fondamentalmente da partiti latino americani ad eccezione della spagnola Liga comunista, del portoghese Partido revolucionário dos trabajadores e dell’italiana Lega socialista rivoluzionaria e racchiude la maggioranza della Frazione Leninista-Trotskista coi i suoi 4.000 militanti e lo stesso Pst argentino prima del colpo di stato dichiara più militanti del Swp statunitense.
 La Frazione Bolscevica crea proprie organizzazioni indipendenti all’interno del Segretariato Unificato con una crescita veramente impressionante e nel 1979 dichiara quasi 8.000 militanti di cui 5.000 in Argentina. La FB costitisce nei fatti una Internazionale totalmente autonoma e durante la rivoluzione portoghese i due partiti legati rispettivamente al SU e alla frazione di Moreno si muovono indipendentemente: la scissione è già nell’aria.



La rottura con il Segretariato Unificato e il fallimento del Comitato Paritario


Alla vigilia dell'XI congresso mondiale del S.U. della Quarta internazionale, che si terrà poi nel novembre del 1979, il primo scontro avviene sul terreno teorico. Di fronte al documento della maggioranza redatto da Ernest Mandel "Democrazia socialista e dittatura del proletariato" (1977) che iniziava a porre una seria revisione programmatica, in fondo necessaria e doverosa, si scatena la dura opposizione di Moreno.
In questo testo si poneva una riflessione seria sullo sviluppo della Rivoluzione russa e delle sue conseguenze a partire dalla teoria del partito unico del proletariato:

"(...) l'idea di una classe operaia omogenea esclusivamente rappresentata da un unico partito è in contrasto con tutta l'esperienza storica e con l'intera analisi marxista, materialista, della crescita e dello sviluppo concreti del proletariato contemporaneo, sia sotto il capitalismo che dopo il rovesciamento del capitalismo.(...) non si può negare che vari partiti, con diversi orientamenti e metodi diversi d'approccio alla lotta di classe tra capitale e lavoro e ai rapporti tra gli scopi immediati e quelli storici del movimento operaio e rappresentino effettivamente settori di classe operaia (non fosse altro che per interessi puramente settoriali, pressioni ideologiche di classe avverse, ecc.) (...)
In condizioni di più o meno generalizzata socializzazione dei mezzi di produzione e del sovraprodotto sociale, qualunque monopolio a lungo termine dell'esercizio del potere politico in mano a una minoranza -quand'anche si tratti di un partito rivoluzionario ispirato fin dall'inizio da motivazioni rivoluzionarie- corre il rischio di stimolare oggettive tendenze alla burocratizzazione. In tali condizioni socioeconomiche, chiunque controlli l'amministrazione dello Stato controlla perciò stesso il sovraprodotto sociale e la sua distribuzione.
Poiché ancora agli inizi ci saranno delle disuguaglianze economiche, sopratutto in Stati operai economicamente arretrati, questo può diventare una fonte di corruzione e di sviluppo di privilegi materiali e un'occasione di differenziazione sociale. C'è dunque un oggettivo bisogno di un controllo effettivo sul processo con cui si prendono le decisioni, e ciò da parte del proletariato in quanto classe, con possibilità illimitata di denunciare la trascuratezza, lo spreco, l'appropriazione illegale e l'utilizzazione abusiva di risorse economiche a tutti i livelli, compresi quelli più alti. Ma un simile controllo democratico di massa è impossibile senza che esistono tendenze, gruppi e partiti di opposizione che godano di una libertà d'azione, di propaganda e di agitazione completa e di un accesso pieno e integrale ai mass media." (2)

La risposta di Moreno a questo testo viene scritto in un libro "La dittatura rivoluzionaria del proletariato" dove non solo si difende l'eccidio di Kronštadt da parte dei bolscevichi, ma la concezione vetero-leninista viene aggravata da alcune "perle" estremamente significative offrendo una visione orripilante dei processi rivoluzionari:
1) "Le prime dittature del proletariato, dirette o infleuenzate dai trotskisti saranno le più atroci e tremende che si siano viste in tutto il secolo" (p.42)
2) "La dittatura rivoluzionaria del proletariato sarà sinonimo non di organizzazioni sovietiche, ma di dittature rivoluzionarie di partiti trotskisti o troskizzanti (p.95) (3)

Certamente questo testo non è sicuramente all'altezza del celebre Documento scandaloso, ma le scissioni non possono avvenire su testi teorici sia pure importanti, e sarà la Rivoluzione sandinista ad offrire a Moreno il pretesto per la rottura definitiva con il SU.

“Alla fine del 1979, nel momento in cui trionfa la rivoluzione nicaraguense, la Frazione bolscevica diretta da Nahuel Moreno organizza una brigata internazionale in appoggio al Fronte sandinista: la brigata Simon Bolivar. La Brigata, che in verità non aveva partecipato alla lotta in Nicaragua negli anni precedenti, essendo entrata a Managua quando il potere è già in mano ai sandinisti, non viene riconosciuta dal nuovo governo (che non ha, comunque, alcuna intenzione di dividere il potere con chicchessia, figuriamoci con un gruppo di trotskisti!) E i morenisti non trovano di meglio che organizzare uno sciopero proprio contro il nuovo governo, contro gli stessi sandinisti. Uno strano modo di aiutare la Rivoluzione nicaraguense e che non si giustifica di certo con la constatazione indiscutibile del carattere opportunista del Fsln! I militanti della Brigata Simon Bolivar vengono immediatamente espulsi dal paese e ciò offre a Moreno il pretesto per rompere col Segretariato unificato che aveva invece sostenuto la posizione sandinista. Per tale ragione la Frazione bolscevica non partecipa all’XI Congresso mondiale della Quarta e trova un alleato nel CORQI (Comitato organizzativo per la ricostruzione della Quarta internazionale) diretto da Pierre Lambert e che ha nell’Oci (Organisation comuniste internazionaliste) francese il suo principale Partito. Queste due correnti trotskiste costituiranno il Comitato paritario per la riorganizzazione (ricostruzione) della Quarta internazionale, autodenominatosi poi, nel 1981, Quarta internazionale - Comitato internazionale. (2)

Ma questa unificazione tra queste due correnti storiche del trotskismo internazionale, con una forza più o meno identica che aveva l’ambizione di costruire una organizzazione che potesse superare sia per numero di militanti che per espansione geografica il SU fallisce ben presto. Nonostante l’unificazione infatti le due correnti non si sono nei fatti mai sciolte ed oltretutto le forze del Comitato paritario sono concentrate fondamentalmente in Argentina ed in Francia.

 Il “casus belli” della nuova rottura di Moreno è rappresentato dalla posizione assunta dal Parti communiste internationaliste (il nuovo nome dell’Oci) durante le elezioni presidenziali francesi del 1981. La formazione diretta da Lambert che occupa posti di direzione all’interno del sindacato socialista Force ouvrière e che ha un rapporto stretto con il Partito socialista dopo aver sostenuto la candidatura di Mitterand assume un atteggiamento benevolo nei confronti del nuovo governo socialista. Questo è sufficiente per Moreno per proclamare la scissione, ma forse il termine migliore sarebbe il fallimento, del Comitato paritario. Il 5 gennaio del 1982 a Bogotà si tiene la Conferenza della corrente morenista che vede però anche alcune figure di primo piano provenienti dal Corqi come il venezuelano Alberto Franceschi e il peruviano Ricardo Napuri. Ma questa conferenza che darà vita alla Lega internazionale dei lavoratori – Quarta internazionale è a totale prevalenza latino-americana tanto è vero che la sigla con cui è nota ancora oggi questa organizzazione è l’acronimo spagnolo LIT (Liga internacional de los trabajadores).

 Intanto nel 1985 la profonda crisi del Workers revolutionary party (WRP) inglese diretto da Gerry Healy, un partito che era stato negli anni 50/60 la maggiore forza trotskista britannica permette alla LIT di reclutare un piccolo gruppo trotskista,l’International socialist league (Isl) diretto da un veterano come Bill Hunter, che insieme al Partito di alternativa comunista (Pdac) nato nel 2006 dalla diaspora avvenuta dentro Rifondazione comunista costituiscono attualmente le “maggiori” forze europee della LIT.



Nahuel Moreno (Hugo Bressano)
(1924-1987)



La crisi del Morenismo


Il fallimento nel 1982 dell’occupazione delle Falklands e la rapida sconfitta delle forze armate argentine determina il crollo della giunta militare. Questo permette il ritorno all’attività legale del gruppo morenista che da vita al Movimiento al Socialismo (MAS) che in breve tempo diventa il maggior partito della sinistra presente con forza in più di 150 fabbriche e divenendo nelle elezioni presidenziali del 1989 la quinta forza elettorale.
 La morte di Nahuel Moreno avvenuta nel 1987 nel momento di massima espansione della sua corrente (6.000 militanti del Mas e più di 8.000 nella LIT) provoca l’implosione del Mas argentino che a sua volta provoca la distruzione della LIT come era stata creata da questo vecchio dirigente trotskista.

Il Mas subisce una prima scissione che provoca la perdita dell’intero gruppo dirigente dell’organizzazione giovanile che fa nascere il Partido de los trabajadores socialistas (PTS) che crea un suo piccolo centro internazionale (la Fracción trotskista-Cuarta internacional FT-CI), da notare che nelle ultime elezioni politiche (ottobre 2013) il Pts ha costituito una lista unitaria con Izquierda socialista e il Partido obrero lista che ha ottenuto tre deputati di cui uno proprio di questo partito morenista.

Un’altra scissione del Mas (1992) costituisce il Movimiento socialista de los trabajadores (MST) che insieme ad un gruppo diretto da Michel Varga che aveva rotto con il lambertismo nel 1972 da vita ad un secondo centro internazionale morenista: l’Union internacional de los trabajadores - Cuarta internacional (UIT-CI).

 Nel 2006 il Mst subisce una scissione che da origine a Izquierda socialista che oggi è la sezione argentina della (UIT-CI).

Altre scissioni dal Mas hanno creato altre minuscole formazioni politiche: Convergencia socialistaFrente obrero socialista, la Liga socialista revolucionaria e l’ Unión socialista de los trabajadores.

Nel 1994 si deve registrare la nascita di un quarto centro internazionale morenista: il Centro Internacional del Trotskismo Ortodoxo trasformatosi poi nel 2005 nella Liga Socialista Internacional.

Ora se il lettore si trova con un mal di testa nel seguire tutte queste scissioni e cambi di sigle la colpa non è certamente del povero Ferrari o del sottoscritto, ma degli epigoni di Moreno che non sono stati all’altezza dell’eredità del loro maestro il quale comunque aveva costruito un partito trotskista ed un raggruppamento internazionale in grado di mobilitare migliaia di militanti attivi nel movimento operaio e studentesco.

Per quanto riguarda la LIT che di tutti i "centrini" internazionali morenisti rappresenta forse la realtà più significativa essa si è riorganizzata basandosi sul Partido socialista dos trabalhadores unificado (Pstu) brasiliano che è “l’unica organizzazione dotata di una qualche solidità organizzativa, di una presenza minoritaria ma significativa nel movimento sindacale”.

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Note

(1) Documentos POR, n° 77, “Tesis de Pulacayo”, pag 2-3 - (1947)
     anche in D. Renzi -La lunga marcia del trotskismo - Prospettiva Ediz. (1992)

(2) Democrazia socialista e dittatura del proletariato - Documenti internazionali - G.C.R. - Ott. 1977

(3) N. Moreno - La dittatura rivoluzionaria del proletariato -Sel-ci SNC - 1979

(4) S.Santarelli - Dietro la non – politica … - Massari Ed. (2009)

                                                                 
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       APPUNTI PER UNA STORIA DEL TROTSKISMO







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