Diari di Cineclub

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Rivista Cinematografica online e gratuita

martedì 12 aprile 2011


          Riflessioni su un nuovo progetto Anticapitalista
                                di Alfredo Mazzucchelli




Caro Stefano,*

quanto segue è l'essenziale che ritengo utile anche per l'avvio di un confronto, se lo ritenete utile potete pubblicarlo sul costruendo Blog.
Uno sguardo al decorso delle nostre società degli ultimi due secoli ci mostra oggi un'ala radicale ed anticapitalista prostrata, confusa e divisa, mentre l'avversario storico ha globalizzato il suo dominio sull'umanità, aggiornando i suoi metodi di intervento e di controllo sulle masse, imparando a trarre profitto dalle sue criticità sopratutto coinvolgendovi settori sempre più ampi.
Grazie al riformismo, al consumismo ed al collaborazionismo parlamentarista che ne ha aumentate le gambe che sorreggono la sua mefitica tavola.
A dispetto delle numerose ed abbondanti analisi prodotte al fine di individuarne i punti deboli, questo sistema di volta in volta ci ha sottoposti a sistemi sempre più aggiornati di sfruttamento, ci ha fatto passare attraverso guerre, genocidi, distruzioni di risorse umane ed ambientali, riuscendo a collocarsi sempre un passo più avanti, fuori della nostra portata. Quando poi, per circostanze del tutto casuali e non determinate dalle nostre volontà e dalle nostre previsioni siamo riusciti a spezzare questo anello che ci stringe la gola, siamo stati tanto tanto superbi e sprezzanti della storia dal voler continuare a gestire la società persistendo con sistemi sovrastrutturali che alla fine ci hanno ricondotto al punto di partenza, ci hanno ricondotto nell'alveo capitalista, alla sconfitta.
Evidentemente quella parte di noi che si è impadronita del potere e che ha sbandato, che ha tradito i sogni e le speranze di miliardi di esseri umani, non può continuare a dire che gli uomini hanno sbagliato ma che la teoria era ed è giusta! Evidentemente sono stati gli uomini che sono stati tratti in inganno da teorizzazioni errate, quindi le cause dei fallimenti vanno ricercate nella testa e non nelle braccia., nelle cause e non negli effetti. E non basta, perchè errato, attribuire ad una teoria la qualifica di scientifico per farla apparire convincente, solo la sperimentazione può attribuirle valore e valenza scientifica e quello che si chiede è anche la libertà di partecipazione. Chi ha ingannato il proletariato togliendogli queste facoltà, privandolo di un suo diritto naturale, non può più costituire punto di riferimento valido, la sua stagione verrà ricordata in quanto sincero rivoluzionario, ma anche in quanto tragico giacobino.
Io sono un volontarista, credo nella necessità di formare tante coscienze quanto ne bastino per dare una spallata finale a questo sistema, altri artifizi o superstizioni non mi appartengono, ma non escludo che possano intervenire, in corso d'opera, fatti e circostanze che possano anticipare l'evento sperato, in questo caso il compito di una avanguardia responsabile dovrà essere quello di vigilare affinchè il processo di autogestione venga salvaguardato e gli sia consentita la massima libertà di sperimentazione( Tutto il potere ai Soviet). Questo è il massimo che da anarchico posso concedere ad un periodo transitorio. Il bolscevico Myasnikov dagli urali ebbe modo di richiamare Lenin e Trotzky sulla necessità di consentire " dai monarchici agli anarchici inclusi" ampia libertà di stampa e sperimentazione, c'era anche Pietrogrado e Kronstadt, oltre alla Ukraina di Machno.
Machno contribuì in maniera più che determinante alla sconfitta delle armate bianche di Denikin ed in cambio ebbe dal comandante della armata rossa, Trotzky, tradimento, repressione, sterminio ed esilio dei suoi militanti. Anni dopo, nelle sue memorie, Alessandra Kollontai ebbe modo di confermare che Lenin aveva promesso a Machno ampia autonomia alla Ukraina in cambio del suo appoggio alla lotta contro i Bianchi. L'appoggio determinante ci fu, ma ne seguì il più vigliacco dei tradimenti, il delirio poi si completò con l'avvento al potere, non casuale, di Stalin, l'"acciaio" del regime.
La libertà è il fine delle nostre azioni e del nostro progetto e la liberazione deve rappresentare il mezzo dell'approssimazione a questo fine.
Lo scoriame di cui sopra va quindi eliminato da un possibile progetto di ricostruzione di una casa che pretende di presentarsi come alternativa per un futuro possibile, altrimenti non vedo futuro.

9 aprile 2011
dal sito  http://bentornatabandierarossa.blogspot.com/

* Zecchinelli

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