venerdì 21 dicembre 2012
CRIMINALI IN VACANZA di Antonio Moscato
CRIMINALI IN VACANZA E POVERACCI IN GALERA
di Antonio Moscato
Il presidente Napolitano si commuove mentre ricorda i militari mandati a morire in terre lontane, di cui spesso non conoscevano neppure l’esistenza, ma soprattutto salutando il prossimo ritorno in patria dei due “eroici marò”, di cui tutti i telegiornali di regime, compresa RAI3 e RAI News, dicono che “avrebbero” ucciso due pescatori indiani.
Quanta delicatezza in quest’uso del condizionale, per non offendere i due militari di cui invece, al di là dei cavilli giuridici sulla distanza dalle coste degli sventurati pescatori, nessuno può negare il crimine. E di questo, si conosce anche la logica: Massimiliano Latorre, il “capo”, faceva parte del gruppuscolo ultrafascista di Giancarlo Cito, espulso a suo tempo dal MSI per eccessi di razzismo e troppo espliciti legami con la malavita locale, che lo aveva voluto sindaco di Taranto. Giancarlo Cito è stato interdetto per sempre dai pubblici uffici, ma ha affidato il suo gruppo al figlio, e si limita a controllare la sua TV scandalistica, At6, da cui fanatizza i seguaci. Se non fosse stato arrestato dalle autorità indiane, Massimiliano Latorre sarebbe stato candidato alle elezioni nella lista di Cito, che ammirava perché aveva cacciato con la violenza tutti i venditori ambulanti da Taranto utilizzando illegalmente squadracce di vigili e di netturbini. Avere a disposizione delle armi, e la certezza dell’impunità, li ha spinti a provarle su quei “musi neri” senza perdere tempo a verificare chi erano e perché si trovavano sulla loro rotta.
Altro che eroi. E per loro sono già stati spesi milioni di euro, giacché a parte la cauzione, sono stati assunti i migliori avvocati del Kerala e dell’India, sono stati inviati avvocati italiani di fiducia, molti ministri e sottosegretari sono andati più volte in India a spese nostre a perorare la loro causa, e a sostenere la tesi che se non fosse l’Italia a giudicarli, nessuno accetterebbe più di andare all’estero sotto le nostre gloriose bandiere.
Diamine, come si fa a compiere la nostra “missione” se non si ha la certezza dell’impunità?
Molti si chiedono se i due fucilieri torneranno in India. Non lo so, ma penso di si. Il governo indiano li avrebbe rilasciati da un pezzo se non ci fosse stata una tenace mobilitazione dei poveri pescatori della costa del Kerala, e probabilmente il ritorno dopo la vacanza natalizia dovrebbe facilitare una rapida conclusione concordata con una monetizzazione del danno (magari un po’ di più dell’elemosina concessa dall’Italia alle famiglie delle due vittime). Ma poi, perché non dovrebbero tornare lì? In quel paese, se si gode di alte protezioni (in questo caso quella del nostro governo, legato all’India da molti affari, anche sul terreno militare) non si sta come si sta nelle carceri italiane: i due eroici sparatori avevano a disposizione una villetta, ed erano già di fatto in una specie di vacanza esotica. Il loro ritorno è un altro regalo non solo ai Di Paola e agli alti gradi militari che ci tengono all’impunità per i loro subalterni, ma all’intera destra che ha fatto campagna per chiedere un energico intervento del governo, rivendicando perfino un blitz di teste di cuoio per liberarli. Invece sono stati riportati a casa a spese nostre. Ecco altro materiale per un Audit sul debito accumulato anche con le assurde imprese militari dell’Italia e alla conseguente militarizzazione anche della nostra presenza commerciale, divenuta sempre più insicura in un mondo lacerato ed esasperato dall’ingiustizia. In cui ci siamo specializzati a fornire tiratori scelti.
Intanto nelle carceri italiane, piene di poveracci, finiti lì per reati minori o solo perché hanno la pelle scura e sono stati definiti “clandestini” dopo che hanno perso col lavoro il permesso di soggiorno, si muore ogni giorno. Perché se ne occupa il solo Pannella, che tra l’altro difende una causa giustissima, come ha fatto altre volte, ma sempre facendo un po’ di spettacolo per ritagliare ancora un po’ di spazio alla sua lista?
E il “quarto polo”, momentaneamente finito in mano ai giudici (sui media si parla solo di loro), che fa? Si preoccupa soltanto della “legalità”, di una “politica antimafia nuova”, e della tutela degli imprenditori “soffocati dalla finanza, dalla burocrazia e delle tasse”? Perché, se si presenta così, la sinistra dovrebbe votarlo? Sono già in tanti a dire queste cose…
PS. Dimenticavo: mentre tanti poveracci innocenti rimangono in galera, c'è chi sollecita Napolitano a concedere la grazia a un calunniatore di mestiere, che trascorre la sua terribile detenzione in un palazzo di quattro piani con piscina interna.
21 dicembre 2012
dal sito http://antoniomoscato.altervista.org/
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