Diari di Cineclub

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Rivista Cinematografica online e gratuita

mercoledì 23 marzo 2011


               LE SFIDE DEL PRESENTE PER IL FUTURO
                                di Alfredo Mazzucchelli




I dibattiti delle ultime settimane su Facebook a proposito di un più esteso e consapevole movimento rivoluzionario, poco hanno riguardato l'organizzazione politica, che dovrebbe prefigurare anch'essa il fine, ma trarre profitto ANCHE dai problemi incontrati nelle esperienze rivoluzionarie trascorse.
La Rivoluzione del Febbraio '17 e la successiva presa del potere da parte del partito bolscevico, dopo il 14 Luglio dell''89, hanno rappresentato senza dubbio gli eventi più straordinari e densi di aspettative di tutto il '900.

Adesso, senza entrare nel merito del pensiero di Marx e successive e varie sue interpretazioni circa la teoria del materialismo storico e dialettico da lui espressa, come tenendo in sospesa la polemica intessuta con gli anarchici, quello che mi interessa è una analisi di alcuni fatti accaduti dall'Ottobre del '17 in avanti, trascurando l'era staliniana per ovvi e scontati motivi.

Lenin con Stato e Rivoluzione detta la tattica e la strategia della rivoluzione. Assalto al palazzo d'inverno, presa del potere mediante il colpo di Stato, amministrazione della società socialista avvalendosi della dittatura del proletariato col fine del comunismo e della estinzione dello Stato. Lenin è molto chiaro e non gli si può certo rimproverare riserva mentale alcuna, tuttavia lo slogan dirompente, coinvolgente, esaltante e dominante di quei mesi reciterà che tutto il potere resterà nelle mani dei Soviet, ma, dopo la presa del potere da parte del partito questa promessa non verrà mantenuta.

Adesso le dotte argomentazioni circa le analisi teoriche saranno anche interessanti ed indice di un impegno rivoluzionario sincero, ma il fatto citato va contro il fine dichiarato, tanto è vero che adottando questo percorso, tutte e quante le rivoluzioni accadute in seguito e sotto la guida della dittatura del proletariato, sono recedute senza eccezioni verso il capitalismo, al punto tale che qualcuno ha anche pensato (e scritto ) che la teoria marxista non fosse altro che una ulteriore stampella offerta al capitalismo e questo a seguito della sua fede riposta nella fine dello stesso a conclusione della sua missione storica.

Il periodo di transizione, necessariamente non significa dittatura del proletariato, ma dovrebbe significare vigilanza da parte dei Soviet, affinché il potere resti effettivamente nelle loro mani ( e non del partito ) finalizzata questa vigilanza alla scomparsa delle classi ed alla estinzione dello Stato, conclusione prevista anche dallo stesso Marx. L'empirismo non significa altro che accettare i risultati della sperimentazione e di ricercarla, per dare infine dignità scientifica alle scelte future. Solo con questo metodo una teoria si trasforma in legge, in verità, comunque sempre relativa al sopraggiungere di nuove contingenze e quindi sempre emendabile.

Le scienze e la natura operano e si manifesta al di fuori dell'etica, non ne tengono conto e non la conoscono. Le scienze danno un decisivo contributo alla difesa dell'uomo contro i cataclismi naturali, le carestie ed al progresso in generale ma la qualità dell'etica prodotta dipende dal tipo d'uso che di quelle scoperte ne viene fatto.

In natura la lotta brutale per la sopravvivenza genera il cosiddetto equilibrio naturale ed ecosistema funzionale alla sua stessa conservazione, conclusione questa che rapportata alla filosofia umana sembra avvalorare ed essere più aderente alla dialettica di Proudhon. Tuttavia queste filosofie dialettiche nulla hanno a che vedere con l’Anarchia ed il Comunismo che, in quanto aspirazioni umane, dipendono solo dalla volontà umana per la loro realizzazione.

A questo punto le nostre energie dovrebbero essere impiegate per l’individuazione dei mezzi più adatti a disfarci di questo sistema, per esempio esplorando con maggior attenzione e partecipazione ad una politica comunalista, unitamente al tema di strettissima e tragica attualità della difesa dell’ecologia naturale attraverso l’applicazione dell’ecologia sociale ( non espansione dei consumi ma espansione delle scelte, (Boockin) ).
Le classi odierne sono ancora due : quella dei dominatori e quella dei dominati, quella dei servi e quella dei padroni.
La minaccia più immediata oggi è costituita dalla progressiva distruzione dell’ambiente naturale che minaccia l’estinzione della specie. Una volta estinta la specie umana il problema della giustizia e della libertà resterà appannaggio di insetti e stercorari.
La favola di cappuccetto rosso, anche se ripetuta più volte, non uccide il lupo.
Scrive Bordiga : “Solo noi mettiamo a base del sentimento socialista le condizioni economiche, invece di pretendere che il socialismo discenda ad occuparsi del problema economico per effetto dell' "istinto mutuato di giustizia" ecc.
Ciò significa che migliorando le condizioni economiche del proletario in un sistema capitalista, la partita per il socialista Bordiga è già belle che perduta, difatti il riformismo è l’arma più efficace per la continuità del capitalismo.

23 marzo 2011

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