lunedì 26 settembre 2011
CI SONO O CI FANNO? di Dino Erba
CI SONO O CI FANNO?
MILANO, 24 SETTEMBRE 2011.
2a GIORNATA DELLA COLLERA (SI FA PER DIRE...)
TRISTI NOTE A MARGINE DI UNA MANIFESTAZIONE INUTILE E, SOPRATTUTTO, FUORVIANTE
di Dino Erba
Sabato 24 settembre, la CUB (di tiboniana osservanza) ha organizzato una manifestazione a Milano contro la manovra finanziaria d’agosto. L’iniziativa ha coinvolto il Comitato immigrati. Plagiando quanto avviene in Libia e in altri Paesi arabi, la manifestazione è stata definita GIORNATA DELLA COLLERA...
Sappiamo benissimo che la manovra governativa è una vera e propria rapina ai danni dei proletari. Ma sappiamo anche che questa rapina nasce dalla crisi sistemica del modo di produzione capitalistico.
Ed è contro di esso che dobbiamo indirizzare la nostra lotta.
Le cronache finanziarie di questa calda estate vedono un continuo crollo delle borse: da Tokio a Wall Strett, passando per Hong Kong e Milano. E non è finita.
È evidente che questa crisi non può essere risolta con gli espedienti di Tremonti e di Bersani & Co. Ma neppure con espedienti demagogici e populisti, come quelli avanzati da Tiboni e dai suoi seguaci della CUB.
Costoro, di fronte alla mazzata che ci sta cadendo tra capo e collo, ci propongono «un percorso di lotta per realizzare un vero Sciopero Generale da costruire con un ampio fronte sociale per il rovesciamento del
modello di sviluppo fondato su finanza, competitività e produttività, a favore di un sistema fondato sui beni
comuni, la ridistribuzione del reddito, il diritto al lavoro e ecosostenibile». E rivendicare:
1. Introduzione di una patrimoniale sui grandi patrimoni.
2. Contrasto all’evasione fiscale; alla corruzione, al lavoro in nero, agli infortuni sul lavoro, truffe alla U.E. per le zone depresse, ecc. ( il tutto vale circa 400 miliardi annui, 8 volte la manovra).
3. Taglio delle spese per la guerra revocando l’acquisto dei caccia bombardieri F 35 che hanno un costo di 16 miliardi e eliminare le spese militari in genere.
4. Potenziare la sanità pubblica, eliminare i ticket spostando le risorse oggi utilizzate per il business della sanità privata.
5. Tagliare la spesa pubblica le inutili grandi opere, le consulenze, gli stipendi d'oro, i costi eccessivi della politica e delle clientele.
6. Parità di diritti tra lavoratori italiani e migranti; diritto all’asilo ai rifugiati in fuga dalle guerre, dalla fame e dalle dittature; cittadinanza per i nati in Italia permesso di soggiorno per chi perde o ha un lavoro o denuncia il lavoro in nero.
7. Accordi bilaterali con tutti gli stati per l’unificazione dei contributi pensionistici versati.
SIMILI CORBELLERIE, DOVREBBERO FARCI RIDERE...
Purtroppo, oggi, ci fanno piangere. Almeno a Milano. Per non parlar di Atene ...
Per prima cosa: chi e come dovrebbe gestire queste misure? Il governo? E quale governo? Visto che non c’è alcun accenno a organismi proletari. Non c’è da stupirsi. Dietro a un generico fronte di «lavoratrici e lavoratori», il concetto di AUTONOMIA POLITICA PROLETARIA è del tutto assente. Il che lascia presumere «fronti» politici dai contorni assai labili, aperti a ogni compromesso.
Così facendo, gli esponenti della CUB, in una città come Milano, attraversata da profondi contrasti sociali (non solo per la crisi sistemica), portano vaselina per favorire le inculate ai danni dei proletari. Soprattutto di quelli immigrati.
Veniamo al dunque.
Sabato 24 settembre, la CUB ha organizzato una manifestazione, contro la rapina ai danni dei proletari eha cercato una sponda da parte degli immigrati (extra comunitari), che hanno molte altre gatte da pelare.
Alcuni immigrati, il 10 settembre, avevano rilanciato la spinosa questione del permesso di soggiorno (contro la sanatoria truffa), e per dar fiato alla loro protesta, erano saliti sulla «torre» di piazzale Selinunte (zona San Siro). L’iniziativa ha trovato sponsor interessati.
Procediamo con ordine.
IN CHE GIORNO E A CHE ORA LA CUB HA ORGANIZZATO LA MANIFESTAZIONE?
SABATO POMERIGGIO (forse, la CUB non voleva turbare una giornata lavorativa...).
DOVE?
AL CENTRO DI MILANO. Nelle vie dello shopping ... e della moda. Ad alta visibilità mediatica, ma a bassa (se non nulla) sensibilità sociale.
CHI HA PARTECIPATO?
Circa 300 (dicasi TRECENTO) persone (a esser generosi). Ovvero, i soliti militanti in servizio permanente effettivo. Cui si sono aggiunti alcuni sparuti (e, ahimé, sprovveduti) gruppi di immigrati (malgrado gli appelli di cubiste e cubisti). E ci fa piacere che ci siano, perché, malgrado tutto, i rapporti di solidarietà internazionalista ci sono. E non dobbiamo bruciarli. Dobbiamo metterli su un terreno di classe, chiarendo i rapporti che ci sono tra padroni e operai, tra sfruttatori e lavoratori, tra borghesi e proletari ... in Italia, come nel resto del mondo, altrimenti, è meglio andare a scopare i mare. Si fanno sicuramente meno danni. Non dimentichiamo che fu grazie agli «amici degli amici» (coloro che tenevano i rapporti con le istituzioni: Comune, Camera del Lavoro, Curia, Prefettura ecc. ecc.) che la lotta della torre di via Imbonati (novembre-dicembre 2010) finì a tarallucci e vino (ma non fu così per i giovani immigrati, che furono spediti prima nei CIE e poi nel paese d’origine).
CI SONO O CI FANNO?
Parliamoci chiaro, di fronte allo tsunami della crisi, e soprattutto di fronte alle incombenti lotte dei proletari (come per esempio la lotta dei lavoratori immigrati delle cooperative, organizzata dal SICOBAS) le iniziative della CUB tiboniana assumono un significato retrivo e fuorviante. Tra l’altro, dal giorno prima, venerdì 23, gli operai della cooperativa Asso, presso la Ceva logistica di Cortemaggiore,sono in sciopero, con presidio permanente davanti ai cancelli della fabbrica. Ma queste lotte non turbano più di tanto CUBISTE & CUBISTI.
E allora, viene naturale domandarsi:
CI SONO O CI FANNO? Ovvero: sono sciocchi o sono furbi?
Volere o volare, le loro iniziative si rivelano come furbeschi diversivi, per gettar confusione sulla natura e sulle conseguenze della crisi economica, che ci sta travolgendo.
Invece di organizzare manifestazioni e iniziative di lotta nei quartieri popolari, come il quartiere San Siro (quello della torre di piazzale Selinunte), dove DISOCCUPAZIONE CAROVITA E CASA sono di scottante attualità, CUBISTE &; CUBISTI dirottano la protesta nel «quadrilatero della moda». Così facendo, CUBISTE & CUBISTI fanno spettacolo per gli affaristi, i faccendieri e le escort, a spasso per lo shopping. Costoro, a differenza di noi, spendono espandono, e qualche sorrisetto di sufficienza possono anche lanciarlo, ai quei quattro sciamannati che vusen, per San Babila, il sabato pomeriggio.
CHE DIRE E CHE FARE?
Ci sono compagne e compagni coinvolte/i in queste infelici iniziative, che dovrebbero ragionare su quanto sta avvenendo, e farsi parte attiva per difendere gli interessi dei proletari.
Senza farsi trascinare in un’apparente unità di lotta, che di fatto è al carro dei padroni e dei loro servi più o meno sciocchi.
Dicevamo: stiamo nelle fabbriche e nei quartieri proletari, e difendiamo il salario, la casa e la spesa. E domani, forse, avremo la voce e la forza per andare nei centri della finanza & della moda. Per scopar via sfruttatori e parassiti.
Milano, 25 settembre 2011
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