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sabato 7 luglio 2018

"BUONA" SCUOLA: L'ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO AL POSTO DELLA TESINA DI MATURITA'







"BUONA" SCUOLA: 
L'ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO AL POSTO DELLA TESINA DI MATURITA'

di Matteo Saudino



Quello che si sta svolgendo in queste settimane, sarà l’ultimo esame di stato con tanto di approfondimento personale scelto dagli studenti come inizio del colloquio. Dal prossimo anno, infatti, la cosiddetta tesina andrà in soffitta per lasciare spazio ad una relazione sul percorso di alternanza scuola lavoro (ASL), svolto durante il triennio.

Gli insegnanti detrattori della ormai vetusta e inutile tesina possono finalmente tirare un sospiro di sollievo: dal 2019 basta approfondimenti scopiazzati da internet o fatti in modo superficiale gli ultimi giorni prima dell’esame e soprattutto basta sentire i soliti argomenti triti e ritriti (il sogno, l’illusione, il doppio, la luna, la belle époque, la memoria). Probabilmente si tratta di buone argomentazioni per festeggiare il pensionamento forzato della tesina, ma ci sono, a mio avviso, alcuni aspetti, non secondari, che meritano di essere affrontati e discussi pubblicamente.

Innanzitutto, con che cosa viene sostituito l’approfondimento personale dello studente? Lo stato, per valorizzare l’alternanza scuola lavoro e anestetizzare ogni forma di disobbedienza o non collaborazione di docenti e studenti, decide di inserire l’esperienza lavorativa non solo all'interno dei crediti scolastici, ma direttamente all'interno dello svolgimento dell’esame di stato e dunque nel sistema di valutazione, condizionando, in modo significativo, una parte del voto finale. Si toglie una ricerca multidisciplinare e si inserisce una relazione di fine alternanza: si tratta di uno stratagemma per presentare una coercizione come una libertà.

In secondo luogo, se è vero che molti studenti si riducevano all’ultimo minuto per preparare e sviluppare la tesina, rifugiandosi spesso in percorsi già fatti da altri, e altrettanto vero che negli anni abbiamo potuto assistere a percorsi di approfondimento personale molto curati e originali, figli di interessi culturali di ampio respiro. Personalmente ho assistito a tesine sul rapporto tra Kierkegaard e il Dottor House, su Dostoevskij e Breaking Bad, su i Puffi, Platone e Popper o su Freud e il cinema di Hitchkock e Woody Allen. Solo per citarne alcune tra le più stimolati. Perché, con tutti i suoi limiti, la tesina rappresentava pur sempre un momento dello studente, uno spazio e un tempo in cui mettersi in gioco liberamente con i propri interessi e le proprie curiosità.
La tesina non era sinonimo di scuola libera e creativa, ma certamente per alcuni allievi è stata una fertile occasione per stimolare la creatività e la pluridisciplinarietà. Magari, in un futuro prossimo, qualche ragazzo avrebbe creato un percorso in lingua spagnola dalla guerra civile alla Casa di carta, passando per Picasso, oppure una ragazza avrebbe analizzato la lunga battaglia contro la violenza maschile sulle donne dalle fabbriche di fine Ottocento agli odierni letti di Hollywood. Per questi motivi, cancellare la tesina a favore di metariflessioni su eventuali competenze acquisite dagli studenti, attraverso la cessione obbligatoria di ore di lavoro gratuito, mi pare un evidente passo indietro, rispetto ad una scuola che provi a stimolare la curiosità e ad educare all'emancipazione individuale e collettiva. Sempre che questi ultimi, ovviamente, siano ancora gli obiettivi e i valori di fondo del sistema scolastico italiano. Se invece la scuola deve continuare a trasformarsi in un laboratorio di flessibilità, precarietà, obbedienza funzionale e consumo acritico, allora la strada intrapresa è ancora una volta quella giusta.


7 Luglio 2018


dal sito Sinistra Anticapitalista


La vignetta è del Maestro Mauro Biani


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