Diari di Cineclub

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sabato 19 febbraio 2011


                                   RIVOLUZIONARI,
               MA NOI LI CHIAMIAMO CLANDESTINI 
                                          
                                          di Marco Piracci

Ricordo che da piccolo, i telegiornali mi spiegavano che l'Italia sarebbe stata sommersa dagli immigrati. Ricordo i centinaia di articoli contro i temibili albanesi, poi contro i romeni. Per non parlare dei rom, identificati costantemente con il furto ed il reato.
In particolare dal 1989 in poi, il nemico doveva essere identificato con lo straniero, meglio se immigrato, ancora meglio se proveniente da Paesi in cui scoppiavano emergenze umanitarie. Il socialismo reale era crollato e immediatamente era stato trovato il nuovo nemico.
Era lo straniero, il diverso, il debole.
Era il perseguitato, il povero, il disperato.
Arrivano poi gli avvenimenti degli ultmi giorni. E così di colpo vengono messe a nudo le grandi bugie diffuse dai media. E così si comprende quanto fallimentare possa essere stata la politica del governo Berlusconi. Questo ha evocato per anni, strumentamentalmente, un'invasione inesistente e ha sottoscritto accordi bilaterali con governi impresentabili: dalla Tunisia all'Egitto fino alla Libia dell' "amico" Gheddafi.
Accordi che, alla luce di quanto sta avvenendo in buona parte del Maghreb, di colpo non hanno più nessun valore e contribuiscono a mettere a nudo la storia di un fallimento annunciato.
Da giorni il flusso delle imbarcazioni provenienti dal nord Africa verso le coste siciliane è ininterrotto. Un durissimo colpo per il Ministro Maroni, che ha fatto del pugno di ferro contro i migranti più vulnerabili, e di presunte leggi sulla sicurezza, la sua miglior tattica di governo.
Ma come è possibile arrestare un flusso di persone in fuga da guerre e governi che costantemente calpestano qualsiasi diritto e speranza di futuro?
Come è possibile stringere la mano al dittatore libico che solo nelle ultime ore ha provocato la morte di 24 manifestanti?
A Lampedusa, migliaia di persone sono state lasciate a terra, con il freddo e la pioggia nel molo di Favarolo. Poco importa che vi fossero a disposizione solo tre bagni chimici e che questi ovviamente si fossero subito rotti. Inoltre, la vergognosa gestione del CSPA da parte della Cooperativa Lampedusa sottolinea ancora una volta il fallimento della politica degli appalti che finisce per creare servizi totalmente inefficienti e che si ripercuote anche sul personale, costantemente precario, sottopagato e senza strumenti per svolgere le proprie mansioni.
Perchè purtroppo, in Italia, i Centri per i migranti, oltre a essere detentivi e repressivi con persone che non hanno commesso alcun reato, rappresentano pur sempre un bel giro di affari legato al sistema degli appalti.
Ma ora l'emergenza è al massimo livello.
La totale assenza di personale adeguato e di strutture sanitarie stanno evolvendo in problematiche sanitarie serie. L'isola è priva di acqua potabile e ci sono gravi problemi alla rete fognaria per tutti i 20 kmq che ne costituiscono il territorio.
Tornando alle informazioni fornite dai principali media negli ultimi giorni, emerge un'ulteriore contraddizione. Visti in patria molti di questi immigrati sono stati descritti come rivoluzionari. E' stato giustamente sottolineato il loro impegno nella lotta politica contro i regimi.
Ma, ironia della sorte, gli è bastato toccare le coste siciliane per trasformarsi in temibili clandestini...

18 febbraio 2011

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