Diari di Cineclub

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venerdì 29 giugno 2012

LA "PESTE NERA" di Yorgos Mitralias





LA "PESTE NERA" RISOLLEVA LA TESTA IN QUESTA GRECIA IN CRISI TERMINALE.
C'E' QUALCUNO CHE POSSA FERMARLA?...
di Yorgos Mitralias



I postumi elettorali del 17 giugno trovano, purtroppo, la sinistra greca non meno impreparata di fronte alla minaccia neonazista di quanto non lo fosse prima del 6 maggio. La prova? Il successo di Alba Dorata viene presentato come un’eccezione, un semplice “punto nero” in una situazione generale per il resto particolarmente brillante. È così che praticamente tutte le componenti della sinistra greca (SYRIZA inclusa) descrivono la situazione, come una sorta di assemblaggio di buoni e cattivi risultati, mostrando di ignorare come sia i punti “buoni” sia i “cattivi” (vale a dire la comparsa e lo sviluppo folgorante dei neonazisti) facciano parte della stessa situazione complessiva, siano interdipendenti ed abbiano uno stesso comun denominatore – la crisi economica della società greca – che li condiziona tutti!

La conseguenza di quest’approccio superficiale alla realtà sociale e politica greca da parte della sinistra greca è che il fenomeno neonazista è considerato un… incidente storico, qualcosa di passeggero e, in fin dei conti, a un elemento politico di secondaria importanza, rispetto ai due grandi avvenimenti del presente: la grande ascesa di SYRIZA e il tracollo del tradizionale bipartitismo greco.

I fatti, però, sono testardi e resistono ad “analisi” del genere. In primo luogo, c’è l’attività quotidiana dei neonazisti che sta facendosi sempre più temibile, sempre più aggressiva, non limitandosi più a prendere di mira i soli immigrati ma allargandosi ormai ai militanti di sinistra o anche a semplici sprovveduti che osano protestare. Invece di rinsavire visto perché ha una forte rappresentanza parlamentare (come erroneamente prevedevano vari dirigenti di sinistra), Alba Dorata sta ora passando all’attacco, mostrando i muscoli, moltiplicando le provocazioni e i raid in tutto il paese, e rivendicando pubblicamente il suo “diritto” di colpire chi vuole e quando vuole.

Ci sono, poi, soprattutto le statistiche, ancor più sconvolgenti delle azioni dei neonazisti. Stando agli studi approfonditi delle ultime elezioni greche, Alba Dorata è tutto tranne un “fenomeno passeggero” e “costituirà un polo forte, oltre che un avversario piuttosto temibile per la Sinistra, nei prossimi anni”.[1] Senza la minima esitazione, sosteniamo categoricamente e fin d’ora che i neonazisti greci non solo si collocheranno a lungo al centro del paesaggio politico greco, ma rappresentano ormai, insieme a SYRIZA, la seconda forza organizzata e in piena espansione laddove si giocherà la sorte del paese: nei grandi centri urbani e fra la popolazione più attiva e dinamica…

Come fa notare l’autore del saggio citato e grande specialista dei partiti politici e dei comportamenti dell’opinione politica greca:
Alba Dorata è una formazione coerente, i cui esiti elettorali presentano un accentuato impianto di classe, con una palese omogeneità ideologica”.
Di conseguenza, Alba Dorata è completamente diversa dal suo preecursore, vale a dire il partito d’estrema destra LAOS, che era non solo “sistemico” rispetto alle sue scelte politiche ma soprattutto interclassista nella composizione della sua clientela elettorale, con forte influenza fra l’alta e media borghesia. Secondo Vernardakis:
Alba Dorata presenta un’influenza popolare più ‘netta’, che si è anche manifestata nelle elezioni di giugno con un’agenda ideologica più esplicita che non a maggio. La geografia di Alba Dorata dimostra che si tratta di una formazione che non sarà congiunturale nel sistema partitico”.

Sono affermazioni corroborate dal fatto che il partito neonazista, il cui risultato elettorale di quasi il 7% dei voti non è mutato sensibilmente tra le due tornate di maggio e giugno, raggiunge successi particolarmente eloquenti soprattutto nei quartieri popolari, fra le classi d’età 25-44 anni e fra gli operai comuni e i lavoratori flessibili (24,5%), come pure tra i disoccupati (12,2%). Ma non è tutto. L’analisi dei risultati elettorali di Alba Dorata fa emergere una realtà rivelatrice delle intenzioni della borghesia greca, quando assegna al partito neonazista il 20,3% dei voti dei “padroni e degli imprenditori”! Più di 1 su 5 padroni e imprenditori greci vota già (!) per gli emuli di Hitler, quelli che fanno apertamente l’apologia di Auschwitz e sgozzano nella Metro di Atene immigrati indifesi!

Siamo di fronte a una realtà spaventosa e… assai promettente per il seguito del dramma greco. Un simile sostegno padronale ai neonazisti greci significa, infatti che:
a) nelle loro casse stanno già affluendo fiumi di denaro;
b) una parte apprezzabile della borghesia greca (+20%) sta ormai giocando la carta del fascismo e delle sue bande armate per contrastare il movimento popolare e la sua forza ascendente, che è SYRIZA!
Insomma, tutto questo vuol dire che siamo già ben lungi dalle ingenue certezze di cui dà prova la sinistra greca, che insiste nel sottovalutare il pericolo fascista quando si limita a esorcizzarlo con affermazioni del tipo: “il fascismo è una cosa totalmente estranea ai greci”, o “adesso che sono (i neonazisti) in parlamento e i mezzi di comunicazione di massa parlano di loro, rivelano la loro vera natura e la gente capirà e si allontanerà da loro”…

Purtroppo, non è così. Tutto sta infatti a indicare come Alba Dorata sia ben radicata nella società greca e come, soprattutto, l’adesione alle sue pratiche e ai suoi obiettivi non sia assolutamente occasionale, epidermica o passeggera. Ad esempio, la rimonta di Alba Dorata dopo il passaggio a vuoto l’indomani del 6 maggio, si deve non al presunto “rinsavimento” delle sue pratiche, ma piuttosto alla sua scelta ben consapevole di far passare i suoi interventi a un livello di violenza qualitativamente superiore (sgozzamenti quotidiani di immigrati in pubblico, provocazioni e atti di violenza del numero due dei neonazisti contro due deputate di sinistra “in diretta” da uno studio televisivo, aggressioni contro militanti di sinistra e incursioni contro sedi di partiti di sinistra, ecc.). Insomma, ciò che avviene ogni giorno sotto i nostri occhi è esattamente il contrario di ciò che auspicano i pii desideri della sinistra greca: la violenza di Alba Dorata contro gli immigrati e i militanti di sinistra non solo non ne riduce ma… ne fa crescere l’influenza e la forza d’attrazione fra certi strati sociali di diseredati, per un verso e, per altro verso, tra borghesia e padronato greco.

Per quanto provvisoria, la conclusione dunque non è poi tanto difficile: entrambe le forze ascendenti dello scacchiere politico greco sono quelle che si trovano ai suoi due estremi, l’estrema sinistra e l’estrema destra., SYRIZA e Alba Dorata. Così, i risultati delle due successive tornate elettorali vengono a confermare in maniera clamorosa la tesi e l’ipotesi di lavoro che avevamo presentato prima del 6 marzo nel nostro testo “A sessantasette anni dalla fine della Seconda Guerra mondiale e dal processo di Norimberga, eccoci dunque in piena Repubblica di Weimar alla greca…”.[2] Una parte molto grande di questa società greca in rovina dopo due anni di barbara austerità cerca disperatamente le soluzioni radicali per i suoi problemi di sopravvivenza ai due estremi del paesaggio politico greco.

Detto questo, è del tutto comprensibile che la ragione di fondo dell’incapacità della sinistra greca di capire il fenomeno Alba Dorata e di intervenire contro questa sta nella sua incapacità di cogliere quel che sta avvenendo nel sottofondo della stessa società greca! Per questo il successo elettorale dei neonazisti è descritto semplicemente come un “punto nero” in un quadro in generale positivo, senza rendersi conto che questo “punto nero” è un po’ l’altra faccia della medaglia del successo folgorante di SYRIZA, e soprattutto senza che si capisca come questi moti pendolari delle masse diseredate che vanno da un estremo all’altro dello scacchiere politico sono destinati a continuare finché la sinistra radicale non trasformi l’attuale fase pre-rivoluzionaria in fase rivoluzionaria…

Va ammesso, tuttavia, che esiste ormai un ostacolo di rilievo per questa trascrescenza tra le due fasi: e questo ostacolo si chiama Alba Dorata, e non è un caso che sia stata creata di sana pianta (dai grandi mezzi di comunicazione, da una frangia della borghesia greca, da personalità della destra tradizionale greca che definiscono Alba Dorata “organizzazione sorella di Nuova Democrazia”, ecc.) esattamente per… impedire lo sviluppo del movimento popolare e l’ascesa della sinistra radicale!! Per dirla più semplicemente, la sinistra greca deve smettere di esorcizzare il morbo neonazista con frasi vuote del tipo “bisogna isolare i fascisti”, sostituendole al più presto con la problematica della difesa degli immigrati e della sua stessa autodifesa di fronte alle squadracce di criminali scatenati di Alba Dorata.

Bisogna tuttavia che sia chiaro che l’“autodifesa” non si improvvisa, tanto più che il termine stesso di “autodifesa” resta un tabù per la sinistra greca, una parola che si ostina a non pronunciare. Obiezioni quali “non ci si può abbassare al loro livello” o “i fascisti vanno affrontati con armi politiche” non reggono, visto che la violenza neonazista si estende ogni giorno a nuovi quartieri, rendendo sempre più difficile la normale esistenza delle persone e minacciando le attività dei partiti e delle organizzazioni della sinistra. Qui, non si ha più a che fare con teorie astratte ma con problemi concretissimi di vita quotidiana della gente, che la sinistra greca deve ammettere, affrontare, risolvere unitariamente quanto prima! Se Alba Dorata riesce a impedirci di uscire di casa, tutto il resto saranno chiacchiere irresponsabili di gente che si rifiuta ostinatamente di guardare in faccia la realtà…

Alla fin fine, quel che manca crudelmente alla sinistra greca perché possa capire, affrontare e combattere efficacemente la “peste nera” che sta rialzando la testa è la memoria e la comprensione di quel che è successo in Germania – ma anche in Italia – negli anni Venti e Trenta, Senza l’esperienza e le lezioni di quell’epoca, la sinistra greca è condannata a improvvisare e a girare a vuoto di fronte a neonazisti che danno ormai l’impressione di procedere seguendo scrupolosamente le direttive del manuale originario del nazionalsocialismo. Bisogna, infatti, ammettere alla fine, che l’attuale situazione greca presenta ormai sempre maggiori analogie con quella della Germania prima della fine della Repubblica di Weimar e dell’ascesa di Hitler al potere. Sembra inverosimile, ma, purtroppo, è così! Quindi, finché perdurerà l’incomprensione del fenomeno Alba Dorata come prodotto della sua epoca (di crisi economica, sociale e politica terminale), il “fenomeno” continuerà indisturbato il suo folgorante sviluppo. Attenzione, allora: siamo ancora solo agli inizi di questa storia che promette futuri da incubo se la sinistra continua a vedere in Alba Dorata un semplice “anacronismo” passeggero condannato a sparire appena la gente si accorgerà del suo carattere passatista e malsano. No, i neonazisti greci sono molto più di questo, perché ormai costituiscono un vero e proprio movimento radicale popolare dotato di suoi gruppi paramilitari e che gode inoltre del sostegno (politico, mediatico, finanziario…) di una frangia molto rilevante della borghesia greca.

La conclusione è volutamente allarmistica. La sinistra greca avrebbe dovuto farsi l'autocritica per aver lasciato che il serpente neonazista uscisse dal suo guscio. Non lo ha fatto, e sta continuando lungo la stessa china suicida, pretendendo di affrontare il morbo esorcizzandolo, quasi si trattasse di un semplice … spirito malefico e non di una concretissima forza materiale che punta a distruggere il movimento operaio con tutti i mezzi. Solo tre mesi fa, dire che Alba Dorata potesse ottenere il 7% dei voti sembrava un’enormità degna uno scenario fantapolitico. Chi avrebbe oggi il coraggio di escludere che proprio questo “scenario fantapolitico” non ci riservi altre sorprese, ancor più gravi e soprattutto dolorose?


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[1] Cfr. articolo e tabelle di Christoforos Vermardakis, nel quotidiano Avgi del 24 giugno 2012.

[2] http:/www.cadtm.org/soixante-sept-ans apres-la-fin-de



Traduzione di Titti Pierini,

28/giugno/2012

dal sito http://antoniomoscato.altervista.org/index.php



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