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giovedì 5 marzo 2015

LA CONTROFFENSIVA DEL CAVALIERE di Aldo Giannuli




LA CONTROFFENSIVA DEL CAVALIERE
di Aldo Giannuli


Che il Cavaliere non abbia un lungo futuro politico è cosa su cui è facile convenire: il partito si sta disfacendo, il cielo sui tribunali è tornato carico di nubi minacciose, la Lega lo snobba, il feeling con l’elettorato è definitivamente compromesso. Questo ha spinto diversi a pensare che anche lui se ne stia facendo una ragione e che la vendita di parte del pacchetto Mediaset sia un modo per “far cassa” e magari andare all’estero, prima che i giudici lo trattengano in patria.

Magari l’idea della “gita all’estero” gli sta effettivamente passando per la testa (un accenno lo ha fatto anche lui tornando a citare Antigua), anche perché, in caso di condanna stavolta sarebbe proprio grigia, non potendosi ripetere la farsa dei lavori sociali. Certo, in galera non andrebbe per l’età, sarebbero gli arresti domiciliari, che però non sono una cosa tanto dolce: non puoi muoverti da casa ed, anche se la casa ha un parco quanto la Valtellina, non è facile da sopportare, poi non puoi telefonare o ricevere telefonate se non con permessi specifici, non puoi ricevere chi vuoi se non con permesso del giudice di sorveglianza volta per volta e, in queste condizioni, non puoi nemmeno darti al tuo sport preferito. Soprattutto se è uno sport di massa..

Insomma, la “gita” può essere nelle intenzioni, così come è possibile che si stia convincendo anche lui che l’avventura politica ormai è proprio conclusa. Sin qui ci siamo, quello che non mi convince è che tutto questo coincida con un suo disarmo.

L’uomo non è tipo da ritirarsi in buon ordine a fare il nonno (o il papy) ai giardinetti e credo che siamo di fronte ad un mutamento di strategia. Non può essere un caso che, subito dopo la cessione del pacchetto Mediaset (che comunque resta sempre nel suo controllo) siano venute l’opa sulle Torri Rai e l’offerta per la Rcs libri.

In primo luogo chiediamoci cosa significa quella cessione: è un modo per recuperare liquidità (utile alle operazioni Mondadori e Rizzoli) o è la comparsa di un importante socio al suo fianco?

Per ora non è del tutto chiaro chi abbia davvero acquistato il pacchetto Mediaset, magari più in là sapremo meglio e non mi meraviglierei di nulla, neanche di soci esteri. Anzi…

In secondo luogo, le due operazioni di acquisto fanno intendere una precisa strategia di occupazione del potere mediatico. Sulla questione delle Torri Rai dobbiamo vedere come va a finire sulla clausola del 50%+1 in mano allo Stato e sarà appassionante vedere come procederà la riforma Rai. Seil Cavaliere mette le mani su quelle Torri conquista una casella strategica nel sistema televisivo e nella rete della telefonia mobile. E, magari, fra qualche tempo salta fuori anche qualche operazione strana su Telecom.

Sulla Rizzoli l’operazione sembra già vicina alla conclusione, anche perché la Rcs si era impegnata con le banche a trovare 250 milioni di Euro entro l’estate e sinora ne ha raggranellati solo 150, ne mancano 100 all’appello. Magari l’offerta di 160 miliardi per il gruppo Rizzoli è ridicolmente bassa e dovrà rialzarla (qualche anno fa lui rifiutò di vendere la sola Einaudi per ben 300 milioni ed, anche se erano altri tempi in libreria, la cosa dà una idea della sproporzione), ma nel complesso credo che la cosa andrà in porto, dando vita ad un Moloch che ha più del 40% del mercato librario. Certo, resta la storica debolezza del gruppo in edicola e quella nuova nel web (ma non è detto che le sorprese finiscano qui), però un blocco così forte nella televisione, nei libri, con un quotidiano ed alcuni settimanali non è davvero da sottovalutare come capacità di influenza sull’opinione pubblica. Si sa che come editore, il Cavaliere è molto liberal (se un libro vende può dire peste e corna anche di lui, non c’è problema), questo non toglie che tutti dovranno farci i conti. La capacità di una ulteriore espansione del blocco Mediaset è legata a quanto siano capienti i suoi polmoni finanziari (ma sono sempre più insistenti le voci che parlano di un fondo oro in Sudafrica del Cavaliere che sarebbe fra i primissimi di quel paese, il che non vuol dir poco).

Più complessa mi sembra la partita politica. Come dicevo poco prima, non credo che neanche lui si illuda di poter tornare in sella e nell’ultima settimana sono venute due scoppole molto forti: Salvini che ha chiuso i portoni della Lega e alcune “olgettine” rischiano di inguaiarlo di brutto in tribunale. Per cui appare assai improbabile una sua candidatura e, nel caso, una sua lista arriverebbe probabilmente quarta o, al più, terza.

Questo non significa che l’uomo rinunci a pesare anche in politica. Ed ha tre strade possibili (alcune non incompatibili):

a- infilare uomini suoi in qualche lista, magari in quella vincente, per giocare al ricatto periodico

b- restare in campo in modo da impedire che nasca niente altro a destra e poi mollare tutto a favore di Renzi (e magari infilando uomini suoi nel Pd: tanto non si distinguerebbero dagli altri)

c- inventarsi un candidato per fare una nuova coalizione di centro destra che lui spera vincente. Magari un Passera, ma ci vuole altro per rinsanguare le truppe.

Se l’ipotesi fosse la seconda, potrebbe profilarsi un ri-Nazareno: il Cavaliere molla a Renzi la politica (salvo una eventuale pattuglia di fedelissimi infilata dentro, magari di soppiatto) ed il fiorentino, in cambio, gli facilita l’operazione Torri.

Staremo a vedere, comunque non è il caso di illuderci di esserci liberati del Cavaliere così a buon mercato.


2 marzo 2015

dal sito http://www.aldogiannuli.it/


La vignetta è dell'Istituto Lupe



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