Diari di Cineclub

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mercoledì 28 dicembre 2011

#136 – STEFANIA, UNA COMPAGNA VITTIMA DI FEMMINICIDIO

Un fatto di cronaca ormai sempre più frequente con il quale rischiamo di abituarci e che riguarda la violenza sulle donne. 
A Licodia Eubea, piccolo comune in provincia di Catania, viene uccisa dal suo ex fidanzato una ragazza di 24 anni, Stefania Noce, insieme al nonno.
Pubblichiamo dal sito "Femminismo a Sud" questa accorata denuncia.

                                         [Foto da Riotclitshave]



#136 – STEFANIA, UNA COMPAGNA VITTIMA DI FEMMINICIDIO


Sono 136? Forse di più, perché ci sono corpi di donne uccise e ritrovate che se non c’è scritto che le hanno ammazzate gli ex, o i parenti prossimi, o i conoscenti, non le possiamo contare. Ricordarle si, quello lo possiamo fare comunque, su Bollettino di Guerra.

Stefania, così scrive il sito officina rebelde, era una compagna dell’onda studentesca, una che faceva movimento e manifestazioni, una di noi. E’ morta ammazzata, assieme al nonno che tentava di difenderla, con la nonna ferita per lo stesso motivo, lei, una ragazza di 24 anni, massacrata dal suo ex.

Perché la violenza maschile sulle donne arriva ovunque, non fa distinzioni e non è una questione di pelle, di etnia, di ceto, di censo, di religione, come vanno blaterando islamofobi ed islamofobe di ogni tipo.

La violenza maschile sulle donne è una costruzione culturale fatta di negazionismo, omertà, complicità, banalizzazione, depistamenti, tanti media che legittimano quelli che chiamano “folli” utilizzando parole sciocche e false come “raptus” o “delitto passionale”. Di passionale qui non c’è niente. Un coltello non è passionale. E’ un’arma utilizzata per ammazzare e il femminicidio non è passionale proprio per niente.

La verità è poi questa, che al solito noi cerchiamo gli sdoganatori e le sdoganatrici. Dei fascisti, dei razzisti e dei sessismi. Perché la comunicazione legittima di tutto. E qui davvero vale ricordare che non possiamo tacere di tutte le cosiddette “provocazioni” fatte da intellettuali o pseudo tali di questa italietta di fine ventennio dove le donne sono descritte come oggetti, fenomeni da baraccone, brutte e cattive, da impalare o alle quali dedicare viaggi educativi in Afghanistan e si ci riferiamo ai tanti che certo possono scrivere ciò che vogliono ma noi non capiamo perché certi misogini, per esempio, debbano essere coccolati da tante donne, perfino femministe, a fronte del fatto che chi scrive parole d’odio contro le donne legittima la mano di assassini che pensano di aver ragione quando ne ammazzano una.

Ragione perché ritengono che le donne siano una proprietà. Ragione perchè pensano che le donne siano cattive e che gli “abbandoni” siano realizzati per fare male a loro. Ragione perchè sono presuntuosi e profondamente sessisti e non colgono mai il fatto che le donne sono persone altre che hanno la libertà di scegliere con chi stare.

Diffidate sempre di chi dedica parole d’odio contro le donne perché chi ci odia è un integralista, probabilmente un fascistone, prescindendo dal fatto che dicano di essere più o meno di sinistra, di quelli che fingono di essere tanto libertari e poi in realtà sono solo dei poveri reazionari che hanno dei problemi a relazionarsi con le donne.

Abbiamo compagne e compagni al nostro fianco, tutt* assieme dobbiamo condurre una battaglia contro la violenza maschile sulle donne. Tutt* dobbiamo smettere di parlare di sorellanza con donne che in virtù del possesso della figa pensano di essere meno maschiliste di certi uomini.

Tutt* dobbiamo smettere di offrire alibi a chi criminalizza la radicalità di certe lotte che non perdonano coloro che considerano tutt* noi quali corpi di servizio di una fallocrazia.

Tutt* dobbiamo smettere di sputare merda sulle donne e dobbiamo considerare che stiamo dentro vite, lotte, precarietà e privazione di futuro senza alcuna distinzione. Donne, uomini, lesbiche, gay, trans, migranti…

Tutt* abbiamo il problema di essere inseriti in un meccanismo che ci rende gli uni di proprietà di altri, e giù giù a seconda di come procede la gerarchia del potere. Certi uomini immaginano di poter possedere le donne a loro piacimento e dunque farle diventare il loro psicofarmaco sociale, il palliativo che compensa tutte le frustrazioni, vigliacchi, e anche stupidi oltrechè sessisti.

Smettiamo di fare “movimenti” in cui si sputa merda contro il femminismo ovvero contro chi lotta per difendere le libertà di scelta, di espressione, di pensiero, e i diritti e i desideri e le esigenze di riappropriazione di futuro.

Per Stefania, per ciascun@ di noi. Perché ora basta, non è più il momento di raccontarsi balle!


27 dicembre 2011

dal sito   http://femminismo-a-sud.noblogs.org/


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