Diari di Cineclub

Diari di Cineclub
Rivista Cinematografica online e gratuita

martedì 17 gennaio 2012

STEFANIA NOCE: NON IN SUO NOME. AGGIORNAMENTO!

Abbiamo pubblicato  alcuni giorni fa l'accorata denuncia del sito "Femminismo a Sud" sull'assassinio di una ragazza di 24 anni, Stefania Noce, e del nonno ad opera del suo ex fidanzato. Un'altra vittima della violenza maschile che vede la donna come proprio oggetto di proprietà. 
Oggi pubblichiamo questa altra denuncia sul vergognoso oltraggio che si compie abusando del suo nome.  





STEFANIA NOCE: NON IN SUO NOME.
AGGIORNAMENTO!


Diamo un aggiornamento a proposito della strumentalizzazione del nome di Stefania Noce   da parte di chi gestisce la falsa pagina NO ALLA VIOLENZA SULLE DONNE, maschilist* e padr* separat*.


Il motivo per cui fanno questa cosa è molto semplice: ingannare persone che leggendo il titolo della pagina e – ahinoi – senza fare molta attenzione ai contenuti che attraverso essa vengono veicolati, cliccano “mi piace”. Perché fanno di tutto meno che parlare delle vittime, ad oggi #12 per il 2012, della violenza maschile sulle donne. (http://bollettino-di-guerra.noblogs.org/)

La pagina falsa che si occupa di addebitare ogni male possibile alle femministe,  che si oppone all’autodeterminazione delle donne, che   nega il fenomeno della violenza maschile sulle donne  ,   che divulga l’opinione dei falsabusologi, ovvero quella corrente di pensiero che in Italia ritiene che ogni accusa fatta a stupratori, pedofili, maltrattanti e femminicidi sia falsa perchè frutto delle menzogne delle donne le quali sarebbero tutte spinte da odio contro gli uomini, una pagina che descrive i centri antiviolenza come covi di naziste in cui si pianifica lo sterminio del genere maschile, che sollecita alla privatizzazione dei consultori e pubblicizza l’azione dei centri di mediazione familiari, gestiti da persone ideologicamente formate alla cultura dei padri separati, che parla bene di questi ex mariti spesso colpiti da denunce per maltrattamenti o stalking, i quali chiedono la depenalizzazione dei reati connessi alla violenza sulle donne, una pagina nella quale l’assassinio dei bambini e delle bambine ad opera di padri fuori di testa viene giustificato con le decisioni di giudici che chissà perchè avevano ritenuto che per i figli e le figlie sarebbe stato più sano stare lontan* dai genitori violenti, una pagina che insiste nella promozione di un ddl, n°957 a firma di pdl e lega, in discussione al senato, che obbliga all’affido condiviso anche quando il padre è un violento anteponendo il diritto alla paternità alla salute psicofisica dei bambini e delle donne, che insiste nella promozione di una sindrome falsa,   la Pas, Sindrome di Alienazione Parentale  , inventata da un filopedofilo, mai riconosciuta dalla comunità scientifica internazionale e accreditata solo dalla lobby dei padri separati a difesa di uomini violenti che non dovrebbero mai stare accanto ai propri figli e alle ex mogli, che teorizza il mito della presunta povertà dei padri separati ai quali alcune amministrazioni, in virtù di questo status, riconosce l’assegnazione di case e fondi pubblici su un dato falso,  quella pagina, insomma, ha pubblicizzato  un’altra pagina che usa il nome di Stefania Noce  che – siamo certe – è stata creata, come altre dello stesso genere – per trarre in inganno chi la legge e per poter veicolare attraverso essa argomenti che Stefania avrebbe certamente aborrito.




Tante persone nel corso di queste giornate si sono ribellate a questa strumentalizzazione, a questo atto di sciacallaggio compiuto ai danni di una persona che è morta tragicamente per mano del suo ex fidanzato. Una persona che non si può difendere e il cui nome ciascun@ di noi ha il dovere di tutelare affinché resti fedele alla sua storia.

Il papà di Stefania è personalmente intervenuto, giustamente addolorato ed esasperato dalla assoluta mancanza di rispetto di questa vergognosa azione,  noi abbiamo registrato e divulgato la discussione intercorsa tra lui e chi gestisce le pagine fake .Siamo certe che si tratti dell* stess* person* perché abbiamo appena fotografato il preludio dell’uso che di quella pagina sarà fatto.

Al papà di Stefania è stato risposto in modo vago e con l’atteggiamento tipico di chi non rispetta neppure il parere di un padre che chiede espressamente che il nome di sua figlia non sia utilizzato per quegli scopi e in quei contesti. Tant’è che oggi vediamo che la pagina falsa creata su Stefania ha cancellato ogni commento, ha inibito la possibilità di lasciarne altri e ha inibito la possibilità di segnalare la pagina (se dopo aver già segnalato puoi farlo ancora e ancora significa che quel tasto non funziona). Vediamo anche che su quella pagina, ad affermare il fatto che non si intende tornare indietro in un gesto di decoro e di rispetto nei confronti di Stefania e dei suoi familiari, è stato pubblicato il link di un noto sito maschilista, clone di un sito magnifico delle sorelle di  Un Altro Genere di Comunicazione   le quali, come tante altre delle quali potete leggere  QUI , sono state scippate di un nome allo scopo evidente di offuscarne la visibilità che meritano gli argomenti trattati.

Nel corso degli ultimi anni vari blog e siti sono stati clonati allo scopo si sfruttare nomi noti per veicolare argomenti diffamanti nei confronti delle donne, che istigano odio nei confronti di donne, femministe e lesbiche, per giustificare gli uomini violenti, negare la violenza maschile, contestare finanche i dati rilasciati dal ministero e dall’Istat, costruire un terreno di complicità e omertà che legittima, di fatto, la violenza sulle donne.

Cosa assai più grave, per quanto compatibile con le assurde logiche commerciali che riguardano il web, è stato l’acquisto da parte di questi soggetti dei domini “http://www.centriantiviolenza.eu” (dominio che era della rete dei centri antiviolenza ) e “http://www.centriantiviolenza.com” (ancora un altro fake), “http://www.centriantiviolenza.it” (ennesimo fake) attraverso i quali si veicolano gli stessi argomenti e si diffama quotidianamente il lavoro dei centri antiviolenza. Provate a cercare su google “centri antiviolenza” e vedrete che questi sono i siti che le donne troveranno subendo una totale disinformazione e non riuscendo così a fruire di un servizio fondamentale che potrebbe loro salvare la vita.

In ultimo, giusto per capire qual è il livello di cui stiamo parlando, e vi assicuriamo che non si tratta di una frangia “estremista” ma della filosofia e del pregiudizio di base che resiste alla base delle teorizzazioni di chi supporta la lobby dei padri separati, vi direi di dare un’occhiata al sito lesbofobo “http://www.cafm.me”.

Noi parliamo di questo da almeno tre anni [1, 2, 3]   e abbiamo studiato ogni aspetto della strategia di comunicazione che riguarda queste persone. Di loro sappiamo tutto. Abbiamo tentato, con i nostri poveri mezzi, di informare tutt* e così hanno fatto altre donne e uomini che nel web hanno tessuto una fondamentale rete di resistenza che ha dovuto sopperire ad una vera e propria emergenza.

Sappiamo bene che chi si occupa di questi argomenti viene subissato di commenti insultanti e distorti. Lo squadrismo maschilista in web è uno dei fenomeni di cui abbiamo più volte denunciato l’esistenza, che in taluni casi, nelle persone più fanatiche e integraliste che prendono a pretesto questi argomenti per sfogare il proprio odio represso contro le donne, diventa vero e proprio cyberstalking.

Sappiamo che toccare questo tasto significa attirare l’attenzione di soggetti antipatici da gestire che usano la minaccia di querela per indurre al silenzio, ma vi chiediamo di mettere da parte le differenze, di occuparvene, nei modi e nei tempi che preferite, dei quali se vorrete potete informarci e di cui daremo sempre conto a chi ci legge e vuole sapere, perché si tratta di una questione che riguarda tutti/e, donne e uomini, persone che hanno a cuore il futuro di questa umanità che non può essere compromesso da chi non ha rispetto neppure per una ragazza massacrata dall’ex fidanzato della quale si dà conto, nella pagina maschilista, solo in virtù del fatto che assieme a lei è morto un uomo, il nonno, del quale certamente abbiamo un profondo rispetto, che ha tentato di difenderla.

Se c’è un limite alla decenza è stato ampiamente superato. Con Stefania, con suo padre, con tutte le donne vittime di violenza maschile e con tutti gli uomini che quella violenza non sanno neppure cosa sia e la combattono assieme a noi: la violenza maschile agisce su un terreno di legittimazione culturale. Intervenire su quel terreno inquinato da una propaganda reazionaria e misogina è qualcosa che ci compete e ci riguarda. Possiamo farlo. Per favore, facciamolo.


                          


 dal sito http://femminismo-a-sud.noblogs.org


17 gennaio 2012

Nessun commento:

Posta un commento

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF